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Gli uomini che vinsero un impero - Contents
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    Capitolo 52: Fedele fino alla morte

    Pietro indirizza la sua seconda lettera a quei credenti che hanno provato la loro fede. L’apostolo presenta il piano divino per lo sviluppo del carattere cristiano. Egli scrive:UVI 332.1

    “Grazia e pace vi siano moltiplicate nella conoscenza di Dio e di Gesù nostro Signore. Poiché la sua potenza divina ci ha donate tutte le cose che appartengono alla vita e alla pietà mediante la conoscenza di Colui che ci ha chiamati mercé la propria gloria e virtù, per le quali Egli ci ha largito le sue preziose e grandissime promesse onde per loro mezzo voi foste fatti partecipi della natura divina dopo esser fuggiti dalla corruzione che è nel mondo per via della concupiscenza.UVI 332.2

    “Voi... mettendo in ciò dal canto vostro ogni premura, aggiungete alla fede vostra la virtù; alla virtù la conoscenza... se queste cose si trovano e abbondano in voi, non vi renderanno né oziosi né sterili nella conoscenza del Signor nostro Gesù Cristo”. 2 Pietro 1:2-8 (Luzzi).UVI 332.3

    Queste parole sono piene di istruzione e posseggono la chiave della vittoria. L’apostolo presenta ai credenti la scala del progresso cristiano, ogni gradino della quale rappresenta una crescita nella conoscenza di Dio. In questa ascensione non può esserci sosta. I gradini della scala sono la fede, la virtù, la conoscenza, la temperanza, la pazienza, la bontà, la gentilezza fraterna e la carità. Noi siamo salvati scalando gradino dopo gradino, salendo passo su passo, fino a realizzare l’ideale che Cristo ci ha proposto. Egli ci dà tutto ciò che può esserci utile per vivere meglio ed essere salvati dal male.UVI 332.4

    Dio ha destinato il suo popolo alla gloria e alla virtù, e coloro che sono veramente uniti a lui manifesteranno queste qualità nella loro vita. Essendo divenuti partecipi del dono celeste, essi devono cercare la perfezione, sostenuti “dalla potenza di Dio, mediante la fede” (1 Pietro 1:5, Luzzi) è Dio che nella sua gloria dà la virtù ai suoi figli. Egli desidera che tutti raggiungano la perfezione; ogni credente sarà reso completo di ogni cosa, quando per fede si approprierà della potenza di Cristo e reclamerà le sue trionfanti promesse, quando cercherà con tutte le sue forze di disporsi all’influsso dello Spirito Santo.UVI 332.5

    Il compito successivo del credente, che ha accettato la fede del Vangelo, sarà quello di aggiungere al suo carattere la virtù e così purificare il cuore e preparare la mente per la ricezione della conoscenza di Dio. Questa conoscenza è il fondamento della vera educazione e del vero servizio. Essa è la sola vera protezione contro la tentazione, la sola che può rendere il carattere di una persona simile a quello di Dio. Attraverso la conoscenza di Dio e del suo figlio Gesù Cristo, al credente sono date “tutte le cose che appartengono alla vita e alla pietà”. 2 Pietro 1:3 (Luzzi). Nessun dono viene rifiutato a colui che cerca sinceramente di ottenere il beneficio della giustizia divina.UVI 332.6

    Gesù disse: “Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo”. Giovanni 17:3 (Luzzi). E il profeta Geremia affermò: “Il savio non si glorî della sua saviezza, il forte non si glorî della sua forza, il ricco non si glorî della sua ricchezza; ma chi si gloria si glorî di questo: che ha intelligenza e conosce me, che sono l’Eterno, che esercita la benignità, il diritto e la giustizia sulla terra; perché di queste cose mi compiaccio, dice l’Eterno”. Geremia 9:23, 24 (Luzzi). La mente umana può comprendere solo limitatamente la profondità, l’ampiezza e l’altezza dei vantaggi che questa conoscenza può apportare a chi l’ottiene.UVI 333.1

