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Profeti e re - Contents
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    Capitolo 1: Salomone

    Durante il regno di Davide e di Salomone, Israele divenne una nazione potente e in molte occasioni esercitò un influsso positivo in favore della giustizia e della verità. Il nome dell’Eterno fu esaltato e onorato. L’obiettivo per il quale gli israeliti si erano insediati nella terra promessa stava per essere raggiunto: le barriere erano state abbattute e coloro che, provenendo dal mondo pagano, cercavano la verità in Israele ripartivano soddisfatti. Ci furono molte conversioni e la chiesa di Dio si sviluppò e prosperò.PR 25.1

    Salomone fu unto e proclamato re alla fine del regno di Davide, suo padre, il quale abdicò in suo favore. I primi anni della sua vita si annunciavano già ricchi di promesse: era nei piani divini che questo re crescesse in potenza e in gloria riflettendo sempre più il carattere di Dio. Avrebbe così ispirato agli israeliti il desiderio di adempiere la sacra missione di depositari della verità divina.PR 25.2

    Davide sapeva che il progetto di Dio per Israele poteva essere attuato soltanto se il re e il popolo avessero cercato, con impegno costante, di raggiungere l’obiettivo prestabilito. Sapeva che per meritare la fiducia, di cui Dio lo aveva onorato, suo figlio Salomone non avrebbe dovuto essere soltanto un guerriero, uno statista e un sovrano, ma anche un uomo forte e buono, un difensore della giustizia, un esempio di fedeltà.PR 25.3

    Davide esortò costantemente Salomone a essere fiero e coraggioso, a dimostrare misericordia e bontà nei confronti dei suoi sudditi, a onorare e glorificare il nome di Dio manifestando la bellezza della santità nei rapporti con le altre nazioni. Le esperienze dolorose che Davide aveva affrontato nel corso della sua vita gli avevano insegnato il valore delle virtù più nobili e lo avevano spinto a dichiarare a Salomone in punto di morte:PR 25.4

    “...Colui che regna sugli uomini con giustizia, colui che regna con timor di Dio, è come la luce mattutina, quando il sole si leva senza nuvole, e col suo splendore, dopo la pioggia, fa spuntare l’erbetta della terra”. 2 Samuele 23:3, 4 (Luzzi).PR 25.5

    A Salomone veniva offerta un’occasione straordinaria! Se avesse seguito i consigli di suo padre, ispirati da Dio, il suo regno sarebbe stato un regno di giustizia, simile a quello descritto nel Salmi 72:PR 25.6

    “O Dio, fa’ comprendere al re le tue leggi, mettigli in bocca i tuoi stessi giudizi. Governi il tuo popolo con giustizia e difenda i tuoi poveri con giuste sentenze...”.PR 26.1

    Nella sua giovinezza Salomone seguì la via indicata da Davide. Per molti anni si comportò rettamente e la sua vita rivelò una scrupolosa ubbidienza agli ordini di Dio. All’inizio del suo regno si recò con i suoi consiglieri a Gabaon, dove c’era ancora il tabernacolo costruito nel deserto, e là si unì ai suoi collaboratori, “ai capi delle migliaia e delle centinaia, ai giudici, a tutti i prìncipi capi delle case patriarcali di tutto Israele” (2 Cronache 1:2, Luzzi) per offrire sacrifici a Dio e consacrarsi interamente al suo servizio. Rendendosi conto dell’importanza dei suoi doveri regali Salomone comprese che chi ha grosse responsabilità, se vuole adempiere al suo compito, deve attingere alla fonte della saggezza. Ciò lo spinse a invitare i suoi consiglieri a unirsi a lui per ricercare con tutto il cuore la grazia divina.PR 26.2

    Invece della ricchezza il re ricercava la sapienza e l’intelligenza per compiere l’opera affidatagli da Dio. Egli desiderava ardentemente sviluppare doti come l’acutezza, la generosità e la sensibilità.PR 26.3

    Una notte il Signore gli apparve in sogno e gli disse: “Chiedi quello che vuoi”. Il giovane re, privo di esperienza e cosciente della sua debolezza, rispose:PR 26.4

    “Tu hai sempre dimostrato un grande amore per mio padre Davide e anche lui ha sempre agito nei tuoi confronti con lealtà, giustizia e sincerità. Tu hai sempre dato prova di questo tuo grande amore per lui e infine gli hai dato un figlio che oggi siede sul suo stesso trono. Signore mio Dio, tu mi fai regnare al posto di Davide, mio padre, ma io sono ancora giovane e inesperto. Il popolo che hai scelto per te è così numeroso che non lo si può nemmeno contare. E io mi trovo a capo proprio di questo popolo! Ti prego. Dammi la saggezza necessaria per amministrare la giustizia tra il popolo e per distinguere il bene dal male. Senza il tuo aiuto, chi è capace di guidare il tuo popolo, che è così grande?” Questa domanda di Salomone piacque al Signore. E Dio gli disse:PR 26.5

