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Cristo Innalzato Come Figlio Di Dio - Contents
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    L’umiliazione di Ezechia, 28 settembre

    Poi Ezechia si umiliò dell'orgoglio del suo cuore, lui e gli abitanti di Gerusalemme; perciò l'ira dell'Eterno non venne sopra di loro durante la vita di Ezechia. 2 Cronache 32:26CIF 281.1

    Sia Ezechia sia gli abitanti di Gerusalemme riconobbero il loro orgoglio e si umiliarono. Il Signore non mandò più castighi per il resto della vita di Ezechia”. 2 Cronache 32:26. 2 Ormai il seme era stato gettato e col tempo avrebbe prodotto desolazione e sventura. Durante gli ultimi anni del suo regno, il re di Giuda visse momenti di grande prosperità grazie alla sua decisione di riscattare il passato e di onorare il suo Dio. La sua fede era stata messa a dura prova e dovette imparare che solo fidandosi completamente di Dio poteva sperare di vincere le forze del male che stavano complottando per la sua rovina e per la completa distruzione del suo popolo. L’errore di Ezechia, quando trascurò il proprio dovere in occasione della visita degli ambasciatori babilonesi, racchiude un’importante lezione per tutti noi. Dovremmo parlare, molto più di quanto facciamo, delle preziose benedizioni legate alla nostra esperienza religiosa: la bontà di Dio e il suo grande amore. Quando la mente e il cuore sono compenetrati dell’amore di Dio non sarà difficile comunicare agli altri la nostra esperienza spirituale. Grandi pensieri, nobili aspirazioni, chiare percezioni della verità, propositi altruistici, desiderio di devozione e di santità: tutto si esprimerà in termini che rivelano ciò che abbiamo nel cuore. Coloro con i quali entriamo in contatto, giorno per giorno, hanno bisogno del nostro aiuto e dei nostri consigli. Essi possono trovarsi in una situazione tale che una parola detta al momento opportuno sarà come un chiodo piantato al posto giusto. Domani queste persone saranno forse là dove noi non potremo più raggiungerle. Quale sarà stato il nostro influsso su questi nostri compagni di viaggio? Ogni giorno di vita implica un certo numero di responsabilità che dobbiamo affrontare. Le nostre parole e le nostre azioni esercitano un influsso sulle persone che incontriamo. Dobbiamo fare attenzione a ciò che diciamo e alle scelte che facciamo. Un atteggiamento inconsulto, una decisione imprudente e una forte tentazione possono fuorviare chiunque. Non è facile eliminare quei pensieri che abbiamo inserito nella nostra mente. Quelli cattivi possono aver messo in moto una serie di circostanze, un’ondata di effetti negativi che difficilmente riusciremo a frenare. Se invece, col nostro esempio, aiuteremo gli altri a sviluppare buoni princìpi, avremo offerto loro la possibilità di fare il bene. A loro volta, essi eserciteranno lo stesso benefico influsso su altri. In questo modo influiremo indirettamente su centinaia e migliaia di persone. Il vero credente contribuisce a rafforzare i buoni propositi di tutti quelli con cui viene in contatto. In un mondo incredulo e malvagio rivela la potenza della grazia di Dio e la perfezione del suo carattere. PK 347, 348CIF 281.2

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