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    La prima venuta di Cristo

    Mi ritrovai nell'epoca in cui Gesù doveva assumere la natura umana, umiliarsi come un uomo e affrontare le tentazioni di Satana.PSCR 147.1

    Alla sua nascita non sperimentò agi e onori: nacque in una stalla e la sua culla fu la mangiatoia; tuttavia, la sua nascita fu onorata più di quella di qualunque altro bambino. Gli angeli del cielo informarono i pastori dell'avvento di Gesù, e la luce e la gloria di Dio accompagnarono la loro testimonianza. Gli eserciti del cielo suonavano le loro arpe e glorificavano Dio. Essi annunciarono con esultanza la venuta del Figlio di Dio sulla terra per compiere l'opera della redenzione. Tramite la sua morte avrebbe assicurato pace, felicità e vita eterna all'uomo. Dio onorò l'avvento di suo Figlio e gli angeli lo adorarono.PSCR 147.2

    Gli angeli di Dio furono presenti anche in occasione del suo battesimo; lo Spirito Santo, sotto forma di colomba, si fermò su di lui, e mentre i presenti guardavano con stupore, si udì dal cielo la voce del Padre: “Tu sei il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto”. Luca 3:22.PSCR 147.3

    Giovanni non era sicuro che colui che si stava avvicinando per farsi battezzare nel Giordano fosse il Salvatore, ma il Signore aveva promesso di dargli un segno tramite il quale avrebbe riconosciuto l'Agnello di Dio. Quel segno erano la colomba che si fermò su Gesù e la gloria di Dio che risplendeva intorno a lui. Giovanni allora allungò la mano indicando Gesù, e con voce sonora gridò: “Ecco l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!” Giovanni 1:29.PSCR 147.4

    Giovanni informò i suoi discepoli che Gesù era il Messia promesso, il Salvatore del mondo. Mentre la sua opera si stava concludendo, consigliò loro di seguire il Cristo che era il grande Maestro. La vita di Giovanni fu caratterizzata dal dolore e dall'abnegazione. Annunciò il primo avvento di Gesù ma non gli fu permesso di assistere ai suoi miracoli né di vedere la sua potenza. Giovanni sapeva che doveva morire. La sua voce si sentiva raramente, e solo nel deserto. Conduceva una vita solitaria. Non era rimasto in famiglia per beneficiare dei legami affettivi: vi aveva rinunciato per compiere la sua missione.PSCR 147.5

    Le folle lasciavano le città e i villaggi per riunirsi nel deserto e ascoltare le parole di questo profeta straordinario. Giovanni preparò il terreno. Denunciò il peccato, senza timore delle conseguenze, preparando così la via all'Agnello di Dio.PSCR 147.6

    Erode rimase colpito dalla testimonianza forte e diretta di Giovanni, e con grande interesse chiese che cosa si dovesse fare per diventare suo discepolo. Giovanni sapeva che stava per sposare la moglie di suo fratello, che era ancora in vita, e con sincerità disse a Erode che la sua decisione non era in armonia con la legge divina. Erode non fu disposto a rinunciare; sposò la moglie di suo fratello e, in seguito alle pressioni di quest'ultima, fece arrestare Giovanni, anche se con l'intenzione di liberarlo in seguito.PSCR 148.1

    Mentre era in prigione, Giovanni ascoltò i suoi discepoli raccontare le opere potenti di Gesù. Non aveva la possibilità di sentire i bellissimi discorsi del Salvatore, ma i suoi discepoli lo informavano e lo confortavano riferendo ciò che avevano udito. Ma alla fine Giovanni fu decapitato, a causa dell'influsso negativo esercitato dalla moglie di Erode.PSCR 148.2

    Mi fu mostrato che i discepoli più umili che avevano seguito Gesù, che erano stati testimoni dei suoi miracoli e avevano ascoltato le sue parole di incoraggiamento, erano stati considerati più grandi di Giovanni il battista, perchè erano stati onorati, avevano avuto un ruolo di primo piano e maggiori soddisfazioni nell'arco della loro esperienza di vita.PSCR 148.3

    Venni proiettata negli ultimi tempi e vidi che Giovanni rappresentava coloro che avrebbero vissuto, nello spirito e nella potenza di Elia, per annunciare il giorno del giudizio e il ritorno di Gesù.PSCR 148.4

    Dopo il suo battesimo nel Giordano, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo. Lo Spirito Santo lo aveva preparato per affrontare quel momento così difficile a causa delle forti tentazioni. Fu tentato da Satana per quaranta giorni e in quel periodo non mangiò nulla. Lo scenario che lo circondava non era piacevole, e la sua natura umana lo spingeva ad allontanarsene.PSCR 148.5

    In quel luogo solitario e desolato avrebbe incontrato solo animali selvatici e il diavolo. Il Figlio di Dio era pallido e magro per il digiuno e la sofferenza che provava. Ma il suo cammino era segnato e doveva affrontare quella prova per adempiere la sua missione.PSCR 148.6