    Chiunque può riuscire a ottenere, nella propria sfera, la perfezione del carattere cristiano. Per mezzo del sacrificio di Cristo è stato provveduto a quei mezzi spirituali che occorrono al credente per santificare la sua vita. Dio ci chiama a raggiungere l’ideale della perfezione e ci pone davanti l’esempio del carattere di Cristo. Nella sua umanità, resa perfetta da una vita di costante resistenza al male, il Salvatore mostrò che mediante la cooperazione con la Divinità, gli esseri umani possono ottenere in questa vita la perfezione di carattere. Questa è la certezza dataci da Dio e cioè che noi pure possiamo ottenere una completa vittoria.UVI 333.2

    Al credente viene presentata la meravigliosa possibilità di essere come Cristo, ubbidiente a tutti i princìpi della legge. Ma da se stesso l’uomo è totalmente incapace di raggiungere questa condizione. La santità che la Parola di Dio richiede al credente prima che possa essere salvato, è il risultato dell’azione della grazia divina che opera quando egli si sottomette alla disciplina e all’influsso positivo dello Spirito della verità L’ubbidienza dell’uomo è resa perfetta solo per mezzo dell’offerta della giustizia di Cristo che accompagna ogni atto di ubbidienza. Il compito del cristiano è quello di fare ogni sforzo che contribuisca alla eliminazione dei suoi difetti. Egli deve pregare costantemente il Salvatore perché guarisca l’infezione che ha contaminato la sua anima. Lui non possiede la saggezza né la forza per vincere; tali qualità appartengono al Signore. Egli è disposto a concederle a coloro che, umaliati e pentiti, ricercano continuamente il suo aiuto.UVI 333.3

    L’opera della trasformazione dall’empietà alla santità è continua. Giorno per giorno Dio opera in favore della santificazione dell’uomo; da parte sua, il credente deve cooperare con lui, sforzandosi di coltivare delle buone abitudini. Dio è accanto all’uomo che lo cerca con tutto il cuore. Egli non risparmia la sua grazia per quel tipo d’uomo. Il nostro Salvatore è sempre disposto ad ascoltare e rispondere alle preghiere del cuore pentito, moltiplicando le sue benedizioni a favaro si chiunque crede in lui. Con gioia Egli assiste i credenti quando sono vittime dei mali che li circondano.UVI 334.1

    Alcuni cominciano ad ascendere la scala del progresso cristiano, ma col tempo finiscono per confidare esclusivamente nelle loro forze, perdendo di vista Gesù, la fonte ineliminabile della loro fede. Il risultato è il fallimento, la perdita di tutto quello che era stato conseguito. è davvero triste la condizione di coloro che, perdendo il contatto con tale Fonte, permettono al nemico delle anime di derubarli di quelle virtù cristiane che sono state sviluppate nei loro cuori e nella loro vita. “Colui nel quale queste cose non si trovano, — dichiara l’apostolo — è cieco, ha la vista corta avendo dimenticato il purgamento dei suoi vecchi peccati”. 2 Pietro 1:9 (Luzzi).UVI 334.2

    L’apostolo Pietro aveva avuto una lunga esperienza nelle cose di Dio. La sua fede nella potenza salvifica di Dio si era rafforzata con gli anni. Egli si era convinto che non esiste alcuna possibilità di fallimento per colui che avanzando per fede, ascende gradino su gradino, sempre più in alto verso la sommità della scala che raggiunge le porte del cielo.UVI 334.3

    Pietro per molti anni aveva insistito sulla necessità di avere una costante crescita nella grazia e nella conoscenza della verità. Ora, sapendo che presto avrebbe patito il martirio per la sua fede, una volta ancora attrasse l’attenzione dei credenti sui preziosi privilegi che erano stati offerti. Nella totale certezza della sua fede, l’anziano discepolo esortò i fratelli a seguire i princìpi cristiani. “Fratelli, — Pietro supplicò — vie più studiatevi di render sicura la vostra vocazione ed elezione; perché, facendo queste cose, non inciamperete giammai, poiché così vi sarà largamente provveduta l’entrata nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo”. 2 Pietro 1:10, 11 (Luzzi). Quale preziosa certezza! Gloriosa è la speranza che il credente possiede mentre ricerca per fede di raggiungere l’ideale della perfezione cristiana!UVI 334.4

