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Gli uomini che vinsero un impero - Contents
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    Capitolo 6: Alla porta del tempio

    I discepoli di Cristo avevano un profondo senso della loro inefficienza ma con umiltà e spirito di preghiera decisero di sostituire le loro debolezze con la sua forza, la loro ignoranza con la sua saggezza, la loro indegnità con la sua integrità, la loro povertà con la sua inesauribile ricchezza. Così rafforzati ed equipaggiati, non esitarono a continuare il servizio per il Maestro.UVI 37.1

    Poco tempo dopo la discesa dello Spirito Santo, immediatamente dopo una riunione di fervide preghiere, Pietro e Giovanni si avviarono verso il tempio per adorare. Davanti alla porta detta “Bella”, videro un uomo zoppo da quarant’ anni la cui vita, fin dalla nascita, era stata piena di dolore e infermità. Quest’uomo sfortunato per lungo tempo desiderò di vedere Gesù per essere guarito, ma era debole e lontano dai luoghi dove il grande Medico operava. Le sue supplicazioni alla fine convinsero alcuni amici a portarlo alla porta del tempio, ma quando arrivarono, egli scoprì che Colui nel quale aveva riposto le sue speranze, aveva subìto una morte crudele.UVI 37.2

    La sua delusione suscitò la simpatia di coloro che sapevano per quanto tempo egli aveva ferventemente sperato di essere guarito da Gesù. Ogni giorno lo portavano al tempio in modo che quelli che lo vedevano avessero pietà e gli dessero almeno qualche spicciolo per poter soddisfare le sue necessità. Quando Pietro e Giovanni passarono, egli chiese loro l’elemosina. I discepoli ebbero compassione, e Pietro disse: “Guarda noi! Ed egli li guardava intentamente, aspettando di ricever qualcosa da loro. Ma Pietro disse: Dell’argento e dell’oro io non ne ho”. Mentre Pietro dichiarava la sua povertà, il volto dello zoppo si rattristò; ma si illuminò di speranza quando l’apostolo continuò dicendo: “Ma quello che ho, te lo do: Nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, cammina!” Atti 3:4-6 (Luzzi).UVI 37.3

    “E presolo per la man destra, lo sollevò; e in quell’istante le piante e le caviglie de’ piedi gli si raffermarono e d’un salto si rizzò in piè e cominciò a camminare; ed entrò con loro nel tempio, camminando, e saltando, e lodando Iddio. E tutto il popolo lo vide che camminava e lodava Iddio; e lo riconoscevano per quello che sedeva a chieder l’elemosina alla porta “Bella” del tempio; e furono ripieni di sbigottimento e di stupore per quel che gli era avvenuto”. Atti 3:7-10 (Luzzi).UVI 37.4

    “E mentre colui teneva stretti a sé Pietro e Giovanni, tutto il popolo, attonito, accorse a loro al portico detto di Salomone”. Atti 3:11 (Luzzi). La gente era stupita che i discepoli potessero operare miracoli simili a quelli fatti da Gesù. Tuttavia, l’uomo che per quarant’anni era stato uno zoppo impotente, ora gioiva nel pieno uso delle sue gambe. Egli era ormai libero dal dolore e felice di credere in Gesù.UVI 38.1

    Quando i discepoli videro lo sbigottimento del popolo, Pietro chiese: “Perché vi meravigliate di questo? O perché fissate gli occhi su noi, come se per la nostra propria potenza o pietà avessimo fatto camminar quest’uomo?” Atti 3:12 (Luzzi). Egli li assicurò che la guarigione era stata operata nel nome e attraverso i meriti di Gesù di Nazareth, che Dio aveva risuscitato dai morti. “Ed è per la fede in Gesù — dichiarò l’apostolo — che quest’uomo che voi vedete e conoscete ha riacquistato le forze. Gesù gli ha dato la fede e con la sua potenza lo ha completamente guarito alla presenza di tutti voi”. Atti 3:16.UVI 38.2

