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Gesù di Nazaret - Contents
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    Capitolo 39: “Date loro da mangiare”

    Gesù si era appartato con i discepoli in un luogo solitario. Ma quel momento di tranquillità, contrariamente a quanto desideravano, fu ben presto interrotto. La folla, appena si accorse dell'assenza del Maestro, si mise a cercarlo. Alcuni avevano visto verso quale direzione Gesù e i discepoli si erano diretti e molti seguirono la costa, mentre altri attraversarono il lago con le barche. La Pasqua era vicina e gruppi di pellegrini in cammino verso Gerusalemme si fermarono per conoscere Gesù. Altri si unirono, fino a raggiungere il numero di cinquemila uomini, oltre alle donne e ai bambini. Prima ancora che Gesù avesse raggiunto la riva, già lo attendeva una folla. Tuttavia poté sbarcare inosservato e trascorrere un po' di tempo in disparte con i discepoli.GDN 271.1

    Dall'alto di una collina vedeva quella folla e ne ebbe compassione. Benché ciò interrompesse il suo riposo, non se ne rammaricò. Si rese conto che quella gente aveva un gran bisogno della sua opera. “Ne ebbe compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore”. Matteo 9:36. Lasciò il suo rifugio e cercò un luogo adatto per occuparsi di loro. Non avevano ricevuto nessun aiuto né dai sacerdoti né dagli anziani, ma ora potevano attingere liberamente all'acqua della vita che sgorgava dalle labbra di Cristo quando insegnava la via della salvezza.GDN 271.2

    La gente ascoltava le parole di grazia del Figlio di Dio. Quelle parole piene di comprensione erano un balsamo per il loro spirito. Il suo influsso divino rendeva la vita e la gioia ai morenti, la salute ai malati, la felicità agli afflitti. Agli uditori di Gesù sembrava che il cielo fosse sceso sulla terra, e si dimenticarono persino che erano rimasti senza mangiare da tanto tempo.GDN 271.3

    La giornata stava per concludersi; il sole calava all'orizzonte, ma la gente si attardava. Gesù aveva lavorato tutto il giorno senza poter né mangiare né riposarsi. Era stanco e aveva fame. I discepoli lo esortarono a riposarsi, ma non poteva sottrarsi alla folla che gli si accalcava intorno.GDN 271.4

    I dodici insistettero ancora perché congedasse tutti. Molti era no venuti da lontano e non avevano mangiato nulla sin dal mattino; avrebbero potuto procurarsi degli alimenti nelle città e nei villaggi vicini, ma Gesù rispose: “Date loro voi da mangiare”. Marco 6:37. Poi si volse a Filippo e gli chiese: “Dove compreremo del pane perché questa gente abbia da mangiare?” Giovanni 6:5. Gesù voleva mettere alla prova la fede del discepolo. Filippo guardò la grande folla e si rese conto che era impossibile procurarsi tanto cibo. Rispose che duecento denari non sarebbero bastati per dare un pezzo di pane a ciascuno. Gesù si informò sulla quantità di alimenti che avevano. Andrea disse: “C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cosa sono per tanta gente?” Versetto 9. Il Maestro ordinò che gli fossero portati. Poi, affinché vi fosse ordine e tutti potessero essere testimoni del miracolo, fece sedere la gente sull'erba in gruppi di cinquanta o di cento. Allora Gesù prese il cibo, “e alzati gli occhi verso il cielo, benedisse e spezzò i pani, e li dava ai discepoli, affinché li distribuissero alla gente. e tutti mangiarono e furono sazi; e si portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane, e anche i resti dei pesci”. Marco 6:41-43.GDN 271.5

    Colui che insegnava agli uomini la via della pace e della felicità, provvedeva non solo alle loro necessità spirituali, ma anche a quelle materiali. Gli uditori di Gesù erano stanchi e le loro forze venivano meno. Vi erano madri con i bambini in braccio e altri attaccati alle gonne. Molti erano rimasti in piedi per tante ore; le parole del Maestro erano così interessanti che non avevano neppure pensato di sedersi, e non avrebbero neanche potuto farlo a causa della calca così fitta. Vi era molta erba e Gesù li invitò a sedersi comodamente.GDN 272.1

