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Temperanza - Contents
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    6. Alcol e persone in posizioni di responsabilità

    Lezioni sul caso di Nadab e AbihuLTI 45.1

    Nadab e Abihu, i figli di Aronne ministravano nel sacro ufficio sacerdotale, dove, come era loro abitudine si presentavano davanti al Signore per ufficiare il Servizio sacro ubriachi di vino. I sacerdoti che bruciavano incenso davanti al Signore dovevano usare il fuoco dell’altare di Dio che ardeva giorno e notte, e mai si spegneva. Dio diede indicazioni esplicite riguardo al modo in cui si doveva realizzare ogni parte del suo servizio affinché tutto quello che fosse relazionato col suo culto sacro fosse in accordo con il suo santo carattere.LTI 45.2

    Ogni minimo cambiamento delle indicazioni espresse da Dio in relazione al suo sacro servizio era passibile di morte. Nessun sacrificio sarebbe stato accettato da Dio se non fosse stato condito col sale del fuoco divino, che rappresentava la comunicazione tra Dio e l’uomo, accessibile solamente attraverso Gesù Cristo. Il fuoco sacro che doveva essere messo nell’incensiere era mantenuto acceso perennemente, e mentre i figli di Dio all’entrata stavano pregando ferventemente, l’incenso illuminato dal fuoco sacro doveva salire davanti a Dio mescolato con le loro preghiere. Questo incenso era un emblema della mediazione di Cristo.LTI 45.3

    I figli di Aronne presero del fuoco comune, che Dio non accettava, e offrirono un insulto al Dio Infinito presentando questo fuoco strano davanti a Lui. Per il loro disprezzo deliberato, Dio li consumò col fuoco. Le loro opere erano come l’offerta di Caino. In esse non era rappresentato il divino Salvatore. Se i figli di Aronne avessero avuto il controllo completo delle loro facoltà pensanti, avrebbero capito la differenza tra il fuoco comune e quello sacro. La gratificazione del loro appetito degradò le loro facoltà e oscurò in tal modo il loro intelletto che estinse le loro capacità di discernimento. Essi compresero pienamente il carattere sacro del servizio simbolico e la terribile solennità e responsabilità che pesavaLTI 45.4

    su di loro nel presentarsi davanti a Dio per ministrare nel servizio sacro.LTI 46.1

    Erano responsabiliLTI 46.2

    Qualcuno potrebbe chiedersi: Come potevano i figli di Aronne essere responsabili quando il loro intelletto era così paralizzato dall’ubriachezza che non potevano discernere la differenza tra il fuoco sacro e il profano? Nel momento in cui portarono alle loro labbra la coppa si resero responsabili di tutte le azioni che commisero sotto l’influsso del vino. La compiacenza dell’appetito costò la vita a questi sacerdoti. Dio proibì espressamente l’uso del vino che influisce sull’intelletto offuscandolo.LTI 46.3

    “L’Eterno parlò ad Aaronne, dicendo: ‘Non bevete vino né bevande alcooliche tu e i tuoi figliuoli quando entrerete nella tenda di convegno, affinché non muoiate; sarà una legge perpetua, di generazione in generazione; e questo, perché possiate discernere ciò ch’è santo da ciò che è profano e ciò che è impuro da ciò ch’è puro, e possiate insegnare ai figliuoli d’Israele tutte le leggi che l’Eterno ha dato loro per mezzo di Mosè’. (Levitico 10:8-11)LTI 46.4

    Qui abbiamo le chiarissime indicazioni di Dio, e le sue ragioni per proibire l’uso del vino, affinché la loro facoltà di distinzione e di discernimento fosse chiara, e non confusa in alcun modo; affinché il loro giudizio fosse corretto e potessero sempre discernere tra il puro e l’impuro. Un’altra ragione importante per cui dovevano astenersi da tutto ciò che poteva ubriacare e per cui si richiedeva il pieno uso della ragione libera era di presentare ai figli d’Israele tutti gli statuti che Dio gli aveva dato.LTI 46.5

    Requisiti dei dirigenti spiritualiLTI 46.6

    Ogni cibo e bevanda che impedisce l’esercizio sano e attivo delle facoltà mentali è un peccato provocante al cospetto di Dio. Questo è soprattutto il caso di tutti quelli che ministrano le cose sante,LTI 46.7

    perché in ogni momento dovrebbero essere di esempio per il popolo, per essere in condizioni d’istruirlo adeguatamente.LTI 47.1

