Capitolo 13: “Cosa fai qui?”
Se il rifugio di Elia, sul monte Oreb, era sconosciuto agli uomini, era però noto a Dio. Il profeta, stanco e scoraggiato, non era solo a lottare contro le potenze del male. Dio entrò in contatto con lui per mezzo di un potente angelo che si affacciò all’ingresso della caverna dove Elia si era rifugiato. Il messaggero celeste volle conoscere le sue necessità e gli fece capire chiaramente quali fossero i propositi divini per Israele.PR 94.1
L’opera intrapresa da Elia nei confronti degli adoratori di Baal non si sarebbe compiuta fino a quando il profeta non avesse imparato a confidarsi completamente in Dio. Il successo ottenuto sul Carmelo aveva aperto la via a vittorie maggiori. Le straordinarie prospettive che aveva intravisto sembravano svanite dopo la minaccia di Gezabele. Era necessario che l’uomo di Dio comprendesse l’inammissibilità dell’esperienza che stava vivendo rispetto all’importante ruolo che gli era stato affidato.PR 94.2
In questo momento Dio rivolse al suo profeta la domanda: “Che fai qui, Elia?” Ti ho mandato presso il torrente Cherit, poi dalla vedova di Sarepta. Ti ho incaricato di tornare da Israele per affrontare i sacerdoti idolatri sul Carmelo. Ti ho dato la forza necessaria per guidare il carro del re fino alla porta di Izreel. Ma chi ti ha detto di fuggire così rapidamente nel deserto? Quale incarico stai adempiendo qui?PR 94.3
Con l’animo amareggiato, Elia si lamentò: “Signore, Dio dell’universo, sono stato preso da un’ardente passione per te, quando ho visto che gli Israeliti hanno violato il tuo patto, hanno demolito i tuoi altari e hanno ucciso i tuoi profeti. Sono l’unico rimasto ma cercano di togliermi la vita”. 1 Re 19:10. Invitando il profeta a uscire dalla caverna, l’angelo gli disse di rimanere sulla montagna davanti all’Eterno e ascoltare la sua parola. “Infatti il Signore stava passando. Davanti a lui un vento fortissimo spaccava le montagne e fracassava le rocce, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento venne il terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto venne il fuoco, ma il Signore non era neppure nel fuoco. Dopo il fuoco, Elia udì come un lieve sussurro. Si coprì la faccia col mantello, uscì sull’apertura della grotta...”. 1 Re 19:11-13.PR 94.4
Dio si rivelò al suo servitore, non con violente manifestazioni della sua potenza, ma mediante un “lieve sussurro”. In questo modo voleva insegnare a Elia che non è sempre l’opera eseguita nelle condizioni più brillanti a essere la più efficace per la realizzazione del progetto divino. Mentre Elia aspettava che il Signore si rivelasse a lui, ecco scatenarsi una violenta tempesta, accompagnata da tuoni e fulmini, seguita da un fuoco divorante. Ma Dio non era negli elementi infuriati. Si udì poi un lieve sussurro e il profeta allora si coprì il capo alla presenza del Signore; egli si calmò e il suo spirito fu addolcito e reso mansueto. Ora capiva che soltanto una fiducia serena e una salda fede in Dio gli avrebbero permesso di trovare aiuto nei momenti difficili.PR 95.1
Gli uomini non vengono sempre convinti e convertiti da una dotta presentazione della verità di Dio. I cuori degli uomini non si raggiungono né con la logica né con l’eloquenza, ma tramite il dolce influsso dello Spirito Santo che opera silenziosamente ma con efficacia per la trasformazione e lo sviluppo del carattere. È soltanto il lieve sussurro dello Spirito di Dio che può cambiare il cuore.PR 95.2
“Che fai qui, Elia?” chiese nuovamente la voce e il profeta ripeté le stesse parole. 1 Re 19:14. Dio disse a Elia che quanti in Israele avevano agito male non sarebbero rimasti impuniti. Sarebbero stati scelti alcuni uomini per realizzare il piano divino e per punire il regno idolatra. Vi era ancora un’opera difficile da compiere; a tutti doveva essere offerta la possibilità di ritornare al vero Dio. Elia doveva rientrare in Israele e congiungersi ad altri per operare una riforma. Il Signore gli ordinò: “Ritorna sui tuoi passi in direzione del deserto di Damasco. Entra in città e consacra Cazael re di Aram. Poi va’ a consacrare re d’Israele Ieu, figlio di Nimsi, e consacra come profeta al posto tuo Eliseo, figlio di Safat, originario di Abel-Mecola. Chi sfuggirà alla spada di Cazael sarà ucciso da Ieu. Chi scamperà alla spada di Ieu sarà ucciso da Eliseo”. 1 Re 19:15-17.PR 95.3