    Gli apostoli parlarono apertamente del grande peccato che commisero i giudei nel rigettare e condannare a morte il Principe della vita. Ma essi fecero anche attenzione a non condurli alla disperazione. “Voi avete fatto condannare il Santo e il Giusto — disse Pietro — e avete preferito chiedere la liberazione di un criminale. Così voi avete messo a morte Gesù, che dà la vita a tutti. Ma Dio lo ha fatto risorgere dai morti e noi ne siamo testimoni... Fratelli, so bene che voi e i vostri capi avete agito contro Gesù senza sapere quello che stavate facendo. Ma Dio, in questo modo, ha portato a compimento quello che aveva annunziato per mezzo dei profeti, e cioè che il suo Messia doveva soffrire”. Atti 3:14, 15, 17, 18. Pietro dichiarò che lo Spirito Santo li stava chiamando a pentirsi e convertirsi, e li assicurò che c’era speranza di salvezza solo mediante la grazia di Colui che avevano crocifisso. Solo avendo fede in lui potevano ricevere il perdono dei loro peccati.UVI 38.3

    “Ravvedetevi dunque e convertitevi — egli gridò — onde i vostri peccati siano cancellati, affinché vengano dalla presenza del Signore, dei tempi di refrigerio”. Atti 3:19, 20 (Luzzi).UVI 38.4

    “Voi siete i figliuoli de’ profeti, e del patto che Dio fece coi vostri padri, dicendo ad Abramo: E nella tua progenie tutte le nazioni della terra saranno benedette. A voi per primi Iddio, dopo aver suscitato il suo Servitore, l’ha mandato per benedirvi, convertendo ciascuno di voi dalle sue malvagità”. Atti 3:25, 26 (Luzzi).UVI 38.5

    Così i discepoli predicarono la risurrezione di Cristo. Molti tra quelli che li udirono aspettavano questa testimonianza, e quando la sentirono, credettero. Essa fece loro ricordare le parole che Cristo aveva pronunciate. Tale testimonianza li spinse a unirsi alla schiera di coloro che avevano accettato il Vangelo. Il seme che il Salvatore aveva seminato germogliò e diede frutto.UVI 38.6

    Mentre i discepoli parlavano al popolo, “i sacerdoti e il capitano del tempio e i Sadducei sopraggiunsero, essendo molto crucciati perché ammaestravano il popolo e annunziavano in Gesù la risurrezione dei morti”. Atti 4:1, 2 (Luzzi).UVI 39.1

    Dopo la risurrezione di Cristo, i sacerdoti avevano sparso la voce che il suo corpo era stato rubato dai discelpoli, mentre le guardie romane dormivano. Non c’è da meravigliarsi che essi furono dispiaciuti quando udirono Pietro e Giovanni predicare la risurrezione di Colui che loro avevano ucciso. I sadducei specialmente erano molto irritati, perché sentivano che la dottrina a loro più cara era in pericolo e così pure la loro reputazione.UVI 39.2

    I convertiti alla nuova fede aumentavano rapidamente. Sia i farisei che i sadducei si erano resi conto che l’influsso di questi nuovi maestri, se non fosse stato controllato, sarebbe diventato più pericoloso di quando Gesù era sulla terra. Conseguentemente, il comandante delle guardie del tempio, con l’aiuto di alcuni sadducei, arrestarono Pietro e Giovanni e li misero in prigione, dato che era troppo tardi per interrogarli.UVI 39.3