    I ministri che si presentano davanti al sacro altare per pronunciare la Parola di Dio con le labbra contaminate sono un abbominio. Essi credono che il Signore non prende nota della loro indulgenza peccaminosa. Poiché la sentenza contro una cattiva azione non è prontamente eseguita, il cuore dei figli degli uomini è pieno di voglia di fare il male. (Ecclesiaste 8:11) Il Signore non è più disposto a ricevere un sacrificio dalle mani macchiate di quelli che in questo modo col loro servizio offrono l’incenso del tabacco e dell’alcol, come non ha gradito l’incenso offerto dai figli di Aronne che offrirono incenso con un fuoco profano.LTI 47.2

    Dio non è cambiato. Egli è specifico e preciso nelle sue richieste, oggi, come lo fu ai giorni di Mosè. Ma oggigiorno, nei santuari dedicati al culto, insieme ai canti di lode, le preghiere e gli insegnamenti dal pulpito, non c’è solo fuoco strano ma anche un’aperta corruzione.LTI 47.3

    Invece di predicare la Verità con la santa unzione che proviene da Dio, essa è presentata sotto l’influsso di tabacco o alcol. Fuoco strano, certo! Si presenta la Verità e la santità biblica alla gente, e si offrono a Dio le preghiere mescolate con l’odore del tabacco.LTI 47.4

    Questo incenso è quello che piace a Satana. Che inganno terribile! Che offesa per Dio! Che insulto per Colui che è Santo e abita nella luce inaccessibile! Se la facoltà della mente di chi si professa cristiano avesse un sano vigore, saprebbe discernere l’incoerenza di un tale culto.LTI 47.5

    Come nel caso di Nadab e Abihu, le loro facoltà erano così corrotte, che non facevano nessuna differenza tra il sacro e il profano. Le cose sacre e sante sono ribassate al livello del loro alito contaminato dal tabacco, dei loro cervelli offuscati, delle loro anime macchiate, contaminate dall’indulgenza dell’appetito e della passione. Professi cristiani mangiano, bevono, fumano, e masticano tabacco,LTI 47.6

    trasformandosi in ghiottoni e ubriachi, per compiacere l’appetito, e tuttavia parlano di vincere come Cristo vinse!LTI 48.1

    Redemption; or the Temptation of Christ, p. 82-86LTI 48.2

    C’è un forte bisogno di dirigenti con menti lucide e chiareLTI 48.3

    C’è bisogno di dirigenti con menti chiare. Che cosa succede ai nostri legislatori e agli uomini delle nostre corti di giustizia? È necessario che coloro che ministrano le cose sacre abbiano menti chiare e il dominio completo della loro ragione, è importante anche che coloro che fanno o eseguono le leggi della nostra grande nazione abbiano le loro facoltà sgombre? Che diremo dei giudici e dei giurati nelle cui mani sta il potere di disporre della vita umana, le cui decisioni possono condannare l’innocente e lasciare liberi i criminali? Non hanno forse bisogno di avere il pieno controllo sulle loro facoltà mentali? Sono temperanti nelle loro abitudini? Se non lo sono, non sono adatti per tali posizioni di responsabilità. Quando gli appetiti sono pervertiti, le facoltà mentali sono indebolite, esiste il pericolo che gli uomini non governino con giustizia. La compiacenza in quello che offusca la mente, è oggi meno pericolosa rispetto a quando Dio ha posto restrizioni a coloro che servivano nel culto divino?LTI 48.4

    Christian Temperance and Bible Hygiene, p. 19LTI 48.5

    Quando gli uomini di governo tradiscono il loro incarico.LTI 48.6

    Gli uomini che fanno le leggi che dirigono la vita del popolo, più di chiunque altro dovrebbero ubbidire alle leggi superiori che sono il fondamento di ogni governo nelle nazioni e nelle famiglie. È importante che gli uomini che hanno il potere nelle loro mani, sentano che loro stessi sono sotto un dominio superiore. Ma mai lo sentiranno se le loro menti sono indebolite dalla compiacenza per le droghe e le bevande forti. Quelli che hanno l’incarico di far eseguire le leggi dovrebbero avere tutte le loro facoltà pienamente lucide. Praticando la temperanza in tutte le cose, possono preservare il discernimento tra il sacro e le cose comuni, e avere la saggezza perLTI 48.7

    amministrare con giustizia e integrità, che Dio esigeva dall’antico Israele.LTI 49.1

