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Il gran conflitto - Contents
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    La concezione della storia

    A questa apertura di fondo, a questa identificazione avventista con la tradizione protestante, si ricollega l’uso frequente che Ellen G. White fa di autori del suo tempo, spesso storici, ma anche teologi o semplici commentatori del testo biblico. Naturalmente la “selezione” di giudizi o resoconti storici risponde a un piano generale, tipico dell’opera. L’idea di fondo è che l’azione di Dio in favore dell’uomo non si è fermata al tempo degli apostoli, ma è continuata e prosegue tuttora — nella storia “profana” — a partire dalle minoranze religiose perseguitate nel medioevo (gli albigesi, i valdesi, ecc.), passando per la Riforma protestante, fino alla Rivoluzione francese e ai risvegli pietistici sorti fra il 1700 e il 1800. L’azione di Dio si rivela chiaramente nel conflitto che vede in campo due forze: il bene e il male. Secondo la tradizione cristiana questi princìpi trovano espressione completa rispettivamente in Dio e nel diavolo, ma si concretizzano nella storia degli uomini. Questa visione non vuole essere manichea: infatti il male, o Satana, non ha un’esistenza autonoma ed eterna, è “semplicemente” espressione di scelte contrarie alla volontà di Dio. Egli rispetta la libertà delle sue creature ed è questo il fondamento del libero arbitrio e quindi della storia stessa dell’uomo. Per Ellen G. White la storia non è il frutto del caso o di semplici ambizioni umane, ma in essa traspaiono (per chi voglia vederli) azioni e progetti pro o contro il piano che Dio ha per l’umanità.GC 7.2

    Agli occhi di un lettore smaliziato questa visione può apparire ingenua o perlomeno unilaterale ed è per questo che il libro va letto, appunto, non come un libro di storia, ma come un libro di riflessioni sulla storia, sulla contraddittorietà delle passioni umane, ma anche sulla razionalità di fondo che nella storia si può intravedere per opera dell’invisibile mano di Dio. I singoli episodi non vanno dunque valutati sulla base della loro esattezza storica (per es. il capitolo 15 sulla Rivoluzione francese presenta diverse inesattezze) o sulla completezza delle valutazioni offerte (i princìpi della Riforma e lo stesso Lutero sono ritratti nei loro momenti migliori), bensì sulla base del senso che questi avvenimenti offrono al quadro generale della storia, che in questo libro è particolarmente avvincente e consolante. La storia non è un’accozzaglia di fatti, ma ha un senso: Dio interviene in favore degli oppressi, nonostante l’opposizione dei potenti. Da questo punto di vista si spiega la costante attualità del libro: l’immagine che emerge è quella di un Dio democratico che rispetta la libertà dell’uomo, ma che si fa garante della giustizia e della verità contro l’oppressione e la falsità.GC 7.3

    Non è difficile capire come questi valori risultino ancora oggi di grande attualità, nel Terzo Mondo come nei paesi occidentali.GC 8.1

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