Elia aveva pensato di essere rimasto il solo in Israele ad adorare il vero Dio. Ma colui che legge nel cuore degli uomini gli rivelò che vi erano molti altri che, nel corso dei lunghi anni di apostasia, gli erano rimasti fedeli. “Risparmierò settemila Israeliti, tutti quelli che non hanno piegato le ginocchia davanti al dio Baal e non hanno baciato la sua statua”. 1 Re 19:18.PR 95.4
Dall’esperienza di Elia in quei giorni di scoraggiamento e di apparente sconfitta possono essere tratte molte lezioni. L’apostasia che attualmente regna ovunque è simile a quella che si era diffusa in Israele al tempo del profeta. Folle intere seguono ancora oggi Baal esaltando l’umano rispetto al divino, incensando le celebrità, adorando Mammona, il dio della ricchezza, e ponendo la scienza al di sopra delle verità della rivelazione divina. Il dubbio e l’incredulità esercitano il loro influsso negativo sulla mente e sul cuore e le teorie umane sostituiscono la verità di Dio. Viene pubblicamente insegnato che noi, oggi, siamo giunti a un’epoca in cui la ragione deve prevalere sugli insegnamenti della Parola di Dio. La legge di Dio, divina regola di giustizia, viene considerata inutile. Il nemico della verità esercita il suo potere per indurre gli uomini a porre le istituzioni terrene al posto di Dio e a dimenticare tutto ciò che era stato stabilito per la felicità e la salvezza dell’umanità.PR 95.5
Comunque, questa apostasia, per quanto diffusa, non è universale. Non tutti gli uomini vivono senza legge e amano la trasgressione. Non tutti si sono schierati dalla parte del nemico. Dio ha molte migliaia di figli che non hanno piegato le loro ginocchia davanti a Baal e che desiderano comprendere meglio le verità riguardanti il Cristo e la sua legge. Ve ne sono anche molti che hanno adorato Baal per ignoranza e nei confronti dei quali sta operando lo Spirito di Dio. Essi hanno bisogno dell’aiuto di coloro che hanno conosciuto Dio e la potenza della sua Parola. Oggi ogni figlio di Dio dovrebbe impegnarsi attivamente per aiutare il prossimo.PR 96.1
Quando coloro che conoscono le verità bibliche le trasmetteranno a uomini e donne che sono disposti ad accettare il messaggio divino, godranno dell’assistenza degli angeli di Dio. E con la presenza degli angeli si può avanzare senza timori. Grazie a questo impegno molti abbandoneranno l’idolatria e saranno guidati all’adorazione del Dio vivente. Molti cesseranno di esaltare le istituzioni umane e si schiereranno con decisione per Dio e per la sua santa legge.PR 96.2
Siccome questi risultati dipendono in gran parte dall’incessante attività dei figli di Dio fedeli e sinceri, Satana fa l’impossibile per indurli a disubbidire, affinché i piani di Dio non si realizzino. Ad alcuni fa perdere di vista la nobile e santa missione alla quale sono stati chiamati e li rende sensibili ai piaceri della vita. Li spinge a sistemarsi in case confortevoli o a cambiare residenza se i vantaggi materiali sembrano più interessanti altrove. In questo modo abbandonano delle località in cui avrebbero potuto esercitare il loro influsso. Altri vengono indotti da Satana a lasciare il lavoro quando lo scoraggiamento s’impadronisce di loro a causa dell’opposizione o della persecuzione. Ma il Signore ama tutti questi uomini.PR 96.3
A ogni figlio di Dio, la cui voce è stata spenta dal nemico, viene rivolta la domanda: “Che fai tu qui? Io ti ho dato il compito di andare in tutto il mondo, di predicare il Vangelo e di preparare un popolo per il gran giorno di Dio; perché sei qui? Chi ti ha mandato?”PR 96.4
