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Parole di vita - Contents
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    Capitolo 11: Dove trovare la verità?

    Ammaestrando il popolo, Cristo educava nel contempo i discepoli alla loro missione futura. Tutte le sue istruzioni contenevano lezioni anche per loro, perciò, dopo aver illustrato la parabola della rete, gli chiese: “Avete intese tutte queste cose? Essi gli risposero: Sì”. Quindi con un’altra parabola richiamò la loro attenzione sulla responsabilità che avevano in merito alle verità ricevute: “Allora disse loro: Per questo, ogni scriba ammaestrato pel regno de’ cieli è simile ad un padron di casa il quale trae fuori dal suo tesoro cose nuove e cose vecchie”. Matteo 13:52.PV 79.1

    Il padron di casa non accumula il tesoro che ha guadagnato ma lo utilizza per farne parte agli altri. E con l’uso il tesoro aumenta. Questo amministratore possiede cose preziose, vecchie e nuove. In tal modo Cristo insegna ai discepoli a proclamare al mondo la verità loro affidata e che la conoscenza della verità aumenterà nella misura in cui ne faranno parte agli altri.PV 79.2

    Tutti coloro che accettano di cuore l’Evangelo desiderano vivamente annunciarlo agli altri. L’amore celeste di Cristo deve esprimersi. Quanti si sono rivestiti di Cristo si sentiranno spinti a raccontare la propria esperienza, riconoscendo passo dopo passo la guida dello Spirito Santo, la fame e la sete di conoscenza di Dio e di Gesù Cristo, l’esito delle loro ricerche bibliche, le loro orazioni e le lotte interiori, le parole di Cristo: “I tuoi peccati ti sono rimessi” Non è naturale tenere queste cose per sé e chi è pervaso dell’amore di Cristo non lo farà. Nella misura in cui il Signore gli ha affidato la verità sacra, avrà anche il desiderio di rendere partecipi gli altri delle medesime benedizioni, e a mano a ma no che farà conoscere i ricchi tesori della grazia divina, riceverà lui stesso una misura sempre crescente della grazia di Cristo. Avrà un cuore di fanciullo con tutta la sua semplicità e obbedienza senza riserve. La sua anima bramerà la santificazione e gli saranno rivelati sempre più i tesori di verità e di grazia perché li trasmetta al mondo.PV 79.3

    La sorgente suprema della verità è la Parola di Dio, Parola scritta, il libro della natura e delle vie di Dio in rapporto agli uomini: ecco i tesori ai quali i collaboratori di Cristo possono attingere. Nel ricercare la verità confidino in Dio e non nell’intelligenza umana, non nei grandi uomini la cui sapienza è follia per Dio. Tramite i canali che lui stesso ha stabilito, Dio rivelerà la conoscenza della sua divinità a chiunque la cerca.PV 80.1

    Se il seguace di Cristo crede nella sua Parola e la mette in pratica, non ci sarà scienza del mondo naturale che Egli non sappia comprendere e apprezzare. Gli saranno forniti tutti gli strumenti per trasmettere la verità agli altri. Le scienze naturali costituiscono un vivaio di conoscenze al quale ogni studioso alla scuola di Cristo può attingere. Contemplando la bellezza della natura, studiando le sue lezioni nella coltivazione del terreno, nella crescita delle piante e in tutte le meraviglie della terra, del mare e del cielo, acquisiremo una nuova visione della verità e scopriremo ricchi tesori anche nel misterioso modo di agire di Dio con gli uomini, nella profondità della sua saggezza e dei suoi giudizi come si manifestano nella vita umana.PV 80.2

    Ma è nella Parola scritta, il deposito delle incommensurabili ricchezze di Cristo, che l’uomo caduto troverà la rivelazione più chiara per conoscere Dio.PV 80.3