    I nemici dei discepoli non potevano non essere convinti che Cristo era risuscitato dai morti. L’evidenza dei fatti era troppo lampante perché la si potesse negare. Ciononostante si mostrarono insensibili e non si pentirono del terribile errore che avevano commesso mettendo a morte Gesù. Anche per i capi giudei era evidente che gli apostoli parlavano e agivano sotto l’ispirazione divina, tuttavia si opposero fermamente al messaggio della verità. Cristo non era venuto nella maniera che loro si aspettavano, e sebbene a volte erano stati convinti che fosse il Figlio di Dio, soffocarono questa convinzione e lo crocifissero. Dio diede un’ulteriore prova delle sue buone intenzioni e offrì loro un’altra opportunità di conversione. Egli mandò i discepoli per dire loro che avevano ucciso il Principe della vita, e con questa terribile accusa Egli li chiamò un’altra volta a pentirsi. I capi giudei, sentendosi sicuri della propria giustizia, rifiutarono di ammettere che gli uomini che li accusavano di aver crocifisso Cristo erano guidati dallo Spirito Santo.UVI 39.4

    Per i sacerdoti, che si erano impegnati a opporsi a Cristo, ogni azione dei discepoli li spingeva a continuare nello stesso intento. La loro ostinazione si fece più decisa. Se avessero voluto cedere, avrebbero potuto, ma non vollero farlo. Essi furono diseredati della salvezza non solo perché erano colpevoli e meritavano la morte, non solo perché avevano messo a morte il Figlio di Dio, ma perché si erano opposti a Dio. Di continuo avevano rigettato la luce e soffocato gli stimoli dello Spirito. L’influsso che controlla i figli della disubbidienza operava in loro e li spingeva a perseguitare gli uomini attraverso i quali Dio stava operando. La malvagità della loro ribellione si intensificò a ogni atto successivo di opposizione a Dio e al messaggio che Egli aveva affidato ai suoi servitori perché fosse proclamato. Ogni giorno, rifiutandosi di pentirsi, i capi giudei rinnovarono la loro ribellione, preparandosi a raccogliere ciò che avevano seminato.UVI 39.5

    Di norma l’ira di Dio colpisce gli impenitenti non solo perché hanno commesso dei peccati, ma perché, quando sono chiamati a pentirsi, essi scelgono di opporsi alla volontà divina, ripetendo i peccati del passato nonostante abbiano ricevuto un chiaro avvertimento circa il loro stato. Se i capi giudei si fossero sottomessi al convincente influsso dello Spirito Santo, sarebbero stati perdonati, ma essi erano determinati a non cedere. Nello stesso modo il peccatore, continuando a opporsi alla volontà divina, impedisce l’azione dello Spirito Santo.UVI 40.1

    Durante il giorno seguente la guarigione dello zoppo, Anna e Caiafa, con i dignitari del tempio, si riunirono per il processo, e i prigionieri furono portati dinanzi a loro. In quella stessa stanza e di fronte ad alcuni degli stessi uomini presenti, Pietro aveva vergognosamente rinnegato il suo Signore. Egli si ricordò distintamente di questo, mentre stava per essere processato. Questa era l’opportunità per porre rimedio alla sua codardia.UVI 40.2

    Coloro tra i presenti che ricordavano la parte che Pietro aveva avuto al processo del suo Maestro, credettero di poterlo intimorire minacciandolo di prigionia e morte. Il Pietro che aveva rinnegato Cristo nell’ora del suo più grande bisogno era impulsivo e pieno di sé, mentre il Pietro che si trovava ora dinanzi al Sinedrio era un uomo molto diverso. Dopo la caduta, egli era stato convertito. Ora non era più orgoglioso ed esaltato ma umile e modesto. Era ripieno dello Spirito Santo, e con l’aiuto della sua potenza decise di cancellare l’infamia della sua apostasia, onorando il nome di Colui che aveva disonorato.UVI 40.3

    Fino a quel momento i sacerdoti evitarono di menzionare la crocifissione e risurrezione di Gesù. Per poter raggiungere il loro scopo, furono costretti a chiedere all’accusato come era stata operata la guarigione dell’uomo zoppo. Essi domandarono: “Con qual potestà, in nome di chi avete voi fatto questo?” Atti 4:7 (Luzzi).UVI 40.4

