L’opposizione divenne così feroce che Paolo non poté più svolgere la sua opera in Damasco. Un messaggero celeste gli ordinò di allontanarsi da quel luogo per un periodo di tempo; e lui andò in Arabia, dove trovò un rifugio sicuro. Galati 1:17 Qui, nella solitudine del deserto, Paolo ebbe ampia opportunità di studiare e meditare tranquillamente. Rifletté molto e con calma sul suo passato e trascorse molto tempo in pentimento. Cercò Dio con tutto il cuore, senza stancarsi fino a che non ebbe la certezza che il suo pentimento era stato accettato e i suoi peccati perdonati. Desiderava essere solo con Dio, di sondare il proprio cuore, di approfondire il suo pentimento e di prepararsi, sia con la preghiera sia con lo studio per un’opera che gli sembrava troppo grande e troppo importante per essere intrapresa. Ora era un apostolo, non scelto dagli uomini, ma scelto da Dio stesso, e il suo compito era di lavorare tra i gentili. SDR 195.3
Durante il successivo ministero, Paolo non si allontanò mai dalla vera Fonte di saggezza e di forza. Infatti lo sentiamo dichiarare, alcuni anni dopo “Per me il vivere è Cristo”. Filippesi 1:21 SDR 196.1
Egli doveva portare sempre con sé, sia nel corpo sia nei suoi occhi che erano stati accecati dalla luce celeste, i segni della gloria di Cristo; desiderava anche condividere con gli altri la certezza della grazia sostenitrice di Cristo. Paolo entrò in stretta comunione con il Cielo; parlò con Gesù, Colui che rafforzò la sua fede, conferendogli la Sua saggezza e grazia. SDR 196.2