    “Avrò cura di ricordarvi del continuo queste cose, — continuò l’apostolo — benché le conosciate, e siate stabiliti nella verità che vi è stata recata. E stimo cosa giusta finché io sono in questa tenda, di risvegliarvi ricordandovele, perché so che presto dovrò lasciare questa mia tenda, come il Signore nostro Gesù Cristo me lo ha dichiarato. Ma mi studierò di far sì che dopo la mia dipartenza abbiate sempre modo di ricordarvi di queste cose”. 2 Pietro 1:12-15 (Luzzi).UVI 334.5

    L’apostolo era ben qualificato a parlare dei propositi di Dio per la razza umana, dato che durante il ministero terreno di Cristo aveva visto e udito molte cose concernenti il regno di Dio. “Non è coll’andar dietro a favole artificiosamente composte — egli rammentò ai credenti che vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del nostro Signor Gesù Cristo, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua maestà. Poiché egli ricevette da Dio Padre onore e gloria quando giunse a lui quella voce dalla magnifica gloria: Questo è il mio diletto Figliuolo, nel quale mi son compiaciuto. E noi stessi udimmo quella voce che veniva dal cielo, quand’eravamo con lui sul monte santo”. 2 Pietro 1:16-18 (Luzzi).UVI 335.1

    Per quanto convincente fosse il fondamento della speranza cristiana, ne esisteva un altro ancora più convincente nella testimonianza della profezia; per mezzo di quest’ultimo elemento la fede di ogni credente poteva essere confermata e stabilita una volta per tutte. “Abbiamo pure la parola profetica, più ferma — dichiarò Pietro — alla quale fate bene di prestare attenzione, come a una lampada splendente in luogo oscuro, finché spunti il giorno e la stella mattutina sorga ne’ vostri cuori; sapendo prima di tutto questo: che nessuma profezia della Scrittura procede da vedute particolari; poiché non è dalla volontà dell’uomo che venne mai alcuna profezia, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo”. 2 Pietro 1:19-21 (Luzzi).UVI 335.2

    Mentre esaltava la ferma “parola profetica” come una sicura guida in tempi di pericolo, l’apostolo avvertì solennemente la chiesa del pericolo della falsa profezia: ben presto sarebbero sorti dei “falsi dottori” che avrebbero diffuso delle eresie, fino a rinnegare il Signore. 2 Pietro 2:1. L’apostolo paragonò questi falsi insegnanti, sorti nella chiesa e reputati veraci da molti fratelli nella fede, a “fonti senz’acqua, e nuvole sospinte dal turbine a loro è riserbata la caligine delle tenebre”. 2 Pietro 2:17 (Luzzi). “La loro condizione ultima diventa peggiore della prima — egli dichiarò. — Perché meglio sarebbe stato per loro non aver conosciuta la via della giustizia, che, dopo averla conosciuta, voltar le spalle al santo comandamento ch’era loro stato dato”. 2 Pietro 2:20, 21 (Luzzi).UVI 335.3

    Contemplando la fine de’ tempi, Pietro fu ispirato a indicare le condizioni che avrebbero caratterizzato il mondo poco prima della seconda venuta di Cristo. “Negli ultima giorni verranno degli schernitori coi loro scherni — egli scrisse — i quali si condurranno secondo le loro concupiscenze e diranno: Dov’è la promessa della sua venuta? Perché dal giorno in cui i padri si sono addormentati, tutte le cose continuano nel medesimo stato come dal principio della creazione”. 2 Pietro 3:3, 4 (Luzzi). Quando diranno: “Pace e sicurezza, allora di subito una improvvisa ruina verrà loro addosso”. 1 Tessalonicesi 5:3 (Luzzi). Non tutti comunque saranno ingannati dalle astuzie di Satana. Quando la fine di tutte le cose terrene si approssimerà, ci saranno dei fedeli che saranno capaci di discernere i segni dei tempi. Mentre un grande numero di credenti professanti rinnegheranno con le loro opere la propria fede, ci sarà un rimanente che sarà fedele sino alla fine.UVI 335.4

