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Sulle orme del gran medico - Contents
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    Capitolo 3: In sintonia con la natura e con Dio

    Nell’arco della sua vita il Salvatore ha vissuto a stretto contatto con la natura e con Dio. In questo rapporto intenso c’è il segreto di un’esistenza ricca di forza.OGM 23.1

    Gesù fu un lavoratore attivo e instancabile. Nessun altro tra gli esseri umani ha avuto tali responsabilità. Nessun altro ha portato un peso così grande come quello dei peccati e delle sofferenze del mondo. Nessun altro ha lavorato con un impegno così logorante per il bene degli uomini. Eppure la sua fu una vita sana. Da un punto di vista fisico o spirituale egli rappresentò l’agnello sacrificale “senza difetto né macchia”. 1 Pietro 1:19. Sia nel corpo sia nello spirito egli è stato un esempio di ciò che Dio si aspettava dagli uomini attraverso l’ubbidienza ai suoi precetti. Guardando Gesù le persone vedevano un volto in cui la sua misericordia divina si mescolava alla consapevolezza della sua potenza. La sua vita era caratterizzata da una profonda spiritualità. Anche se aveva modi gentili e non era invadente, colpiva le persone per la potenza che emanava da lui che, pur velata, non poteva essere completamente nascosta.OGM 23.2

    Durante la sua missione terrena venne continuamente perseguitato da uomini scaltri e ipocriti che volevano ucciderlo. Era seguito da spie che soppesavano ogni sua parola per trovare un pretesto per incolparlo. I cervelli più acuti e colti della nazione cercavano di metterlo in difficoltà con polemiche e contestazioni, ma non riuscirono mai a spuntarla. Furono costretti a ritirarsi, confusi e svergognati dall’umile Maestro della Galilea. Gli insegnamenti del Cristo possedevano una freschezza e una forza che gli uomini non avevano mai sperimentato prima. Perfino i suoi nemici furono costretti ad ammettere: “Nessuno parlò mai come quest’uomo!” Giovanni 7:46.OGM 23.3

    La giovinezza di Gesù, trascorsa nella povertà, non venne contaminata dalle abitudini sbagliate di un’epoca corrotta. Lavorando al banco del falegname, sopportando i pesi della vita quotidiana, imparando le lezioni dell’ubbidienza e della fatica, trovava riposo osservando le manifestazioni della natura e cercando di scoprirne i misteri. Studiava la Parola di Dio e i momenti più belli li viveva quando, terminato il suo lavoro, andava nei campi per meditare nella pace delle vallate e per mettersi in contatto con Dio sulla montagna o tra gli alberi della foresta. All’alba andava in qualche posto solitario per meditare, studiare le Scritture o pregare. Dava il benvenuto alla luce del giorno cantando. Rallegrava le ore di lavoro con canti di ringraziamento e trasmetteva gioia a coloro che erano stanchi e scoraggiati.OGM 24.1

    Durante il suo ministero Gesù visse quasi sempre all’aperto. Si spostava da una località all’altra camminando a piedi e spesso insegnava all’aria aperta. Nell’istruire i discepoli si allontanava dalla confusione della città per ritrovarsi con loro nella quiete della campagna, in armonia con quelle lezioni di semplicità, fede e rinuncia che desiderava insegnare loro. Fu sotto gli alberi ombrosi delle montagne, non lontano dal mar di Galilea, che i dodici furono chiamati a collaborare con lui e fu lì che venne pronunciato il Sermone sul Monte.OGM 24.2

    Il Cristo amava riunire la gente intorno a sé, sotto un cielo azzurro, su una verde collina o sulla spiaggia di un lago. Là, circondato dalle opere della sua stessa creazione, poteva orientare i pensieri dei presenti dalle cose artificiose a quelle naturali. Nella crescita e nello sviluppo della natura si ritrovano i principi del suo Regno. Alzando gli occhi verso le colline di Dio, e contemplando le opere meravigliose create dalla sua mano, gli uomini potevano cogliere i preziosi insegnamenti delle verità divine. Nel futuro la natura avrebbe ricordato loro le lezioni del Maestro, elevando la loro mente e donando riposo al loro cuore. Spesso Gesù concedeva ai discepoli, impegnati con lui nella diffusione del messaggio della salvezza, un certo periodo di tempo per potersi riposare e andare a trovare le famiglie, ma i loro tentativi per distoglierlo dalle sue fatiche si rivelavano inutili. Per tutto il giorno provvedeva ai bisogni delle folle che si rivolgevano a lui e verso sera, o di mattina presto, se ne andava verso le montagne per essere in comunione con il Padre.OGM 24.3

