I due spiccioli della vedova
Gesù si trovava nel cortile, là dove c’erano le casse destinate alla raccolta delle offerte, e osservava coloro che le portavano. Molti ricchi presentavano con ostentazione grosse somme di denaro e Gesù li guardava con tristezza senza commentare in nessun modo la loro generosità. Improvvisamente il suo viso si illuminò vedendo avvicinarsi una povera vedova, esitante come se temesse di essere osservata. Mentre i ricchi e gli ambiziosi camminavano imponendosi all’attenzione di tutti ella cercava di tenersi in disparte con umiltà. Desiderava comunque contribuire con qualcosa, per poco che fosse, all’opera di Dio. Guardò ciò che aveva in mano: ben poco, rispetto ai ricchi doni degli altri, ma era tutto ciò che possedeva. Allora rapidamente si avvicinò alla cassa, vi gettò i suoi due spiccioli e si allontanò con aria furtiva. Ma i suoi occhi si incrociarono con quelli di Gesù che la stava osservando con attenzione.CEC 123.3
Il Salvatore chiamò i suoi discepoli e fece loro notare la povertà di quella vedova. Ella sentì le sue parole di lode: “Io vi assicuro che questa vedova, povera com’è, ha dato un’offerta più grande di quella di tutti gli altri!” Marco 12:43 (Tilc). I suoi occhi si riempirono di lacrime di gioia quando si rese conto che il suo gesto era stato compreso e apprezzato.CEC 123.4
Altri l’avrebbero consigliata di tenere per lei la modica offerta; nelle mani di sacerdoti ben nutriti, questa piccola somma si sarebbe persa fra tante offerte consistenti. Gesù invece aveva individuato la sua motivazione. Ella credeva che il servizio del tempio fosse stato stabilito da Dio stesso e voleva fare tutto ciò che poteva per collaborare. Fece il possibile e il suo gesto è diventato come un monumento alla sua memoria, attraverso i secoli, e rappresenterà la sua gioia per l’eternità. Ella diede il suo cuore, insieme alla sua offerta, che non venne valutata in termini economici ma in funzione dell’amore che la donna provava per Dio e dell’interesse per la sua opera.CEC 123.5
Gesù disse, parlando di questa vedova povera, che ella aveva dato più di tutti coloro che avevano messo le loro offerte nella cassa. Molti ricchi avevano donato il superfluo solo per essere osservati e onorati dagli uomini. I loro doni, per quanto consistenti fossero, non li privavano di nessuna comodità, né di nessun lusso; essi non rappresentavano il prezzo dei loro sacrifici e quindi non avevano un valore paragonabile a quello degli spiccioli della vedova.CEC 124.1
La motivazione è piu importante dell’entità del dono
Sono le motivazioni che danno ai nostri atti il loro vero valore, contrassegnandoli con il marchio dell’ignominia o conferendo loro la massima dignità morale. Le grandi cose che tutti vedono e che tutti celebrano non sono le più preziose agli occhi di Dio. I piccoli doveri compiuti con gioia, i piccoli doni offerti senza vanità, anche se insignificanti agli occhi degli uomini hanno spesso un grande valore per il Signore. Egli preferisce un cuore pieno di fede e d’amore rispetto al dono più prezioso. Il piccolo contributo della vedova rappresentava tutto ciò che aveva per vivere. Ella aveva rinunciato al cibo per offrire con fede i suoi spiccioli, sicura che il Padre celeste non l’avrebbe abbandonata nel bisogno. È questo spirito disinteressato e questa fede spontanea che le hanno consentito di ricevere l’elogio del Salvatore.CEC 124.2
Ci sono molti poveri che desiderano manifestare a Dio la loro gratitudine per la sua grazia e la sua verità e contribuire al sostentamento di quei fratelli che sono in difficoltà. Non si dovrebbe scoraggiare tali persone, accettando che mettano i loro spiccioli nella banca del cielo. Queste somme, se vengono donate con il cuore pieno dell’amore divino diventano, anche se modiche, doni consacrati, offerte di grande valore che provocano la gioia e la benedizione di Dio. — The Desire of Ages, 614-616.CEC 124.3