Ora nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito immondo, il quale si mise a gridare. Matteo 1:23 NPC 327.1
“La luce della conoscenza della gloria di Dio” è vista “nel volto di Gesù Cristo”. (2 Corinzi 4:6) Fin dall’antichità il Signore Gesù era uno con il Padre; era l’immagine di Dio invisibile, (Colossesi 1:15) l’immagine della Sua grandezza e maestà, lo splendore della Sua gloria. (Ebrei 1:3) Per manifestarla, egli venne in questo mondo; venne per rivelare a questa terra, immersa nelle tenebre del peccato, la luce dell’amore di Dio; per essere Dio con noi. Per questo la profezia aveva detto di lui: sarà chiamato Emmanuele. Venendo a vivere con noi, Gesù avrebbe rivelato Dio agli uomini e agli angeli. Egli era la Parola di Dio, il pensiero dell’essere supremo reso intelligibile. Nella preghiera per i discepoli, Egli dirà: Io ho manifestato il Tuo nome agli uomini — misericordioso e pietoso, lento all’ira, ricco in bontà e fedeltà... Io ho fatto conoscere loro il Tuo nome...affinché l’amore del quale tu mi hai amato sia in loro, e io in loro. Ma questa rivelazione non era diretta solo alle creature della terra. Il nostro piccolo mondo è il libro di testo dell’universo. Il piano meraviglioso della grazia di Dio, il mistero dell’amore redentore è il tema in cui gli angeli bramano penetrare con i loro sguardi; (1 Pietro 1:12) esso sarà il soggetto di studio per tutta l’eternità. Gli esseri redenti, insieme con quelli che non hanno mai peccato, troveranno nella croce di Cristo il loro soggetto di studio e il loro motivo di gioia...Il Calvario insegna che l’amore, pronto alla rinuncia, è la legge di vita della terra e del cielo; che l’amore il quale non cerca il proprio interesse, (1 corinzi 13:5) ha la sua fonte nel cuore di Dio, e che il Maestro umile e mansueto manifesta il carattere di Colui che vive nella luce e che nessuno uomo può vedere. Ma oltre a queste manifestazioni minori, possiamo contemplare Dio nella presenza di Gesù. Guardandolo, scorgiamo la gloria del Padre. Cristo ha detto: Non faccio nulla di male. Il vivete Padre mi ha mandato e io vivo a motivo del Padre. Io non cerco la mia gloria, ma la gloria di Colui che l’ha mandato. (Giovanni 8:28; 6:57; 8:50; 7:18) In queste parole è espresso il grande principio che è la legge di vita dell’universo. Cristo ha ricevuto tutto da Dio, ma ha preso per dare. Come nel cielo così è nel suo ministero verso tutte le creature. Tramite il diletto Figlio, la vita del Padre si riversa su tutti; sempre per mezzo suo, essa ritorna in un servizio traboccante di lode e di gioia, simile a una grande corrente d’amore, fino alla sorgente di tutte le cose. Così attraverso Cristo, si completa il circolo del bene, manifestazione del carattere del grande Donatore, espressione della legge della vita. NPC 327.2