    La Parola di Dio comprende gli scritti sia dell’Antico che del Nuovo Testamento e l’uno non è completo senza l’altro. Cristo dichiarò che le verità del Vecchio Testamento sono preziose come quelle del Nuovo. Egli rimane tutt’oggi il Redentore dell’umanità come lo era agli inizi del mondo. Prima che Egli rivestisse di umanità la sua divinità e venisse sulla terra, Adamo, Set, Enoc, Metusela e Noè avevano annunciato il messaggio evangelico. Abramo lo diffondeva a Canaan e Lot a Sodoma e così, di generazione in generazione, c’erano fedeli messaggeri che proclamavano l’avvento del Redentore. Cristo stesso aveva istituito i riti dell’economia ebraica e costituiva il fondamento del loro sistema di sacrifici e la grande realtà di tutto il loro culto religioso. Lo spargimento di sangue effettuato durante i sacrifici rappresentava la morte dell’Agnello di Dio nel quale si adempirono tutti quegli atti simbolici.PV 80.4

    Cristo, annunciato ai patriarchi, simboleggiato nei sacrifici, illustrato nella legge, rivelato ai profeti, costituisce il “tesoro” dell’Antico Testamento. La sua vita e morte, la sua risurrezione, la rivelazione che di lui ci ha lasciato lo Spirito Santo, costituiscono il tesoro del Nuovo Testamento. Il nostro Salvatore, riflesso della gloria del Padre, li abbraccia entrambi: Vecchio e Nuovo.PV 81.1

    Gli apostoli dovevano rendere testimonianza della vita, morte e intercessione di Cristo, già anticipate dai profeti, mettendone in rilievo l’umiltà e la purezza, la santità e l’amore incomparabile. Per proclamare l’Evangelo nella sua pienezza non bastava predicare la vita e gli insegnamenti di Gesù, ma occorreva piuttosto mettere in evidenza che i profeti dell’Antico Testamento lo avevano preannunciato e i sacrifici del culto rituale lo avevano rappresentato simbolicamente.PV 81.2

    Nella sua predicazione, Cristo presentava verità antiche di cui lui stesso era l’autore, verità che aveva espresso per bocca di patriarchi e profeti, ma che ora rivestiva di una luce nuova. Come appariva diverso il loro significato! Il suo modo di spiegarle le inondava di un fiume di luce e di vita spirituale ed Egli promise ai suoi discepoli la luce dello Spirito Santo per capire meglio la Parola di Dio e saper presentare agli altri le sue verità illuminandole di una nuova bellezza.PV 81.3

    Sin dalla prima promessa di redenzione pronunciata nell’Eden, gli uomini hanno studiato la vita, il carattere e l’opera mediatrice di Cristo, eppure ognuno di coloro nei quali ha operato lo Spirito Santo, ha gettato su questi argomenti una luce fresca e nuova. Le verità della redenzione sono suscettibili di un continuo sviluppo e approfondimento, e, per quanto vecchie, sono sempre nuove, rivelando una gloria e una potenza sempre più grandi al ricercatore della verità.PV 81.4

    In ogni epoca esiste una nuova evoluzione della verità e per ogni generazione c’è un messaggio di Dio. Le verità antiche rimangono tutte indispensabili e le nuove, lungi dall’essere indipendenti dalle vecchie, ne costituiscono piuttosto lo sviluppo. Solo comprendendo le verità vecchie si possono comprendere anche le nuove. Quando Cristo volle esporre ai discepoli la verità della sua resurrezione, cominciò da Mosè e da tutti i profeti, e “spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo concernevano”. Luca 24:27. La medesima luce che illumina una verità nuova brilla su quelle vecchie, e chi respinge o trascura la nuova non possiede in effetti neanche le vecchie: per lui esse perdono la loro forza vitale trasformandosi in una forma inerte.PV 81.5

