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Capitolo 116: L’ospitalità MG 238

Saremmo più felici e più utili alla società se la nostra vita di famiglia e le nostre relazioni sociali si ispirassero alla dolcezza e alla semplicità del Cristo. Invece di pensare a metterci in mostra, cercando di suscitare l’ammirazione o l’invidia dei nostri ospiti, dovremmo fare ogni sforzo per rendere felice chi ci circonda con la nostra allegria, simpatia e amore. Facciamo vedere ai nostri ospiti che ci impegniamo per fare la volontà del Cristo. MG 238.1

Mostriamo loro, sebbene la nostra vita sia modesta, gioia e riconoscenza. In una famiglia che vuole essere veramente cristiana regna un’atmosfera di pace e di serenità. Un esempio del genere non rimarrà senza risultati... MG 238.2

Nella nostra preoccupazione di mettere a proprio agio gli ospiti e farli felici, non dimentichiamoci dei nostri doveri nei confronti di Dio. L’ora della preghiera non deve essere trascurata per nessuna ragione. Non continuate a chiacchierare e a divertirvi fino al punto da essere troppo stanchi per gioire dei momenti della meditazione: significherebbe presentare a Dio un’offerta incompleta. Nelle prime ore della serata, quando possiamo raccoglierci senza pressioni di nessun tipo e quando abbiamo la mente libera, offriamo a Dio le nostre preghiere ed eleviamo la nostra voce con canti di lode e riconoscenza. MG 238.3

Le persone che sono ospiti presso le famiglie cristiane devono capire che l’ora della preghiera è la più preziosa della giornata. Questi momenti di devozione esercitano un influsso edificante e purificatore su tutti coloro che vi partecipano. Danno un senso di pace e di sollievo allo spirito. — The Review and Herald, 29 novembre 1887. MG 238.4