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Consigli sull’ economato cristiano - Contents
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    Capitolo 33: Manifestare simpatia per i poveri

    Considerando tutto ciò che Dio ha fatto per coloro che erano perduti, chi condivide le ricchezze della grazia di Cristo come può rifiutare di accordare anche la minima simpatia ai propri simili? Come può compiacersi di appartenere a un ceto o a una casta e disprezzare i poveri e gli infelici?CEC 112.4

    Purtroppo l’orgoglio di classe e lo sfruttamento del povero che prevale nella nostra società si riscontra anche fra coloro che professano di seguire Cristo. Essi non esprimono la simpatia che dovrebbe essere manifestata nei confronti dell’umanità. Gli uomini si appropriano dei doni che avrebbero dovuto semplicemente amministrare per il bene del prossimo. Il ricco opprime il povero e impiega ciò che ha guadagnato per soddisfare il suo orgoglio e la sua vanità, mettendoli in mostra anche nella casa di Dio. Essi sostengono che per i poveri sia troppo oneroso partecipare ai servizi religiosi. Molti pensano che solo i ricchi possano offrire a Dio un servizio pubblico adeguato. Se il Signore non avesse dimostrato costantemente il suo amore nei confronti dei poveri e degli umili, il cui cuore è contrito e umiliato, il mondo sarebbe per loro un luogo molto triste. (...)CEC 112.5

    Il Redentore aveva dei genitori di umili origini e quando, piccolissimo, fu presentato al tempio, sua madre aveva portato l’offerta dei poveri: due coppie di tortore o di piccioni. Egli rappresentava il dono più prezioso che il cielo avesse fatto alla terra, un dono al di sopra di ogni valutazione, e ciò veniva ricambiato con una modesta offerta. Il nostro Salvatore durante il suo soggiorno sulla terra, condivise la sorte degli umili e degli indigenti. Rinuncia e sacrificio caratterizzarono la sua vita.CEC 113.1

    Tutti i favori e le benedizioni di cui godiamo provengono unicamente da lui; siamo gli amministratori della sua grazia e dei suoi doni; il più piccolo talento, il lavoro più umile possono essere presentati a Gesù come offerta e tramite i propri meriti Egli la presenterà al Padre. Se offriamo sinceramente ciò che abbiamo di meglio, amando Dio e desiderando ardentemente servire Gesù, l’offerta sarà completamente accettata. Tutti possono farsi un tesoro in cielo. Tutti possono essere “...ricchi di opere buone, generosi e pronti a mettere in comune quel che possiedono. Così si prepareranno un tesoro sicuro per l’avvenire, per ottenere la vita”. 1 Timoteo 6:18, 19.CEC 113.2

    Uniti da legami di solidarietà

    Rientra nei progetti di Dio che ricchi e poveri siano intimamente uniti fra loro da legami di simpatia e solidarietà. Dio ha un progetto per ognuno di noi. A tutti coloro che vogliono collaborare con lui Egli ha affidato un compito. Ci invita a prendere in considerazione tutti i casi di sofferenza e povertà di cui veniamo a conoscenza.CEC 113.3

    Nostro Signore Gesù Cristo era ricco ed è diventato povero per noi, affinché fossimo arricchiti tramite la sua povertà. Egli invita tutti coloro a cui ha affidato dei beni terreni a seguire il suo esempio. Gesù dice: “I poveri infatti li avete sempre con voi e potete aiutarli quando volete”. Marco 14:7 (Tilc). La sofferenza e la miseria del mondo lanciano continuamente un appello alla nostra solidarietà e il Salvatore dichiara che l’opera nei confronti degli afflitti e di coloro che soffrono è quella che apprezza maggiormente. Egli dichiara: “...dividere il pane con chi ha fame, aprire la casa ai poveri senza tetto, dare un vestito a chi non ne ha, non abbandonare il proprio simile”. Isaia 58:7 (Tilc). Dobbiamo confortare i malati, sfamare coloro che hanno fame, vestire coloro che sono nudi e istruire gli ignoranti.CEC 113.4

    Molti si lamentano perché il mondo è così pieno di miseria e di sofferenza. Ma il Signore è misericordioso e tramite i suoi rappresentanti, a cui ha affidato i suoi beni, vorrebbe soddisfare tutte le esigenze delle sue creature. Egli dispone dei mezzi necessari e se gli uomini non abusassero dei suoi doni e non ne privassero egoisticamente i loro simili, nessuno soffrirebbe di alcuna restrizione. — The Review and Herald, 20 giugno 1893.CEC 114.1

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