    La potenza dello Spirito sostenne Pietro, che senza timore dichiarò: “Sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele che ciò è stato fatto nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, che voi avete crocifisso, e che Dio ha risuscitato dai morti: in virtù d’esso quest’uomo comparisce guarito, in presenza vostra... La pietra che è stata da voi edificatori sprezzata, ed è diventata la pietra angolare. E in nessun altro è la salvezza; poiché non v’è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad esser salvati”. Atti 4:10-12 (Luzzi).UVI 40.5

    Questa coraggiosa difesa spaventò i capi giudei. Loro supponevano che i discepoli sarebbero stati bloccati dal timore e dalla confusione quando sarebbero stati portati dinanzi al Sinedrio. Invece, questi testimoni parlavano come Cristo aveva parlato, con una tale convincente autorità da zittire i loro avversari. Non ci fu traccia di paura nella voce di Pietro mentre proclamava il Cristo. “La pietra che è stata da voi edificatori sprezzata ed è divenuta la pietra angolare”. Atti 4:11 (Luzzi).UVI 41.1

    Pietro qui usò un linguaggio figurativo che era familiare ai sacerdoti. I profeti avevano parlato della pietra rigettata, e Cristo stesso, parlando in un’occasione ai sacerdoti e agli anziani, disse: “Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che gli edificatori hanno riprovata è quella ch’è divenuta pietra angolare: ciò che è stato fatto dal Signore, ed è cosa meravigliosa agli occhi nostri? Perciò io vi dico che il Regno di Dio vi sarà tolto, e sarà dato ad una gente che ne faccia i frutti. E chi cadrà su questa pietra sarà sfracellato; ed ella stritolerà colui sul quale cadrà”. Matteo 21:42-44 (Luzzi).UVI 41.2

    Mentre i sacerdoti udivano le schiette parole degli apostoli, “si maravigliavano e riconoscevano che erano stati con Gesù”. Atti 4:13 (Luzzi).UVI 41.3

    Dei discepoli dopo la trasfigurazione di Cristo, è scritto che, alla fine di quella splendida scena, “essi, alzati gli occhi, non videro alcuno, se non Gesù tutto solo”. Matteo 17:8 (Luzzi). “Solo Gesù...” In queste parole è contenuto il segreto dell’attività e della potenza che evidenziò la storia della chiesa apostolica. Quando i discepoli udirono le prime parole di Cristo, compresero il bisogno che avevano di lui. Loro lo aspettavano, lo trovarono e lo seguirono. Furono con lui nel tempio, a tavola, quindi ai piedi della montagna, nei campi. Essi erano come degli allievi con il loro insegnante. Quotidianamente ricevevano da lui lezioni di verità eterna.UVI 41.4

    Dopo l’ascensione del Salvatore, il senso della presenza divina, piena di amore e di luce, era ancora con gli apostoli. Si trattava di una presenza personale. Gesù, il Redentore, che aveva camminato, parlato e pregato con loro, che aveva portato speranza e conforto ai cuori, fu tolto loro, mentre il messaggio di pace era ancora sulle sue labbra. Mentre gli angeli lo ricevevano in cielo, le sue parole ritornarono alla loro mente, “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente”. Matteo 28:20 (Luzzi). Egli era asceso al cielo in forma umana. Loro sapevano che Gesù era davanti al trono di Dio, ancora amico e Salvatore, che la sua compassione era immutata, che Egli si sarebbe per sempre identificato con l’umanità sofferente. Sapevano che stava presentando a Dio i meriti del suo sangue, mostrando le sue mani e i suoi piedi trafitti, in ricordo del prezzo che Egli aveva pagato per i suoi riscattati; e questo pensiero li incoraggiava a sopportare ogni prova per amore suo. La loro unione con lui era più forte ora di quando Egli era con loro di persona. La luce, l’amore e la potenza di Cristo trasparivano in loro, tanto che gli uomini, costatando ciò, si meravigliavano.UVI 41.5