    Ci sono persone che professano di credere e di insegnare le verità dell’Antico Testamento ma poi rifiutano quelle del Nuovo. Però, il fatto che respingano Cristo e la sua dottrina, dimostra che non credono nemmeno a ciò che hanno detto i patriarchi ed i profeti. “Se credeste a Mosè”, obiettava Cristo, “credereste anche a me; poiché egli ha scritto di me”. Giovanni 5:46. Ecco perché le dottrine che traggono dall’Antico Testamento sono prive di una vera forza!PV 82.1

    Un errore simile commettono molti che pretendono di credere e di predicare l’Evangelo accantonando le Scritture del Vecchio Testamento di cui Gesù ha detto: “Esse son quelle che rendon testimonianza di me”. Giovanni 5:39. Rifiutando il Vecchio, rifiutano virtualmente anche il Nuovo, in quanto entrambi costituiscono una unità inscindibile. Nessuno può presentare debitamente la legge divina senza il Vangelo e viceversa. La legge è la sintesi dell’Evangelo e l’Evangelo è la realizzazione della legge. La legge è la radice, l’Evangelo è il fiore fragrante ed il frutto.PV 82.2

    Il Vecchio Testamento illumina il Nuovo e viceversa, ognuno dei due manifesta la gloria di Dio in Cristo ed ambedue contengono verità che riveleranno sempre più il loro senso profondo a chi le investiga con fervore.PV 82.3

    La verità che è in Cristo e si manifesta tramite lui non conosce limiti: essa si presenta allo studioso biblico, per così dire, come una fonte che si fa più ampia e profonda man mano che egli va scoprendo le sue profondità. In questa vita non intenderemo mai totalmente il mistero dell’amore di Dio che ha sacrificato il Figlio per la propiziazione dei nostri peccati. Quello che il Redentore ha fatto in questa terra è e rimarrà sempre un tema che supera la nostra immaginazione: per quanto tendiamo all’estremo ogni nostra facoltà intellettiva, nello sforzo di indagare su questo mistero, lo spirito finirà per stancarsi e indebolirsi e anche il ricercatore più ardente dovrà fermarsi come di fronte ad un oceano senza confini.PV 82.4

    Si può fare l’esperienza della verità che si trova in Gesù, ma mai spiegarla: la sua altezza, ampiezza e profondità superano la nostra comprensione. Anche facendo un estremo sforzo di fantasia potremo solo intuire vagamente i tratti di un amore inspiegabile ed elevato come il cielo che è disceso fino in terra per imprimere l’immagine divina su tutti gli esseri umani.PV 83.1

    Eppure è possibile per noi, nella misura in cui ne siamo capaci, renderci conto della compassione divina che si manifesta all’anima umile e contrita. Intenderemo la misericordia di Dio in proporzione all’apprezzamento del sacrificio che Egli ha consumato per noi. Studiando umilmente la Parola di Dio, vedremo dischiudersi il grandioso tema della redenzione che andrà rischiarandosi mentre lo contempliamo e andrà crescendo in altezza e profondità a mano a mano che ci sforziamo di comprenderlo.PV 83.2

    La nostra vita deve essere intimamente legata a quella di Cristo, dobbiamo ricevere continuamente da lui, far parte di lui, pane vivente disceso dal cielo, e attingere a quella fonte sempre fresca dalla quale zampillano continuamente acque preziose. Se teniamo presente quanto il Signore ci sia vicino, se il nostro cuore trabocca di gratitudine e lode, la nostra vita religiosa rimarrà sempre fresca e parleremo con Dio in preghiera come con un amico ed Egli ci svelerà i suoi misteri personalmente. Con gioia sentiremo spesso la dolce presenza di Gesù ed il nostro cuore arderà quando Egli si avvicinerà per comunicare con noi come faceva con Enoc. Quando il cristiano fa veramente questa esperienza, vivrà una vita di semplicità e umiltà, dolcezza e mansuetudine, e quanti gli sono intorno noteranno che conosce Gesù e ha appreso da lui.PV 83.3