    Molti di quelli che occupano le più alte posizioni nel servizio pubblico, non si meritano tale fiducia. Loro servono sé stessi, e generalmente fanno uso di droghe, vino e liquori. Avvocati, giurati, giudici, senatori e altri rappresentanti della legge hanno dimenticato che il carattere non è il risultato dei loro sogni. Essi alterano le loro facoltà con indulgenze peccaminose. Dalla loro elevata posizione si abbassano a corrompersi con intemperanza, licenziosità e con ogni forma di male. Le loro facoltà prostituite dal vizio aprono la strada ad ogni male…. Gl’intemperanti non dovrebbero essere collocati in posizioni di fiducia dal voto del popolo.LTI 49.2

    La loro influenza corrompe gli altri, e gravi responsabilità sono in gioco. Con il cervello e i nervi narcotizzati dal tabacco e dagli stimolanti fanno una legge di propria natura, e quando l’effetto degli stimolanti e del liquore passa avviene un collasso. Frequentemente la vita umana si trova in bilico; dalle decisioni di uomini che occupano queste cariche di fiducia dipende la vita e la libertà, o la prigione e l’angoscia. E’ necessario che tutti quelli che hanno parte in queste transazioni siano uomini provati, uomini di cultura, uomini onorati e veri, di ferma integrità, che disprezzano la corruzione, che non permettano che il loro giudizio o le loro convinzioni riguardo a ciò che è corretto siano contorti dalla parzialità o dal pregiudizio.LTI 49.3

    Il Signore dice: Non violare il diritto del povero del tuo popolo nel suo processo. Rifuggi da ogni parola bugiarda; e non far morire l’innocente e il giusto; perché io non assolverò il malvagio. Non accettare presenti; perché il presente acceca chi vede, e perverte le parole dei giusti. (Esodo 23:6,7,8)LTI 49.4

    Signs of the Times, July 8, 1880LTI 49.5

    Solamente uomini strettamente temperanti e integri dovrebbero essere ammessi nelle nostre camere legislative per presiedere nei nostri tribunali. La proprietà, la reputazione e anche la stessa vitaLTI 49.6

    sono insicure affrancate al giudizio di uomini intemperanti e immorali. Quante persone innocenti sono stati condannati a morte, quanti altri sono stati derubati di tutti i loro beni terreni dall’ingiustizia di giurati, avvocati, testimoni e perfino da giudici dediti al bere.LTI 50.1

    Signs of the Times, Febb. 11, 1886LTI 50.2

    Se tutti i magistrati fossero temperantiLTI 50.3

    Se gli uomini di alte responsabilità seguissero le vie del Signore, indicherebbero agli uomini una norma elevata e santa. Coloro che sono in posizioni di fiducia sarebbero strettamente temperanti. Se i magistrati, senatori e giudici avessero una chiara comprensione, il loro giudizio sarebbe sano e non pervertito. Il timore del Signore sarebbe sempre davanti a loro, e sarebbero sostenuti da una saggezza più grande della propria. Il Maestro celeste renderebbe saggi i loro consigli e li fortificherebbe ad agire fermamente in opposizione a tutto ciò che è stato distorto, e migliorare ciò che è corretto, giusto e vero.LTI 50.4

    La Parola di Dio sarebbe la loro guida, ed ogni oppressione sarebbe rifiutata. I legislatori e gli amministratori si sottometterebbero a ogni legge giusta e buona, insegnando sempre la via del Signore per far giustizia e giudizio. Dio è colui che dirige ogni governo e ogni legge buona e giusta. Coloro che hanno la responsabilità di amministrare la legge sono responsabili verso Dio come amministratori dei Suoi beni.LTI 50.5