La gioia di Cristo, nonostante il suo sacrificio e le sue sofferenze, era motivata dalla salvezza degli uomini. Tale gioia dovrebbe essere provata da tutti i veri discepoli e mobilitare i loro interessi. Coloro che si rendono conto, anche su scala ridotta, di ciò che significa la loro redenzione e quella del prossimo, potranno comprendere in qualche modo le necessità dell’umanità. Proveranno un profondo interesse vedendo la decadenza morale e spirituale di migliaia di peccatori immersi nell’errore e la cui sofferenza fisica non è paragonabile a quella morale.PR 97.1
Alle famiglie e ai singoli individui è rivolta la domanda: “Che cosa fai qui?” In molte chiese vi sono famiglie che conoscendo bene il messaggio della Parola di Dio potrebbero ampliare la loro sfera d’azione e d’influsso trasferendosi in luoghi dove mancano i predicatori della Parola per poterli facilmente sostituire. Dio invita queste famiglie ad andare in quelle regioni in cui nessuno conosce il messaggio della salvezza e impegnarsi con saggezza e perseveranza in favore di coloro che vivono nelle tenebre spirituali. Ma per accettare questo appello bisogna essere disposti a fare dei sacrifici. Le persone muoiono senza speranza e senza Dio; mentre coloro che dovrebbero rispondere all’appello divino, prima di prendere una decisione, aspettano che gli ostacoli vengano rimossi. Per i vantaggi che la società offre loro, per il desiderio di acquisire la conoscenza scientifica, gli uomini sono disposti ad avventurarsi in regioni malsane e sopportare avversità e privazioni. Dove sono invece quelli disposti a fare altrettanto, motivati dall’amore e dal desiderio di parlare ad altri del Salvatore?PR 97.2
Se in circostanze particolarmente difficili uomini dotati di vigore spirituale, tormentati al di là delle loro forze, si scoraggiano e si abbattono convinti dell’inutilità della vita, ricordino Elia e ritrovino il coraggio ispirandosi all’esempio offerto dal profeta. Si ricordino che uno dei profeti più potenti fuggì per salvare la propria vita minacciata dall’ira di una donna furibonda. Ma fu proprio quando la sua speranza sembrava svanita, perché tutta l’opera della sua vita stava per essere distrutta, che imparò una delle lezioni più preziose: la necessità e la possibilità di confidare in Dio anche in circostanze apparentemente difficili.PR 97.3
Se coloro che hanno impegnato tutte le loro energie al servizio di un’iniziativa che implicava dei sacrifici sono caduti in preda al dubbio e allo scoraggiamento, pensino all’esempio offerto dal profeta per ritrovare il loro coraggio. L’interesse costante di Dio, il suo amore e la sua potenza si manifestano particolarmente nei confronti di coloro che lavorano per lui e il cui zelo è frainteso o criticato, i consigli e i rimproveri disprezzati e il desiderio di riforma contrastato dall’odio e dalla resistenza.PR 97.4
Quando siamo più deboli Satana ci presenta le tentazioni più crudeli. In questo modo aveva sperato di trionfare sul Figlio di Dio poiché aveva già ottenuto tante vittorie sugli uomini. Ogni volta che la volontà si indeboliva e la fede si affievoliva, coloro che con grande coraggio e per lungo tempo avevano lottato per la giustizia finivano col cedere alla tentazione.PR 98.1
Stanco per i quarant’anni di peregrinazioni nel deserto, per le lotte contro l’incredulità, Mosè perse per un certo periodo di tempo il suo contatto con Dio. Si dimostrò debole proprio quando doveva entrare nella terra promessa. Elia visse un’esperienza simile. L’uomo che aveva manifestato la sua fiducia nell’Eterno durante gli anni di siccità e di carestia, che si era fatto annunciare senza timore al re Acab, che per un’intera giornata, sul monte Carmelo, si era presentato al popolo d’Israele come l’unico testimone del vero Dio, ora, in un momento di stanchezza, lasciava che la paura della morte avesse il sopravvento sulla sua fede.PR 98.2
Anche oggi è così. Quando siamo messi alle strette dal dubbio, resi perplessi dalle circostanze, o abbattuti per la povertà o le sofferenze, allora Satana cerca di indebolire la nostra fiducia in Dio, sottolinea i nostri errori e cerca di indurci a dubitare di Dio e del suo amore. In questo modo spera di farci cadere nello scoraggiamento e di separarci dal Signore.PR 98.3
