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Gesù di Nazaret - Contents
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    Capitolo 36: Il tocco della fede

    Di ritorno da Gadara, Gesù trovò sulla costa occidentale una folla che lo accolse con gioia. Si fermò un po' di tempo sulla riva del mare per insegnare e guarire; poi si recò in casa di Levi Matteo per la festa dei pubblicani. Qui venne a trovarlo Iairo, il capo della sinagoga.GDN 254.1

    Questo anziano del popolo d'Israele era angosciato. Si gettò ai piedi di Gesù e gli disse: “La mia bambina sta morendo. Vieni a posare le mani su di lei, affinché sia salva e viva”. Marco 5:23.GDN 254.2

    Gesù si diresse subito verso quella casa. Benché i discepoli avessero visto molti dei suoi miracoli, rimasero sorpresi per la sua pronta risposta alla richiesta di quell'orgoglioso rabbino; ma accompagnarono il Maestro, e la folla li seguì curiosa.GDN 254.3

    La casa di Iairo non era molto lontana, tuttavia Gesù e i discepoli avanzavano lentamente a causa della folla. Quel padre era impaziente, ma Gesù provando pietà per la gente si fermava per alleviare i sofferenti e confortare gli scoraggiati.GDN 254.4

    Mentre erano ancora in cammino, un messaggero che si era fatto strada tra la folla annunciò a Iairo che sua figlia era morta e che era ormai inutile far venire il Maestro. Gesù udì quelle parole e disse: “Non temere; soltanto continua ad aver fede!” Versetto 36.GDN 254.5

    Iairo si accostò al Salvatore e insieme si affrettarono verso casa. Coloro che facevano cordoglio, insieme ai suonatori di flauto, erano già sul posto e riempivano l'aria di frastuono. Quella folla e il tumulto dispiacquero a Gesù, che li fece tacere, dicendo: “Perché piangete? La bambina non è morta, ma dorme”. Versetto 39. A sentire quelle parole i presenti si indignarono e si fecero beffe di lui, perché avevano visto che la bambina era morta. Ma Gesù, dopo averli fatti uscire tutti, entrò nella stanza dove la fanciulla era stata posta, insieme ai genitori e a tre dei suoi discepoli, Pietro, Giacomo e Giovanni. Gesù si avvicinò al letto, prese la bambina per mano e le disse con dolcezza: “Ragazza, ti dico: àlzati!” Versetto 41.GDN 254.6

    Un fremito percorse le membra inanimate. Il cuore ricominciò a pulsare, la bimba aprì gli occhi come se si svegliasse dal sonno e, sorridente, guardò con stupore coloro che le erano intorno. Si alzò, e i suoi genitori piangendo di gioia la strinsero fra le braccia.GDN 254.7

    Prima ancora che giungesse in quella casa, Gesù aveva incontrato tra la folla una donna disperata che da dodici anni soffriva di una malattia terribile. Aveva speso inutilmente tutti i suoi averi per medici e medicine, ma ricominciò a sperare quando udì parlare delle guarigioni di Gesù. Credeva che sarebbe guarita se soltanto fosse riuscita ad andare da lui. Nonostante la sua debolezza e le sue sofferenze, riuscì ad arrivare sulla riva dove Gesù insegnava, ma non le fu possibile farsi strada attraverso la folla. Lo seguì ancora sino alla casa di Levi Matteo senza però riuscire ad avvicinarsi a lui. Già stava per scoraggiarsi quand'egli, nel farsi largo tra la folla, le passò accanto.GDN 255.1

    Era giunta l'occasione preziosa: si trovava proprio davanti al grande Medico. Ma per il clamore della folla non poté parlargli e ne intravide appena la sagoma. Temendo di perdere la sua unica possibilità di guarigione si fece avanti pensando: “Se riesco a toccare almeno le sue vesti, sarò salva”. Marco 5:28. Mentre il Maestro passava, lo raggiunse e riuscì a sfiorare l'orlo della sua tunica. In quell'istante si sentì guarita. Aveva concentrato tutta la sua fede in quel contatto: subito il suo dolore e la sua debolezza si erano trasformati in vigore e guarigione.GDN 255.2

    Era piena di gratitudine, ma cercò di allontanarsi tra la folla. Invece Gesù si fermò, e insieme a lui la folla. Si guardò intorno chiedendo ad alta voce, perché tutti lo udissero: “Chi mi ha toccato le vesti?” Versetto 30. La folla si stupì di quella domanda, perché tutti lo premevano da ogni parte.GDN 255.3

    Pietro, sempre pronto a parlare, gli disse: “Tu vedi come la folla ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?” Versetto 31. Gesù rispose: “Qualcuno mi ha toccato, perché ho sentito che una potenza è uscita da me”. Luca 8:46. Il Salvatore sapeva distinguere il tocco della fede da quello casuale di una folla noncurante. Una tale fiducia non doveva passare inosservata. Voleva dire a quell'umile donna parole di conforto che sarebbero state una fonte di gioia per lei e una benedizione per i discepoli, sino alla fine dei tempi.GDN 255.4

