Loading...
Larger font
Smaller font
Copy
Print
Contents
Messaggi Scelti, Vol. 1 - Contents
  • Results
  • Related
  • Featured
No results found for: "".
  • Weighted Relevancy
  • Content Sequence
  • Relevancy
  • Earliest First
  • Latest First
    Larger font
    Smaller font
    Copy
    Print
    Contents

    CAPITOLO 30—LA LEGGE E IL VANGELO

    Quando i Giudei rifiutarono Cristo, rigettarono le fondamenta della loro fede. D’altra parte, il mondo cristiano di oggi che pretende di credere in Cristo, allo stesso modo respinge la legge di Dio e commette lo stesso errore dei Giudei. Quelli che professano di afferrarsi a Cristo, centralizzando le loro speranze in Lui, pur disprezzando la legge morale e le profezie, non sono nella posizione migliore per riversare il disprezzo sugli Ebrei increduli. Essi non possono richiamare i peccatori al pentimento, dal momento che loro stessi non sono in grado di spiegare di cosa dovrebbero pentirsi.MS1 186.1

    Il peccatore, prima di essere esortato ad abbandonare i suoi peccati, ha il diritto di chiedersi, che cos’è il peccato? Coloro che rispettano la legge di Dio, possono rispondere che il peccato è la trasgressione della legge. In conferma a questo, l’apostolo Paolo dice: ho conosciuto il peccato attraverso la legge.MS1 186.2

    Solo quelli che riconoscono le domande vincolanti della legge morale, possono spiegare la natura dell’espiazione. Cristo è venuto sulla terra per essere un Mediatore tra Dio e l’uomo, per riconciliare l’uomo con il Creatore attraverso la legge. Nella legge non esiste alcun potere nel perdonare i trasgressori. Solo Gesù ha potuto pagare il debito del peccatore pentito, ma questo non gli concede di continuare a trasgredire la legge di Dio, anzi, d’ora in poi egli deve vivere in obbedienza a quella legge.MS1 186.3

    La legge di Dio esisteva prima della creazione dell’uomo, altrimenti Adamo non avrebbe peccato. Dopo la sua caduta, i principi della legge non sono stati cambiati, anzi furono definitivamente confermati. Cristo, in accordo con il Padre, istituì le offerte sacrificali. In altre parole, ciò significava che la morte non doveva ricadere immediatamente sul trasgressore, ma essa doveva essere trasferita su una vittima che prefigurava l’offerta, grande e perfetta, del Figlio di Dio.MS1 186.4

    I peccati del popolo dovevano essere trasferiti simbolicamente al sacerdote officiante, che era il Mediatore del popolo. Il sacerdote stesso, non poteva diventare l’offerta per il peccato ed effettuare un’espiazione con la sua vita, perché anche lui era un peccatore. Pertanto, invece di soffrire lui stesso la morte, sacrificava un agnello senza difetto, e il castigo del peccato veniva trasferito sulla bestia innocente, e in questo modo essa diventava il suo sostituto immediato e simbolizzava la perfetta offerta di Gesù Cristo. Attraverso il sangue di questa vittima, l’uomo poteva guardare avanti nel futuro con fede attraverso il sangue di Cristo, che avrebbe espiato le trasgressioni di tutta l’umanità.MS1 186.5

    Larger font
    Smaller font
    Copy
    Print
    Contents