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Contemplare La Vita Di Cristo - Contents
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    Influenza di Iochebed su Mosè, 9 novembre

    Per fede Mosè, divenuto adulto, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del Faraone, scegliendo piuttosto di essere maltrattato col popolo di Dio che di godere per breve tempo i piaceri del peccato.CC 323.1

    Ebrei 11:24,25CC 323.2

    Quando Mosè fu strappato dalle cure della sua famiglia, era più giovane di Giuseppe e di Daniele; nondimeno gli stessi eventi che avevano plasmato la vita di questi due uomini, modellarono anche la sua. Egli trascorse dodici anni in famiglia,e durante questo non lungo periodo la base della sua futura grandezza fu gettata dalla mano di una persona non molto conosciuta.CC 323.3

    Iochebed era una donna e una schiava: la sua sorte nella vita era umile e il suo fardello pesante. Eppure se si eccettua Maria di Nazareth, nessun’altra donna ha recato al mondo tenta benedizione come lei. Sapendo che il figlio le sarebbe stato tolto per essere educato da chi non conosceva Iddio, essa fece di tutto il possibile per unire l’anima del figlio al cielo, e si adoperò per inculcare nel suo cuore amore e fedeltà a Dio. L’opera fu svolta con tanta cura che Mosè, nonostante i vari influssi contrari a quali fu esposto, mai abbandonò quei principi di verità che rappresentavano il principale obiettivo degli insegnamenti materni, insegnamenti che scaturivano dalla stessa vita di Iochabed.CC 323.4

    Dalla sua umile casa nella terra di Goscen, Mosè passò al palazzo di faraone, e fu accolto dalla principessa egiziana come un figlio amato e prediletto. Nelle scuole di Egitto, Mosè conseguì la più alta istruzione civile e militare. Dotato di grande attrattiva personale, bello, aitante, colto, dal portamento regale, rinomato come capo militare, egli diventò l’orgoglio della nazione. Il re d’Egitto era anche membro della classe sacerdotale, e così Mosè, sebbene rifiutasse di partecipare al culto pagano, fu iniziato a tutti i misteri della religione egizia. L’Egitto era a quell’epoca la nazione più potente e più civilizzata. Il figlio di Iochabed, in qualità di futuro sovrano, era l’erede degli onori più ambiti che il mondo potesse offrire. Vi era, nondimeno, una scelta ancora più bella: per l’onore di Dio e per la liberazione del Suo popolo oppresso, Mosè rinunciò alle glorie di Egitto e il Signore allora si prese cura della sua preparazione. Il figlio di Iochabed non era ancora pronto per la grande opera della sua vita: doveva imparare una lezione di dipendenza dal potere divino.CC 323.5

    Education, pp. 61-63CC 323.6

    La grandezza dell’Egitto è nella polvere; sono scomparse la sua potenza e la sua civiltà; ma l’opera do Mosè non può perire perché i principi allo stabilimento dei quali egli consacrò la sua esistenza sono eterni.CC 323.7

    Ibid., p. 69CC 323.8

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