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Messaggi Scelti, Vol. 1 - Contents
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    CAPITOLO 36—NON VI SONO GERARCHIE E CASTE IN CRISTO*Questo articolo è stato pubblicato nel The Review and Herald, 22 Dicembre 1891

    L’angelo più potente dei cieli non aveva alcun potere per pagare il riscatto di un’anima perduta. I Cherubini e i Serafini, hanno solo la gloria che il Creatore gli ha donato come sue creature, mentre la riconciliazione dell’uomo con Dio poteva essere realizzata solo attraverso un Mediatore, che fosse uguale a Dio, che possedesse gli attributi che lo nobilitassero e lo dichiarassero degno di mediare col Dio infinito in favore dell’uomo, e ancora di rappresentare Dio davanti al mondo caduto. Il sostituto e garante dell’uomo doveva avere la natura dell’uomo, e avere un legame con la famiglia umana che doveva rappresentare, e come ambasciatore di Dio, doveva partecipare alla natura divina, e avere un’unione con l’Infinito al fine di manifestare Dio davanti al mondo ed essere un Mediatore tra Dio e L’uomo.MS1 211.1

    Queste qualifiche sono state trovate solo in Cristo. Rivestendo la natura umana, venne sulla terra per essere chiamato il Figlio dell’uomo e il Figlio di Dio. Egli era il garante per l’uomo, e l’ambasciatore di Dio — il garante per l’uomo, nel soddisfare attraverso la Sua giustizia (di Cristo) le richieste della legge di Dio al posto dell’uomo, e il rappresentante di Dio per manifestare il Suo carattere (di Dio) davanti all’umanità perduta. MS1 211.2

    Il Redentore del mondo possedeva il potere di attirare gli uomini a Sé, di acquietare le loro paure, di dissipare le loro tristezze, di infondere in loro la speranza e il coraggio, di permettergli di credere nella volontà di Dio e di riceverlo mediante i meriti del Sostituto divino. Come oggetto dell’amore di Dio, dovremmo essere grati di avere un Mediatore, un Avvocato, un Intercessore nelle coorti celesti, che supplica in nostro favore davanti al Padre.MS1 211.3

    Abbiamo tutto ciò che si potrebbe chiedere per ispirarci fede e fiducia in Dio. Nei tribunali terreni, quando un re vuole dare la massima garanzia che assicuri la sua veridicità, egli dà il proprio figlio come ostaggio, affinché questi possa essere riscattato quando si compie la promessa del re. Ecco quanto è grande il pegno di fedeltà del Padre: perché quando volle assicurare gli uomini dell’immutabilità dei suoi consigli, diede il Suo Unigenito Figlio affinché venisse sulla terra e prendesse la natura umana, non solo per brevi anni di vita, ma per ritenere questa natura nelle coorti celesti come garanzia eterna della fedeltà di Dio..MS1 211.4

    “Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo. Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui”.
    1 Giovanni 3:1
    MS1 212.1

    Attraverso la fede in Cristo, noi diventiamo membri della famiglia reale, eredi di Dio e coeredi di Gesù Cristo. Siamo uno in Cristo. Quando guardiamo al Calvario e vediamo la Maestà Sofferente che, nella natura dell’uomo e per lui ha sostenuto la maledizione della legge, sono cancellate tutte le distinzioni nazionali, tutte le differenze settarie, si perde tutto l’onore delle gerarchie, tutto l’orgoglio delle caste.MS1 212.2

    La luce che brilla dal trono di Dio sopra la croce del Calvario pone fine per sempre alle separazioni fatte dagli uomini tra classi e razze. Uomini d’ogni classe sociale diventeranno membri di una sola famiglia e figli del Re celeste, non attraverso il potere terreno, ma attraverso l’amore di Dio che diede Gesù perché vivesse una vita di povertà, afflizione e umiliazione, per subire la vergogna della morte, affinché potesse condurre molti suoi figli verso la gloria celeste.MS1 212.3

    Non è la posizione sociale, non è la saggezza, non sono le qualità, non sono i doni di una persona che la fa diventare speciale davanti a Dio. L’intelletto e i talenti degli uomini sono doni di Dio, e devono essere impiegati alla Sua gloria e per l’edificazione del Suo regno eterno. Davanti agli occhi del Signore contano solo il carattere spirituale e morale. Questi valori sopravvivranno alla tomba e saranno resi gloriosi con l’immortalità per i secoli infiniti dell’eternità. La regalità mondana così altamente onorata dagli uomini, non uscirà dal sepolcro dove fu deposta. Le ricchezze, gli onori, la saggezza degli uomini che hanno servito i propositi del nemico, non porterà ai suoi possessori alcun onore, o alcuna posizione di fiducia nel mondo a venire. Solo coloro che hanno apprezzato la grazia di Cristo, saranno resi eredi di Dio e coeredi di Cristo, e usciranno dalla tomba portando l',immagine del loro Redentore. MS1 212.4

    Tutti quelli che si sono resi degni di essere considerati membri della famiglia di Dio, si riconosceranno tra loro come figli e figlie di Dio. Essi si renderanno conto, che tutti ricevono la loro forza e il perdono dalla stessa fonte, ossia da Gesù Cristo, che è stato crocefisso per i loro peccati. Essi sanno che potranno lavare le loro vesti (il carattere) nel sangue di Cristo, affinché siano accettati dal Padre nel suo nome, se desiderano stare nella brillante assemblea dei santi, rivestiti con le bianche vesti della giustizia.MS1 212.5

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