Loading...
Larger font
Smaller font
Copy
Print
Contents
Profeti e re - Contents
  • Results
  • Related
  • Featured
No results found for: "".
  • Weighted Relevancy
  • Content Sequence
  • Relevancy
  • Earliest First
  • Latest First
    Larger font
    Smaller font
    Copy
    Print
    Contents

    Capitolo 8: L’apostasia nazionale

    Dalla morte di Geroboamo fino alla missione di Elia nei confronti del re Acab, il popolo d’Israele, governato da uomini che non temevano Dio e incoraggiavano strane forme di culto, aveva registrato un forte declino spirituale. La maggior parte del popolo perse di vista il proprio dovere di servire il Dio vivente e adottò molti riti pagani.PR 66.1

    Nadab, figlio di Geroboamo, regnò solo due anni. La sua carriera fu stroncata da una cospirazione capeggiata da Baasa, uno dei suoi generali, che voleva ottenere il controllo del governo. Nadab fu ucciso insieme a tutta la sua famiglia: “Come il Signore aveva annunziato per mezzo del suo servo, il profeta Achia di Silo... Tutto questo avvenne perché Geroboamo aveva esasperato il Signore, Dio d’Israele, con i peccati che aveva commesso e in cui aveva trascinato il popolo”. 1 Re 15:29, 30.PR 66.2

    Così finì la discendenza di Geroboamo. Il culto idolatra, da lui introdotto, attirò sui colpevoli il giudizio di Dio. I sovrani che seguirono, Baasa, Ela, Zimri e Omri, per circa quarant’anni continuarono nella stessa direzione. Mentre Israele viveva questo periodo di apostasia, contemporaneamente, in Giuda, regnava Asa che per molti anni “fece la volontà del Signore suo Dio e agì con giustizia. 2 Cronache 14:1; cfr. 14:2-5.PR 66.3

    La fede di Asa fu messa a dura prova quando “Zerach l’Etiope attaccò il regno di Giuda con un milione di soldati e trecento carri da guerra”. 2 Cronache 14:8. In quel periodo difficile Asa non ripose la sua fiducia nelle città da lui costruite, circondate da mura “con torri e porte”, e neppure “nei soldati valorosi” del suo esercito ben preparato, ma nell’Eterno degli eserciti nel nome del quale erano state riportate meravigliose vittorie anche in passato. Asa predispose i suoi soldati per la battaglia e invocò l’aiuto di Dio.PR 66.4

    I due eserciti si trovarono l’uno di fronte all’altro. Quello fu un momento terribile per coloro che erano fedeli al Signore. Avevano tutti confessato i loro peccati a Dio? Credevano tutti che la potenza divina avrebbe garantito loro la liberazione? Questi pensieri agitavano la mente dei capi perché da un punto di vista umano il temibile esercito egiziano avrebbe annientato qualsiasi nemico. In tempo di pace, Asa non si era preoccupato del divertimento e del piacere, ma si era preparato per ogni evenienza. Il suo esercito era stato ben addestrato e aveva fatto il possibile perché il popolo fosse in pace con Dio. Ora, sebbene le sue forze fossero numericamente inferiori a quelle del nemico, la sua fede non vacillava.PR 66.5

    Nella prosperità il re aveva cercato il Signore; ora che si trovava in difficoltà poteva contare su di lui. Le sue preghiere mostravano che conosceva bene la meravigliosa potenza di Dio. “O Eterno, per te non v’è differenza tra il dar soccorso a chi è in gran numero, e il darlo a chi è senza forza. O Signore, Dio nostro, aiutaci perché noi contiamo su di te e affronteremo questo grande esercito nel tuo nome. O Signore, sei tu il nostro Dio, non permettere che un uomo possa vincere contro di te”. 2 Cronache 14:10 (Luzzi).PR 67.1