    Cristo approvò le parole che Pietro aveva pronunciato in sua difesa. Accanto ai discepoli stava l’uomo che era stato miracolosamente guarito, come convincente testimone. La presenza di quest’uomo, che poche ore prima era un’impotente zoppo, si aggiungeva come testimonianza alle parole di Pietro. I sacerdoti e i capi del popolo rimasero in silenzio. Essi erano incapaci di contraddire la dichiarazione di Pietro, ciononostante erano decisi a impedire che gli insegnamenti dei discepoli fossero diffusi.UVI 42.1

    La risurrezione di Lazzaro, il più grande miracolo del Cristo, aveva spinto i sacerdoti a liberare il mondo da Cristo e dalle sue opere stupefacenti; esse stavano rapidamente distruggendo il loro influsso sul popolo. Anche se lo avevano crocifisso, essi non erano riusciti a impedire che altre persone compissero dei miracoli nel suo nome, né erano riusciti a far cessare la proclamazione della verità che Egli aveva insegnato. Tutta Gerusalemme era ormai piena di fermento a causa della guarigione dell’uomo zoppo e della predicazione degli apostoli.UVI 42.2

    Per nascondere la loro perplessità, i sacerdoti e i capi del popolo ordinarono che gli apostoli fossero portati via. In tal modo si sarebbero potuti consultare con più libertà. Nella discussione che ne seguì, tutti convennero che sarebbe stato inutile negare la guarigione dell’uomo. Sarebbero stati contenti di poter coprire il miracolo con una menzogna, ma era impossibile, perché era stato compiuto in pieno giorno, di fronte a molta gente, e già migliaia di persone erano venute a conoscenza del fatto. Sapevano che l’opera dei discepoli doveva essere fermata, altrimenti Gesù avrebbe guadagnato molti seguaci. E per loro sarebbe seguita l’infamia, perché sarebbero stati ritenuti colpevoli dell’assassinio del Figlio di Dio.UVI 42.3

    Nonostante il desiderio di distruggere i discepoli, i sacerdoti non osarono fare altro che minacciarli delle più severe pene se avessero continuato a parlare e operare nel nome di Gesù. Richiamati i discepoli a presentarsi nuovamente davanti al Sinedrio, ordinarono loro di non parlare o insegnare nel nome di Gesù. Ma Pietro e Giovanni risposero: “Giudicate voi se è giusto, nel cospetto di Dio, di ubbidire a voi anziché a Dio. Poiché, quanto a noi, non possiamo non parlare delle cose che abbiam vedute e udite”. Atti 4:19, 20 (Luzzi).UVI 42.4

    I sacerdoti sarebbero stati contenti di poter punire questi uomini per la loro incrollabile fedeltà alla chiamata divina, ma temettero il popolo, “perché tutti glorificavano Iddio per quel ch’era stato fatto”. Atti 4:21 (Luzzi). Così, dopo ripetute minacce e intimidazioni, gli apostoli furono messi in libertà.UVI 43.1

    Mentre Pietro e Giovanni erano prigionieri, gli altri discepoli, conoscendo la malignità dei giudei, avevano pregato incessantemente per i loro fratelli, temendo che la crudeltà mostrata a Cristo potesse essere ripetuta. Appena gli apostoli furono rilasciati, cercarono gli altri discepoli, e riferirono i risultati del processo. “Ed essi, uditele, alzaron di pari consentimento la voce a Dio, e dissero: Signore, tu sei Colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi; Colui che mediante lo Spirito Santo, per bocca del padre nostro e tuo servitore Davide, ha detto: Perché hanno fremuto le genti, e hanno i popoli divisate cose vane? I re della terra si son fatti avanti, e i principi si son raunati assieme contro al Signore, e contro al suo Unto. E invero in questa città, contro al tuo santo Servitore Gesù che tu hai unto, si sono raunati Erode e Ponzio Pilato, insiem coi Gentili e con tutto il popolo d’Israele, per far tutte le cose che la tua mano e il tuo consiglio avevano innanzi determinato che avvenissero”. Atti 4:24-28 (Luzzi).UVI 43.2