    Spesso il suo impegno costante e i contrasti con i falsi insegnamenti e l’ostilità dei rabbini lo stancavano così tanto che la madre, i fratelli e anche i discepoli temevano per la sua vita. Ma quando tornava dalle ore dedicate alla preghiera, che concludevano la sua dura giornata, essi scorgevano la serenità sul suo volto, la freschezza e la forza che sembravano pervadere tutto il suo essere. Grazie alle ore trascorse in solitudine con Dio, giorno dopo giorno, otteneva la forza per offrire alle persone la luce del cielo.OGM 24.4

    Proprio tornando dal primo viaggio missionario Gesù chiese ai suoi discepoli di appartarsi e riposarsi un po’. I discepoli erano tornati pieni di gioia per il successo ottenuto nella diffusione del messaggio del Vangelo quando seppero della morte di Giovanni Battista ordinata da Erode. Fu un duro colpo per loro. Gesù sapeva che lasciando morire Giovanni Battista in prigione aveva messo a dura prova la fede dei discepoli. Con grande affetto osservava i loro sguardi addolorati e i visi solcati dalle lacrime. Anch’egli piangeva quando, con voce commossa, disse: “Venitevene ora in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un poco”. Marco 6:31.OGM 25.1

    Vicino a Betsaida, nella parte settentrionale del mare di Galilea, c’era una zona solitaria, bella nel fresco verde della primavera, che offriva un gradevole rifugio a Gesù e ai suoi discepoli. Si diressero verso quel luogo utilizzando una barca per attraversare il lago. Là si sarebbero riposati, lontano dalla confusione della folla. Avrebbero ascoltato le parole del Cristo, senza essere disturbati dalle ritorsioni e dalle accuse dei farisei. Là speravano di godersi per un po’ la compagnia del loro Signore. Soltanto per poco tempo Gesù poté restare solo insieme ai suoi cari amici, ma come furono preziosi per loro quei rari momenti! Insieme parlarono della missione del Vangelo e della possibilità di rendere più efficace il loro lavoro nel raggiungere le persone. Quando Gesù svelò loro i tesori della verità, essi si sentirono vivificati dalla potenza divina e pervasi di coraggio e speranza.OGM 25.2

    Ben presto la gente lo raggiunse nuovamente. Infatti, pensando che si fosse diretto nel posto dove di solito si appartava, le persone lo seguirono fin là. La sua speranza di riposarsi almeno per un’ora fu disattesa. Ma nel profondo del suo cuore, puro e misericordioso, il buon Pastore provava solo amore e pietà per quelle creature angosciate e assetate. Per tutto il giorno pensò alle loro esigenze e la sera li fece andare a casa a riposare.OGM 25.3

    Nella sua vita, spesa a ricercare il bene degli altri, il Salvatore ritenne importante interrompere la sua instancabile attività e allontanarsi dalla gente per isolarsi e cercare la comunione con il Padre senza essere disturbato. Non appena la folla che lo aveva seguito si allontanava, se ne andava tra le montagne e, una volta solo, apriva il suo cuore pregando per quegli uomini bisognosi, sofferenti e peccatori.OGM 25.4

    Quando Gesù disse ai discepoli che la messe era grande e gli operai erano pochi, non voleva insistere sulla necessità di un impegno instancabile, ma ordinò loro: “Pregate dunque il Signore della messe che mandi degli operai nella sua messe”. Matteo 9:38. Ai collaboratori stanchi anche oggi rivolge quelle stesse parole compassionevoli dirette ai suoi primi discepoli: “Venitevene ora in disparte... e riposatevi un poco”.OGM 26.1

    Tutti i figli di Dio hanno bisogno di alcuni momenti tranquilli per stare in comunione con se stessi, con la natura e con il Signore. La loro vita non deve essere in sintonia con le abitudini del mondo. Hanno bisogno di vivere un’esperienza personale nella conoscenza della volontà di Dio. Dobbiamo sentirlo mentre parla personalmente al nostro cuore. Quando abbiamo fatto tacere ogni altra voce, e ci troviamo davanti a lui nella tranquillità e nel silenzio, la voce di Dio diventa distinta. Egli ci chiede: “Fermatevi e riconoscete che io sono Dio”. Salmi 46:10.OGM 26.2

    Questo è il modo più efficace per prepararsi prima di iniziare a lavorare per il Signore. In mezzo alla gente che ha fretta e fra le tensioni delle attività quotidiane, coloro che si ritemprano in questo modo saranno circondati da un’atmosfera di luce e pace. Riceveranno nuova forza fisica e spirituale. La loro vita emanerà una specie di profumo e manifesterà una potenza divina che raggiungerà il cuore degli uomini.OGM 26.3

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