    Quella di Asa è una preghiera che ogni cristiano può rivolgere a Dio in ogni circostanza. Noi infatti non stiamo lottando “contro creature umane, ma contro spiriti maligni del mondo invisibile, contro autorità e potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso”. Efesini 6:12. Nella battaglia della vita, dobbiamo fronteggiare le forze del male schierate contro il bene. Non dobbiamo quindi riporre la nostra fiducia negli uomini ma nel Dio vivente. Con la certezza che scaturisce dalla fede possiamo aspettarci che Dio unisca la sua onnipotenza alle forze umane per la gloria del suo nome. Rivestiti dell’armatura della giustizia possiamo ottenere la vittoria su qualsiasi nemico.PR 67.2

    La fede di Asa fu premiata. “Il Signore sconfisse gli Etiopi di fronte ad Asa e all’esercito di Giuda, e gli Etiopi si diedero alla fuga. Asa con il suo esercito li inseguì fino a Gerar. Gli Etiopi caddero uno dopo l’altro: non ne rimase vivo neppure uno. Il loro esercito fu annientato davanti al Signore e al suo popolo”. 2 Cronache 14:11, 12.PR 67.3

    Quando gli eserciti vittoriosi di Giuda e di Beniamino ritornarono a Gerusalemme “lo spirito di Dio spinse un certo Azaria figlio di Oded a presentarsi al re Asa per dirgli: ‘Asa, e voi, uomini delle tribù di Giuda e Beniamino, ascoltatemi. Il Signore è con voi se voi siete uniti a lui. Se voi lo cercherete egli si lascerà trovare. Se lo abbandonerete egli vi abbandonerà... dovete essere forti e non perdervi di coraggio, perché il vostro impegno avrà la sua ricompensa’”. 2 Cronache 15:1, 2, 7.PR 67.4

    Profondamente incoraggiato da queste parole Asa, programmò subito una seconda riforma in Giuda. Cfr. 2 Cronache 15:8-12, 15.PR 67.5

    La lunga storia della fedeltà di Asa fu macchiata da alcuni errori commessi quando la sua fede in Dio non era più senza riserve. Una volta, quando il re d’Israele penetrò in Giuda e conquistò Rama, una città fortificata a soli otto chilometri da Gerusalemme, Asa cercò la liberazione alleandosi con Ben-Hadad, re di Siria. Questa sua mancanza di fiducia in Dio, in un momento difficile, fu severamente rimproverata da Hanani, il profeta, che si presentò al re con questo messaggio: “Perché hai cercato appoggio presso il re degli Aramei e non presso il Signore tuo Dio? In questo modo l’esercito degli Aramei è sfuggito al tuo controllo. Non ricordi quando Etiopi e Libici vennero con un esercito enorme, con un numero grandissimo di carri e cavalieri? Allora tu hai cercato appoggio presso il Signore ed egli li ha messi in tuo potere. Il Signore, infatti, osserva tutto quello che accade nel mondo e sostiene quelli che gli rimangono fedeli con tutto il cuore. Questa volta hai agito da sciocco: perciò, d’ora in avanti, dovrai affrontare guerre”. 2 Cronache 16:7-9.PR 67.6

    Invece di umiliarsi davanti a Dio, per il suo errore, “il re si adirò contro il profeta: la sua ira fu tale che lo fece mettere in prigione. Da allora Asa cominciò a opprimere anche altre persone”. 2 Cronache 16:10.PR 68.1

    “Nel trentanovesimo anno del suo regno, Asa fu colpito da una grave malattia ai piedi. Neppure in questa malattia egli cercò l’aiuto del Signore, preferì invece ricorrere solo ai medici”. 2 Cronache 16:12. Egli morì il quarantunesimo anno del suo regno e Giosafat, suo figlio, regnò al suo posto.PR 68.2

    Due anni prima della morte di Asa, Acab cominciò a regnare in Israele. Fin dall’inizio il suo regno fu caratterizzato dall’apostasia. Di suo padre Omri, fondatore di Samaria, è detto: “Omri andò contro la volontà del Signore e si comportò peggio dei suoi predecessori”. 1 Re 16:25. Però i peccati di Acab furono maggiori dei suoi. Cfr. 1 Re 16:33, 31. Non contento di incoraggiare le forme di idolatria di Betel e di Dan, guidò il popolo verso le peggiori espressioni del paganesimo sostituendo al culto dell’Eterno l’adorazione di Baal. Prese per moglie Gezabele “figlia di Et-Baal, re di Sidone. Adorò il dio Baal, si inchinò davanti a lui. Gli costruì un tempio con altare a Samaria”. 1 Re 16:31, 32.PR 68.3

