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Consigli sull’ economato cristiano - Contents
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    I diritti della vedova e dell’orfano

    Non è saggio esaudire indiscriminatamente le richieste di tutti coloro che sollecitano il nostro aiuto; in questo modo potremmo incoraggiare la pigrizia, l’intemperanza e la stravaganza. Se qualcuno bussa alla vostra porta perché ha fame, non lo lasciate ripartire con lo stomaco vuoto; dategli qualcosa da mangiare, o qualche provvista di cui disponete. Non conoscete la sua situazione e la sua povertà, forse è dovuta a una serie di avversità.CEC 115.1

    Fra tutti coloro che reclamano aiuto, la vedova e l’orfano hanno i maggiori diritti di ricevere le vostre cure e la vostra simpatia. “La religione pura e immacolata dinanzi a Dio e Padre è questa: visitar gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puri dal mondo”. Giacomo 1:27.CEC 115.2

    Il padre, morto nella fede, sicuro delle promesse eterne di Dio, ha lasciato i suoi cari con la certezza che il Signore si sarebbe preso cura di loro. Come si adempirà questa promessa? Dio non farà un miracolo facendo cadere la manna dal cielo, non manderà neanche dei corvi per portar loro del cibo; compirà un miracolo nel cuore umano eliminando l’egoismo e predisponendolo alla misericordia. Egli valuta l’amore di coloro che pretendono di essere suoi discepoli affidando alla loro tenera compassione gli afflitti, i miseri, i poveri e gli orfani. Questi, sono in un certo senso, quei piccoli a cui alludeva il Cristo quando diceva che trascurandoli lo offendavamo personalmente.CEC 115.3

    Ogni gesto di generosità compiuto nei loro confronti, in nome di Gesù, Egli lo accetta come se fosse stato rivolto direttamente a lui, perché Egli identifica i suoi interessi con quelli dell’umanità sofferente e ha affidato alla chiesa il grande compito del ministero per l’aiuto e le benedizioni accordate a coloro che soffrono e sono in difficoltà. Il Signore benedirà tutti coloro che compiono quest’opera con entusiasmo.CEC 115.4

    Fintanto che la morte non sarà definitivamente vinta, ci saranno degli orfani di cui occuparsi, che continueranno a soffrire se i nostri membri di chiesa non esprimeranno nei loro confronti gentilezza e tenera compassione. Il Signore ha detto: “...aprire la casa ai poveri senza tetto...” Isaia 58:7 (Tilc). La comunità cristiana deve sostituire il padre e la madre. Dio ricorderà e ricompenserà la compassione dimostrata nei confronti delle vedove e degli orfani, espressa tramite la preghiera e la solidarietà. (...)CEC 115.5

    La misericordia è la prova tangibile della nostra unione con Dio

    Dio ci accorda le sue benedizioni affinché possiamo estenderle ad altri. Fino a quando accetteremo di essere dei canali che Dio utilizza per manifestare il suo amore Egli veglierà su di noi. Quando chiedete a Dio il vostro pane quotidiano, Egli vede la vostra disponibilità interiore a condividerlo con altri, più bisognosi di voi. Quando pregate: “Dio sii placato nei miei confronti perché sono un peccatore” Egli nota se siete sensibili alle necessità di coloro che ci circondano. Questa è la prova della nostra unione con Dio: essere misericordiosi come è misericordioso il nostro Padre celeste. In quanto suoi figli non dobbiamo forse compiere, con un cuore colmo di gioia, quello che ci chiede di fare, qualunque inconveniente o contrarietà questo possa presentare? (...)CEC 116.1

    Compiendo le stesse opere di Cristo, provvedendo ai bisogni dei malati e degli afflitti come lui stesso ha fatto, svilupperemo un carattere cristiano. È per il nostro bene che Dio ci ha chiamato alla rinuncia in favore dell’opera di Dio, per portare la nostra croce, per lavorare e sacrificarci cercando di salvare ciò che è perduto. Questo è il metodo utilizzato dal Signore per affinare il nostro carattere, per eliminarne gli aspetti negativi e acquisire quelle preziose doti che caratterizzavano la personalità di Gesù. L’anima deve essere purificata da tutte le scorie, tramite la santificazione della verità. (...)CEC 116.2

    Con la grazia di Cristo i nostri sforzi per svolgere un’azione positiva nei confronti degli altri non rappresenteranno soltanto il segno della nostra crescita nella santificazione, ma accresceranno la nostra felicità futura ed eterna. Tutti coloro che hanno collaborato con Cristo si sentiranno dire: “Bene, sei un servo bravo e fedele! Sei stato fedele in cose da poco, ti affiderò cose più importanti. Vieni a partecipare alla gioia del tuo signore!” Matteo 25:21 (Tilc). — The Review and Herald, 27 giugno 1893.CEC 116.3

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