Loading...
Larger font
Smaller font
Copy
Print
Contents
Primi scritti - Contents
  • Results
  • Related
  • Featured
No results found for: "".
  • Weighted Relevancy
  • Content Sequence
  • Relevancy
  • Earliest First
  • Latest First
    Larger font
    Smaller font
    Copy
    Print
    Contents

    Appendice

    Pagine 34-47: “La mia prima visione”. — Il testo presentato in questo capitolo fu pubblicato per la prima volta il 24 gennaio 1846 dal Day-Star, con il titolo “Lettera da parte della sorella Harmon”, datata “Portland, Maine, 20 dicembre 1845”. Fu nuovamente pubblicata nel 1846, 1847 e 1851 con il titolo “Al rimanente sparso”. L'attuale titolo fu dato nella riedizione di Experience and Views apparsa nel 1882.PSCR 262.1

    I resoconti autobiografici pubblicati nel 1860 e nel 1885 presentano quelle che qui appaiono come due distinte visioni. — Cfr. “La mia prima visione” in Spiritual Gifts 2:30-35; Testimonies for the Church 1:58-61; “Visione della nuova terra”, in Spiritual Gifts 2:52-55.PSCR 262.2

    Pagine 35-41: quadro degli eventi futuri. — A volte Ellen G. White descriveva gli eventi futuri che Dio le rivelava come se essa stessa vi partecipasse, sia che si svolgevano nel passato, nel presente o nel futuro. Rispondendo alle domande che le venivano rivolte sullo stato in cui si trovava al momento della visione, scrisse: “Quando il Signore ritiene opportuno darmi una visione, vengo portata alla presenza di Gesù e degli angeli, e sono completamente estranea alle cose terrene (...), la mia attenzione è spesso rivolta a scene che accadono sulla terra. A volte sono trasportata in un lontano futuro e mi viene mostrato quello che avverrà. Altre volte invece mi vengono mostrate cose che sono accadute nel passato”. — Spiritual Gifts 2:292.PSCR 262.3

    Ellen G. White, essa stessa un'avventista, scrisse come qualcuno che vedeva e udiva ciò che non era stato ancora realizzato; come risulta dai seguenti esempi tratti dai Primi scritti:PSCR 262.4

    “Improvvisamente sentimmo la voce di Dio, come il rumore di molte acque, che ci rivelava il giorno e l'ora della venuta di Gesù” (pagina 35).PSCR 262.5

    “Entrammo tutti insieme nella nuvola e per sette giorni continuammo a salire per raggiungere il mare di vetro. Quando arrivammo Gesù stesso mise le corone sul nostro capo” (pagina 36).PSCR 262.6

    “Entrammo tutti, con la consapevolezza di avere diritto di stare nella città” (pagina 36). “Là vedemmo l'albero della vita e il trono di Dio”.PSCR 262.7

    “Guidati da Gesù lasciammo la città del cielo per scendere sulla terra” (pagina 37).PSCR 262.8

    “Quando entrammo nel sacro tempio...” (pagina 38).PSCR 262.9

    “Le cose meravigliose che vidi in quel luogo sono indescrivibili” (pagina 38).PSCR 263.1

    Dopo la visione, Ellen era in grado di ricordare ciò che le era stato mostrato, ma non ricordava quello che doveva essere un segreto e che non poteva essere rivelato. Nella scena della “Liberazione dei giusti” (pagine 254, 255), Ellen G. White sentì annunciare “il giorno e l'ora della “venuta” di Gesù” (pagina 35; cfr. pagina 49) ma su questo argomento più tardi scrisse: “Non ho la più pallida idea del tempo annunciato dalla voce di Dio. Udii proclamare l'ora, ma finita la visione non ebbi alcun ricordo del momento. Dinanzi a me passarono scene così solenni ed emozionanti che nessun linguaggio umano può descrivere. Erano tutte realtà viventi per me”. — Lettera 38, 1888, pubblicata in Selected Messages 1:76.PSCR 263.2

    Il fatto che abbia una parte attiva in alcuni eventi non prova che sarà partecipe anche al momento della loro realizzazione.PSCR 263.3