    Review and Herald, Oct. 1, 1895.LTI 50.6

    Il motivo della destituzione del re BelsasarLTI 50.7

    Nel suo orgoglio e arroganza, con temerario sentimento di sicurezza “Belsasar fece un gran banchetto e invitò mille dei suoi più alti funzionari e si mise a bere vino insieme a loro. (Daniele 5:1) Tutte le attrattive offerte dalla ricchezza e dal potere aumentavano lo splendore della scena. Fra gli ospiti che assistevano al banchetto reale vi erano donne belleLTI 50.8

    e affascinanti, uomini di genio e di grande distinzione. I principi e i dignitari bevevano vino in abbondanza e sotto il suo folle influsso si davano all’orgia. Col cervello offuscato dalla vergognosa ubriachezza e dominato dagli istinti e dalle passioni più basse della natura umana, il re stesso assunse la direzione di quell’orgia.LTI 51.1

    Prophets and Kings. P. 523LTI 51.2

    Nel momento stesso in cui la festa era al suo apice, una pallida mano tracciò sul muro della sala il destino del re e del suo regno: Mene, Mene, Tekel, Uparsin. L’interpretazione di queste parole date a Daniele è la seguente: Tu sei stato pesato sulla bilancia e sei stato trovato mancante. Il tuo regno è stato diviso per essere dato ai Medi e ai Persiani. (vv. 26-28) E la storia ci dice: In quella notte Belsasar re dei Caldei fu ucciso, e Dario il Medo regnò al suo posto. Il re Belsasar non immaginava che un Testimone invisibile potesse contemplare la sua orgia idolatrica. Ma non c’è nulla che si dica o si faccia che non sia registrato nei libri celesti. La scrittura mistica tracciata dalla pallida mano conferma che Dio è testimone di tutto quello che facciamo, e che è disonorato dalle gozzoviglie e dalle orge. Non possiamo nascondere nulla al Signore. Non possiamo sfuggire alle nostre responsabilità davanti a Lui. Dovunque siamo e qualunque cosa facciamo, siamo responsabili davanti a Colui che ci ha creati e redenti.LTI 51.3

    Manuscript 50, 1893LTI 51.4

    I terribili risultati dell’immoralità di ErodeLTI 51.5

    Erode conduceva una vita dissoluta. Ma il consumo eccessivo di alimenti e bibite stimolanti stava costantemente snervando ed attenuando le sue facoltà morali e fisiche, egli lottava contro gli appelli ferventi dello Spirito di Dio, che stava convincendo il suo cuore. Erodiade conosceva perfettamente i punti deboli del suo carattere. Essa sapeva che in circostanze normali, mentre aveva il pieno dominio del suo intelletto, non poteva ottenere la morte di Giovanni. Dissimulò nel modo migliore possibile il suo odio come meglio poteva fino al compleanno di Erode, perché sapeva che quel giorno sarebbe stato un’occasione di ghiottoneria e ubriachezza.LTI 51.6

    L’appetito di Erode per il cibo abbondante e il vino, le avrebbe dato l’occasione di fargli abbassare la guardia. Lo avrebbe indotto a compiacere il suo appetito, e di conseguenza avrebbe risvegliato la passione fino a fargli perdere il controllo della mente e della morale, rendendo impossibile che le sue sensibilità attenuate percepissero con chiarezza i fatti e le realtà e prendesse decisioni corrette. Fece i più costosi preparativi per il festeggiamento e la voluttuosa dissipazione. Lei conosceva l’influsso di queste feste intemperanti sull’intelletto e la moralità. Sapeva che la dissolutezza di Erode per l’appetito, il piacere e i divertimenti avrebbero eccitato le sue passioni più basse e lo avrebbero reso impotente davanti alle esigenze più nobili nello sforzo consapevole di prendere coscienza del proprio dovere.LTI 52.1

    L’euforia innaturale della mente e dello spirito prodotto dall’intemperanza, abbassa la sensibilità per lo sviluppo morale, rendendo impossibile il flusso dei sacri impulsi nel cuore, affinché abbiano il dominio sulle passioni quando l’opinione pubblica e la moda le sostengono. Feste e divertimenti, balli e l’abbondante uso di vino, offuscano i sensi e tolgono il timore di Dio.LTI 52.2

