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La mia vita oggi - Contents
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    Giuseppe un uomo di princìpi, 13 marzo

    Come dunque potrei io fare questo grande male e peccare contro Dio?». Genesi 39:9MVO 80.1

    La gentilezza e la lealtà di Giuseppe colpirono il capitano delle guardie, che giunse a considerare quello schiavo come figlio... La fede e l’onestà di Giuseppe dovevano essere tuttavia sottoposte ad una dura prova. La moglie del suo padrone cercò di indurre il giovane a trasgredire la legge di Dio. Fino ad allora egli non si era lasciato coinvolgere dalla corruzione che dilagava in quella terra pagana: sarebbe riuscito a superare una tentazione così improvvisa, forte e seducente? Se si fosse opposto alle promesse di quella donna, sapeva bene quali sarebbero state le conseguenze. Cedendo, avrebbe scelto di vivere nell’ambiguità, ma in cambio avrebbe ricevuto favori e ricompense. Rifiutare significava invece affrontare il disonore, la prigione e forse la morte. Il suo futuro dipendeva da quella decisione: Giuseppe sarebbe stato fedele a Dio ed ai suoi principi? Gli angeli seguirono la vicenda con profondo interesse. La risposta di Giuseppe avrebbe rivelato la potenza di un carattere fondato su veri principi religiosi. Egli non avrebbe tradito la fiducia del suo padrone terreno, ma soprattutto, a qualsiasi costo sarebbe rimasto fedele al suo Padrone divino... Giuseppe soffrì per preservare la sua onestà: la donna che lo aveva tentato si vendicò accusandolo di un delitto vergognoso e facendolo gettare in prigione. Se Potifar avesse creduto alle accuse della moglie il giovane ebreo avrebbe perso la vita, ma la semplicità ed onestà che lo avevano sempre distinto erano la prova della sua innocenza. Tuttavia, per salvare la reputazione del suo padrone, egli venne abbandonato al disonore ed alla schiavitù... Ma il vero carattere di Giuseppe risultò evidente perfino in quell’oscura prigione. Il suo lungo e fedele servizio presso Potifar era stato crudelmente ricompensato, ma egli non si scoraggiò, né provò rancore e conservò un atteggiamento fiducioso e paziente. Lo sosteneva quella serenità che viene dalla consapevolezza della propria innocenza. Giuseppe si era affidato alla potenza di Dio. PP, 217,218MVO 80.2

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