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Consigli sull’ economato cristiano - Contents
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    Capitolo 24: I nostri talenti

    La parabola dei talenti, se ben compresa, eliminerebbe l’avidità che Dio definisce idolatria. — Testimonies for the Church 3:387.CEC 81.1

    Dio ha affidato agli uomini dei talenti: un’intelligenza per creare, un cuore in cui Egli può abitare, una sensibilità che permette di estendere ad altri le benedizioni ricevute, una coscienza che può convincerli dei loro errori. Ciascuno di noi ha ricevuto un dono dal Signore ed è chiamato ad impegnarlo per provvedere alle necessità della sua opera.CEC 81.2

    Egli desidera che i suoi figli sappiano che tutto ciò che possiedono è un suo dono e ricordino che tutto ciò che hanno e che sono proviene da colui le cui opere sono eccellenti e i cui consigli sono meravigliosi.CEC 81.3

    Il tocco delicato del medico, il suo potere sui nervi e sui muscoli, la sua conoscenza dell’organismo e delle sue funzioni, scaturiscono dalla sapienza della potenza divina utilizzata in favore dell’umanità sofferente. L’abilità con la quale il carpentiere usa il martello, la forza con la quale il fabbro fa risuonare l’incudine provengono da Dio. Egli ha affidato agli uomini dei talenti e desidera che essi si rivolgano a lui per ricevere consiglio. In questo modo saranno in grado di utilizzare correttamente i suoi doni, testimoniando di essere collaboratori di Dio.CEC 81.4

    I beni di cui disponiamo sono anch’essi dei talenti. Dio invia al suo popolo questo messaggio: “Vendi quello che hai e dallo ai poveri”. Luca 12:33. Tutto ciò che possediamo gli appartiene. Egli ci invita a essere sensibili e a condividere la responsabilità della sua opera affinché goda di una sufficiente prosperità. Ogni cristiano deve partecipare come fedele amministratore. I metodi di Dio sono giusti e dobbiamo utilizzare il denaro che abbiamo restituendo al Signore offerte generose per sostenere la sua opera e far conoscere Cristo agli uomini. Somme grandi e piccole dovrebbero incrementare i fondi della chiesa. (...)CEC 81.5

    La parola è un talento. Di tutti i doni accordati alla famiglia umana questo è il più prezioso. Dovrebbe essere usato per proclamare la sapienza di Dio e il suo immenso amore. In questo modo potranno essere trasmessi i tesori della sua grazia e della sua intelligenza.CEC 81.6

    La presenza del Salvatore in noi è rivelata dalle parole. Lo Spirito Santo non abita nel cuore di chi si irrita perché gli altri non sono d’accordo con le sue idee e i suoi piani. Dalle sue labbra scaturiscono delle osservazioni sarcastiche che rattristano lo Spirito e sviluppano degli atteggiamenti che sono più satanici che divini. Il Signore vuole che coloro che lavorano nella sua opera parlino ispirandosi alla dolcezza di Cristo. Se vi provocano non lasciatevi prendere dall’impazienza, manifestate quella cortesia e quella dolcezza di cui Cristo ci ha dato l’esempio nella sua vita. (...)CEC 81.7

    Anche la forza è un talento e dovrebbe essere impiegata alla gloria di Dio. I nostri corpi gli appartengono. Egli, infatti, ha pagato il prezzo della redenzione del corpo e dell’anima. (...) Possiamo servire meglio il Signore nel vigore della salute che nella debolezza della malattia; dovremmo quindi collaborare con Dio nella cura dei nostri corpi. L’amore di Dio è essenziale per la vita e la salute. Anche la fede in Dio è indispensabile. Per godere di una salute perfetta i nostri cuori devono essere colmi di amore, di speranza e di gioia nel Signore. (...)CEC 82.1

    L’influsso è un talento ed è un potere al servizio del bene quando è guidato dall’amore di Dio. L’influsso di una vita santa agisce fra le pareti domestiche e all’esterno. La generosità, lo spirito di rinuncia e sacrificio che caratterizzano la vita di un uomo, esercitano un influsso positivo su coloro con i quali egli viene in contatto. (...)CEC 82.2

    Secondo le capacità di chi li riceve

    Nel piano di Dio è prevista una distribuzione differenziata dei doni. A uno è stato dato un talento, a un altro cinque e a un altro dieci. I talenti non vengono distribuiti secondo il capriccio, ma in base alle capacità di chi li riceve.CEC 82.3

    Il rendimento richiesto è in rapporto ai talenti ricevuti. Chi ha ricevuto il maggior numero di doni sarà più responsabile. Colui che ha ricevuto dieci talenti ha la responsabilità di farne il miglior uso possibile. Chi ha ricevuto poco denaro è responsabile di questa piccola somma. (...)CEC 82.4

    Quello che determina la lode del Signore è la fedeltà con la quale vengono usati i talenti ricevuti. Se desideriamo essere riconosciuti “buoni e fedeli servitori” dobbiamo mostrarci consacrati e coscienziosi nella nostra opera per il Signore. Egli premierà una collaborazione onesta e diligente. Se gli uomini ripongono in lui la loro fiducia, se ne riconoscono la misericordia e la bontà, se camminano umilmente con lui, Egli collaborerà con loro e accrescerà i loro talenti.CEC 82.5

    “Cercate di far fruttare questo denaro fino a quando non sarò tornato”

    Durante la sua assenza Dio ha affidato la gestione dei suoi beni. Ogni amministratore è chiamato a compiere un’opera speciale per diffondere il messaggio di Dio. Nessuno è esonerato. Il Signore esorta: “Cercate di far fruttare questo denaro fino a quando non sarò tornato”. Luca 19:13 (Tilc). Nella sua infinita saggezza Egli ha impartito delle precise direttive circa l’uso dei suoi doni. I talenti della parola, della memoria, dell’influsso, dei beni di cui disponiamo devono essere utilizzati alla gloria di Dio e per la realizzazione del suo regno. Egli benedirà colui che usa correttamente i suoi doni.CEC 83.1

    Diciamo di essere dei cristiani che aspettano il ritorno di Gesù sulle nuvole del cielo: che uso faremo del nostro tempo, della nostra conoscenza, dei beni che non ci appartengono e ci sono stati affidati per mettere alla prova la nostra onestà? Offriamoli a Gesù. Impieghiamoli per proclamare il suo messaggio. Ubbidiremo all’invito: “Non accumulate ricchezze in questo mondo. Qui i tarli e la ruggine distruggono ogni cosa e i ladri vengono e portano via. Accumulate piuttosto le vostre ricchezze in cielo. Là i tarli e la ruggine non le distruggono e i ladri non vanno a rubare. Perché, dove sono le tue ricchezze, là c’è anche il tuo cuore”. Matteo 6:19-21 (Tilc). — The Review and Herald, 9 aprile 1901.CEC 83.2

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