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    Parte 3: Doni spirituali, vol. 1

    Introduzione

    Il dono di profezia si era manifestato durante il periodo della dispensazione ebraica. E se in seguito non si era evidenziato per alcuni secoli, a causa della corruzione del popolo di Dio, era riapparso verso la fine dell'epoca dell'antico patto, nel momento in cui si annunciava la venuta del Messia.PSCR 132.1

    Zaccaria, il padre di Giovanni il battista, “fu pieno di Spirito Santo e profetizzò”. Simeone, un uomo giusto e timorato di Dio che “aspettava la consolazione d'Israele” mosso dallo Spirito andò nel tempio e profetizzò di Gesù come di “una luce da illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”. Anna, una profetessa, “parlava del bambino a tutti quelli che aspettavano la redenzione di Gerusalemme”. Non ci fu profeta più grande di Giovanni il battista, scelto da Dio, per presentare a Israele “l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo”.PSCR 132.2

    L'era cristiana iniziò con l'effusione dello Spirito e tra i credenti si manifestò una grande varietà di doni spirituali. Erano così numerosi che Paolo poteva dire alla chiesa di Corinto: “Ora a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per il bene comune”, nel senso di ogni membro della chiesa e non ogni uomo nel mondo come molti hanno interpretato.PSCR 132.3

    Dal tempo della grande apostasia, questi doni si sono manifestati raramente; ed è probabilmente questo il motivo per il quale molti cristiani ritengono che tali espressioni caratterizzassero solo la chiesa primitiva. Ma non sarà forse per gli errori e per l'incredulità della chiesa che i doni hanno cessato di esistere? E quando il popolo di Dio ritornerà alla vera fede e vivrà come i primi cristiani, e ciò si verificherà sicuramente con la proclamazione dei comandamenti di Dio e della fede di Gesù, la “pioggia dell'ultima stagione” non rinnoverà questi doni? Ragionando per analogia dovremmo aspettarcelo. Nonostante le tante apostasie della dispensazione ebraica, questo periodo è iniziato e si è concluso con particolari manifestazioni dello Spirito di Dio. È quindi irragionevole supporre che l'era cristiana, la cui luce paragonata a quella giudaica è come la luce del sole rispetto ai deboli raggi della luna, sia iniziata in gloria e finisca nell'oscurità. Se lo Spirito ha dovuto compiere un'opera speciale per preparare un popolo in vista del primo avvento di Cristo, quanto più questa azione sarà ne cessaria in occasione del secondo avvento, soprattutto perché gli ultimi tempi saranno particolarmente difficili e i falsi profeti avranno il potere di fare grandi segni e prodigi, arrivando a ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti.PSCR 132.4

    Nelle Scritture leggiamo: “E disse loro: “Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura. Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato. Questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: nel nome mio scacceranno i demoni; parleranno in lingue nuove; prenderanno in mano dei serpenti, anche se berranno qualche veleno, non ne avranno alcun male; imporranno le mani agli ammalati ed essi guariranno”. Marco 16:15-18.PSCR 133.1

    I doni non erano destinati solo agli apostoli, ma si estendevano a tutti i credenti. Chi li avrebbe ricevuti? Coloro che credono. Per quanto tempo? Non è stato fissato nessun limite; la promessa è collegata al compito della proclamazione del messaggio del Vangelo e ogni credente può beneficiarne.PSCR 133.2

    Ma spesso si è obiettato che questo aiuto fosse stato promesso solo agli apostoli e a coloro che avrebbero creduto alla loro predicazione. Dopo aver adempiuto questo compito, cioè la diffusione del messaggio del Vangelo, questi doni si sarebbero esauriti con quella generazione.PSCR 133.3

    Ma verifichiamo se la missione si sarebbe conclusa nell'ambito di quella generazione. In Matteo 28:19, 20 leggiamo: “Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che io vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente”.PSCR 133.4

    Che il compito della proclamazione del messaggio del Vangelo non si fosse esaurito all'epoca della chiesa primitiva è evidente nella promessa di Gesù: “Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente”. Non dice, sono con voi apostoli, ovunque, anche ai confini della terra; ma sono con voi sempre, sino alla fine del mondo, o delle età. Non si riferisce nemmeno alla fine della dispensazione ebraica, che era già terminata alla croce.PSCR 133.5

