Go to full page →

Dorcas, 26 settembre RPD 283

Or in Ioppe c’era una discepola di nome Tabitha, che significa Gazzella; ella faceva molte buone opere e molte elemosine. Atti 9:36 RPD 283.1

A Ioppe, città situata vicino a Lidda, viveva una donna chiamata Tabita, che era molto apprezzata per le sue buone opere. Ella era degna discepola di Gesù, e la sua esistenza era stata caratterizzata da numerosi atti di carità. Sapeva chi aveva bisogno di indumenti e chi aveva bisogno di conforto, e liberamente serviva il povero e il sofferente. Le sue abili mani erano più attive della sua lingua. RPD 283.2

“E avvenne in quei giorni ch’ella infermò e morì”. Atti 9:37 La chiesa di Ioppe comprese la sua grande perdita; e avendo udito che Pietro si trovava a Lidda, i credenti mandarono dei messaggeri, “per pregarlo che senza indugio venisse fino a loro. Pietro allora, levatosi, se ne venne con loro. E come fu giunto, lo menarono nella sala di sopra; e tutte le vedove si presentarono a lui piangendo, e mostrandogli tutte le tuniche e i vestiti che Gazzella faceva, mentre era con loro”. Atti 9:38, 39 Considerando la vita di servizio che Tabita aveva condotto, non sorprende che si facesse grande cordoglio, e che calde lacrime cadessero sul suo corpo senza vita. RPD 283.3

Comprendendo il dolore che lo circondava, il cuore di Pietro si riempì di compassione. E dopo aver ordinato che tutti uscissero dalla stanza, egli si inginocchiò, e pregò con fede Dio affinché ridesse a Tabita la vita e la salute. “E voltatosi verso il corpo, disse: Tabita, lèvati. Ed ella aprì gli occhi; e veduto Pietro, si mise a sedere”. Atti 9:40 RPD 283.4

Tabita aveva svolto un grande servizio per la chiesa, e Dio ritenne giusto riportarla indietro dalla terra del nemico. In tal modo la sua abilità e le sue energie potevano essere ancora una benedizione per gli altri, inoltre con questa manifestazione della sua potenza la causa di Cristo poteva essere rafforzata. RH, Apr. 6, 1911 RPD 283.5