    Pagina 36: i fratelli Fitch e Stockman. — Nel resoconto della sua prima visione Ellen White fa riferimento ai “fratelli Fitch e Stockman” come a persone che aveva incontrato e con cui aveva conversato nella nuova Gerusalemme. Entrambi erano pastori che Ellen G. White aveva conosciuto e con i quali aveva collaborato alla proclamazione del messaggio dell'atteso avvento di Cristo, ma che erano morti poco prima della delusione del 22 ottobre 1844.PSCR 263.4

    Charles Fitch, un ministro presbiteriano, aveva accettato il messaggio dell'avvento leggendo gli scritti di William Miller e dopo molti colloqui con Josiah Litch. Si era dedicato appassionatamente alla proclamazione dell'avvento di Cristo a conclusione dei 2.300 anni e ne era divenuto un acceso sostenitore. Nel 1842 tracciò il disegno profetico di cui si fa riferimento alle 84, 85. Morì circa una settimana prima del 22 ottobre 1844. La sua morte fu causata da una polmonite contratta in seguito a tre cerimonie battesimali svolte in un freddo mattino d'autunno a Buffalo, New York. — Cfr. LeRoy E. Froom, Prophetic Faith of our Fathers 4:533-545, Review and Herald, Washington, 1954.PSCR 263.5

    Levi F. Stockman era un giovane pastore metodista del Maine che nel 1842, insieme ad altri pastori metodisti aveva abbracciato e predicato il secondo avvento di Cristo. Lavorava a Portland, nel Maine, quando nel 1843 la sua salute peggiorò e morì di tubercolosi il 25 giugno del 1844. Fu da lui che la giovane Ellen G. White era andata per chiedere consiglio, dopo che Dio le aveva parlato con due sogni. — Cfr. Primi scritti, 31; 88-90; cfr. LeRoy E. Froom, Prophetic Faith of our Fathers 4:780-782, Review and Herald, Washington, 1954.PSCR 263.6

    Pagina 39: mesmerismo. — Per giustificare il loro dissenso, alcuni dei primi antagonisti delle visioni suggerirono che quanto accadeva a El-len G. White era il risultato del mesmerismo, un fenomeno oggi conosciuto come ipnosi.PSCR 264.1

    L'ipnosi è uno stato che somiglia al sonno, che può essere provocato con particolari tecniche da un esperto. Il soggetto ipnotizzato è in rapporto con colui che provoca lo stato d'ipnosi e risponde alle sue suggestioni. Ma, Ellen G. White scrive, quando un dottore esperto in ipnosi cercò di ipnotizzarla, non ci riuscì.PSCR 264.2

    Ellen G. White, fin dall'inizio, fu messa in guardia dai pericoli dell'ipnosi, e negli anni successivi, in diverse occasioni, ricevette istruzioni a questo proposito. Parlò anche dei gravi pericoli che accompagnano ogni pratica in cui una mente cerca di controllarne un'altra. — Cfr. Sulle orme del gran Medico, 132, 134; Medical Ministry, 110-112; Selected Messages 2:349, 350, 353.PSCR 264.3

    Pagina 49: avventisti solo di nome. — Coloro che proclamavano il primo e il secondo messaggio ma rifiutavano il terzo messaggio dell'angelo con la verità del sabato, e che comunque continuavano a proclamare la speranza dell'avvento, erano chiamati da Ellen G. White “Avventisti solo di nome” o coloro che “si dicono avventisti” ma che “rifiutano la verità” (pagina 80), o anche “i diversi gruppi che professano di credere nell'avvento” (pagina 128). Nei nostri primi libri si fa riferimento a queste persone come agli “avventisti del primo giorno”.PSCR 264.4

    Quando nell'autunno del 1844 Cristo non apparve come molti aspettavano, ci fu una grande delusione. Gli avventisti si divisero in diversi gruppi, di cui oggi ne sopravvivono solo due: la chiesa cristiana dell'avvento, una piccola entità, e gli Avventisti del settimo giorno.PSCR 264.5

