CAPITOLO 27—LA GRAZIA DELLA CORTESIA
Coloro che lavorano per Cristo, devono essere puri, retti e degni di fiducia, avere un cuore tenero, essere compassionevoli e cortesi. C’è una grazia speciale nell’atteggiamento di coloro che sono veramente cortesi. Le parole gentili, lo sguardo dolce, un comportamento cortese, sono di valore inestimabile. I cristiani scortesi, a causa della loro trascuratezza nell’atteggiamento verso gli altri, dimostrano che non sono uniti a Cristo. È impossibile essere uniti a Cristo e nello stesso tempo essere scortesi.MS3 194.1
Ciò che Cristo era nella Sua vita su questa terra è come dovrebbe essere ogni vero cristiano. Egli è il nostro esempio, non solamente nella sua impeccabile purezza, ma nella Sua pazienza, nella Sua dolcezza, e nella Sua amabile predisposizione. Lui era fermo come una roccia in ciò che concerneva la verità e il dovere, ma era sempre buono e cortese. La Sua vita fu un perfetta illustrazione della vera cortesia. Aveva sempre uno sguardo buono e una parola di conforto per i bisognosi e gli oppressi.MS3 194.2
La Sua presenza introduceva un’atmosfera più pura nel focolare, e la sua vita era un fermento attivo tra gli elementi della società. Innocente e incorruttibile, camminava tra i trascurati, i rudi, gli scortesi, in mezzo ai pubblicani, agli arbitrari samaritani, i soldati pagani, i rozzi contadini, e la moltitudine mista. Aveva una parola di simpatia qui e un’altra parola lì quando vedeva gli uomini stanchi, e obbligati a portare pesanti pesi. Condivideva i loro pesi e ripeteva loro le lezioni che aveva imparato dalla natura riguardo l’amore, la bontà e l’amabilità di Dio. Cercava di ispirare la speranza nei più rozzi, dando loro la sicurezza che potevano diventare irreprensibili e innocenti, acquisire un carattere che li rendesse figli di Dio.MS3 194.3
Il ministero verso i non credentiMS3 194.4
Benché fosse Giudeo, Cristo si mescolò con i Samaritani, annullando i costumi farisaici della sua nazione. Di fronte ai loro pregiudizi, lui accettò l’ospitalità di questo popolo tanto disprezzato. Dormì sotto i loro tetti, mangiò con loro alle loro tavole, prese il cibo preparato e servito dalle loro mani, insegnò nelle loro strade, trattandoli con la più tenera bontà e cortesia.MS3 194.5
Gesù si sedette come ospite d’onore alla tavola dei pubblicani, e mediante la sua simpatia e la sua socievole bontà dimostrò che lui riconosceva la dignità degli esseri umani, e gli uomini desideravano essere degni della Sua fiducia. Per le loro anime assettate, le Sue parole erano una benedizione vivificante. Si risvegliavano nuovi impulsi, e la possibilità di una nuova vita si apriva davanti a questi reietti della società.MS3 194.6
Un potente argomento in favore del VangeloMS3 195.1
L’amore di Cristo addolciva il cuore e levigava ogni durezza della predisposizioni del carattere umano. Impariamo da Lui a combinare un alto senso di purezza e integrità con un temperamento allegro. Un cristiano gentile e cortese è l’argomento più potente che si possa presentare in favore dell’Evangelo.MS3 195.2
La condotta di alcuni cristiani è molto carente di bontà e cortesia. Forse la loro sincerità non si mette in dubbio, o la loro rettitudine non può essere messa in discussione, tuttavia la loro sincerità e rettitudine non giustificherà la loro mancanza di cortesia e gentilezza. Costoro devono rendersi conto che il piano di redenzione è un piano di misericordia, messo in azione per addolcire tutto ciò che è duro e aspro nella natura umana. Abbiamo bisogno di coltivare quella rara cortesia cristiana che rende gli uomini buoni e rispettosi con tutti. Il cristiano deve essere pieno di simpatia e sincerità, compassionevole onesto e retto.MS3 195.3
Gli uomini del mondo studiano per essere cortesi, per diventare gradevoli il più possibile. Studiano affinché le loro parole e modi abbiano la massima influenza su quelli con cui si associano. Usano le loro conoscenze e le loro capacità così abilmente per ottenere questo obiettivo. I figli di questo secolo, nelle relazioni con quelli della loro generazione, sono più accorti dei figliuoli della luce. Luca 16:8MS3 195.4