    La fede in Cristo si rivela sempre per l’individuo un principio vitale che tutto compenetra, una forza spirituale vivente e operante. Essa manifesta la freschezza, il vigore e la gioia di un’eterna giovinezza. Il cuore che si apre alla Parola di Dio somiglia non ad uno stagno che rimane prosciugato dall’evaporazione, né ad una cisterna rotta che perde il contenuto, bensì al ruscello di montagna alimentato da sorgenti perenni la cui acqua fresca e cristallina zampilla dalle rocce per dissetare lo stanco, l’assetato e il depresso.PV 83.4

    Questa esperienza trasmetterà ad ogni maestro della verità le qualità necessarie per essere un vero rappresentante di Cristo. Le sue conversazioni con gli altri e le sue preghiere saranno caratterizzate dalla forza e dalla decisione tipiche dell’insegnamento di Cristo, e la testimonianza che renderà di lui non sarà meschina e senza vita. Se è un pastore, non ripeterà sempre le stesse prediche stereotipate, anzi aprirà la mente alla costante e luminosa guida dello Spirito Santo.PV 84.1

    Cristo ha detto: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha vita eterna... Come il vivente Padre mi ha mandato e io vivo a cagion del Padre, così chi mi mangia vivrà anch’egli a cagion di me... E lo spirito quel che vivifica; la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette, sono spirito e vita”. Giovanni 6:54-63.PV 84.2

    Quando mangiamo la carne di Cristo e beviamo il suo sangue, nel nostro ministero si osserveranno gli elementi della vita eterna. Non ripeteremo le stesse frasi trite e superate, ed i sermoni insipidi e noiosi cesseranno. Proclameremo verità antiche ma in una luce nuova e vedremo la verità con altri occhi. Si manifesterà una chiarezza ed una forza che tutti avvertiranno. Chi ha il privilegio di sedersi ai piedi di simili ministri sentirà — se è ricettivo all’influsso dello Spirito Santo — la potenza vivificante di una vita nuova. Infiammato dal fuoco dell’amore divino, vedrà affinarsi le sue facoltà percettive per meglio discernere la maestà e la bellezza della verità.PV 84.3

    Il fedele padrone di casa rappresenta l’educatore ideale di bambini e giovani. Se egli fa tesoro della Parola di Dio, ne trarrà ogni giorno nuova bellezza e nuove verità. Quando il maestro confida, in preghiera, in Dio, lo Spirito di Cristo verrà su di lui e Dio opererà su altri tramite lui e lo Spirito Santo. Lo Spirito lo pervade, nella mente e nell’anima, di una lieta speranza, di coraggio e delle immagini bibliche, ed egli saprà trasmettere tutto questo ai giovani affidati alle sue cure.PV 84.4

    Le sorgenti della pace e della gioia celeste, dischiuse nell’anima dell’educatore dalle parole ispirate, si trasformeranno in una immensa e benefica corrente per quanti le si avvicinano. La Bibbia non annoierà più gli studenti, anzi, sotto la guida di un saggio maestro, diverrà sempre più desiderabile, pane di vita che non invecchia mai. La sua freschezza e bellezza affascinerà bambini e giovani. È come il sole che trasmette continuamente alla terra luce e calore senza mai esaurirsi.PV 84.5

    Lo Spirito di Dio che educa l’uomo risiede nella sua Parola. Da ogni pagina emana una luce nuova e preziosa, verità rivelate e consigli per tutte le circostanze della vita, la voce di Dio che parla all’anima.PV 85.1

    Lo Spirito Santo ama rivolgersi ai giovani per svelare i tesori e la bellezza della Parola divina. Le promesse fatte dal grande Maestro conquistano gli affetti ed esaltano l’anima con una divina potenza spirituale. Il credente si familiarizza con le cose celesti che erigeranno intorno a lui un baluardo contro la tentazione.PV 85.2