    Solo pochi tra gli avventisti continuarono ad aver fede nella profezia del 1844, ma chi continuò a credere fece un passo in avanti e accettò il messaggio del terzo angelo, cioè il sabato. Più tardi, di questa difficile prova Ellen G. White scrisse: “Se gli avventisti, dopo la grande delusione del 1844, avessero mantenuto salda la loro fede, e avessero proseguito uniti nell'iniziale provvidenza di Dio, accogliendo il messaggio del terzo angelo e con la potenza dello Spirito Santo lo avessero proclamato al mondo, avrebbero visto la salvezza di Dio. Il Signore avrebbe agito potentemente, l'opera sarebbe stata completata e Cristo sarebbe tornato prima per offrire la ricompensa al suo popolo.PSCR 264.6

    “Ma nel periodo di dubbio e incertezza che seguì la delusione, molti credenti nell'avvento abbandonarono la loro fede. Sorsero dissensi e divisioni. La maggioranza si oppose a voce e per iscritto a quei pochi, che seguendo la provvidenza di Dio, accolsero la riforma del sabato e iniziarono a proclamare il messaggio del terzo angelo. Molti di quelli che avrebbero dovuto consacrare tempo e talenti ad avvertire il mondo, si dedicarono invece a contrastare la verità del sabato, e di conseguenza, l'opera di chi invece la difendeva era necessariamente rivolta a rispondere a questi oppositori in difesa della verità.PSCR 264.7

    Ecco perché il lavoro fu ostacolato e il mondo fu lasciato nell'oscurità. Se l'intero popolo avventista si fosse unito nei comandamenti di Dio e nella fede in Gesù, la nostra storia sarebbe stata molto diversa!” — Selected Messages 1:68.PSCR 265.1

    Pagine 56-58: la porta aperta e la porta chiusa. — Nel parlare del grande movimento dell'avvento e della delusione del 22 ottobre 1844, Ellen G. White, nel Gran conflitto, riferendosi alle posizioni assunte immediatamente dopo la delusione, menziona l'inevitabile conclusione sostenuta per un breve periodo e cioè che “la porta della grazia fu chiusa”. Ma come afferma: “Una luce maggiore arrivò dallo studio del santuario”. — Cfr. “Introduzione” di questo volume e Il gran conflitto, 429, oltre all'intero capitolo “Gesù Cristo, nostro avvocato”, 423-432.PSCR 265.2

    Su questo tema nel 1874 così scrisse: “Non ho mai avuto una visione che mostrava che non ci sarebbero stati altri convertiti”. Né mai lo insegnò. “Fu la luce datami da Dio”, scrisse in un'altra occasione “che corresse il nostro errore, e ci mostrò la giusta posizione”. — Selected Messages 1:74, 63.PSCR 265.3

    Pagine 71, 72 e 96: colpi misteriosi a New York e colpi a Rochester. — Si fa qui riferimento a incidenti che segnarono l'inizio dello spiritismo moderno. Nel 1848 in casa della famiglia Fox a Hydesville, una cittadina a circa 35 miglia a est della città di Rochester, New York, si udirono “colpi misteriosi”. Nelle varie congetture che si fecero sull'origine di questi colpi, Ellen G. White si pronunciò affermando di aver ricevuto una visione che li definiva una manifestazione dello spiritismo, fenomeno che si sarebbe rapidamente sviluppato e che in nome della religione avrebbe ottenuto una grande popolarità, traendo in abbaglio una gran moltitudine di persone e diventando l'ultimo grande inganno di Satana.PSCR 265.4

    Pagina 62: messaggeri senza messaggio. — Questa espressione appare nel resoconto di una visione data a Ellen G. White il 26 gennaio 1850. In quel momento gli avventisti sabatisti non avevano un'organizzazione ecclesiastica. Quasi tutti temevano che un qualsiasi tipo di organizzazione potesse generare formalismo tra i credenti. Ma con il passare del tempo, tra le file incominciarono a filtrare elementi discordanti. Da Ellen G. White arrivarono messaggi di avvertimento e gli osservatori del sabato, furono guidati passo dopo passo verso la formazione di una organizzazione ecclesiastica. Ne risultò un vasto movimento unitario tra i credenti; si studiò il sistema di riconoscere ai pastori ritenuti tali la facoltà di predicare il messaggio e di vivere del messaggio; e si provvide ad allontanare quelli che sotto il pretesto d'insegnare la verità, insegnavano invece l'errore (cfr. Introduzione).PSCR 265.5

