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Sulle orme del gran medico - Contents
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    “Va’ e non peccare più”

    La festa dei tabernacoli era appena finita. I sacerdoti e i rabbini avevano avuto successo con i loro complotti contro Gesù e, quando si fece sera “e ognuno se ne andò a casa sua. Gesù andò al monte degli Ulivi”. Giovanni 7:53; 8:1.OGM 39.4

    Gesù si allontanò dalla confusione e dall’euforia della città, dalla folla avida e dagli infidi rabbini per andarsene in mezzo alla quiete degli uliveti, dove poteva stare solo con Dio. Ma il giorno seguente, molto presto, ritornò al tempio e, una volta che la gente si era raccolta intorno a lui, egli si sedette e cominciò a insegnare.OGM 39.5

    Ma venne interrotto subito. Un gruppo di farisei e di scribi si avvicinò a lui trascinando una donna terrorizzata che, con parole dure e aggressive, accusavano di aver trasgredito il settimo comandamento. Spingendola davanti a Gesù dissero manifestando un atteggiamento ipocrita di rispetto: “Maestro, questa donna è stata colta in flagrante adulterio. Or Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare tali donne; tu che ne dici?” Giovanni 8:4, 5.OGM 39.6

    Il loro falso rispetto nascondeva un complotto ben studiato per rovinarlo. Se Gesù avesse assolto la donna, sarebbe stato accusato di ignorare la legge di Mosè. Se l’avesse dichiarata degna di morte, avrebbe potuto essere accusato dai romani per avere usurpato un’autorità che apparteneva solo a loro. Gesù guardò la scena: la vittima tremante di vergogna, lo sguardo duro dei dignitari senza nessuna pietà. Il suo spirito puro rifuggiva da quello spettacolo. Ignorando la domanda si chinò e, guardando verso terra, iniziò a scrivere nella polvere.OGM 40.1

    Impazienti di fronte all’apparente indifferenza di Gesù, gli accusatori si avvicinarono ancora di più sollecitando la sua risposta su quel caso. Ma quando i loro occhi, seguendo quelli di Gesù, si posarono sul terreno essi ammutolirono. Là per terra erano scritti, davanti a loro, i peccati segreti della loro vita.OGM 40.2

    Alzandosi e fissando gli anziani che tramavano contro di lui, Gesù disse: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. Giovanni 8:7. E, piegandosi, continuò a scrivere.OGM 40.3

    In questo modo non aveva messo da parte la legge di Mosè e non aveva usurpato l’autorità di Roma. Gli accusatori avevano avuto la peggio. Venuta meno la loro apparenza di santità, essi stavano davanti alla purezza infinita del Cristo nella loro colpevolezza. Tremando per paura che la cattiveria nascosta della loro vita potesse essere svelata davanti a tutta quella gente, se ne andarono con la testa bassa, lasciando la loro vittima insieme al Salvatore compassionevole. Gesù si alzò e guardando la donna disse: “Donna, dove sono quei tuoi accusatori? Nessuno ti ha condannata? Ella rispose: Nessuno, Signore. E Gesù le disse: Neppure io ti condanno; va’ e non peccare più”. Giovanni 8:10, 11.OGM 40.4

    La donna era rimasta davanti a Gesù, piena di paura. Le sue parole — “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra” — avevano per lei il sapore di una sentenza di morte. Non aveva il coraggio di guardare in faccia il Salvatore, e aspettava in silenzio la sua condanna. Con sorpresa vide i suoi accusatori andarsene confusi e ammutoliti. Allora sentì pronunciare quelle parole piene di speranza: “Neppure io ti condanno; va’ e non peccare più”. Si commosse profondamente e, gettandosi ai piedi di Gesù, espresse tra i singhiozzi la sua riconoscenza e confessò i suoi peccati con lacrime amare. Quello fu per lei l’inizio di una nuova vita, una vita pura e serena, dedicata a Dio. Risollevando quell’essere caduto, Gesù fece un miracolo più grande di quando guariva le più gravi malattie fisiche: guarì, infatti, la malattia spirituale che porta alla morte eterna. Questa donna pentita diventò uno dei suoi più fedeli seguaci. Manifestò la sua riconoscenza per il perdono con altruismo e dedizione. La società aveva riservato a questa peccatrice solo il disprezzo e la derisione ma colui che non ha peccato ebbe pietà della sua debolezza e le offrì aiuto. Se i farisei ipocriti l’accusarono, Gesù le disse: “Va’ e non peccare più”.OGM 40.5

    Gesù conosce la situazione di ogni persona. Più grande è il suo peccato più ha bisogno del Salvatore. Nel suo grande amore e bontà, il Signore è attratto soprattutto da coloro che sono disperatamente impigliati nelle trappole del nemico. Con il suo sangue ha firmato la liberazione dell’umanità.OGM 41.1

    Gesù non vuole che coloro che sono stati riscattati a un prezzo così alto diventino preda delle tentazioni del nemico. Non vuole che veniamo sopraffatti e periamo. Colui che tenne a bada i leoni e camminò con i suoi fedeli testimoni in mezzo alle fiamme, è pronto ad agire per noi per sottomettere ogni tendenza negativa del nostro essere. Ora si trova presso l’altare della grazia per presentare a Dio le preghiere di coloro che desiderano essere aiutati. Non rifiuta nessuno che piange e si pente. Egli perdonerà tutti coloro che si rivolgeranno a lui per chiedere il perdono e la liberazione. Non dice a nessuno tutto ciò che potrebbe rivelare sul suo conto ma chiede a ogni individuo desideroso del perdono di riacquistare coraggio. Chi vuole può contare sulla potenza di Dio, ripristinare i suoi rapporti con lui ed egli offrirà la sua pace.OGM 41.2