    Pietro nutrì nel suo cuore la speranza del ritorno di Cristo e assicurò che la promessa del Salvatore: “Quando sarò andato e v’avrò preparato un luogo, tornerò, e v’accoglierò presso di me”, si sarebbe certamente avverata. I fedeli e i provati avrebbero potuto pensare che la venuta del Signore era ritardata, ma l’apostolo li assicurò: “Il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa, come alcuni reputano che faccia; ma egli è paziente verso voi, non volendo che alcuni periscano, ma che tutti giungano a ravvedersi. Ma il giorno del Signore verrà come un ladro; in esso i cieli passeranno stridendo, e gli elementi infiammati si dissolveranno, e la terra e le cose che sono in essa saranno arse.UVI 336.1

    Poiché dunque tutte queste cose hanno da dissolversi, quali non dovete voi essere, per santità di condotta e per pietà, aspettando e affrettando la venuta del giorno di Dio, a cagion del quale i cieli infocati si dissolveranno e gli elementi infiammati si struggeranno? Ma, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, ne’ quali abiti la giustizia.UVI 336.2

    “Perciò, diletti, aspettando queste cose, studiatevi d’esser trovati, agli occhi suoi, immacolati e irreprensibili nella pace; e ritenete che la pazienza del Signor nostro è per la vostra salvezza, come anche il nostro caro fratello Paolo ve l’ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data... Voi dunque, diletti, sapendo queste cose innanzi, state in guardia, che talora, trascinati anche voi dall’errore degli scellerati, non iscadiate dalla vostra fermezza; ma crescete nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo”. 2 Pietro 3:9-18 (Luzzi).UVI 336.3

    Dio, nella sua provvidenza, ha permesso che Pietro terminasse il suo ministero a Roma. L’imperatore Nerone aveva ordinato il suo imprigionamento in coincidenza con l’ultimo arresto di Paolo. Così i due veterani apostoli che per lavoro avevano trascorso molti anni lontano l’uno dall’altro, dovevano dare la loro ultima testimonianza nella capitale del mondo, e versare sul suo suolo il loro sangue come il seme di una generazione di santi e di martiri.UVI 336.4

    Da quando Pietro era stato riabilitato, dopo il suo rinnegamento di Cristo, egli aveva risolutamente sfidato il pericolo e aveva coraggiosamente predicato un Salvatore crocifisso, risorto e asceso al cielo. Rinchiuso nella sua cella, l’apostolo richiamò alla mente le parole che Cristo gli aveva dette: “In verità, in verità ti dico che quand’eri più giovane, ti cingevi da te e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani, e un’altro ti cingerà e ti condurrà dove non vorresti”. Giovanni 21:18 (Luzzi). Gesù in questo modo fece conoscere al discepolo l’esatta maniera in cui sarebbe morto, predicendogli perfino che avrebbe steso le sue braccia sulla croce.UVI 337.1

    Pietro, come giudeo e forestiero, fu condannato a essere flagellato e crocifisso. Nei momenti che precedettero il supplizio, l’apostolo ricordò il grande peccato che aveva commesso rinnegando Gesù nell’ ora del suo processo. Una volta lui era stato riluttante nell’accettare la croce, ma ora reputava una gioia poter rinunciare alla vita per il Vangelo. Egli sentiva soltanto che per lui, che aveva rinnegato il suo Signore, morire nella stessa maniera in cui morì il suo Maestro, era un onore troppo grande. Pietro si era sinceramente pentito di quel peccato ed era stato perdonato da Cristo, come lo dimostra l’elevata missione affidatagli di nutrire le pecore e gli agnelli del gregge. Neppure l’agonia dell’ultima ora poté diminuire l’amarezza del dolore e del pentimento. Come ultimo favore, egli chiese ai suoi esecutori di essere inchiodato alla croce a testa in giù. La richiesta fu concessa e fu in tale maniera che il grande apostolo Pietro morì.UVI 337.2

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