    Guardando in direzione della donna, Gesù insistette per sapere chi l'avesse toccato. Non potendosi nascondere, la donna tremando si gettò ai suoi piedi. Raccontò con lacrime di riconoscenza le sue sofferenze e la sua guarigione. Gesù le disse con dolcezza: “Figliola, la tua fede ti ha salvata; va' in pace”. Versetto 34. Non volle concedere nessun appiglio all'idea superstiziosa secondo cui il semplice contatto fisico aveva potuto compiere il miracolo. La guarigione era dovuta non al contatto materiale, ma alla fede che si fonda sulla potenza divina.GDN 255.5

    La folla curiosa che si accalcava intorno a Gesù non riceveva alcuna comunicazione di potenza vitale. Ma quella donna sofferente, che lo aveva toccato certa della guarigione, beneficiò della potenza che guarisce. Lo stesso accade nella vita spirituale. Parlare di religione in circostanze occasionali, pregare senza un desiderio intenso e senza una fede vivente, non serve a nulla. Una fede formale in Cristo, che lo accetti soltanto come Salvatore del mondo, non può assicurare la salvezza all'uomo. La fede che salva non consiste in una semplice adesione intellettuale alla verità. Colui che aspetta di avere una piena conoscenza prima di credere, non può ricevere la benedizione di Dio. Non basta credere al messaggio di Cristo, bisogna credere in lui. La sola fede che salva è quella che lo accetta come Salvatore personale e si appropria dei suoi meriti. Alcuni riducono la fede a una semplice opinione. La fede vera, invece, è l'atto per il quale coloro che ricevono Cristo si uniscono a Dio con un patto. La vera fede è vita. Una fede vivente produce forza e fiducia che comunicano all'uomo una potenza vittoriosa.GDN 256.1

    Gesù volle che la donna, dopo aver ricevuto la guarigione, riconoscesse le benedizioni che le erano state accordate. I doni che sono frutto del messaggio del Vangelo non devono essere tenuti per sé o goduti in segreto. Il Signore ci invita a far conoscere agli altri la sua bontà: “Voi me ne siete testimoni, dice il Signore: io sono Dio”. Isaia 43:12.GDN 256.2

    Dio vuole che riveliamo Cristo al mondo e che riconosciamo la sua grazia che è stata manifestata nei santi uomini del passato. Ma la testimonianza più valida è quella della nostra esperienza. Noi siamo testimoni di Dio quando manifestiamo nella nostra vita la potenza trasformatrice di Dio. Ogni individuo vive una vita diversa da quella degli altri e compie un'esperienza diversa. Dio vuole che noi lo lodiamo conservando la nostra individualità. Questi preziosi riconoscimenti a lode della gloria della sua grazia, accompagnati da una vita cristiana, esercitano un potere irresistibile per la salvezza delle persone.GDN 256.3

    Ai dieci lebbrosi che andarono da Gesù per essere guariti, egli disse di mostrarsi ai sacerdoti. Guarirono mentre si dirigevano verso il tempio. Ma uno solo tornò per ringraziare. Gli altri si dimenticarono di chi li aveva guariti. Anche oggi molti si comportano nello stesso modo. Il Signore concede sempre i suoi beni agli uomini. Guarisce gli infermi che soffrono sul loro letto; salva gli uomini dai pericoli di cui non si rendono conto; manda gli angeli perché li liberino dalle avversità e li preservino dalla “peste che va vaga nelle tenebre” e dallo “sterminio che imperversa in pieno mezzogiorno”. Salmi 91:6. Ma i loro cuori restano insensibili. Sebbene egli abbia offerto tutte le ricchezze del cielo come prezzo del loro riscatto, essi non rispondono al suo grande amore. Con la loro ingratitudine chiudono il cuore alla grazia di Dio. Come l'erica nel deserto, non sanno quando ricevono il bene e il loro spirito è desolato.GDN 256.4

    Il ricordo delle benedizioni che il Signore concede ci reca un grande beneficio. In tal modo la nostra fede si fortifica e può chiedere e ottenere sempre di più. Ci incoraggia di più una piccola benedizione ricevuta da Dio che tutto quello che si racconta sulla fede e sulle esperienze degli altri. L'uomo che riconosce la grazia di Dio sarà come un giardino annaffiato: il suo vigore germoglierà rapidamente, la sua luce apparirà nelle tenebre e la gloria del Signore risplenderà su di lui. Ricordiamoci della tenera bontà del Signore e delle sue grazie innumerevoli. Come il popolo d'Israele, erigiamo delle pietre in testimonianza per scrivervi sopra il racconto prezioso di ciò che Dio ha fatto per noi. Ripensando ai doni che ci ha elargito nel nostro pellegrinaggio terreno, esclamiamo con il cuore traboccante di gratitudine: “Che potrò ricambiare al Signore per tutti i benefici che mi ha fatti? Io alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore. Scioglierò i miei voti al Signore e lo farò in presenza di tutto il suo popolo”. Salmi 116:12-14.GDN 257.1

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