Durante il cammino della vostra vita, incontrerete persone la cui vita è tutt’altro che facile. Fatica e privazioni, senza alcuna speranza di cose migliori nel futuro, rendono i loro pesi ancora più pesanti. E quando il dolore e la malattia si aggiunge, il peso diventa maggiore di quello che possono sopportare. Logorati dalle preoccupazioni, gli oppressi non sanno a chi rivolgersi per ottenere il sollievo. Quando incontrerete queste persone, impegnatevi con tutto il cuore per aiutarli. Non è volontà di Dio che i suoi figli si chiudano in sé stessi. Ricordiamoci che Cristo è morto per loro come è morto per noi. Dobbiamo imparare a essere misericordiosi e cortesi nei loro confronti, perché questo aprirà la via per poterli aiutare, per conquistare la loro fiducia, per infondere loro speranza e coraggio.MS3 195.5
La grazia di Cristo cambia l’uomo nella sua totalitàMS3 195.6
L’apostolo ci esorta:MS3 195.7
Come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta, poiché sta scritto: Siate santi, perché io sono santo”. 1 Pietro 1:15,16MS3 195.8
La grazia di Cristo può cambiare l’uomo, raffinando chi è aspro, rendendo amabile chi è duro, e generoso chi è egoista. Domina il temperamento e la voce. La sua opera si vede nella cortesia e nella tenera considerazione manifestate dal fratello verso il fratello con parole buone e incoraggianti e in azioni disinteressate. In ogni casa dove c’è la gentilezza è presente un angelo. La vita di queste persone emana un dolce profumo, che è come un incenso santo che ascende verso Dio.MS3 195.9
L’amore si manifesta nella bontà, nell’amabilità, nella tolleranza e pazienza. L’espressione del volto cambia. La pace del cielo si rivela in loro. Si vede un’abituale dolcezza, un amore più che umano. L’umanità è partecipe della divinità. Cristo è onorato nella perfezione del carattere. Mentre questi cambiamenti sono accresciuti, gli angeli irrompono con canti gioiosi, Dio e Cristo si rallegrano per queste anime modellate alla loro divina somiglianza.MS3 196.1
Toni piacevoli e linguaggio corretto MS3 196.2
Dobbiamo abituarci a parlare in toni piacevoli, a usare un linguaggio puro e corretto. Le parole amabili sono come dolce rugiada per l’anima. La Scrittura ci dice, che la grazia di Cristo era sparsa sulle sue labbra affinché potesse “…parlare allo stanco”. (Isaia 50:4) E il Signore ci ordina Che il vostro parlare sia sempre con grazia. (Colossesi 4:6) …al fine di dare grazia agli ascoltatori. (Efesini 4:29).MS3 196.3
Alcune delle persone con cui vi relazionate sono aspre e scortesi, ma proprio per questo non dovete essere scortesi voi stessi. Chi desidera essere rispettato, deve essere attento a non ferire inutilmente il rispetto degli altri. Questa sacra regola si deve osservare verso i più duri, quelli che sono meno considerati.MS3 196.4
Voi non sapete ciò che il Signore si propone di fare con queste persone che apparentemente non promettono nulla. In passato, il Signore ha incluso nella Sua opera, persone poco prominenti e insignificanti. Il suo Spirito agendo nel cuore risveglia ogni facoltà per un’azione vigorosa. Egli vide in queste pietre grezze, non lavorate, del materiale prezioso che avrebbe sopportato la prova della tempesta, del fuoco e dell’oppressione. Dio non vede come vede l’uomo. Lui non giudica dalle apparenze, ma scruta il cuore, e giudica rettamente.MS3 196.5
Dimentichiamoci di noi stessi, cerchiamo sempre di rallegrare gli altri, di alleviare i loro pesi con azioni di tenera bontà e atti d’amore disinteressato. Queste considerazioni cortesi, cominciando da casa nostra, e poi estendendole ben oltre il circolo familiare, rendono la vita felice; mentre la trascuratezza di tutto questo costituisce una parte della miseria della vita.
Manoscritto 69, 1902 (Pubblicato nel Review and Herald, 20 agosto 1959)MS3 196.6