    “Non mi hai chiesto di vivere a lungo, di diventare ricco o di far morire i tuoi nemici. Mi hai chiesto invece di saper amministrare la giustizia. Farò come hai detto, anzi ti darò tanta sapienza e intelligenza, come nessuno ne ha mai avute e mai potrà averne. Inoltre, anche se non me l’hai chiesto, ti darò tanta ricchezza e tanta gloria da superare quella degli altri re. Se mi sarai fedele, se osserverai le mie leggi e i miei comandamenti come ha fatto tuo padre, io ti darò anche una lunga vita”. 1 Re 3:5-14.PR 26.6

    Dio promise di comportarsi con Salomone così come aveva fatto con Davide. Se il re fosse stato giusto, se avesse fatto quello che Dio gli aveva ordinato, il suo regno sarebbe stato stabile e tutti i paesi vicini avrebbero considerato Israele un “popolo savio e intelligente”, una luce per le nazioni circostanti. Le parole utilizzate da Salomone, quando pregava davanti all’antico altare di Gabaon, rivelano la sua umiltà e il suo profondo desiderio di onorare il Signore. Si rendeva conto che senza l’aiuto divino sarebbe stato impotente come un bambino e quindi incapace di adempiere alle sue responsabilità di sovrano. Sapeva di non disporre di una buona capacità di giudizio e il sentimento della sua grande limitatezza lo spinse a cercare Dio per ottenere la saggezza.PR 27.1

    Salomone non fu mai così ricco, così saggio e così realmente grande come quando confessò: “Io sono ancora giovane e inesperto!”PR 27.2

    Coloro che oggi occupano posizioni di responsabilità dovrebbero cercare di seguire il suo esempio. Più alta è la posizione che un uomo occupa, più grande sarà la sua responsabilità e maggiore l’influsso che potrà esercitare, e quindi più grande il bisogno di dipendere dal Signore. Egli dovrebbe sempre ricordare che chi ha delle responsabilità deve essere prudente nei suoi rapporti con gli altri e imparare umilmente da Dio. La posizione occupata non conferisce la santità. Onorando Dio e ubbidendo ai suoi comandamenti l’uomo diventa veramente grande.PR 27.3

    Il Dio che serviamo non privilegia soltanto alcuni. Colui che diede a Salomone la saggezza desidera impartire anche oggi la stessa benedizione ai suoi figli. La sua parola dichiara:PR 27.4

    “...se qualcuno di voi non è saggio, chieda a Dio la saggezza, e Dio gliela darà; perché Dio dà a tutti volentieri e generosamente”. Giacomo 1:5.PR 27.5

    Colui che, stanco e pieno di responsabilità, ricerca la saggezza piuttosto che la ricchezza, la potenza o la notorietà, non rimarrà deluso. Imparerà dal Maestro non soltanto ciò che deve fare, ma anche come farlo, per poter contare sulla sua approvazione. Fino a quando colui che è stato dotato dal Signore di saggezza e talenti resterà fedele alla sua vocazione, non aspirerà a posizioni più elevate né a esercitare il potere nei confronti dei suoi simili. Senza dubbio è necessario che certi uomini assumano delle responsabilità, ma invece di imporsi, i veri capi chiederanno a Dio l’intelligenza e la saggezza per distinguere il bene dal male.PR 27.6

    La vita di coloro che hanno incarichi dirigenziali non è facile. Ecco perché dovrebbero cercare di risolvere i loro problemi tramite la preghiera. Ricorrendo alla fonte della saggezza acquisteranno sicurezza. Rafforzati e illuminati dal Maestro potranno affrontare con successo le tentazioni, discernere il bene dal male, la verità dall’errore. Approveranno ciò che Dio approverebbe e lotteranno strenuamente contro l’ingiustizia.PR 27.7

    Dio accordò a Salomone la sapienza che desiderava, ma questi beneficiò anche di ricchezze, onori e una lunga vita. La richiesta del giovane sovrano di ottenere acutezza, generosità e sensibilità fu esaudita.PR 28.1

    “Dio diede a Salomone profonda saggezza, grande intelligenza e vasta cultura. Così la sua sapienza fu superiore a quella dei popoli dell’Egitto. Fu davvero il più saggio degli uomini. (...) La sua fama si sparse in tutti i popoli vicini”. 1 Re 5:9-11.PR 28.2