    Bisogna quindi concludere che la proclamazione e la fede nel Vangelo saranno sempre accompagnate dalla stessa potenza spirituale. La missione degli apostoli appartiene all'era cristiana e l'abbraccia totalmente. Quindi se i doni non si manifestarono a causa dell'apostasia, rivivranno con il risveglio della fede primitiva.PSCR 133.6

    In 1 Corinzi 12:28 leggiamo che Dio ha posto, collocato, fissato certi doni spirituali nella chiesa. In assenza di una qualsiasi prova biblica relativa al fatto che li abbia aboliti, dobbiamo concludere che sussistono. Dov'è dunque la prova che siano stati aboliti? Nello stesso capitolo in cui viene abolito il sabato ebraico e istituito il sabato cristiano, cioé quello scritto dall'uomo del peccato, mistero dell'iniquità. Ma alcuni critici, nel seguente brano, pretendono di trovare una prova biblica circa l'abolizione dei doni: “L'amore non verrà mai meno. Le profezie verranno abolite; le lingue cesseranno; e la conoscenza verrà abolita; poiché noi conosciamo in parte, e in parte profetizziamo; ma quando la perfezione sarà venuta, quello che è solo in parte, sarà abolito. Quando ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino; ma quando sono diventato uomo, ho smesso le cose da bambino. Poiché ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte, ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto. Ora dunque queste tre cose durano: fede, speranza, amore; ma la più grande di esse è l'amore”. 1 Corinzi 13:8-13.PSCR 134.1

    Questo testo in effetti predice la cessazione dei doni spirituali, ma anche della fede e della speranza. E quando? Aspettiamo ancora il tempo in cui “la speranza diventerà felice realizzazione, la fede visione reale e la preghiera lode”.PSCR 134.2

    Tutto questo cesserà quando verrà instaurato ciò che è perfetto, allora non vedremo più in modo oscuro attraverso uno specchio, ma “faccia a faccia”. Il giorno in cui tutto sarà perfetto, in cui i giusti saranno resi perfetti e vedranno così come sono visti, deve ancora venire. È vero che l'uomo del peccato, quando è diventato adulto, si è sbarazzato delle “cose da bambini” come le profezie, le lingue, la conoscenza, la fede, la speranza e l'amore dei primi cristiani. Ma non c'è niente nel testo che indichi che Dio abbia pensato di privare la chiesa dei suoi doni prima della realizzazione della fede e della speranza, prima che l'incomparabile gloria dell'immortalità offuschi anche le manifestazioni più brillanti della potenza spirituale e della conoscenza mai espresse nello stato mortale.PSCR 134.3

    L'obiezione, avanzata da alcuni, fondata su 2 Timoteo 3:16 non merita particolare attenzione. Se Paolo, dicendo che le Scritture rendono perfetto l'uomo di Dio, adatto a ogni buona opera, intendeva dire che non poteva essere scritto più nulla sotto ispirazione, perché, in quello stesso momento, aggiungeva qualcosa alle Scritture? Perché non ha smesso dopo aver scritto quella frase? E perché Giovanni, trent'anni dopo, scrisse il libro dell'Apocalisse? Questo libro contiene un altro testo usato come prova dell'abolizione dei doni spirituali. “Io lo dichiaro a chiunque ode le parole della profezia di questo libro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali i flagelli descritti in questo libro; se qualcuno toglie qualcosa dalle parole del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dell'albero della vita e della santa Città che sono descritte in questo libro”. Apocalisse 22:18, 19.PSCR 134.4

    Sulla base di questo testo si sostiene che “Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti” (Ebrei 1:1), all'inizio dell'era evangelica attraverso Gesù e i suoi apostoli, ha solennemente promesso di non comunicare nient'altro all'uomo in quello stesso modo. Quindi dopo questa data tutte le profezie sarebbero false. E si pensa che questo passo dell'Apocalisse chiuda i canoni dell'ispirazione. Se così fosse, ci si chiede perché Giovanni dopo il suo ritorno da Patmos a Efeso scriva il suo vangelo. Infatti in questo modo aggiungeva qualcosa alle parole della profezia scritta nell'isola di Patmos.PSCR 135.1

