Parte 2: L’opera di Dio e il suo mantenimento
Capitolo 7: L’opera di Dio deve essere sostenuta
Gli ultimi anni del tempo di grazia scorrono velocemente. Il gran giorno dell’Eterno è imminente. Dobbiamo impiegare tutte le nostre forze per risvegliare coloro che moriranno a causa delle loro trasgressioni e dei loro errori. (...)CEC 27.1
È giunto il momento di diffondere con zelo il messaggio della Parola di Dio. Tutti gli insegnamenti che contiene sono stati dati in vista del nostro bene. Dio invita tutti coloro che hanno scelto di schierarsi con il principe Emmanuele a dimostrare che vivono dipendendo da Dio e che hanno fiducia in lui, restituendogli una parte di quanto era stato loro affidato. Questo denaro deve essere impiegato per far progredire l’opera di diffusione del messaggio divino che deve essere compiuta secondo la missione che il Cristo ha affidato ai suoi discepoli. (...)CEC 27.2
Il popolo di Dio è chiamato a realizzare un’opera che richiede denaro e consacrazione. La nostra responsabilità consiste nell’adempiere il nostro dovere secondo le nostre capacità. Dio richiede un servizio che esige la totale consacrazione del cuore, dell’anima, dello spirito e di tutte le nostre forze.CEC 27.3
Nell’universo esistono soltanto due luoghi in cui riporre i nostri beni: i forzieri di Dio e quelli di Satana. Tutto quello che non viene dedicato al servizio di Dio servirà a sostenere l’opera di Satana. Il Signore ci chiede che i beni che ci ha dato siano impiegati per instaurare il suo regno. Egli affida i suoi beni ad amministratori umani perché li gestiscano con cura e li facciano fruttare utilizzandoli per la salvezza degli esseri umani. Questi ultimi diventeranno degli economi fedeli, chiamati a gestire altri beni, cooperando con Cristo per far progredire l’opera di predicazione del suo messaggio.CEC 27.4
Ricevere per dare
Se una chiesa è viva può crescere e progredire. Si manifesta un flusso costante di scambi: riceve e offre, riceve e restituisce al Signore ciò che gli appartiene. Dio accorda conoscenza e benedizioni a ogni vero credente che a sua volta le trasmette ad altri realizzando un’opera per il Signore. Offrendo una parte di ciò che ha ottenuto, accresce la sua capacità di ricevere. Aumenta la sua ricettività alla grazia e alla verità. Acquisisce quindi maggiore comprensione e conoscenze più vaste. La vita e la crescita della chiesa dipendono da questa capacità di ricevere e di dare. Colui che prende senza mai dare perde ben presto la possibilità di ricevere. Se non trasmette ad altri la verità diventa incapace di ricevere. Dobbiamo condividere i beni che provengono da Dio se vogliamo godere di nuove benedizioni.CEC 27.5
Il Signore non ha intenzione di venire sulla terra per distribuire oro o argento e far progredire la sua opera. Affida dei beni agli uomini chiedendo loro di sviluppare l’opera di predicazione del suo messaggio tramite doni e offerte. Fra gli obiettivi che si devono perseguire utilizzando i doni divini, il più importante è quello del sostentamento di coloro che lavorano regolarmente per la diffusione del Vangelo. Se gli uomini diventano dei canali attraverso i quali le benedizioni celesti possono giungere ad altri, il Signore accorderà loro i suoi doni. Non impoveriremo restituendo al Signore ciò che è suo, ma al contrario trattenendolo. (...)CEC 28.1
Un’epoca di risparmi e sacrifici
Dio invita i suoi figli a prendere coscienza delle loro responsabilità. La sua Parola ci guida e ci consiglia esortandoci ad adempiere i doveri trascurati. Portando al Signore le decime e le offerte che gli appartengono, sarà possibile presentare a tutti il messaggio che il Signore voleva rivolgere loro. Se i suoi figli si lasciassero motivare dal suo amore, se ogni membro di chiesa fosse animato dallo spirito di sacrificio, non mancherebbero i fondi per la chiesa e per le missioni; le nostre risorse si moltiplicherebbero e si presenterebbero migliaia di nuove possibilità. Se fosse stato realizzato il progetto divino di presentare il messaggio di misericordia al mondo intero, Cristo sarebbe già tornato e i santi avrebbero ricevuto il benvenuto nella città di Dio.CEC 28.2
Questo è il momento dei sacrifici. Fratelli e sorelle risparmiate. Eliminate tutto ciò che vi separa da Dio. Abbandonate i vostri piaceri egoistici. Vi supplico di non spendere del denaro per abbellire le vostre case, perché il vostro denaro appartiene a Dio e voi dovrete render conto dell’uso che ne fate. Non usate il vostro denaro per soddisfare i capricci dei vostri figli. Insegnate loro che Dio ha dei diritti su tutto ciò che essi possiedono e che niente può annullare questi diritti.CEC 28.3
Il denaro è un bene indispensabile. Non sprecatelo per chi non ne ha bisogno, ci sarà sempre qualcuno che potrete aiutare. Nel mondo ci sono tante persone che hanno fame e potreste dire: “Non posso sfamare tutti”. Se risparmierete, come consiglia Cristo, potrete almeno aiutarne una. “Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto”. Giovanni 6:12 (Tilc). Queste parole furono pronunciate da colui che fece un miracolo per sfamare una moltitudine affamata. Se avete delle abitudini stravaganti rinunciatevi. Se non lo fate fallirete per l’eternità. Se i vostri figli erediteranno l’abitudine al risparmio, alla diligenza e alla sobrietà offrirete loro un’eredità migliore di qualsiasi ricchezza.CEC 28.4
Noi siamo pellegrini e stranieri sulla terra. Non utilizziamo i nostri beni per soddisfare quei desideri che dovremmo reprimere. Viviamo la nostra fede con equilibrio, riducendo i nostri bisogni. I membri delle nostre chiese si impegnino, uniti e con zelo, a migliorare la conoscenza della verità per gli ultimi tempi. (...)CEC 29.1
Che valore possono avere delle immense ricchezze investite in costosi edifici o accumulate presso le banche? Quale valore hanno rispetto alla salvezza di coloro per cui Cristo, il Figlio di Dio, è morto? — The Review and Herald, 24 dicembre 1903.CEC 29.2