    “In Israele (...) tutti provarono un profondo rispetto per lui. Si erano resi conto che Dio stesso gli aveva dato la saggezza necessaria per giudicare con giustizia”. 1 Re 3:28.PR 28.3

    Il popolo amò Salomone così come aveva amato Davide e gli rimase sempre fedele.PR 28.4

    “Salomone figlio di Davide consolidò il suo potere. Il Signore suo Dio era con lui e lo fece diventare un re veramente grande”. 2 Cronache 1:1.PR 28.5

    Per molti anni la vita di Salomone fu caratterizzata dalla fedeltà, dalla giustizia, dai sani princìpi e da una scrupolosa ubbidienza ai comandamenti di Dio. Gestiva gli affari più importanti e amministrava con saggezza tutte le questioni riguardanti il governo del paese. La sua prosperità, la sua perspicacia, i magnifici edifici costruiti durante i primi anni del suo regno, la forza, la devozione, la giustizia e la magnanimità da lui rivelate nella parola e nell’azione gli assicurarono la lealtà dei suoi sudditi, l’ammirazione e il rispetto dei governanti di molti paesi.PR 28.6

    Nei primi anni del regno di Salomone il nome di Dio fu onorato. La saggezza e la giustizia del re testimoniarono a tutte le nazioni l’eccellenza delle caratteristiche del Dio che serviva. Per un certo periodo di tempo Israele fu la luce del mondo, diffondendo ovunque la grandezza di Dio. La vera gloria del primo periodo del regno di Salomone non proveniva dalla sua incomparabile saggezza, dalle sue ricchezze favolose, dalla sua potenza, dalla sua fama universale, ma dall’alone di rispetto che circondava il nome del Dio d’Israele, tramite l’utilizzazione dei doni che aveva ricevuto dal cielo.PR 28.7

    Con il trascorrere degli anni e nella misura in cui cresceva la gloria di Salomone, il re cercava di onorare Dio arricchendo le sue conoscenze spirituali e intellettuali, pur condividendo con i suoi simili le benedizioni ricevute. Nessuno meglio di lui sapeva che doveva a Dio la sua saggezza e la sua intelligenza e che questi doni gli erano stati accordati affinché facesse conoscere al mondo il Re dei re.PR 28.8

    Salomone s’interessò particolarmente allo studio della natura, ma le sue ricerche non si limitarono a una specifica branca delle scienze. Approfondendo tutto ciò che riguardava le cose create, animate o inanimate, acquisì una chiara conoscenza del Creatore. Nelle forze della natura, nel regno animale e minerale, in ogni albero, in ogni arbusto e in ogni fiore riconosceva la saggezza del cielo. Mentre cercava di accrescere la sua scienza, la conoscenza di Dio aumentava costantemente.PR 28.9

    Salomone espresse la sua sapienza, divinamente ispirata, in canti di lode e proverbi.PR 29.1

    “Salomone pronunziò tremila proverbi e compose millecinque canti. Parlò di ogni tipo di pianta, dal cedro del Libano all’issopo che cresce sui muri. Parlò di quadrupedi, di uccelli, di rettili e di pesci”. 1 Re 5:12, 13.PR 29.2

    I proverbi di Salomone sottolineano i princìpi che caratterizzano una vita pia e con ideali elevati, princìpi di origine divina che conducono alla santità e dovrebbero ispirare ogni atto della vita. Grazie alla loro diffusione e alla consapevolezza che soltanto a Dio spettano la lode e l’onore, il regno di Salomone, nella fase iniziale, raggiunse alti livelli di moralità e prosperità.PR 29.3

    “Beato chi ha trovato la sapienza, felice chi ha acquistato la conoscenza! Possederla vale più di tanto argento; rende molto più dell’oro...”. Proverbi 3:13-18.PR 29.4

    “La cosa più importante è diventare sapiente; acquista la sapienza, anche a costo di vendere quel che hai”. Proverbi 4:7.PR 29.5

    “Rispettare la legge del Signore è l’inizio della sapienza...”. Salmi 111:10.PR 29.6

    “Amare il Signore è odiare il male; odio l’orgoglio e l’arroganza, la cattiva condotta e i discorsi falsi”. Proverbi 8:13.PR 29.7

    Salomone avrebbe dovuto mettere in pratica queste parole meravigliose negli ultimi anni della sua vita! Colui che aveva scritto: “I discorsi del saggio diffondono la scienza...” (Proverbi 15:7) avrebbe dovuto insegnare ai monarchi a lodare il Re dei re e non un sovrano terreno! Non avrebbe dovuto attribuirsi, con falsi discorsi, arroganza e orgoglio, la gloria che apparteneva a Dio!PR 29.8

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