Un solo talento
Il servo che aveva ricevuto un talento “andò e, fatta una buca in terra, vi nascose il danaro del suo padrone”. Matteo 25:18.PV 246.1
Proprio colui che aveva ricevuto il talento più piccolo lo lasciò inutilizzato. C’è in questo un avvertimento per tutti coloro che si sentono dispensati dal servire Cristo per la modestia delle loro doti. Se ci fosse qualcosa di grande da realizzare, come la farebbero volentieri! Ma siccome sono in grado di assumere solo piccoli incarichi, credono di avere il diritto di non fare niente! Che errore! Distribuendo i talenti il Signore prova il carattere. L’uomo che trascurò il talento ricevuto si dimostrò servo infedele, e se ne avesse ricevuti cinque li avrebbe nascosti lo stesso in una buca. Il cattivo uso fatto di quell’unico talento dimostrava chiaramente che egli disprezzava i doni del cielo.PV 246.2
“Chi è fedele nelle cose minime, è pur fedele nelle grandi”. Luca 16:10. Spesso si sottovaluta l’importanza delle piccole cose proprio perché sono piccole, eppure sono proprio loro a determinare ampiamente il corso della nostra vita quotidiana. Per il cristiano le cose di poco conto in effetti non esistono. Noi compromettiamo lo sviluppo del nostro carattere se sottovalutiamo l’importanza delle piccole cose.PV 246.3
“Chi è ingiusto nelle cose minime, è pure ingiusto nelle grandi”. Luca 16:10. Chi trascura sia pure i doveri minimi rifiuta in sostanza il servizio che dovrebbe rendere a Dio, e questa infedeltà si riflette negativamente su di lui stesso perché egli non può ricevere né la grazia né la forza di carattere né il vigore che si otterrebbero consacrandosi senza riserve a Dio. Allontanandosi da Cristo egli si espone alle tentazioni di Satana e commette gravi errori al servizio del Maestro. Non attenendosi ai retti principi nelle piccole cose, non obbedisce a Dio nemmeno nei compiti che ritiene più importanti. I difetti manifestati nelle vicende minori della vita si fanno sentire anche negli affari più rilevanti. Egli agisce appunto com’è abituato. Il ripetersi dei medesimi atti crea l’abitudine, l’abitudine plasma il carattere e il carattere decide del nostro destino per il tempo e per l’eternità.PV 246.4
Solo la fedeltà nei piccoli doveri prepara l’individuo ad assumere responsabilità maggiori. Dio mise Daniele e i suoi compagni in contatto con i più eminenti personaggi di Babilonia affinché quei pagani conoscessero i principi della vera fede. In mezzo ad un popolo idolatrico Daniele doveva rappresentare il carattere di Dio. Che cosa gli permise di ricoprire un incarico così importante, di fiducia e onore? Proprio la fedeltà nelle piccole cose che ispirava tutta la sua vita. Egli onorava Dio anche nei minimi doveri e il Signore collaborava con lui. A lui e ai suoi compagni Egli “dette conoscenza e intelligenza in tutta la letteratura e sapienza; e Daniele s’intendeva d’ogni sorta di visioni e di sogni”. Daniele 1:17.PV 247.1
Come chiamò Daniele ad essere suo testimone a Babilonia, Dio chiama anche noi ad essere i suoi araldi nel mondo d’oggi e desidera che viviamo i principi del suo regno di fronte all’umanità, nelle piccole vicende della vita come nelle più grandi.PV 247.2
Cristo stesso ci ha insegnato durante la sua vita terrena quanto sia importante dedicare cura e attenzione ai minimi particolari. La grande opera della redenzione gli pesava continuamente nell’anima. Mentre ammaestrava e guariva doveva impegnare al massimo ogni sua energia fisica e psichica, eppure non gli sfuggivano gli aspetti più semplici della vita quotidiana e della natura, anzi ne approfittava per impartire le sue lezioni più istruttive sulle grandi verità del regno di Dio. Non ignorava le necessità del suo più umile servo e ascoltava il grido del bisognoso. Non era rimasto insensibile a quella povera donna che l’aveva toccato in mezzo alla folla: anche il minimo gesto di fede trovava esaudimento. Dopo aver risuscitato la figlia di Iairo dalla morte ricordò ai genitori di darle da mangiare, e, quando lui stesso, con la sua potenza, risorse dalla tomba, ebbe cura di piegare e mettere accuratamente da parte i panni mortuari nei quali era stato avvolto.PV 247.3
L’opera alla quale siamo chiamati come cristiani è di collaborare con Cristo per la salvezza degli altri. Ci siamo impegnati in quest’opera con un patto e trascurarla significa dimostrarsi infedeli a lui. Se invece vogliamo assolvere questo compito dobbiamo seguire coscienziosamente il suo esempio anche nelle piccole cose. Ecco il segreto del successo in ogni campo di attività e di influenza del cristiano!PV 247.4
