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Nei Luoghi Celesti - Contents
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    Più che conquistatori, 27 febbraio

    In tutte queste cose noi siamo più che vincitori in virtù di colui che ci ha amati. Romani 8:37LC 65.1

    Attraverso il potere che riceviamo da Gesù, possiamo essere “più che conquistatori”. Tuttavia questo potere non possiamo creare da soli. Solo attraverso lo Spirito di Dio possiamo riceverlo. Abbiamo bisogno di una profonda conoscenza della natura di Cristo e conoscere il Suo amore che sorpassa ogni conoscenza. Efesini 3:19 Dobbiamo vivere sotto i raggi moderati e soavi del Sole di Giustizia. Solo la Sua amorevole compassione, la Sua grazia divina, il Suo eccelso potere può renderci idonei per sfuggire all’implacabile nemico e dominare l’opposizione del cuore umano. Qual è la nostra forza? La gioia del Signore. Desideriamo che l’amore intercessore di Cristo colmi il cuore e siamo addolciti e soggiogati, preparati per ricevere il potere che Lui ha per noi. Siamo riconoscenti a Dio ogni giorno per le benedizioni che ci dà. Se l’agente umano si umilia davanti a Dio, riconoscendo quanto è improprio difendere i sentimenti di autosufficienza, riconoscendo la sua totale incapacità per realizzare l’opera necessaria affinché la sua anima sia purificata, sprezzando la propria giustizia, Cristo imprimerà la Sua immagine nella sua anima. Con la fatica delle sue mani lo creerà di nuovo, e continuerà finché egli sarà “completo in Lui”. Contemplando Cristo col proposito di diventare come Lui, l’investigatore delle Verità vede la perfezione dei principi della legge di Dio, e nient’altro che la perfezione lo soddisferà... Ma egli sa che il Salvatore lo aiuterà e lo fortificherà quando si avvicinerà per chiedere grazia e forza per vincere. Cristo non trascurerà mai l’opera che è stata messa nelle sue mani. Ispirerà il discepolato deciso a dare un significato alla perversità, alla condizione macchiata dal peccato, alla depravazione del cuore sul quale Lui stava lavorando. Il vero penitente apprenderà la vacuità dell’autosufficienza. Guardando a Gesù, comparando il suo carattere difettoso col carattere perfetto del Salvatore potrà dire: “Nelle mie mani non porto nulla — semplicemente mi afferro alla Sua croce”. RH March 31, 1904LC 65.2

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