    È evidente che questo testo, che vieta di aggiungere o togliere qualcosa, non si riferisce alla Bibbia nella sua totalità, ma solo all'Apocalisse, così come l'aveva scritta l'apostolo. Tuttavia, nessuno ha il diritto di aggiungere o togliere qualcosa da un qualsiasi libro scritto per ispirazione di Dio. Giovanni, scrivendo il libro dell'Apocalisse, ha forse aggiunto qualcosa al libro delle profezie di Daniele? Assolutamente no. Un profeta non ha il diritto di alterare la parola di Dio; le visioni di Giovanni avvalorano quelle di Daniele e chiariscono ulteriormente i temi da lui introdotti. Si può quindi concludere che il Signore non si impone il silenzio, ma ha sempre la libertà di parlare. Che il linguaggio del mio cuore sia quindi sempre questo: “Parla Signore, attraverso chiunque tu voglia farlo, il tuo servo ascolta”.PSCR 135.2

    Non è quindi possibile dimostrare con le Scritture l'abolizione dei doni spirituali. E poiché le porte dell'Ades non hanno prevalso contro la chiesa, e Dio ha ancora un popolo sulla terra, possiamo aspettarci lo sviluppo di questi doni, in relazione al messaggio del terzo angelo, un messaggio che riporterà la chiesa alla realtà apostolica e offrirà al mondo la luce e non le tenebre.PSCR 135.3

    Ma siamo stati avvertiti che negli ultimi tempi si sarebbero presentati dei falsi profeti, e attraverso la Bibbia sarebbe stato possibile verificare il valore dei loro insegnamenti e distinguere ciò che è vero da ciò che è falso. Il metro di misura è la legge di Dio che deve essere applicata sia per valutare le profezie sia il carattere morale dei profeti.PSCR 135.4

    Se negli ultimi tempi non dovevano esserci veri profeti, sarebbe stato molto più facile affermarlo ed escludere così ogni possibilità di inganno, piuttosto che lasciarci una prova per valutarli, come se dovessero sussistere sia quelli veri sia quelli falsi.PSCR 136.1

    In Isaia 8:20 c'è una delle dichiarazioni più importanti in proposito, e la legge è considerata come un metro di misura: “Alla legge! Alla testimonianza! Se il popolo non parla così non vi sarà per lui nessuna aurora!”. Perché dire: “Se non parla” se non sono state previste manifestazioni spirituali o veri profeti in questo periodo? Gesù dice: “Guardatevi dai falsi profeti... Li riconoscerete dai loro frutti”. Matteo 7:15, 16.PSCR 136.2

    Queste parole fanno parte del Sermone sul monte e tutti possono costatare che questo discorso di Gesù ha un'applicazione generale per la chiesa nel corso delle epoche successive. I falsi profeti si riconosceranno dai loro frutti, in altre parole, dalla loro moralità. L'unico modo attraverso il quale si possa capire se i loro frutti sono buoni o cattivi è applicare i parametri della legge di Dio. È così che siamo condotti alla legge e alla testimonianza. I veri profeti non solo parleranno secondo questa Parola, ma vivranno in accordo con i suoi principi. Non si può condannare una persona che parla e vive in questo modo.PSCR 136.3

    È sempre stata una caratteristica dei falsi profeti avere visioni di pace; parlano di “pace e sicurezza” quando una distruzione improvvisa si abbatte su di loro. I veri profeti, invece, rimproverano con coraggio il peccato e annunciano le future manifestazioni del giudizio.PSCR 136.4

    Le profezie che non sono in armonia con le chiare e positive affermazioni della Parola devono essere rifiutate. Infatti il nostro Salvatore fece sapere ai suoi discepoli in che modo sarebbe ritornato. Quando Gesù ascese al cielo davanti ai suoi discepoli, gli angeli dichiararono esplicitamente che sarebbe tornato così come lo avevano visto salire in cielo. Gesù, in merito all'opera dei falsi profeti negli ultimi tempi, disse: “Se dunque vi dicono: “Eccolo, è nel deserto”, non v'andate; “Eccolo, è nelle stanze interne”, non lo credete”. Cfr. Matteo 24:25. Ogni vero profeta, a questo proposito, deve riconoscere che il suo ritorno dal cielo sarà visibile. Gesù non ha detto: “Rifiutate tutte le profezie in quel tempo, perché non ci saranno più veri profeti”.PSCR 136.5

    In Efesini 4:11-13 si legge: “E lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo, fino a che tutti giungiamo all'unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all'altezza della statura perfetta di Cristo”.PSCR 136.6