Il Signore desidera che il suo popolo giunga al più alto gradino della scala per glorificarlo con le doti e capacità che Egli vuole elargirgli. Nella sua grazia Egli ha adottato tutti i provvedimenti che ci permettono di dimostrare che noi agiamo secondo piani e concezioni migliori di quelli del mondo. Dobbiamo rivelare una superiorità di intelligenza, abilità pratica e conoscenza perché crediamo in Dio e nella sua potenza di trasformare il cuore umano.PV 248.1
Non si scoraggi chi non ha ricevuto grandi doti! Usi quelle che ha, tenendo d’occhio i propri punti deboli di carattere e cercando di fortificarli con la grazia di Dio. Ogni atto della vita si ispiri alla fedeltà e all’accuratezza. Coltiviamo quelle caratteristiche che ci aiuteranno a fare un buon lavoro.PV 248.2
Bisogna combattere decisamente la tendenza alla trascuratezza. Molti credono di poter scusare anche gli errori più gravi con la loro dimenticanza, ma non possiedono anche loro le stesse facoltà mentali degli altri? Esercitino la memoria! Dimenticare, essere negligenti è peccato. Se ti abitui alla trascuratezza, finirai per trascurare anche la salvezza dell’anima e infine ti ritroverai impreparato per il regno di Dio!PV 248.3
Bisogna tradurre le grandi verità anche nelle piccole cose, applicare praticamente la fede agli umili doveri della vita quotidiana. La prima e più grande virtù dell’uomo è quella di obbedire assolutamente alla Parola di Dio.PV 248.4
Dato che non lavorano direttamente in un’opera religiosa, molti si sentono inutili e credono di non portare alcun contributo all’avanzamento del regno di Dio, ma si sbagliano. Se svolgono un lavoro che qualcuno deve pur fare, non devono rimproverarsi di essere inutili nella grande famiglia di Dio. Non bisogna ignorare i doveri più umili. Qualunque lavoro onesto è una benedizione e la fedeltà in esso può dimostrarsi una preparazione ad assumere incarichi di maggiore responsabilità.PV 248.5
Dio gradisce qualsiasi servizio che gli dedichiamo con abnegazione, il più umile come il più elevato. Nessuna offerta è piccola quando si fa con gioia e sincerità.PV 248.6
Ovunque ci troviamo, Cristo ci esorta ad assolvere i doveri che si presentano. Se si tratta del focolare, fai il possibile per renderlo piacevole e accogliente. Se sei una madre, educa i figli nello spirito di Cristo e il tuo compito non sarà affatto inferiore a quello del predicatore al pulpito. Se lavori in cucina, sii una cuoca perfetta; nella preparazione dei cibi bada che siano sani, nutrienti e appetitosi. E come per i tuoi piatti usi i migliori ingredienti, alimenta il tuo spirito con i migliori pensieri. Che tu sia contadino e coltivi la campagna o abbia un qualunque altro mestiere, fai il tuo lavoro come si deve e il successo non mancherà. Concentrati in quello che fai e sii un rappresentante di Cristo in ogni cosa, agendo come agirebbe lui al tuo posto.PV 249.1
Anche se il tuo talento è piccolo, il Signore se ne può servire lo stesso. Saggiamente impiegato farà anch’esso la sua parte. Mentre noi con la fedeltà nei piccoli doveri agiamo addizionando, Dio agirà per noi moltiplicando. Così le piccole cose finiranno per esercitare l’influenza più potente in tutta la sua opera.PV 249.2
La fede vivente ispiri e guidi come un filo d’oro l’assolvimento dei doveri più umili, e allora tutto il lavoro giornaliero favorirà la nostra crescita cristiana. Terremo lo sguardo fisso a Gesù e l’amore di lui vivificherà tutte le nostre imprese. Così il giusto uso dei nostri talenti ci legherà come un’aurea catena al mondo celeste. In fondo la vera santificazione è proprio questa: fare con gioia il proprio dovere quotidiano obbedendo perfettamente alla volontà di Dio.PV 249.3
Ma molti cristiani attendono di ricevere qualche grande compito, e siccome non trovano un impiego che gli permetta di soddisfare la loro ambizione, finiscono per trascurare anche i comuni doveri della vita che essi giudicano così poco interessanti. Un giorno dopo l’altro lasciano passare le occasioni per dimostrare la loro fedeltà a Dio, e mentre continuano a sognare qualche grande impresa, la loro vita scorre senza che essi raggiungano l’obiettivo e la loro opera rimane da fare.PV 249.4