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Frutti di giustizia, 6 aprile CC 106

...Affinché siano chiamati querce di giustizia, la piantagione dell’Eterno per manifestare la sua gloria.. CC 106.1

Isaia 61:3 CC 106.2

I cristiani devono avere lo stesso spirito di Cristo; esercitare la stessa influenza e possedere la stessa eccellenza morale. L’idolatra che è corrotto nel cuore, deve domandare aiuto di Dio per essere trasformato attraverso la conversione. Coloro che sono orgogliosi e ipocriti, devono umiliarsi e pentirsi per diventare umile di cuore. Una mente corrotta, deve rimuove da cuore la spazzatura mondana, alla quale si è aggrappata, e supplicare la presenza di Dio al fine di diventare un’anima spirituale. Un’anima disonesta deve convertirsi per diventare sincera e fedele. L’ambizioso o avaro, per cambiare, deve cercare la gloria di Cristo in loro. Devono disprezzare la loro personale santità e colmarla con il tesoro celeste. Chi non prega, deve imparare a sentire il bisogno di farlo sia in famiglia sia personalmente, in segreto. Le preghiere devono essere fate con grande serietà. CC 106.3

Come adoratori dell’Iddio vivente, dovremmo portare la luce e privilegi, di cui godiamo, al mondo. Molti adorano idoli al posto del Signore. Tutto ciò che gli uomini amano è l’Io, anziché il Signore. Per essere registrati nel libro del cielo dobbiamo confidare totalmente in Lui. Spesso le benedizioni possono essere trasformati in una maledizione. CC 106.4

Le simpatie del cuore umano, a volte sono pervertite fino a diventare una trappola. Se uno è stato rimproverato, c’è sempre qualcuno che simpatizza con lui. Essi, ignorano completamente il danno che è stato fatto all’opera di Dio proprio a causa della sbagliata influenza di colui, la cui vita ha lo stesso carattere della persona che ha sbagliato. Dio manda i suoi servi con un messaggio alle persone che professano di essere seguaci di Cristo, perché rifiutando l’avvertimento, perché sono cristiani soltanto di nome e non di fatto. CC 106.5

A ciascuno di noi, Dio ha dato il dono di ragionamento. Chi pianta un albero perché portasse il frutto, è capace di portare i frutti di giustizia. Il Signore ha piantatol’uomo nel suo giardino e si prese cura di lui affinché desse i suoi frutti. Nella parabola del fico Cristo dice: Ecco, sono già tre anni che io vengo a cercare frutto... (Luca 13:7) Con quanta ansia guardiamo un albero preferito o una pianta, in attesa che produca fiori e frutti! E come siamo delusi quando non troviamo altro che foglie. Con quanta ansia e l’interesse, il nostro Padre celeste osserva la crescita spirituale di coloro che Egli ha creato a Sua immagine, che li chiama figli Suoi, perché essi possano essere nobilitati e glorificati. CC 106.6

Testimonies, vol. 5, pp. 249-251 CC 106.7