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Messaggio ai giovani - Contents
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    Capitolo 130: C’ è gioia nella religione

    La casa futura dei giusti e la loro ricompensa eterna: ecco due argomenti nobili ed edificanti da proporre alla meditazione dei giovani. Soffermatevi sul meraviglioso piano della salvezza e sul grande sacrificio compiuto dal Re di gloria affinché, attraverso i meriti del suo sangue e la vostra ubbidienza, siate innalzati per accedere al trono del Cristo. Un argomento del genere dovrebbe coinvolgere la mente in riflessioni elevate. Beneficiare della grazia di Dio è un privilegio!...MG 267.3

    Miei giovani amici, se il tempo lo usaste in questo modo, sareste felici. Ma la ragione della vostra inquietudine sta nel fatto che non cercate la felicità nell’unica vera Fonte. Vi sforzate di scoprire lontano dal Cristo quella gioia che si trova soltanto in lui. Le vostre speranze non saranno deluse in lui. Quante volte trascurate il prezioso privilegio di pregare! Leggere la Parola di Dio predispone lo spirito alla preghiera. Se siete così poco disposti ad avvicinarvi a Dio tramite la preghiera è perché vi siete impegnati nella lettura di racconti che eccitano l’immaginazione e risvegliano passioni insane, risultando impreparati per compiere la vostra missione. La Parola di Dio perde di interesse, ci dimentichiamo di pregare. In realtà, la preghiera è la forza del cristiano. Nella solitudine il cristiano non è mai solo perché avverte la presenza di colui che ha detto: “...E sappiate che io sarò sempre con voi, tutti i giorni, sino alla fine del mondo”. Matteo 28:20.MG 268.1

    Il più grande bisogno dei giovani è la religione. Nulla può occuparne il posto. Non basta sostenere di essere cristiani. Anche se i nostri nomi sono scritti nei registri di chiesa, non significa che lo siano nel libro della vita.MG 268.2

    Ho visto che non c’è un giovane su venti che sappia cosa significhi vivere la religione in modo autentico. Essi affermano di essere discepoli del Cristo, in realtà non fanno che pensare ai propri interessi. Ma se non usciranno da questo vicolo cieco, riceveranno ben presto ciò che si meritano come peccatori. Essi hanno imboccato una strada più facile di quella caratterizzata dalla rinuncia e dal sacrificio per amore della verità. Essi non ritengono necessario supplicare Dio con zelo, piangendo e gridando, per ottenere il perdono della sua grazia e la forza per resistere alle tentazioni di Satana. Essi pensano di poter fare tranquillamente a meno di tutto questo. Il Cristo, il Re di gloria, si recava spesso da solo sulle montagne e nel deserto per esprimere al Padre le richieste del suo cuore. Invece l’uomo, senza forze e immerso nei suoi peccati, pensa di poter vivere senza pregare. — Testimonies for the Church 1:503-505.MG 268.3

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