    In un versetto precedente a questo testo leggiamo che quando Cristo ascese al cielo offrì dei doni agli uomini. Tra questi doni vengono elencati gli apostoli, i profeti, gli evangelisti, i pastori e gli insegnanti, dati per il perfezionamento dei santi nell'unità e nella conoscenza. Alcuni, che attualmente sono pastori e insegnanti, sostengono che questi doni abbiano adempiuto la loro funzione duemila anni fa, e quindi non hanno più ragione di esistere. Perché allora conservano ancora i loro titoli di pastore e insegnante? Se il ruolo del profeta è, secondo questo testo, limitato alla chiesa primitiva dovrebbe esserlo anche quello dell'evangelista e di tutti gli altri, perché non viene fatta nessuna distinzione.PSCR 137.1

    Soffermiamoci un momento su questo punto. Tutti questi doni sono stati dati per il perfezionamento dei santi nell'unità, nella conoscenza e nello spirito. È grazie al loro influsso che la chiesa primitiva ha goduto, per un certo periodo di tempo, di quella unità: “La moltitudine di quelli che avevano creduto era d'un sol cuore e di un'anima sola”. E come conseguenza naturale di questo stato di unità “gli apostoli, con grande potenza, rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù; e grande era la stima per tutti loro”. Atti 4:32, 33.PSCR 137.2

    Come vorremmo sperimentare tutto questo anche oggi! Ma l'apostasia con il suo influsso nefasto ha rovinato la bellezza della chiesa, e l'ha rivestita di sacco. Ne sono scaturiti divisioni e disordine. Mai come oggi c'è stata una così grande diversità di convinzioni nel cristianesimo. Se i doni erano necessari per conservare l'unità nella chiesa primitiva, quanto più lo sono oggi per riportarne l'unità! Inoltre, è evidente dalle profezie che l'obiettivo di Dio era restaurare l'unità della chiesa negli ultimi tempi. Siamo certi che le sentinelle saranno sveglie quando il Signore visiterà nuovamente Sion.PSCR 137.3

    Nel tempo della fine, ci viene detto, i savi capiranno. Quando tutto ciò si adempirà vi sarà unità della fede fra tutti quelli che Dio ritiene savi, perché coloro che hanno una corretta comprensione della realtà, capiranno necessariamente allo stesso modo. Che cosa produrrà questa unità se non i doni che sono stati dati per questo preciso obiettivo?PSCR 137.4

    Da queste considerazioni si deduce che lo stato perfetto della chiesa è proiettato nel futuro, e quindi questi doni non hanno ancora realizzato la loro opera. La lettera agli Efesini fu scritta nel 64 d.C., circa due anni prima che Paolo scrivesse a Timoteo: “...Sto per essere offerto in libazione, e il tempo della mia partenza è giunto. 2 Timoteo 4:6.PSCR 137.5

    I semi dell'apostasia stavano germogliando nella chiesa, infatti Paolo aveva detto dieci anni prima, nella seconda lettera ai Tessaloni-cesi: “Il mistero dell'empietà è già in atto”. 2 Tessalonicesi 2:7. Dei lupi rapaci si sarebbero ben presto introdotti nell'ovile senza risparmiare il gregge. La chiesa non stava crescendo e avanzando verso quella perfezione dell'unità contemplata nel testo, ma stava per essere distrutta dai favoritismi e distratta dalle divisioni. L'apostolo lo sapeva e guardava oltre la grande apostasia, al periodo del raduno del rimanente del popolo di Dio, quando disse: “Fino a che tutti giungiamo all'unità della fede...” Efesini 4:13. Perciò i doni che erano stati dati alla chiesa non avevano prodotto i loro frutti.PSCR 137.6

    “Non spegnete lo Spirito. Non disprezzate le profezie; ma esaminate ogni cosa e ritenete il bene”. 1 Tessalonicesi 5:19-21. In questa epistola l'apostolo introduce il tema del ritorno del Signore. Poi descrive lo stato del mondo incredulo di quell'epoca che annuncia “pace e sicurezza” mentre il giorno del Signore sta per abbattersi su di loro e la distruzione improvvisa viene come un ladro nella notte. Poi, in vista di questi eventi, esorta la chiesa a vegliare ed essere sobria. Tra le raccomandazioni che seguono vi sono le parole già citate: “Non spegnete lo Spirito...”.PSCR 138.1

    Alcuni possono pensare che questi tre versetti siano, per il loro significato, completamente scollegati l'uno dall'altro; ma in realtà hanno una connessione naturale nell'ordine in cui sono. La persona che contrastaPSCR 138.2