Coloro che trovandosi in prima linea, sono incaricati dallo Spirito Santo di svolgere un’opera speciale, spesso hanno questa reazione quando la tensione si allenta. Lo sconforto può scuotere perfino la fede più eroica e indebolire la volontà più salda. Ma il Signore comprende ogni cosa e continua ad amare e a comprendere i suoi figli. Legge i moventi e i propositi del cuore. Coloro che sono chiamati a dirigere l’opera di Dio devono imparare ad aspettare pazientemente e confidare in Dio quando non vedono vie d’uscita. Nel momento della prova Dio non li abbandonerà. Nessuno è apparentemente più impotente, ma in realtà più invincibile, dell’uomo che riconosce la propria nullità e confida completamente in Dio.PR 98.4
Quando si presenteranno delle difficoltà non soltanto coloro che assumono incarichi importanti dovranno seguire l’esempio di Elia. Nonostante la sua debolezza il figlio di Dio può aver fiducia in colui che ha dato coraggio al profeta. Il Signore conta sulla fedeltà di tutti coloro ai quali accorda il soccorso necessario. Da solo l’uomo è impotente, ma con Dio è capace di vincere il male e di aiutare i suoi simili ad affrontarlo. È impossibile per Satana trionfare su colui che ha il Signore come suo difensore. “Solo nel Signore troviamo la vittoria e la forza...”. Isaia 45:24.PR 98.5
Amico cristiano, il diavolo conosce la tua debolezza: affidati quindi a Gesù. Contando sull’amore di Dio potrai sopportare la prova. Soltanto la giustizia di Cristo ti darà la forza di arginare l’ondata del male che sta dilagando nel mondo. La tua vita sia caratterizzata dalla fede. La fede alleggerisce ogni peso, attenua ogni stanchezza. Tramite una costante fiducia in Dio, potrai accettare le difficoltà della vita che oggi ti appaiono misteriose. Cammina per fede nel sentiero tracciato da Dio; dovrai affrontare le prove ma avanzerai costantemente. Esse serviranno a rafforzare la tua fede e a prepararti per l’opera che Dio ti ha affidato. Il racconto sacro non è scritto soltanto perché lo leggiamo e ne rimaniamo meravigliati, ma perché possiamo ottenere una fede simile a quella che possedevano un tempo i profeti di Dio. Il Signore agisce anche oggi con la stessa potenza di allora. Ovunque trova uomini pieni di fede per servire come canale di comunicazione della sua potenza.PR 99.1
A noi, come a Pietro un tempo, il Signore dice: “...Satana ha preteso di passarvi al vaglio, come si fa con il grano per pulirlo. Ma io ho pregato per te, perché tu sappia conservare la tua fede”. Luca 22:31, 32. Cristo non abbandonerà mai coloro per i quali ha dato la vita. Possiamo dimenticarlo, essere vinti dalla tentazione, ma egli non respingerà colui che è venuto a riscattare a prezzo del suo sangue.PR 99.2
Se avessimo una più chiara visione spirituale vedremmo gli uomini cadere sotto il peso della tentazione e del dolore, sul punto di morire per lo scoraggiamento. Vedremmo gli angeli volare rapidamente in soccorso di coloro che sono tentati, respingendo le forze del male che li assediano e mettendoli in salvo sulla “roccia eterna”. Le battaglie che scoppiano fra questi due eserciti sono reali quanto quelle che vediamo intorno a noi e i destini eterni dipendono dalla vittoria in questo conflitto spirituale.PR 99.3
Nella celebre visione del profeta Ezechiele, una mano appare sotto le ali dei cherubini. Lo scopo di questa visione è quello di sottolineare ai servitori di Dio che è grazie alla potenza divina che si può vincere. Coloro che il Signore sceglie come messaggeri non devono pensare che l’opera di Dio dipenda da loro. Esseri così limitati non potrebbero assumersi questa responsabilità. Colui che non sonnecchia e non dorme è costantemente impegnato a realizzare i suoi progetti, è lui che compirà l’opera. Impedirà l’adempimento dei piani dei malvagi e confonderà le idee di coloro che tramano il male nei confronti dei figli di Dio. Colui che è il Re dei re e il Signore dei signori siede fra i cherubini e, in mezzo al tumulto e alle contese delle nazioni, rasserena i suoi figli. Quando le fortezze dei re saranno abbattute, quando il giudizio di Dio si esprimerà nei confronti dei suoi nemici, il suo popolo sarà al sicuro.PR 99.4