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Acquisizione della divina mansuetudine, 6 settembre CC 259

Cercate l’Eterno voi tutti, umili della terra, che praticate la sua legge. Cercate la giustizia, cercate l’umiltà. Forse sarete nascosti nel giorno dell’ira dell’Eterno. CC 259.1

Sofonia 2:3 CC 259.2

Coloro che hanno capito di aver bisogno del Cristo, chi ha sperimentato la sofferenza a causa del peccato e hanno condiviso la sua afflizione, impareranno la mansuetudine dal Maestro divino. CC 259.3

L’affermazione di Mosè, ispirata da Dio, quando sosteneva di essere l’uomo più mite della terra, non era considerata dai suoi contemporanei come una dote. Al contrario suscitava commiserazione e disprezzo. Gesù, invece, elenca la mansuetudine fra le qualità più importanti per entrare nel suo regno. La sua vita e il suo carattere rivelavano, infatti, la bellezza divina di questa preziosa virtù. CC 259.4

Egli accettò di condividere l’esperienza umana, nelle varie fasi dell’esistenza, vivendo non come un re che esige omaggi, ma come un uomo qualunque, con la missione di servire gli altri. Il suo comportamento non era caratterizzato né da fredda austerità né da fanatismo. Il Salvatore del mondo aveva una natura superiore a quella degli angeli ma la sua maestà divina era unita a un’umiltà e a una dolcezza tali che tutti ne erano attratti. CC 259.5

Gesù aveva rinunciato a se stesso e in tutto ciò che faceva, non vi era nulla di egoistico. Egli sottometteva ogni cosa alla volontà del Padre. Verso la fine del suo ministero sulla terra poteva dire: “Io ti ho glorificato sulla terra, avendo compiuto l’opera che tu mi hai dato da fare”. (Giovanni 17:4) CC 259.6

E ‘l’amore di sé che distrugge la nostra pace. “L’amore è paziente, è benevolo; l’amore non invidia; l’amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s’inasprisce, non addebita il male, non gode dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa”. (1 Corinzi 13:4-7) CC 259.7

La felicità terrena è effimera e le circostanze la condizionano, ma la pace del Cristo è duratura. Non dipende dagli eventi della vita, dalla quantità di beni che si possiedono o dal numero degli amici. Il Cristo è la fonte dell’acqua della vita e la gioia che scaturisce da lui non svanirà mai. Se la stessa mansuetudine di Gesù si manifesta in una famiglia, tutti sono felici. CC 259.8

Thoughts from the Mount of blessing, pp. 13-17 CC 259.9