    Le parole della verità cresceranno in importanza, assumendo un’ampiezza e profondità che mai avremmo immaginato. La bellezza e ricchezza della Parola esercitano un’influenza che trasforma il carattere ed il modo di pensare, e la luce dell’amore celeste ispirerà il cuore.PV 85.3

    A mano a mano che avanza nello studio della Bibbia, lo studioso l’apprezzerà sempre più, e ovunque si volga vedrà dispiegarsi dinanzi a sé l’infinita saggezza e carità divina.PV 85.4

    Il significato del culto ebraico non è stato ancora inteso completamente, i suoi riti e simboli continuano ad adombrare verità vaste e profonde e l’Evangelo costituisce la chiave di questi misteri. Chi conosce il piano di redenzione comprenderà anche le sue verità e anzi avrà il privilegio di comprendere questi temi meravigliosi molto più di ora. Noi dobbiamo intendere le cose profonde di Dio. Gli stessi angeli sarebbero felici di contemplare le verità rivelate a quanti sono di cuore contrito e investigano la Parola di Dio implorando di poter comprendere meglio la lunghezza, la profondità e l’altezza di una conoscenza che lui solo può dare.PV 85.5

    Approssimandoci alla fine della storia di questo mondo, dovremmo prestare particolare attenzione alle profezie relative agli ultimi giorni. L’ultimo libro del Nuovo Testamento, in particolare, è pieno di verità che bisogna assolutamente intendere. Satana ha accecato la mente di molti al punto che essi ben volentieri ricorrono a qualunque pretesto pur di non studiare l’Apocalisse, ma, tramite il suo servo Giovanni, Cristo ha dichiarato in questo libro gli avvenimenti degli ultimi giorni e aggiunge: “Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e serbano le cose che sono scritte in essa”. Apocalisse 1:3.PV 85.6

    “E questa è la vita eterna”, ha detto Cristo, “che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo”. Giovanni 17:3. Come mai non ci rendiamo conto del valore di questa conoscenza? Perché queste gloriose verità non ci ardono in cuore, non ci trepidano sulle labbra e non fanno palpitare tutto il nostro essere?PV 86.1

    Dandoci la sua Parola, Dio ci ha messo a disposizione tutte le verità indispensabili alla salvezza. Migliaia di persone hanno attinto a questa sorgente di vita, ma le sue riserve non sono diminuite: a migliaia, contemplando il Signore, sono rimasti trasformati alla sua immagine. Il fuoco brucia dentro di loro quando parlano del suo carattere e rendono testimonianza di ciò che Cristo significa per loro e viceversa. Eppure neanche questi investigatori hanno esaurito questi temi gloriosi e santi: i misteri della redenzione rimangono aperti alle indagini di altre migliaia di ricercatori. Tutte le volte che mediteremo sulla vita di Cristo e la natura della sua missione, i raggi della luce splenderanno sempre più chiaramente ad ogni sforzo di scoprire la verità, e ad ogni investigazione scopriremo qualcos’altro di più profondo e interessante che prima ci era sconosciuto. Questo tema è inesauribile: l’incarnazione di Cristo, il suo sacrificio espiatorio e l’opera di mediazione rimarranno oggetto di studio fino alla fine dei tempi, e, contemplando il cielo immenso ed eterno lo studioso biblico esclamerà: “Grande è il mistero della pietà”! 1 Timoteo 3:16.PV 86.2

    Nell’eternità impareremo ciò che avremmo potuto apprendere già qui, seguendo la luce che ci veniva offerta. I temi della redenzione riempiranno in perpetuo il cuore, la mente e la bocca dei redenti ed essi capiranno le verità che Cristo desiderava rivelare ai suoi discepoli e che essi non avrebbero capito per mancanza di fede. Eternamente andranno apparendo nuove visioni della perfezione e gloria di Cristo ed il fedele padrone di casa trarrà dal suo tesoro, nei secoli infiniti, cose vecchie e cose nuove. PV 86.3

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