    E mentre Erode e i suoi principi stavano festeggiando e bevendo nel salone dei banchetti, Erodiade, svilita dal crimine e dalla passione, inviò sua figlia vestita in modo affascinante davanti a Erode e ai suoi reali ospiti. Salomè, era adornata da costose ghirlande e fiori, con gioielli scintillanti e bracciali sfolgoranti. Con pochi veli addosso e meno pudore, danzò per il divertimento dei reali ospiti. Davanti ai loro sensi pervertiti li affascinò con la sua incantevole apparenza, e per loro fu una visione di bellezza meravigliosa. Invece d’essere dominati da una chiara ragione, dal gusto raffinato o da una coscienza sensibile, le qualità più basse della mente ebbero le redini del comando. La virtù e i princìpi non ebbero nessun potere dominante.LTI 52.3

    Il falso incanto dell’assordante scena, sembrò privare di ogni dignità e ragione Erode e i suoi commensali, che erano saturi di vino. LaLTI 52.4

    musica, il vino e la danza avevano tolto il timore e la riverenza a Dio. Nulla più sembrava sacro per i sensi perversi di Erode. Era desideroso di fare qualcosa di entusiasmante che davanti ai grandi del suo regno lo avrebbe esaltato di più. E temerariamente promise e confermò la sua promessa col giuramento, che avrebbe dato alla figlia di Erodiade qualunque cosa che lei avrebbe chiesto.LTI 53.1

    Avendo ottenuto una promessa così meravigliosa, Salomè corse da sua madre, desiderosa di sapere che cosa avrebbe dovuto chiedere. La risposta della madre era pronta: Chiedi la testa di Giovanni Battista su un piatto.LTI 53.2

    In un primo momento la figlia rimase scioccata, perché non comprendeva la vendetta celata nel cuore di sua madre. Si rifiutò di presentare al re una richiesta così disumana, ma la determinazione di questa empia donna prevalse. Inoltre, ordinò alla figlia di non indugiare ma che si affrettasse prima che Erode avesse il tempo di riflettere e cambiare opinione. Salomè tornò da Erode con la terribile richiesta: Voglio che tu mi dia la testa di Giovanni Battista su un piatto d’argento. Il re si rattristò moltissimo, ma a causa del giuramento fatto davanti ai testimoni che sedevano alla sua tavola, non volle rifiutarla. Erode restò attonito e confuso. La sua allegria sfrenata cessò, i suoi ospiti, rabbrividirono di orrore a questa richiesta disumana. Le frivolezze e lo spreco di quella notte costarono la vita ad uno dei più grandi profeti che mai abbiano annunciato agli uomini il messaggio di Dio. La coppa con la bevanda inebriante preparò la via a questo terribile crimine.LTI 53.3

    Review and Herald, March 11, 1873LTI 53.4

    Nessuna voce in difesa di GiovanniLTI 53.5

    Perché in quel momento non si alzò nessuna voce per dissuadere Erode dal compiere quel nefasto voto? Tutti erano storditi dal vino e i loro sensi erano offuscati fino al punto che nulla e nessuno doveva essere rispettato. Benché gli ospiti reali praticamente erano in condizioni di liberare il re dagli obblighi del suo giuramento, leLTI 53.6

    loro lingue sembravano paralizzate. Erode stesso era stato ingannato, e per salvare la propria reputazione mantenne il giuramento sotto l’influsso dell’alcol. Il principio morale, l’unica difesa dell’anima era paralizzato. Erode e i suoi commensali erano schiavi, soggetti alla più bassa schiavitù: l’appetito perverso. Le facoltà mentali erano snervate dal piacere dei sensi, che pervertiva le loro idee riguardo la giustizia e la misericordia. Nella persona di Erodiade, Satana colse quest’opportunità per istigarli a prendere decisioni affrettate che costarono la vita ad uno dei profeti di Dio.LTI 54.1

    Review and Herald, Apr. 8, 1873LTI 54.2

    Avvertimenti diviniLTI 54.3

    Il Signore non può più sopportare a lungo questa generazione intemperante e perversa. Nelle Scritture ci sono solenni ammonizioni contro l’uso di bevande inebrianti. Nei tempi antichi, quando Mosè stava riepilogando la volontà dell’Eterno riguardo il suo popolo, le seguenti parole furono pronunciate contro gli ubriachi:LTI 54.4