    Pagina 73: pastori perfettamente uniti. — Cfr. nota di pagina 62 Messaggeri senza messaggio.PSCR 266.1

    Pagina 85: ... fosse un loro compito recarsi a Gerusalemme. — Ellen G. White fa riferimento a errori sostenuti da un numero ristretto di persone. L'anno dopo, nella The Review and Herald, 7 ottobre 1851, James White fa riferimento ai “punti di vista inopportuni e svantaggiosi su Gerusalemme, gli ebrei, ecc., che circolano attualmente” e alle “strane idee sostenute da alcuni e secondo cui i santi dovrebbero recarsi a Gerusalemme, ecc.”.PSCR 266.2

    Pagina 87: editore del Day-star. — Enoch Jacobs viveva a Cincinnati, ohio, e pubblicava il Day-star, uno dei primi giornali che annunciava il secondo avvento di Cristo. Fu a Enoch Jacobs che Ellen Harmon mandò, nel dicembre del 1845, un resoconto della sua prima visione, nella speranza di fortificarlo.PSCR 266.3

    Aveva infatti notato che la sua fiducia stava vacillando. Fu sul Day-star che l'editore pubblicò la prima visione di Ellen G. White e precisamente nel numero del 24 gennaio del 1846. In un numero speciale del suo giornale, il Day-Star Extra, del 7 febbraio 1846, apparve il memorabile articolo sul santuario celeste e la sua purificazione, preparato da Hiram Edson, da Hahn e da o.R.L. Crozier. L'articolo presentava l'insegnamento biblico sul ministero di Cristo nel luogo santissimo del santuario del cielo iniziato il 22 ottobre 1844. Sempre su questo giornale il 14 marzo 1846, fu pubblicato una seconda comunicazione di Ellen Harmon. — Cfr. Primi scritti, 48-50.PSCR 266.4

    Pagine 96 e 97 (cfr. pagina 57): Thomas Paine. — Nel 1840 gli scritti di Thomas Paine erano molto conosciuti e letti negli Stati Uniti.PSCR 266.5

    Il suo libro Age of Reason era un'opera deista contro la fede e la condotta cristiane. Il libro iniziava con le parole: “Credo in Dio e nient'al-tro”. Paine non credeva in Cristo, e Satana utilizzò il suo pensiero per attaccare la chiesa. Come Ellen G. White indicava, se un uomo come Paine aveva accesso al cielo e ne riceveva alta considerazione, qualsiasi peccatore poteva entrarvi anche senza essere passato attraverso la conversione e senza avere fede in Gesù. Espose questa falsità con parole molto forti e mise in risalto l'irrazionalità dello spiritismo.PSCR 267.1

    Pagina 107: perfezionismo. — Alcuni dei primi avventisti, subito dopo l'esperienza del 1844, caddero nel fanatismo. Ellen G. White affrontò questi estremisti con le parole “Così parla il Signore”. Rigettò chi insegnava la “perfezione della carne” e quindi l'impossibilità di peccare. Ecco che cosa scrisse in proposito: “Sostenevano che coloro che sono santificati non possono peccare. E questo portava a credere che gli affetti e i desideri dei santi erano sempre giusti, e che non potevano mai indurli al peccato. In armonia con queste sofisticherie, praticavano i peccati peggiori sotto le apparenze della santità e con la loro ingannevole e ipnotica influenza esercitavano uno strano potere su alcuni che non si accorgevano del male nascosto in queste teorie apparentemente belle.PSCR 267.2

    “Chiaramente gli inganni di questi falsi maestri mi furono mostrati, e io vidi scritto sui registri del cielo il pauroso rapporto contro di loro e la terribile colpa che avevano commesso nel professarsi santi mentre invece tutto quello che facevano era offensivo agli occhi di Dio”. — Life Sketches, 83, 84.PSCR 267.3