    Gesù compiva miracoli solo per rispondere a reali necessità. Ognuno dei suoi miracoli mirava a rivolgere l'attenzione verso l'albero della vita, le cui foglie sono per la guarigione delle genti. Il cibo distribuito dai discepoli racchiudeva un tesoro di lezioni. Esso era molto semplice. I pesci e i pani d'orzo erano l'alimentazione ordinaria dei pescatori del mar di Galilea. Gesù avrebbe potuto offrire un pasto succulento; ma alimenti preparati unicamente per la soddisfazione del palato non avrebbero potuto insegnare nessuna lezione utile. Egli voleva ricordare quale fosse l'alimentazione naturale stabilita da Dio. Nessun banchetto ha mai potuto procurare tanta gioia quanta ne hanno suscitata il riposo e il pasto frugale offerti da Gesù a quella gente seduta sull'erba.GDN 272.2

    Se gli uomini vivessero in maniera più semplice, in armonia con le leggi della natura, come Adamo ed Eva, ci sarebbe la possibilità di soddisfare abbondantemente le necessità di tutti. Vi sarebbero meno esigenze artificiose e più occasioni per rendersi utili al servizio del Maestro. Ma l'egoismo e l'avidità hanno introdotto nel mondo il peccato e la miseria, e così alcuni hanno troppo mentre altri sono nel bisogno.GDN 272.3

    Gesù non attirava a sé la gente per soddisfare i loro piaceri. Quel pasto frugale fu offerto alla folla stanca e affamata al termine di un giorno lungo e movimentato, perché fosse una dimostrazione non solo della sua potenza ma anche della sua attenzione per le necessità comuni della vita. Il Salvatore non ha promesso a coloro che lo seguono le ricchezze del mondo. Il loro vitto può essere semplice e persino scarso; la povertà può essere la loro sorte; ma la sua promessa garantisce il soddisfacimento delle loro esigenze e, cosa più preziosa di tutti i beni terreni, la consolazione della sua presenza.GDN 273.1

    Nutrendo la folla Gesù ha sollevato il velo che ci nasconde il mondo naturale e ci ha mostrato la potenza che continuamente opera in nostro favore. Con il raccolto, Dio compie ogni giorno lo stesso miracolo servendosi dei mezzi naturali. L'uomo coltiva il suolo e sparge il seme, ma il Signore lo fa germogliare. La pioggia, l'aria e i raggi del sole mandati da Dio fanno sì che la terra dia il suo frutto, “prima l'erba; poi la spiga; poi nella spiga il grano ben formato”. Marco 4:28. Ogni giorno Dio nutre gli uomini mediante il raccolto dei campi. Poiché gli uomini, coltivando il grano e preparando il pane, sono chiamati a collaborare con Dio, perdono di vista l'intervento divino. La sua opera viene attribuita a cause naturali e a mezzi umani. L'uomo è glorificato al posto di Dio i cui doni generosi sono usati per fini egoistici e vengono tramutati in maledizione. Il Signore desidera che tutto questo cambi, che diventiamo capaci di scorgere la sua azione misericordiosa e lo glorifichiamo per le manifestazioni della sua potenza. Desidera che lo riconosciamo nei suoi doni affinché divengano per noi una fonte di benedizione. Gesù mirava a questo quando faceva dei miracoli.GDN 273.2

    Dopo che la folla si fu sfamata, avanzò molto cibo. Colui che disponeva di tutte le risorse della sua potenza infinita dette quest'ordine: “Raccogliete i pezzi avanzati, perché niente si perda”. Giovanni 6:12. In quelle parole c'era una lezione che andava oltre la conservazione di quei pani. La lezione era che non si doveva sciupare nulla e che non si doveva trascurare nessuna cosa che potesse assicurare un beneficio a un'altra persona. Bisognava raccogliere tutto ciò che poteva servire per nutrire gli affamati. La stessa cura è necessaria per i beni spirituali. Quando i panieri furono riempiti con gli avanzi, i presenti pensarono agli amici rimasti a casa e conservarono per loro una parte di quel pane benedetto da Cristo. Il contenuto dei cesti fu distribuito alla folla che fu lieta di riceverlo e portarlo in tutta la regione circonvicina. Quelli che avevano partecipato alla festa dovevano distribuire ad altri il pane disceso dal cielo per placare la fame dello spirito. Essi dovevano ripetere quello che Dio aveva fatto per loro. Nulla doveva andare perso. Neppure una parola di quello che riguardava la salvezza eterna doveva restare inutilizzata.GDN 273.3

