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Parole di vita - Contents
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    Fra le pietre

    “E quegli che ha ricevuto la semenza in luoghi rocciosi, è colui che ode la Parola e subito la riceve con allegrezza; però non ha radice in sé, ma è di corta durata; e quando venga tribolazione o persecuzione a cagione della Parola, è subito scandalizzato”. Matteo 13:20, 21.PV 23.2

    Il seme sparso in luoghi rocciosi trova un terreno poco profondo, la pianta spunta rapidamente, ma dato che le radici non riescono a penetrare tra le rocce alla ricerca del nutrimento per sostenere la propria crescita, non tarda a seccarsi. Molti che professano di essere religiosi sono come un terreno roccioso: simili alle rocce coperte da un sottile strato di terra; l’egoismo del loro cuore naturale è appena nascosto da uno strato superficiale di buoni desideri e aspirazioni. Non hanno vinto l’amore dell’io, non hanno capito il vero carattere del peccato, né il loro cuore è rimasto umiliato dal senso di colpa. Può essere facile convincere questa classe di persone, che magari appariranno convertiti entusiasti, ma la loro religione rimane superficiale.PV 23.3

    Ovviamente non cadono sol perché hanno accolto subito la Parola o perché se ne rallegrano. Udito l’appello del Salvatore, Matteo si levò immediatamente e, abbandonando tutto, lo seguì. Dio desidera che accogliamo subito la sua Parola quando tocca il nostro cuore, ed è bene che l’accogliamo con gioia: “Così vi sarà letizia in cielo per un peccatore penitente”. Luca 15:7 (Diodati). E c’è gioia nell’anima che crede in Cristo. Ma coloro che nella parabola accettano la Parola immediatamente non ne calcolano il prezzo, non prendono in considerazione ciò che essa esige da loro, non esaminano tutte le abitudini della loro vita alla luce di questa Parola né si sottomettono completamente al suo dominio.PV 23.4

    Le radici penetrano profondamente nel terreno e, nascoste alla vista, alimentano la vita della pianta. Così anche il cristiano nutre la sua vita spirituale grazie ad un legame invisibile che unisce la sua anima a Cristo per mezzo della fede. Ma gli ascoltatori rappresentati dal terreno pietroso confidano in se stessi più che in Cristo, fanno affidamento sulle loro opere buone e sui loro buoni impulsi, insomma sulla loro giustizia, non sono forti nel Signore né nella forza della sua potenza. Individui simili non hanno “radici in sé” perché non sono legati a Cristo.PV 24.1

    Il caldo sole estivo, che fortifica e fa maturare il grano robusto, distrugge quello privo di radici profonde. Così colui che “non ha radice in se, ma è di corta durata”, quando si scatena una “tribolazione o persecuzione a cagione della Parola, è subito scandalizzato”. Matteo 13:21. Molti accettano l’Evangelo più per sfuggire alla sofferenza che per essere liberati dal peccato, si rallegrano per un certo periodo, pensando che la religione risparmierà loro ogni prova e difficoltà, e finché tutto va bene nella vita sembreranno veri cristiani, ma alla prima dura prova soccombono, non sanno sopportare la vergogna per amore di Cristo e si scandalizzano quando la Parola di Dio mette in luce qualche peccato da loro accarezzato o esige rinuncia o sacrificio. Gli costerebbe troppo sforzo effettuare un cambiamento radicale nella loro vita e così, guardando gli inconvenienti e le difficoltà presenti, finiscono per dimenticare le realtà eterne. Come i discepoli che voltarono le spalle a Gesù, sono pronti a dire: “Questo parlare è duro; chi lo può ascoltare?” Giovanni 6:60.PV 24.2

    Numerosi sono coloro che professano di servire Dio senza conoscerlo per esperienza. Il loro desiderio di fare la sua volontà si fonda sulle loro tendenze e non sulla profonda convinzione operata dallo Spirito Santo, la loro condotta non è in armonia con la legge divina. Professano di accettare Cristo come Salvatore, ma non credono che gli darà la forza di vincere i loro peccati, non hanno una relazione personale con il Salvatore vivente ed il loro carattere rivela difetti ereditari e acquisiti.PV 24.3

    Una cosa è riconoscere in generale l’azione dello Spirito Santo e un’altra è accettare la sua opera di convinzione del peccato e di appello al pentimento. Molti si sentono estranei a Dio, consapevoli di essere schiavi dell’io e del peccato. Si sforzano di cambiare strada ma non crocifiggono il proprio io, non si abbandonano interamente nelle mani di Gesù implorando la forza divina per fare la sua volontà. Non sono disposti a farsi trasformare a immagine e somiglianza divina. In generale ammettono le loro imperfezioni, ma non sono disposti ad abbandonare i loro peccati specifici. E così, ad ogni ulteriore sbaglio, la loro vecchia natura egoista riguadagna terreno.PV 25.1

    La sola speranza per queste anime è di esperimentare nella propria vita la verità delle parole che Cristo disse a Nicodemo: “Bisogna che nasciate di nuovo” e “Se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio”. Giovanni 3:7, 3.PV 25.2

    La vera santità è una consacrazione totale al servizio di Dio, la condizione di una vera vita cristiana. Cristo richiede una dedizione senza riserve, un servizio completo, il cuore, la mente, l’anima, l’energia. Non bisogna accarezzare l’io. Chi vive per sé stesso non è cristiano.PV 25.3

    L’amore deve essere il movente di ogni azione. Esso è il principio del governo di Dio in cielo e in terra e deve essere il fondamento del carattere cristiano. Solo questo elemento può rendere il cristiano stabile e capace di affrontare vittoriosamente la prova e la tentazione.PV 25.4

    L’amore si rivela nel sacrificio. Il piano di redenzione si fonda sul sacrificio, un sacrificio del quale non si può misurare l’ampiezza, l’altezza e la profondità. Cristo ha dato tutto per noi e quanti accettano Cristo saranno pronti a sacrificare tutto per il loro Redentore. Onorarlo e glorificarlo sarà il loro primo pensiero.PV 25.5

    Se amiamo Gesù vivremo volentieri per lui, gli offriremo di cuore il nostro ringraziamento e lavoreremo per lui. Il lavoro stesso diverrà leggero e per amor suo desidereremo la sofferenza, la fatica ed il sacrificio, condivideremo il suo anelito di salvare l’umanità e quel tenero affetto per le anime che sentiva lui.PV 25.6

    Ecco la religione di Cristo! Tutto quello che non raggiunge questo ideale è un inganno. Una semplice teoria della verità o una mera professione di discepolato non salverà nessuno. Non potremo appartenere a Cristo se non ci diamo completamente a lui. Ecco perché un cuore diviso nella vita cristiana rende l’individuo debole di propositi e mutevole nei desideri: lo sforzo di servire sia il proprio io che Cristo ne faranno un ascoltatore che, simile al seme caduto in terreno pietroso, non resisterà al momento della prova. PV 26.1

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