    Pagina 121: la santa Cena; le donne che lavano i piedi agli uomini, e il santo bacio. — I pionieri della Chiesa Avventista del Settimo Giorno avendo accettato la verità del sabato, si misero d'impegno per seguire la Parola di Dio in ogni particolare, e allo stesso tempo furono attenti a non correre il pericolo d'interpretare erroneamente la parola e a evitare ogni estremismo e fanatismo. Compresero i privilegi e gli obblighi della santa Cena che Dio aveva istituito per la chiesa. Avevano delle perplessità sulla lavanda dei piedi e sul santo bacio. In questa visione il Signore chiarì alcuni punti delicati che dovevano servire da guida alla chiesa nascente. Sulla frequenza dei due riti alcuni insistevano sulla loro annualità; ma in visione le fu rivelato che dovevano essere più frequenti. Oggi la chiesa le pratica generalmente quattro volte l'anno.PSCR 267.4

    Fu chiarita la questione della lavanda dei piedi. Sembrò esserci all'inizio qualche punto di vista diverso sulla procedura da seguire e qualche mossa incauta aveva generato una certa “confusione”. La norma doveva essere eseguita in modo da non suscitare pregiudizi. Sorse anche il problema se fosse opportuno che gli uomini e le donne si lavassero i piedi reciprocamente. Su questo punto Ellen G. White sostenne con la Scrittura che era opportuno per una donna — in certe condizioni — lavare i piedi a un uomo, ma consigliò che non era opportuno che un uomo lavasse i piedi a una donna.PSCR 267.5

    Sul santo bacio, il Commentario biblico avventista afferma: “In modo particolare in oriente, il bacio era un saluto comune per manifestare amore e amicizia. Cfr. Luca 7:45; Atti 20:37. Il santo bacio o “bacio d'amore fraterno” (1 Pietro 5:14) era il simbolo della misericordia. Sembra fosse abituale tra i primi cristiani salutarsi con una bacio al momento della santa Cena (Giustino Martire, Prima apologia, 65). Documenti successivi indicano che non era abituale dare un “santo bacio” a qualcuno di sesso opposto” (Apostolic Constitutions II:57; VIII:11). — The S.D.A. Bible Commentary 7:257, 258.PSCR 268.1

    Tra i primi avventisti sabatisti c'era l'abitudine di scambiarsi il bacio come regola d'umiltà. Non si trovano riferimenti a una chiara scorrettezza nello scambio di baci tra uomini e donne, ma c'è un richiamo a evitare ogni apparenza di male.PSCR 268.2

    Pagina 122: fare rumore. — L'Evangelo attrae ogni tipo di persone. C'erano alcuni che esprimevano il sentimento religioso in modo troppo vivace, cioè accompagnando la lode a Dio con grida, preghiere a voce alta ed esaltata, e con amen continui.PSCR 268.3

    La chiesa mise in guardia da questi eccessi, richiamando al decoro e alla solennità del culto di adorazione.PSCR 268.4

    Pagine 208-210: William Miller. — William Miller viene spesso menzionato in riferimento al grande risveglio americano degli anni 18301840. Nel Gran conflitto c'è un intero capitolo dedicato alla vita e al ministero di William Miller con il titolo “Un riformatore americano” (pagine 250-269). William Miller nacque a Pittsfield, Massachusetts, nel 1782 e morì a Low Hampton, New York, nel 1849. Quando aveva quattro anni i suoi genitori si trasferirono a Low Hampton, New York, vicino al lago Champlain; crebbe in una fattoria.PSCR 268.5

    Era stato sempre un allievo serio e un lettore attento. Divenne poi un dirigente della comunità battista locale. Nel 1816 decise di studiare scrupolosamente la Parola di Dio, e si dedicò alla comprensione delle profezie relative al secondo avvento, giungendo alla conclusione che il ritorno di Cristo era prossimo. Dopo aver esaminato più volte e per diversi anni le profezie di Daniele, in quanto desiderava essere sicuro della validità interpretativa, in agosto del 1831 accettò l'invito a presentare pubblicamente il risultato delle sue ricerche bibliche. Da quella data in poi, William Miller dedicò la maggior parte del suo tempo alla proclamazione del messaggio dell'avvento. Successivamente venne affiancato da centinaia di altri pastori protestanti e tutti insieme condivisero il grande risveglio del 1840.PSCR 268.6