    “E adesso, Signore, considera le loro minacce, e concedi ai tuoi servitori di annunziar la tua parola con ogni franchezza, stendendo la tua mano per guarire, e perché si faccian segni e prodigi mediante il nome del tuo santo Servitore Gesù”. Atti 4:29, 30 (Luzzi).UVI 43.3

    I discepoli pregarono affinché fosse data loro una grande forza per l’opera del ministero. Essi erano consapevoli del fatto che avrebbero dovuto affrontare la stessa accanita opposizione che Cristo incontrò quand’era sulla terra. La risposta venne, mentre le loro preghiere salivano in cielo. Il luogo dove si erano riuniti tremò e lo Spirito Santo discese nuovamente su loro. Con i cuori ripieni di coraggio, essi uscirono per proclamare ancora la parola di Dio in Gerusalemme. “E gli apostoli con gran potenza rendevan testimonianza della risurrezione del Signor Gesù”. Atti 4:33 (Luzzi). Dio benedisse meravigliosamente i loro sforzi.UVI 43.4

    Il principio per il quale i discepoli resistettero senza paura, quando, in risposta all’ordine di non parlare più nel nome di Gesù dichiararono: “Giudicate voi se è giusto, nel cospetto di Dio, di ubbidire a voi anziché a Dio” è lo stesso che sostennero gli evangelici durante la Riforma. Quando nel 1529 i principi tedeschi si riunirono alla dieta di Spira, fu presentato il decreto dell’imperatore il quale limitava la libertà religiosa e proibiva l’ulteriore diffusione delle dottrine protestanti. Sembrava che la speranza del mondo stesse per essere distrutta. I principi avrebbeo accettato il decreto? Le genti sarebbero state lasciate ancora nell’oscurità, lontane dalla luce del Vangelo? Si trattava di decisioni che avrebbero condizionato il corso della storia. Coloro che avevano accettato la fede della Riforma si riunirono e la loro decisione fu unanime: “Rifiutiamo questo decreto. La maggioranza non ha potere sulle questioni di coscienza” Merlé d’Aubigné, History of the Reformation, Volume 13, capitolo 15.UVI 43.5

    Noi dobbiamo sostenere fermamente questo principio. La bandiera della verità e della libertà religiosa che allora venne difesa dai fondatori della chiesa evangelica e dai testimoni di Dio durante i secoli, in questo ultimo conflitto è stata affidata nelle nostre mani. La responsabilità per questo grande dono rimane su coloro che Dio ha benedetto con la conoscenza della sua Parola. Noi dobbiamo ricevere questa Parola come suprema autorità. Dobbiamo riconoscere che i governi umani sono delle istituzioni stabilite da Dio e che è nostro sacro dovere ubbidire a essi, quando questi agiscono nella loro legittima sfera. Ma quando le loro leggi sono in conflitto con la legge di Dio, noi dobbiamo ubbidire a Dio invece che agli uomini. La Parola di Dio deve essere riconosciuta superiore a tutte le legislazioni umane. “Così dice l’Eterno” non deve essere sostituito con” Così dice la Chiesa” o con” Così dice lo Stato”. La corona di Cristo deve essere innalzata al di sopra dei diademi delle potestà umane.UVI 44.1

    Non ci è chiesto di sfidare le autorità. I nostri discorsi siano scritti che parlati, devono essere studiati attentamente, per non dare l’impressione che prendiamo posizioni antagoniste alla legge e all’ordine sociale. Noi non dobbiamo dire o fare cose che ostacolino inutilmente la nostra testimonianza. Dobbiamo avanzare nel nome di Gesù, difendendo le verità che ci sono state affidate. Se gli uomini ci vietano di fare questo, allora noi potremo dire, come gli apostoli, “Giudicate voi se è giusto, nel cospetto di Dio, di ubbidire a voi anziché a Dio. Poiché, quanto a noi, non possiamo non parlare delle cose che abbiam vedute e udite”. Atti 4:19, 20 (Luzzi).UVI 44.2

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