    Il miracolo dei pani ci insegna che dipendiamo da Dio. Quando Cristo nutrì la folla, non aveva cibo a disposizione. Apparentemente non aveva nulla. Era in un luogo solitario con cinquemila uomini, oltre alle donne e ai bambini. Non li aveva invitati; erano accorsi da soli; ma sapeva che, dopo aver ascoltato il suo insegnamento, erano stanchi e affamati. Egli simpatizzò con loro. Erano lontani da casa e la notte era vicina. Molti non avevano neppure il denaro per comprarsi del cibo. Colui che per amor loro aveva affrontato quaranta giorni di digiuno nel deserto non li avrebbe fatti tornare a casa senza mangiare. La provvidenza di Dio aveva posto Gesù là dove si trovava, ed egli dipendeva dal Padre per i mezzi con cui affrontare quella difficoltà.GDN 274.1

    Anche noi, quando ci troviamo in situazioni difficili, dobbiamo contare su Dio. Dobbiamo manifestare in ogni situazione della vita la saggezza e il giudizio per non cadere in gravi disagi con atteggiamenti sconsiderati. Se trascuriamo i mezzi che Dio ha provveduto e non ci serviamo delle facoltà che ci ha dato, possiamo trovarci sopraffatti dalle difficoltà. Coloro che lavorano con Cristo devono seguire pienamente le sue istruzioni. L'opera è di Dio, e se vogliamo fare del bene agli altri dobbiamo seguire le istruzioni che ci ha date.GDN 274.2

    Il proprio io non deve essere il centro della nostra vita e l'oggetto della nostra stima. Se agiamo secondo le nostre idee, il Signore ci abbandonerà ai nostri errori. Ma se dopo aver seguito le sue indicazioni ci troviamo in difficoltà, egli ci libererà. Non dobbiamo abbandonarci allo scoraggiamento, ma in ogni prova cercare l'aiuto di colui che ha a sua disposizione una potenza infinita. Possiamo spesso trovarci in difficoltà, ma dobbiamo avere piena fiducia nel Signore. Nessun'ani-ma che vuol fare la volontà di Dio rimarrà priva di soccorso.GDN 274.3

    Il Signore ci rivolge questo invito attraverso il profeta: “Che tu divida il tuo pane con chi ha fame, che tu conduca a casa tua gli infelici privi di riparo, che quando vedi uno nudo tu lo copra”. Isaia 58:7. Egli ci ha ordinato: “Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura”. Marco 16:15. Ma spesso i nostri cuori vengono meno e la nostra fede vacilla quando vediamo la grandezza delle nostre necessità e la piccolezza dei mezzi a nostra disposizione. Guardando i cinque pani e i due pesci siamo indotti a esclamare con Andrea: “Ma che cosa sono per tanta gente?” Giovanni 6:9. Spesso siamo indecisi, non vogliamo dare agli altri ciò che abbiamo, temiamo di spendere e spenderci per gli altri. Ma Gesù ci ordina: “Date lor voi da mangiare”. Il suo ordine è anche una promessa, e dietro c'è la stessa potenza che ha nutrito la folla lungo il mare.GDN 274.4

    Nel miracolo di Gesù c'è una profonda lezione spirituale per tutti i suoi collaboratori. Cristo affidò ai discepoli ciò che aveva ricevuto dal Padre; i discepoli distribuirono questo dono alla folla; e gli uni lo passarono agli altri. Così coloro che sono uniti a Cristo riceveranno da lui il pane della vita, il cibo divino, e lo distribuiranno agli altri.GDN 275.1

    Confidando pienamente in Dio, Gesù prese quella piccola quantità di pane, insufficiente per sfamare i discepoli, e la distribuì loro con l'ordine di dividerla fra i presenti. Il cibo si moltiplicò nelle sue mani, e le mani dei discepoli, tese verso Cristo, il pane della vita, non rimasero mai vuote. Quella piccola provvista fu sufficiente per tutti. Dopo che la gente si fu saziata, si raccolsero gli avanzi e Cristo poté mangiare insieme con i discepoli il prezioso cibo fornito dal cielo.GDN 275.2