    Il 22 ottobre 1844, quando sopraggiunse la grande delusione, Miller era sfinito e ammalato e quasi totalmente dipendente dai suoi collaboratori più giovani che come lui proclamavano il messaggio dell'avvento. Furono loro che lo indussero a rifiutare la verità del sabato biblico balzata alla sua attenzione subito dopo la delusione. I suoi collaboratori, quindi, e non William Miller saranno ritenuti responsabili. Ellen G. White lo scrive a pag. 231, e chiarisce che William Miller sarà tra coloro che risorgeranno al suono dell'ultima tromba.PSCR 269.1

    Pagine 211-216, 228-231: il triplice messaggio di Apocalisse 14. — In una sequenza di tre capitoli, iniziando da pag. 211, Ellen G. White parla del primo, secondo e terzo messaggio di Apocalisse 14. Scriveva per coloro che, come lei, avevano vissuto l'esperienza del risveglio e la successiva delusione della primavera e dell'autunno 1844. Non cerca di dare una spiegazione a questi tre messaggi, perché partiva dal presupposto che i suoi lettori conoscessero a fondo quest'esperienza. Volle solo incoraggiarli e aiutarli a capire.PSCR 269.2

    Dobbiamo ricorrere al suo libro Il gran conflitto per avere un resoconto accurato della complessità di questi messaggi. Il messaggio del primo angelo era l'annuncio dell'avvicinarsi dell'ora del giudizio. Cfr. Il gran conflitto: “Promesse del ritorno di Cristo”, pagine 237-249, “Un riformatore americano”, pagine 250-269, “Un grande risveglio religioso”, pagine 280-294. Per il commento al messaggio del secondo angelo cfr. “Un avvertimento respinto”, pagine 295-306. Il resoconto della delusione è presentato in “Profezie adempiute”, pagine 307-320; “Il mistero del santuario”, pagine 321-331; e “Gesù Cristo, nostro avvocato”, pagine 332-338. Il messaggio del terzo angelo è descritto invece in “La legge di Dio è immutabile”, pagine 339-352 e “Una riforma indispensabile”, pagine 353-360.PSCR 269.3

    Pagina 215: l'imminenza del messaggio del secondo angelo. — Sebbene sia chiaro che i messaggi del primo, del secondo e del terzo angelo trovano la loro applicazione in un tempo successivo, riconosciamo anche che nella prima enunciazione, il messaggio del primo angelo con la sua frase “è giunta l'ora del giudizio”, è collegato all'annuncio della venuta di Cristo negli anni 1830-1840. L'inizio della proclamazione del messaggio del secondo angelo si colloca nell'estate del 1844 con l'appello agli avventisti di uscire fuori dalle chiese tradizionali che avevano rifiutato la proclamazione del messaggio del primo angelo. E sebbene sia vero che il messaggio del secondo angelo continua a essere una verità presente, nel periodo immediatamente precedente al 22 ottobre 1844 si creò un forte clima d'attesa.PSCR 269.4

    Quando i messaggi dei tre angeli saranno riproposti al mondo poco prima del ritorno di Cristo, l'angelo di Apocalisse 18:1 si unirà alla proclamazione del secondo angelo con il messaggio “Babilonia è caduta” “uscite da essa, o popol mio”. — Cfr. “L'avvertimento finale di Dio” nel Il Gran conflitto, 472-479.PSCR 270.1

    Pagina 228: cfr. Appendice nota alle 211-216.PSCR 270.2

    Pagina 246: schiavi e padrone. — Secondo Apocalisse 6:15, 16 ci saranno schiavi sulla terra quando Cristo ritornerà. Infatti troviamo scritto: “Ogni schiavo e ogni uomo libero”. La frase di Ellen G. White indica che le fu mostrato che al ritorno di Gesù ci sarebbero stati schiavi e padroni in accordo perfetto con quanto dice la Bibbia. A Giovanni e a El-len G. White venne mostrata la condizione umana al secondo ritorno del nostro Signore. È vero che gli schiavi negri americani furono emancipati con una legge che entrò in vigore sei anni dopo che la frase fu scritta ma il messaggio non ne è invalidato perché ancora oggi milioni di uomini e donne vivono in una condizione di schiavitù virtuale in diverse parti del mondo. Non è possibile giudicare una profezia relativa al futuro prima del momento della sua realizzazione.PSCR 270.3

    Larger font
    Smaller font
    Copy
    Print
    Contents