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Come Sconfiggere La Rabbia, 17 agosto AN 243

Chi è lento all’ira val più di un forte guerriero, e chi domina il suo spirito val più di chi espugna una città. Proverbi 16:32 AN 243.1

Quando un’anima agisce con piena rabbia, Satana esulta. Egli induce tale persona a usare uno sguardo, un gesto, un tono di voce come freccia avvelenata al fine di ferire il cuore che è aperto a riceverlo. 2BC 1020 AN 243.2

Uno spirito arrabbiato intossica l’anima nello stesso modo come il bicchiere pieno d’alcol. MS 6, 1893 AN 243.3

Cristo considera la rabbia allo stesso livello di un omicidio... Le parole sbagliate una volta pronunciate hanno sapore di morte. Colui che le pronuncia non sta collaborando con Dio nella salvezza delle anime. In un’anima che ama l’odio, non c’è amore per Dio. Letter 102, 1901 AN 243.4

Quando sentite che in voi sta crescendo uno spirito di rabbia, invocate il nome di Gesù Cristo e le Sue promesse. Rimanete in silenzio, perché in caso contrario una sola parola non controllata sarà seguita da una raffica di espressioni poco carine... L’uomo che lascia spazio nel parlare con tono pieno di rabbia, dà falsa testimonianza della sua fede. Egli è troppo cieco e irragionevole per essere convinto della sua follia. Trasgredisce i comandamenti di Dio e la sua immaginazione è pervertita dall’ispirazione di Satana. Lui non sa quello che sta facendo. Essendo cieco e sordo, permette a Satana di guidarlo ovunque gli piaccia. La porta viene quindi spalancata alla malizia, all’invidia e alle malvage congetture, e la povera vittima diventa impotente... Ma c’è ancora speranza quando egli si ferma in tempo chiudendo questa porta al nemico. L’apostolo Pietro ci esorta: “Carissimi, aspettando queste cose, fate in modo di essere trovati da lui immacolati e irreprensibili, in pace”. 2 Pietro 3:14 Questo è lo standard per cui ogni cristiano deve lottare, non con le proprie capacità naturali, ma attraverso la grazia data a lui da Gesù Cristo. Combattete quindi contro il dominio di ogni peccato, affinché possiate controllare ogni espressione d’impazienza e di rabbia. Letter 38, 1893 AN 243.5