    “E non avvenga che alcuno, dopo aver udito le parole di questo giuramento, si lusinghi in cuor suo dicendo: ‘Avrò pace, anche se camminerò secondo la caparbietà del mio cuore’; in guisa che chi ha bevuto largamente tragga a perdizione chi ha sete. L'Eterno non vorrà perdonargli; ma in tal caso l'ira dell'Eterno e la sua gelosia s'infiammeranno contro quell'uomo, tutte le maledizioni scritte in questo libro si poseranno su lui, e l'Eterno cancellerà il nome di lui di sotto al cielo”. (Deuteronomio 29:19,20)LTI 54.5

    Mentre Salomone dice:
    Il vino è schernitore, la bevanda inebriante è turbolenta, e chiunque se ne lascia sopraffare non è saggio. Proverbi 20:1
    LTI 54.6

    Per chi sono gli «ahi”, per chi gli «ahimè»? Per chi le liti, per chi i lamenti? Per chi le ferite senza ragione? Per chi gli occhi rossi? Per quelli che si soffermano a lungo presso il vino, per quelli che vanno in cerca di vino drogato.LTI 54.7

    Non guardare il vino quando rosseggia, quando scintilla nella coppa e va giù così facilmente! Alla fine esso morde come un serpente e punge come un basilisco. I tuoi occhi vedranno cose strane e il tuo cuore proferirà cose perverse. (Proverbi 23:29,30,31,32)LTI 55.1

    L’uso del vino tra gli Israeliti fu una delle cause che finalmente contribuì alla loro schiavitù. Attraverso il profeta Amos Dio disse loro:LTI 55.2

    Guai a quelli che vivono tranquilli in Sion… Voi volete allontanare il giorno malvagio, ma fate avvicinare la sede della violenza. Guai a quelli sdraiati su letti d'avorio, che si distendono sui loro divani e mangiano gli agnelli del gregge e i vitelli presi dalla stalla. Cantano al suono dell'arpa e come Davide inventano per sé strumenti musicali; bevono il vino in larghe coppe e si ungono con gli unguenti migliori, ma non si addolorano per la rovina di Giuseppe. Perciò andranno in cattività alla testa dei deportati e quelli che si distendono sui divani ai banchetti saranno rimossi. (Amos 6) Guai a te, o paese, il cui re è un fanciullo, e i cui principi pranzano fin dal mattino! Beato te, o paese, il cui re è di stirpe nobile, e i cui principi pranzano al tempo giusto, per ristorare le forze e non per ubriacarsi. (Ecclesiaste 10:16,17)LTI 55.3

    Non si addice ai re, o Lemuel, non si addice ai re bere vino né ai principi desiderare bevande inebrianti, perché bevendo non dimentichino la legge e non distorcano il diritto di tutti gli afflitti. (Proverbi 31:4,5)LTI 55.4

    Queste parole di avvertimento e autorità sono chiare e decise. Quelli che occupano incarichi pubblici di fiducia, non devono dimenticare la legge divina e pervertire il loro giudizio per il vino e le bevande forti. Governanti e giudici dovrebbero essere sempre in condizioni di seguire le istruzioni del Signore. Non opprimerai alcuna vedova, né alcun orfano. Se in qualche modo li opprimi ed essi gridano a me, io udrò senza dubbio il loro grido; la mia ira si accenderà e io vi ucciderò con la spada; le vostre mogli diventeranno vedove e i vostri figli orfani - dice il Signore. (Esodo:22,23,24)LTI 55.5

    L’Eterno il Dio dei cieli governa. Egli è l’unica autorità sopra tutti i re e i governanti della terra. Egli ha dato particolari indicazioni nella Sua Parola riguardo l’uso del vino e di bevande inebrianti. Ha proibito il loro utilizzo, e ha sottolineato la sua proibizione con severe ammonizioni e minacce. Il divieto di bere alcolici non è un atto di arbitrarietà. Il Signore vuole che gli uomini si astengano al fine di evitare le conseguenze dell’uso del vino e degli alcolici. Degradazione, crudeltà, abbiezione e contesa sono i risultati naturali dell’intemperanza. Dio ha indicato le conseguenze della pratica di questa condotta empia. Lo ha fatto perché non ci sia una perversione delle sue leggi e perché gli uomini evitino la miseria ampiamente estesa risultante dalla condotta di uomini perversi che, per amore del guadagno, vendono veleni folli.LTI 56.1

    Drunkenness and Crime, pp. 4-6LTI 56.2

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