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Contemplare La Vita Di Cristo - Contents
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    Maggio

    L’albero glorioso della vita, 1 maggio

    L’Eterno DIO piantò un giardino in Eden, ad oriente, e vi pose l’uomo che aveva formato. E l’Eterno DIO fece spuntare dal suolo ogni sorta di alberi piacevoli a vedersi e i cui frutti erano buoni da mangiare; in mezzo al giardino vi erano anche l’albero della vita e l’albero della conoscenza del bene e del male.CC 131.1

    Genesi 2:8,9CC 131.2

    L’uomo era l’immagine di Dio, nell’aspetto e nel carattere. Solo il Cristo è tuttavia l’impronta dell’essenza (Ebrei 1:3) del Padre; l’uomo fu creato simile a Dio, intimamente conforme alla volontà divina. La sua mente poteva comprendere le realtà spirituali, i suoi sentimenti erano nobili, gli impulsi e le passioni erano controllati dalla ragione. Nella sua purezza, egli era felice di questa condizione di assoluta armonia con Dio. Quando l’uomo fu creato, era molto più alto di quanto lo sia attualmente; aveva un corpo armonioso e nel suo volto, pieno di salute, risplendeva la luce della vita e della gioia... Tutte le cose create erano di una bellezza perfetta: sembrava non mancasse nulla per garantire la felicità della coppia. Il Creatore dimostrò tuttavia una premura ancora maggiore, preparando per loro, come dimora, un giardino particolare. Vi erano alberi di ogni tipo e belle piante rampicanti che si slanciavano verso l’alto, ricurve per il peso dei frutti invitanti... Una grande varietà di fiori profumati abbelliva il giardino, in mezzo al quale si trovava un albero di una bellezza straordinaria: l’albero della vita. I suoi frutti sembravano mele d’oro e d’argento e avevano il potere di rendere immortali... L’albero della conoscenza era vicino all’albero della vita, in mezzo al giardino: esso avrebbe rappresentato per i nostri progenitori una prova di ubbidienza, fede e amore. Dio aveva permesso loro di mangiare ogni tipo di frutto del giardino, eccetto quello dell’albero della conoscenza del bene e del male. La trasgressione di quest’ordine avrebbe implicato la loro morte... Essi ricevevano le visite degli angeli e potevano comunicare con il Creatore senza alcun intermedio.CC 131.3

    Patriarchs and Prophets, pp. 45-50CC 131.4

    I nostri progenitori avrebbero potuto avere il privilegio di comunicare don Dio e con gli angeli per sempre, ma prima di raggiungere definitivamente questa condizione la loro lealtà verso il Creatore sarebbe stata messa alla prova... L’albero avrebbe rappresentato per i nostri progenitori una prova di ubbidienza, fede e amore.CC 131.5

    Per vivere in eterno, l’uomo avrebbe dovuto continuare a nutrirsi dell’albero della vita: senza questo frutto, la sua vitalità si sarebbe gradualmente spenta fino alla morte. Satana sapeva che la disubbidienza dei nostri progenitori sarebbe stata motivo di dolore per il Signore. La sua speranza era che essi, non avendo ottenuto il perdono, mangiassero ancora il frutto dell’albero della vita, rendendo così eterna un’esistenza di miseria e di colpa. Subito dopo la caduta dell’uomo, tuttavia, alcuni angeli ricevettero il compito di sorvegliare dell’albero. Essi risplendevano, emanando raggi di luce simili a spade scintillanti. Nessun uomo avrebbe potuto oltrepassare quella barriera per mangiare il frutto della vita; così, non sarebbe mai esistito un peccatore immortale.CC 131.6

    Ibid. 45-50/ 60CC 131.7

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