Capitolo 43: Un’esperienza straordinaria
Abbiamo bisogno costantemente di una nuova rivelazione in Cristo, di un’esperienza quotidiana vissuta in armonia con i suoi insegnamenti.OGM 275.1
Possiamo raggiungere obiettivi santi ed elevati. Dio desidera che progrediamo costantemente nella conoscenza e nella virtù. La sua legge è un’eco della sua voce che ci dice: “Salite più in alto, siate santi, più santi ancora”. Ogni giorno dobbiamo avvicinarci alla perfezione del carattere cristiano. Coloro che sono impegnati al servizio del Maestro hanno bisogno di esperienze più profonde e più ampie di quanto immaginino. Molti di coloro che sono già membri della famiglia di Dio non sanno cosa significhi contemplare la sua gloria ed essere trasformati di gloria in gloria. Molti hanno una percezione confusa dell’eccellenza del Cristo eppure il loro cuore trasale di gioia. Desiderano ardentemente provare una percezione più perfetta e profonda dell’amore del Salvatore. Devono assecondare le aspirazioni dell’animo nei confronti di Dio. Lo Spirito Santo opera in coloro che permettono che egli agisca, li modelli e li plasmi. Imparate a coltivare pensieri spirituali e ricercate legami sacri. Voi avete visto soltanto i primi raggi dell’alba della sua gloria. Cercando di conoscere il Signore comprenderete che “...il sentiero dei giusti è come la luce che spunta e va sempre più risplendendo, finché sia giorno pieno”. Proverbi 4:18.OGM 275.2
Il Cristo precisò: “Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa”. Giovanni 15:11. Gesù vedeva in prospettiva i risultati della sua missione. La sua vita terrena, vissuta con impegno e sacrificio, era guidata dal pensiero che tutto ciò non sarebbe stato inutile. Donando la sua vita per quella degli uomini restituiva all’umanità l’immagine di Dio. Ci permetteva di uscire dalla polvere, rinnovare il nostro carattere all’immagine del suo, e arricchirlo secondo la sua gloria.OGM 275.3
Il Cristo contemplò i frutti della sua opera e ne fu felice. Guardando verso l’eternità vide la gioia di coloro che, attraverso la sua umiliazione, dovevano ricevere il perdono e la vita eterna. Era stato ferito per le loro trasgressioni, ucciso per le loro colpe. Il castigo che avrebbe dovuto assicurare loro la pace ricadeva su di lui e per le sue ferite essi sarebbero stati guariti. Egli sentiva il grido di gioia dei riscattati e i loro canti di riconoscenza, il “cantico di Mosè e dell’Agnello”. Nonostante dovesse ricevere il battesimo del sangue, nonostante i peccati del mondo gravassero sulla sua anima innocente e l’ombra di un indescrivibile supplizio si estendesse su di lui, per la gioia che intravedeva scelse le sofferenze della croce e ne disprezzò la vergogna.OGM 275.4
I discepoli del Salvatore devono condividere questa gioia. La nostra ricompensa non è interamente riservata per il giorno della liberazione finale, per quanto glorioso possa essere. Fin da ora possiamo provare la gioia del Signore. Dobbiamo perseverare come Mosè, come se vedessimo l’invisibile.OGM 276.1
Ora la chiesa è militante. Dobbiamo affrontare il mondo in cui regnano le tenebre e che si è quasi totalmente abbandonato all’idolatria. Ma giungerà il giorno in cui la battaglia sarà conclusa e la vittoria riportata. La volontà di Dio deve essere fatta sulla terra come è fatta in cielo. I redenti conosceranno solo la legge del cielo. Tutti saranno una famiglia felice e unita, rivestiti di lode e gratitudine con l’abito della giustizia del Cristo. La natura nel suo splendore e nella sua bellezza manifesterà a Dio lode e adorazione. Il mondo sarà illuminato dalla luce del cielo. La luna brillerà come il sole, e la luce di quest’ultimo sarà sette volte più potente di quella attuale. Gli anni trascorreranno nella gioia. In questo scenario le stelle del mattino canteranno insieme e i figli di Dio esprimeranno la loro felicità mentre Dio e il Cristo proclameranno che non ci sarà più né peccato né morte.OGM 276.2
Queste visioni della gloria futura, descritte da Dio, sono preziose per i suoi figli. Immaginatevi sulla soglia dell’eternità, ascoltate il benvenuto rivolto a coloro che durante la loro vita hanno collaborato con il Cristo, considerando un privilegio e un onore sacrificarsi per lui. Insieme agli angeli gettano le loro corone ai piedi del Redentore e gridano: “...Degno è l’agnello, che è stato immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza, l’onore, la gloria e la lode... A colui che siede sul trono, e all’Agnello, siano la lode, l’onore, la gloria e la potenza, nei secoli dei secoli”. Apocalisse 5:12, 13.OGM 276.3
In quell’occasione i redenti potranno salutare coloro che li hanno condotti al Salvatore. Si uniscono nella lode di colui che morì perché gli esseri umani potessero godere di una vita eterna come quella di Dio. La lotta è conclusa, le sofferenze sono finite. I canti di vittoria riempiono il cielo mentre i riscattati sono intorno al trono di Dio. Tutti intonano il gioioso ritornello: “Degno è l’Agnello che è stato immolato... Ci ha riscattati per il Signore”.OGM 276.4
“...Vidi una folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli, e lingue, che stava in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di bianche vesti e con delle palme in mano. E gridavano a gran voce, dicendo: La salvezza appartiene al nostro Dio che siede sul trono, e all’agnello”. Apocalisse 7:9, 10.OGM 276.5
“...Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione. Essi hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello. Perciò sono davanti al trono di Dio e lo servono giorno e notte, nel suo tempio; e colui che siede sul trono stenderà la sua tenda su di loro. Non avranno più fame e non avranno più sete, non li colpirà il sole né alcuna arsura; perché l’Agnello che è in mezzo al trono li pascerà e li guiderà alle sorgenti delle acque della vita; e Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi”. Apocalisse 7:14-17. “...E non ci sarà più la morte, né cordoglio né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate”. Apocalisse 21:4.OGM 276.6
Abbiamo bisogno costantemente di considerare l’invisibile. Così apprezzeremo nel loro giusto valore le realtà eterne e quelle temporanee. Questo ci permetterà di esercitare sugli altri un influsso per l’eternità.OGM 277.1