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Conquista per fede PEC 84

La verità secondo la quale una persona è quello che pensa viene ben illustrata anche dall’esperienza d’Israele. Sulle frontiere di Canaan le spie, reduci dall’esplorazione del paese, presentarono il loro rapporto. La bellezza e la fertilità della terra furono perse di vista a causa del timore delle difficoltà che vi scorsero. Le città fortificate, i guerrieri giganteschi, i carri di ferro fecero tentennare la loro fede. Non tenendo in nessun conto Dio, la moltitudine fece eco alla decisione delle spie incredule: “Noi non siamo capaci di salire contro questo popolo, perché è più forte di noi”. Numeri 13:31. Parole che si avverarono: essi non poterono salire, e perirono nel deserto. PEC 84.5

Due delle dodici spie andate a esplorare il paese, però, ragionarono in modo diverso: “Saliamo pure e conquistiamo il paese, perché possiamo riuscirci benissimo” (Numeri 13:30); insistettero, contando sulla promessa di Dio ben superiore ai giganti, alle città fortificate e ai carri di ferro. Anche le loro parole si avverarono perché, pur condividendo con i loro increduli fratelli i quarant’anni di peregrinazioni nel deserto, Giosuè e Caleb entrarono nella terra promessa. Coraggioso come al momento in cui era uscito con le schiere d’Israele, Caleb chiese e ottenne il suo possedimento proprio nel cuore della fortezza dei giganti. Con la forza di Dio, egli sconfisse i Cananei e le vigne e gli ulivi di quelli diventarono sua proprietà. I codardi e i ribelli morirono nel deserto, ma gli uomini di fede, Caleb e Giosuè, mangiarono le uve della valle di Escol. PEC 85.1

Non c’è verità maggiormente evidenziata dalla Bibbia del pericolo che si corre allontanandosi da ciò che è giusto: pericolo per chi agisce male e per chi ne può subire l’influsso. L’esempio ha una valenza enorme: se è dalla parte della nostra naturale tendenza verso il male, diventa quasi irresistibile. PEC 85.2

Nel mondo, la più grande roccaforte del male non è la vita empia del peccatore incallito né dell’abietto emarginato ma quella che invece sembra virtuosa, onorevole e nobile, che però nasconde un peccato, un vizio accarezzato. Per l’anima che in segreto lotta contro qualche forte tentazione e che trema sull’orlo del baratro, tale esempio è uno dei più forti incentivi al male. Coloro che, pur avendo un concetto elevato della vita, della verità e dell’onore, trasgrediscono di proposito un precetto della santa legge di Dio, hanno pervertito i loro nobili talenti e ne hanno fatto un’esca per il peccato. In tal modo genio, talento, simpatia, perfino azioni nobili e gentili, possono diventare un tranello di Satana per sedurre le anime e condurle nell’abisso della rovina. PEC 85.3

Per questo Dio ci ha lasciato tanti esempi che indicano i risultati anche di una sola azione sbagliata. Dalla triste storia del primo peccato che introdusse la morte nel mondo, a quella dell’uomo che per trenta monete d’argento vendette il Signore della gloria, le biografie della Bibbia abbondano di esempi messi là come segnali di avvertimento. PEC 85.4