    10 Spirito odierà le profezie, che rappresentano il vero frutto dello Spirito. “Dopo questo, avverrà che io spanderò il mio Spirito su ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno.” Gioele 2:28.PSCR 138.3

    L'espressione “esaminate ogni cosa” è limitata al tema del discorso, le profezie; e dobbiamo mettere alla prova gli spiriti con i mezzi che Dio ci ha offerto nella sua Parola. Oggi sono tanti gli inganni spirituali e le false profezie, e senza dubbio questo testo ha una particolare applicazione per noi. Ma attenzione, l'apostolo non dice “rifiutate tutte le cose”; ma “esaminate ogni cosa e ritenete il bene”.PSCR 138.4

    In Gioele 2:28-32 leggiamo: “Dopo questo, avverrà che io spargeròPSCR 138.5

    11 mio Spirito su ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri vecchi faranno dei sogni, i vostri giovani avranno delle visioni. Anche sui servi e sulle serve, spargerò in quei giorni il mio Spirito. Farò prodigi nei cieli e sulla terra: sangue, fuoco e colonne di fumo. Il sole sarà cambiato in tenebre, e la luna in sangue, prima che venga il grande e terribile giorno del Signore. Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato; poiché sul monte Sion e a Gerusalemme vi sarà salvezza, come ha detto il Signore, così pure fra i superstiti che il Signore chiamerà”.PSCR 138.6

    Questa profezia di Gioele, che parla dell'effusione dello Spirito Santo negli ultimi tempi, non si è adempiuta definitivamente all'inizio della dispensazione evangelica. I prodigi nel cielo e sulla terra, di cui parla questo testo, evidentemente rappresentano gli eventi precursori del “grande e terribile giorno del Signore”.PSCR 138.7

    Nonostante molti di questi segni si siano già realizzati, quel giorno terribile fa ancora parte del futuro. È vero che potremmo definire la dispensazione evangelica come “gli ultimi giorni”, ma dire che gli ultimi tempi sono rappresentati dai circa 1.900 anni trascorsi è assurdo. Essi giungono fino al giorno del Signore e alla liberazione del rimanente del popolo di Dio: “...Poiché sul monte Sion e a Gerusalemme vi sarà salvezza, come ha detto il Signore, e così pure fra i superstiti che il Signore chiamerà”. Gioele 2:32.PSCR 139.1

    Questo rimanente, che sussisterà tra i segni e i miracoli che accompagneranno il grande e terribile giorno del Signore, è la progenie della donna di cui si parla in Apocalisse 12:17, l'ultima generazione della chiesa sulla terra. “Allora il dragone si infuriò contro la donna e andò a far guerra a quelli che restano della discendenza di lei che osservano i comandamenti di Dio e custodiscono la testimonianza di Gesù”.PSCR 139.2

    Il rimanente della chiesa della dispensazione evangelica avrà i doni. Gli verrà dichiarata guerra perché osserva i comandamenti di Dio e ha la testimonianza di Gesù Cristo. Cfr. Apocalisse 12:17. In Apocalisse 19:10, la testimonianza di Gesù è definita come lo spirito della profezia. L'angelo dice: “Io sono un servo come te e come i tuoi fratelli che custodiscono la testimonianza di Gesù”. In Apocalisse 22:9 ripete lo stesso concetto in questo modo: “Io sono un servo come te e come i tuoi fratelli, i profeti, e come quelli che custodiscono le parole di questo libro”. Dal confronto vediamo la forza dell'espressione “la testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia”. Ma la testimonianza di Gesù include tutti i doni di quello stesso Spirito. Paolo dice: “Io ringrazio sempre il mio Dio per voi, per la grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di ogni cosa, di ogni dono di parola e di ogni conoscenza, essendo stata confermata tra di voi la testimonianza di Cristo; in modo che non mancate di alcun dono, mentre aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo”. 1 Corinzi 1:4-7.PSCR 139.3

    La testimonianza di Cristo venne confermata nella chiesa di Corinto, e quale fu il risultato? Non mancarono di nessun dono. Abbiamo quindi motivo di pensare che quando il rimanente sarà pienamente confermato nella testimonianza di Gesù, non riceverà nessun dono in attesa del ritorno del nostro Signore Gesù Cristo?PSCR 139.4

    Roswell F. Cottrell

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