    Acab non solo introdusse il culto di Baal nella capitale del regno, ma sotto la direzione di Gezabele, eresse altari in molti “alti luoghi” dove, all’ombra degli alberi, i sacerdoti e quanti erano addetti a questa seducente forma di culto esercitarono il loro influsso malefico fino al punto in cui quasi tutto Israele fu indotto a seguire Baal. Cfr. 1 Re 21:25, 26.PR 68.4

    Acab era di carattere debole. Il suo matrimonio con una donna idolatra, autoritaria e decisa lo portò alla rovina insieme a tutta la nazione. Privo di convinzioni e di princìpi, il suo carattere fu facilmente plasmato dalla forte volontà di Gezabele. Il suo egoismo lo rese incapace di apprezzare le benedizioni del Dio d’Israele e di adempiere ai suoi doveri di guida e di protettore del popolo eletto.PR 68.5

    Sotto l’influsso negativo del governo di Acab, i figli d’Israele si allontanarono dal Dio vivente e peccarono. Da molti anni ormai avevano perso il rispetto per tutto ciò che era divino e ora sembrava che nessuno osasse rischiare la propria vita per opporsi all’idolatria che regnava ovunque. L’oscura ombra dell’apostasia copriva tutto il paese. Ovunque si vedevano immagini di Baal e di Asera. I templi pagani, i boschetti consacrati, dove si adoravano gli idoli, si moltiplicavano. L’aria stessa era satura dell’incenso offerto ai falsi dei. Colline e vallate risuonavano di grida di sacerdoti pagani che sacrificavano al sole, alla luna e alle stelle.PR 68.6

    Tramite l’influsso di Gezabele e dei suoi sacerdoti veniva insegnato al popolo che le statue erette come idoli erano divinità che dominavano con il loro mistico potere gli elementi della terra, del fuoco e dell’acqua. Tutti i doni del cielo — i limpidi ruscelli, i fiumi, la rugiada, le piogge che rinfrescavano la terra e assicuravano un abbondante raccolto — venivano attribuiti a Baal e Asera e non al vero Creatore. Il popolo aveva dimenticato che monti e valli, fiumi e sorgenti erano alimentate dal Dio vivente, che dirigeva il sole, le nuvole e tutte le forze della natura.PR 69.1

    Per mezzo di fedeli messaggeri il Signore mandò numerosi avvertimenti al re apostata e al popolo; ma queste sue parole di rimprovero risultarono inutili. Inutilmente i messaggeri di Dio proclamavano che l’Eterno era il solo Dio d’Israele, invano esaltavano i princìpi che aveva affidato loro. Affascinato dallo sfarzo e dai riti del culto idolatra, il popolo seguì l’esempio del re e della sua corte e si abbandonò ai piaceri inebrianti e avvilenti di un culto sensuale. Nella sua cieca follia scelse di rigettare Dio e il suo culto per adorare gli idoli.PR 69.2

    La luce così generosamente diffusa era stata mutata in tenebre. L’oro puro era stato alterato.PR 69.3

    La gloria d’Israele era svanita! Il popolo di Dio non era mai caduto così in basso nell’apostasia. Vi erano quattrocentocinquanta profeti di Baal e quattrocento di Asera. Solo la potenza miracolosa di Dio poteva preservare la nazione da una distruzione totale. Israele si era volontariamente separato dall’Eterno; il Signore, però, con affetto paterno continuava a occuparsi, con profondo interesse, di coloro che erano stati trascinati nel peccato e stava per inviare uno dei suoi profeti più potenti, la cui opera avrebbe ricondotto molti al Dio dei loro padri.PR 69.4

    Larger font
    Smaller font
    Copy
    Print
    Contents