    I discepoli furono i mezzi di comunicazione tra Gesù e la folla. C'è qui un grande incoraggiamento per i collaboratori di Dio oggi. Gesù è il grande fulcro, la fonte di ogni forza. Da lui i discepoli ricevono potenza. Anche i più intelligenti e spirituali possono dare solo nella misura in cui ricevono. Da soli non possono fare nulla per soddisfare la richiesta degli uomini. È possibile dare solo se riceviamo e, d'altra parte, possiamo ricevere solo se trasmettiamo agli altri. Riceviamo se diamo e nella misura in cui diamo. Così possiamo credere, avere fiducia, ricevere e dispensare.GDN 275.3

    Nonostante le difficoltà e gli ostacoli apparentemente insormontabili, il regno di Cristo si sviluppa. È l'opera di Dio, il quale provvede i mezzi necessari. I discepoli sinceri apriranno verso la folla affamata le mani pure e piene di cibo. Dio non si dimentica di coloro che con amore offrono la Parola della vita agli uomini che, a loro volta, trasmettono ad altri il cibo che sazia gli affamati.GDN 275.4

    Lavorando per il Signore si corre il pericolo di contare troppo sui propri talenti e sulle proprie capacità. Si perde così di vista l'Artefice divino. Troppo spesso chi lavora per Cristo non ha il senso della propria responsabilità. Egli rischia di appoggiarsi sulle strutture invece che su Gesù, fonte di ogni forza. È un grave errore, nell'opera di Dio, confidare nella saggezza umana o nel numero. Il successo dell'opera di Dio non dipende tanto dalla saggezza o dall'ingegno, quanto dalla purezza delle intenzioni e da una fede semplice, sincera e ardente.GDN 275.5

    Bisogna assumersi le proprie responsabilità, compiere i propri doveri, affaticarsi in favore di coloro che non conoscono Cristo. Invece di scaricare le proprie responsabilità su chi gode di maggiore stima, sarà bene lavorare secondo le proprie capacità.GDN 276.1

    Alla domanda: “Dove compreremo del pane perché questa gente abbia da mangiare?”, non si risponda con incredulità. Quando i discepoli udirono l'ordine del Salvatore: “Date loro voi da mangiare”, tante difficoltà si affacciarono alla loro mente. Pensavano di andare nei villaggi vicini per procurarsi degli alimenti. Così, in un tempo come il nostro in cui la gente è priva del pane di vita, i figli del Signore si chiedono: Faremo venire qualcuno da molto lontano per nutrire questa gente? Ma che cosa disse Cristo? Li fece sedere e li sfamò. Nello stesso modo, quando siete circondati da persone angosciate, sappiate che Cristo è presente. Comunicate con lui e portategli i vostri pani d'orzo.GDN 276.2

    I mezzi a disposizione sembrano insufficienti per l'opera, ma avremo abbondanti risorse se sapremo andare avanti con fede e fiducia nella potenza del Signore. Se l'opera è di Dio, egli stesso prov-vederà i mezzi per il suo compimento. Egli ricompenserà chi confida in lui con sincerità e semplicità. Il poco che sarà impiegato al servizio del Signore del cielo in maniera saggia ed equilibrata, crescerà nel momento stesso della distribuzione. L'esigua provvista di cibo che Cristo teneva fra le mani bastò finché la folla non fu sazia. Se ci rivolgiamo alla fonte di ogni potenza con le mani della fede tese per ricevere, saremo sostenuti nel nostro lavoro anche in mezzo alle circostanze più sfavorevoli, e saremo capaci di dare agli altri il pane della vita.GDN 276.3

    II Signore dice: “Date, e vi sarà dato”. Luca 6:38. “Chi semina scarsamente mieterà altresì scarsamente; e chi semina abbondantemente mieterà altresì abbondantemente. Dio è potente da far abbondare su di voi ogni grazia, affinché, avendo sempre in ogni cosa tutto quel che vi è necessario, abbondiate in ogni opera buona; come sta scritto: Egli ha profuso, egli ha dato ai poveri, la sua giustizia dura in eterno. Colui che fornisce al seminatore la semenza e il pane da mangiare, fornirà e moltiplicherà la semenza vostra e accrescerà i frutti della vostra giustizia. Così arricchiti in ogni cosa, potrete esercitare una larga generosità, la quale produrrà rendimento di grazie a Dio per mezzo di noi”. 2 Corinzi 9:6, 8-11.GDN 276.4

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