    Gesù pone al riparo dalle accuse e dai conflitti coloro che si rivolgono a lui per essere protetti. Nessun uomo o spirito del male può accusare queste persone. Il Cristo le rende partecipi della sua natura umana e divina. Esse stanno accanto a colui che porta i peccati nella luce che viene dal trono di Dio.OGM 41.3

    Il sangue di Gesù Cristo purifica “da ogni peccato”. 1 Giovanni 1:7. “Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi”. Romani 8:33, 34. Il Cristo dimostrò che aveva il controllo assoluto sul vento, sulle onde e sugli indemoniati. Colui che placò la tempesta e calmò il mare agitato rivolse parole di pace alle menti distratte e sottomesse a Satana.OGM 41.4

    A Capernaum, nella sinagoga, Gesù stava parlando di come la sua missione avesse lo scopo di liberare gli schiavi dal peccato. A un certo punto fu interrotto da un grido di terrore. Un pazzo si gettò in mezzo alla folla gridando: “Che c’è fra noi e te, Gesù Nazareno? Sei venuto per mandarci in perdizione? Io so chi sei: il Santo di Dio!” Marco 1:24.OGM 41.5

    Gesù rimproverò il demone dicendo: “Taci, ed esci da quest’uomo! E il demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui senza fargli alcun male”. Luca 4:35.OGM 41.6

    Anche per quest’uomo la causa del suo male era da ricercare nella sua vita. Era stato sedotto dai piaceri del peccato e aveva pensato di fare della sua vita una grande festa. L’intemperanza e l’instabilità avevano corrotto le elevate qualità della sua natura e Satana aveva il pieno controllo su di lui. Il pentimento arrivò troppo tardi. Quando sarebbe stato disposto a sacrificare le ricchezze e i piaceri per riconquistare la sua dignità di uomo, era ormai nelle mani del male senza speranza.OGM 41.7

    Trovandosi davanti al Salvatore sentì il desiderio di essere liberato, ma il demone resisteva alla potenza del Cristo. Quando l’uomo provò a chiedere aiuto a Gesù, lo spirito cattivo mise delle parole nella sua bocca e questi gridò in una spaventosa agonia. L’indemoniato riusciva a capire solo in parte che si trovava alla presenza di colui che poteva liberarlo. Ma quando provò a raggiungere quella mano potente, una volontà diversa dalla sua lo frenò, le parole di un altro vennero pronunciate attraverso la sua bocca.OGM 42.1

    Il conflitto fra l’influsso di Satana su di lui e il suo desiderio di essere liberato fu terribile. Sembrava che sotto quella tortura l’uomo dovesse morire nella lotta con il nemico che era stato la rovina della sua vita. Ma il Salvatore parlò con autorità e liberò quel prigioniero. L’uomo che era stato posseduto era davanti alla gente stupita nel pieno controllo delle sue facoltà.OGM 42.2

    Pieno di gioia lodò Dio per essere stato liberato. I suoi occhi, che poco prima mostravano la sua pazzia, ora brillavano di sapienza e versavano lacrime di riconoscenza. I presenti erano ammutoliti per lo stupore. Non appena si riebbero, si dissero l’un l’altro: “Che cos’è mai questo? È un nuovo insegnamento dato con autorità! Egli comanda perfino agli spiriti immondi, ed essi gli ubbidiscono!” Marco 1:27.OGM 42.3

    Oggi ci sono tante persone che sono sotto il controllo di spiriti cattivi come lo era l’indemoniato di Capernaum. Tutti coloro che si allontanano volontariamente dai precetti di Dio si sottopongono al controllo di Satana. Molti si lasciano corrompere dal male, pensando di poterne uscire quando vogliono. Ma vengono attirati da esso a tal punto che sono in balia di una volontà più forte della loro. Non possono sfuggire a quella forza misteriosa. Un peccato tenuto nascosto o una passione ricorrente possono renderli schiavi senza speranza come lo era l’indemoniato di Capernaum.OGM 42.4

    Tuttavia la loro situazione non è disperata. Dio non può controllare la nostra mente se non glielo permettiamo. Ognuno è libero di scegliere da chi vuole farsi influenzare. Nessuno è così spregevole da non poter essere liberato dal Cristo. Le labbra dell’indemoniato potevano pronunciare solo le parole di Satana, non delle preghiere. Eppure l’appello muto del suo cuore venne ascoltato. Nessun grido di aiuto di una persona che ha bisogno verrà trascurato, anche se non verrà espresso a parole. Coloro che vogliono stringere un patto con Dio non vengono abbandonati al potere di Satana o alla fragilità della loro natura.OGM 42.5

    “Si potrà forse strappare il bottino al forte?... Sì, così dice il Signore: Anche i prigionieri del forte verranno liberati, e il bottino del tiranno fuggirà; io combatterò contro chi ti combatte e salverò i tuoi figli”. Isaia 49:24, 25.OGM 43.1

    È straordinaria la trasformazione che avviene nella vita di chi, per fede, apre la porta del suo cuore al Salvatore.OGM 43.2

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