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Cristo Innalzato Come Figlio Di Dio - Contents
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    Cristo parla come un Giudice, 19 novembre

    Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono mandati! Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come la gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Matteo 23:37CIF 333.1

    Il Cristo parlò come giudice a coloro che stavano davanti a lui. Quella voce che spesso era stata udita formulare intense preghiere, ora pronunciava rimproveri e condanna. Gli ascoltatori rabbrividirono. Mai dal loro animo si sarebbe cancellata l’impressione delle sue parole e del suo sguardo. Gesù era indignato per l’ipocrisia e per i gravi peccati attraverso i quali quegli uomini distruggevano il loro spirito, ingannavano il prossimo e disonoravano Dio. Egli scorgeva l’opera satanica nei ragionamenti sottili e insidiosi dei sacerdoti e dei capi. Sebbene denunciasse il peccato con forza e provasse una sacra collera contro il principe delle tenebre, non manifestò nessuna impazienza e non espresse sentimenti di vendetta. Nello stesso modo il cristiano che vive in comunione con Dio deve possedere i dolci attributi dell’amore e della misericordia, provare una giusta indignazione contro il peccato, ma non deve lasciarsi mai prendere dalla passione sino a maltrattare chi lo insulta. Anche se dovrà affrontare coloro che ispirati da uno spirito malefico perseverano nell’errore egli, con l’aiuto del Cristo, troverà la forza per restare calmo e avere l’autocontrollo. Il Figlio di Dio, mentre guardava il tempio e i suoi uditori, manifestava nel suo aspetto una pietà divina. Con voce rotta da profonda angoscia e lacrime amare, esclamò: “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figliuoli, come la gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto!” Matteo 23:37. Questa è la lotta che precede la separazione. Nel lamento del Cristo si manifestano i profondi sentimenti di Dio. I farisei e i sadducei rimasero silenziosi. Gesù chiamò i discepoli e si preparò a lasciare il tempio, non come uno sconfitto, ma come colui che aveva adempiuto il suo compito. Si ritirava dalla lotta come un vincitore. Le preziose verità che in quel giorno, denso di eventi, uscirono dalle labbra di Gesù, furono raccolte e conservate come un tesoro da molti cuori. Esse suscitarono nuovi pensieri di vita, risvegliarono nuove aspirazioni e dettero inizio a nuove esperienze. Dopo la crocifissione e la risurrezione, quelle persone si impegnarono per adempiere il mandato divino con una saggezza e uno zelo adeguati alla grandezza dell’opera. Diffusero il messaggio che si rivolge al cuore e distrugge le vecchie superstizioni che per tanto tempo avevano ostacolato la vita di molti. Di fronte a quella testimonianza, le teorie umane apparvero in tutta la loro vanità. Straordinari furono gli effetti di quelle parole sgorgate dalla bocca del Salvatore, pronunciate davanti alla folla stupita e impaurita, nel tempio di Gerusalemme. DA 619CIF 333.2

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