Go to full page →

Indescrívíbíle gloría, 17 dicembre LC 369

Perciò anche Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio delle creature (o cose) celesti, terrestri e sotterranee, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre. Filippesi 2:9-11 LC 369.1

La sapienza e la gloria del Padre risplendono nella maestà di Cristo. Egli è prezioso per tutti coloro che credono in Lui. Chi può descrivere la Sua gloria personale? Essa viene rivelata per mezzo della Sua natura divina. Colui che è stato rinnegato e respinto dall’uomo, in più è stato trattato come un criminale e quindi processato... LC 369.2

Ora Cristo è riconosciuto come il Re di Gloria. Benedetto Colui che viene nel nome del Signore (Matteo 21:9). La questione della Sua divinità è risolta per sempre. Dove sono quelli che lo tenevano legato davanti al Pilato, che lo aveva colpito in faccia, quelli che lo hanno flagellato, che gli hanno perforato le mani e i piedi? Quelli che lo schernivano, dicendo: “Hai salvato gli altri, perché non salvi te stesso”? (Matteo 27:42) Dove è ora quel braccio che si scagliò contro Gesù. Ma ora lo scenario è cambiato. Al nome di Gesù ogni ginocchio si piegherà e ogni lingua confesserà che Gesù Cristo, è il Signore del cielo e della terra... LC 369.3

La gloria di Cristo mentre egli era sulla terra come uomo non era apparsa. Era considerato un uomo di dolore perché ha conosciuto la sofferenza. E gli uomini lo rinnegarono, eppure molti vollero seguire il sentiero che Dio aveva pianificato. Ora, quella stessa umanità apparirà quando Gesù scenderà dal cielo rivestito di gloria, trionfante... I credenti hanno accettato la Sua chiamata e diventati gli eletti. Essi alla prima resurrezione intoneranno insieme l’inno: Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini. Ed Egli abiterà con loro; ed essi saranno Suo popolo e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e non ci sarà più la morte, né cordoglio né grido né fatica, perché le cose di prima son passate” (Apocalisse 21:3,4) . Ibıd LC 369.4