    Satana approfittò delle sofferenze del Figlio di Dio e, visto che si era umiliato come un uomo, si preparò ad assalirlo con ogni tipo di tentazione sperando di ottenere la vittoria. Satana gli presentò questa tentazione: “Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani”. Matteo 4:3. Voleva che Gesù dimostrasse di essere il Messia, esercitando il suo potere divino. Gesù rispose con calma: “Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio”. Versetto 4.PSCR 148.7

    Satana cercò di coinvolgerlo in una discussione riguardo alla sua posizione di Figlio di Dio. Fece riferimento alla sua debolezza e alle sue sofferenze e, con orgoglio, affermò di essere più forte di lui. Ma la voce proveniente dal cielo che aveva detto: “Tu sei il mio diletto Figlio, in te mi sono compiaciuto” era sufficiente a sostenere Gesù nelle sue sofferenze. Vidi che Cristo non doveva fare niente per convincere Satana del suo potere o del fatto di essere il Salvatore del mondo. Il diavolo aveva già prove sufficienti della posizione eminente e dell'autorità del Figlio di Dio. Il suo rifiuto di riconoscere questa autorità lo aveva escluso dal cielo.PSCR 148.8

    Satana, per manifestare il suo potere, condusse Gesù sul pinnacolo del tempio di Gerusalemme: lo tentò invitandolo a dimostrare di essere Figlio di Dio gettandosi nel vuoto. Satana usò le parole ispirate: “Sta scritto: egli darà ordine ai suoi angeli a tuo riguardo, ed essi ti porteranno sulle loro mani, perché tu non urti con il piede contro una pietra”. Gesù gli rispose dicendo: “È altresì scritto: Non tentare il Signore Dio tuo”. Versetti 6, 7.PSCR 149.1

    Satana voleva indurre Gesù a dubitare della misericordia del Padre e rischiare la sua vita prima del compimento della sua missione. Sperava che il piano della salvezza fallisse, ma era stato così ben congegnato che Satana non poteva distruggerlo o rovinarlo.PSCR 149.2

    Cristo è l'esempio per tutti i cristiani. Quando sono tentati, o quando i loro diritti sono messi in discussione, devono sopportare con pazienza. Non devono pensare di avere il diritto di invocare il Signore perché manifesti il suo potere contro i loro nemici, a meno che Dio ne sia direttamente onorato e glorificato. Se Gesù si fosse gettato dal pinnacolo del tempio, non avrebbe glorificato il Padre, perché nessuno sarebbe stato testimone dell'evento, salvo Satana e gli angeli di Dio. Avrebbe solo significato manifestare la sua potenza davanti al suo peggior nemico. Avrebbe significato abbassarsi davanti a colui che Gesù doveva sconfiggere.PSCR 149.3

    “Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria dicendogli: ‘Tutte queste cose ti darò se tu ti prostri e mi adori’. Allora Gesù gli disse: ‘Vattene, Satana, poiché sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto’”. Versetti 8-10.PSCR 149.4

    Satana presentò a Gesù i regni del mondo nella prospettiva più attraente. Se Gesù l'avesse adorato, avrebbe ricevuto il diritto di possedere la terra. Satana sapeva che se il piano della salvezza si fosse compiuto, e Gesù fosse davvero morto per riscattare l'uomo, avrebbe perso parte del suo potere, che poi alla fine gli sarebbe stato tolto e lui stesso sarebbe stato distrutto. Ecco perché cercava di impedire, per quanto possibile, il compimento della grande opera che il Figlio di Dio aveva iniziato. Se il piano per la redenzione dell'uomo fosse fallito, Satana si sarebbe tenuto il regno che pretendeva di possedere. Se fosse riuscito nel suo intento si sarebbe arrogato il diritto di regnare al posto di Dio.PSCR 149.5

    Satana esultò quando Gesù rinunciò alla sua potenza e alla sua gloria e lasciò il cielo. Pensava che in quel momento il Figlio di Dio fosse in suo potere. Era stato così semplice tentare la coppia nell'Eden che sperava, con la sua forza satanica e la sua astuzia, di sconfiggere il Figlio di Dio, e salvare così la propria vita e il proprio regno. Avrebbe raggiunto il suo obiettivo se fosse riuscito a distogliere Gesù dalla volontà del Padre.PSCR 150.1

    Ma Gesù respinse il tentatore con queste parole: “Vattene, Satana”. Si sarebbe inchinato solo davanti al Padre. Satana pretendeva che tutti i regni della terra gli appartenessero, e insinuava di poter liberare Gesù da tutte le sue sofferenze ed evitargli in questo modo di morire per ottenere i regni del mondo.PSCR 150.2

    Se Gesù lo avesse adorato avrebbe potuto ricevere tutti i beni del mondo intero e l'onore di regnare. Ma Gesù fu irremovibile. Sapeva che sarebbe venuto il giorno in cui avrebbe strappato, con la sua morte, il regno a Satana e dopo un certo periodo di tempo tutti in cielo e in terra sarebbero stati sottoposti a lui.PSCR 150.3

    Scelse quindi una vita di sofferenza e una morte terribile come mezzi, indicati dal Padre, per diventare l'erede legittimo dei regni della terra e possederli per sempre. Anche Satana sarebbe finito in suo potere, per essere distrutto con la morte, e non nuocere mai più a Gesù o ai santi nella gloria.PSCR 150.4

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