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Con Gesù sul monte delle beatitudini - Contents
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    “Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia” — Matteo 5:11

    Fin dalla sua ribellione Satana ha sempre usato l’inganno. Così come ha diffamato Dio, tramite i suoi agenti diffama i figli di Dio. Il Salvatore dice: “Per amor tuo io sopporto gli insulti...”. Salmi 69:7. Nello stesso modo anche i suoi discepoli devono sopportare questo disprezzo.GMB 43.1

    Nessuno è stato calunniato così crudelmente come il Figlio dell’uomo. È stato deriso e disprezzato per la sua fedeltà ai sacri principi della legge di Dio. Essi lo odiavano senza motivo. Ma egli affrontò serenamente i suoi nemici affermando che quel disprezzo faceva parte dell’eredità del credente e consigliò i suoi discepoli su come affrontare gli attacchi del diavolo, incoraggiandoli a non cedere davanti alle persecuzioni.GMB 43.2

    Se la calunnia può nuocere alla reputazione non può influire sul carattere che è nelle mani di Dio. Non c’è nessuna potenza, umana o diabolica, che possa influire su di noi se non consentiamo a peccare. L’uomo che si affida a Dio godrà anche nelle circostanze più difficili e scoraggianti dello stesso equilibrio dei momenti sereni in cui sembrava beneficiare della guida e delle benedizioni divine. Le sue parole, le sue motivazioni e i suoi gesti possono essere fraintesi, ma non se ne preoccupa perché ha realtà più importanti a cui interessarsi. Egli è paziente come Mosè “...come se vedesse colui che è invisibile” (Ebrei 11:27), rivolgendo la sua attenzione “...non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne”. 2 Corinzi 4:18.GMB 44.1

    Gesù riusciva a valutare correttamente tutto ciò che veniva frainteso o disprezzato dagli uomini. I suoi discepoli, quindi, anche se devono sopportare offese e maltrattamenti possono affidarsi tranquillamente a lui. Tutto ciò che è nascosto verrà svelato, e tutti coloro che onorano Dio saranno onorati da lui alla presenza degli uomini e degli angeli.GMB 44.2

    “Quando vi insulteranno e vi perseguiteranno” dice Gesù “rallegratevi e giubilate”. Cfr. Matteo 5:11, 12. Presentando ai suoi uditori i profeti che hanno parlato nel nome del Signore, li definisce “modello di sopportazione e di pazienza”. Cfr. Giacomo 5:10. Abele, il primo vero credente tra i figli di Adamo, morì martire. Enoc camminò con Dio e un giorno nessuno lo vide più. Noè venne considerato come un fanatico e un allarmista.GMB 45.1

    “Altri furono messi alla prova con scherni, frustate, anche catene e prigionia... altri furono torturati perché non accettarono la loro liberazione per ottenere una risurrezione migliore”. Ebrei 11:36, 35.GMB 45.2

    In ogni epoca i messaggeri scelti da Dio sono stati disprezzati e perseguitati, ma grazie alle loro sofferenze si è diffusa la conoscenza di Dio. Ogni discepolo del Cristo dovrebbe seguire lo stesso esempio, compiere la stessa opera, nella convinzione che i loro nemici non possono fare nulla contro la verità, e tutto si trasforma a suo favore. Dio desidera che il messaggio della verità si diffonda e sia oggetto di approfondimenti e discussioni, nonostante alcuni lo disprezzino. La sensibilità degli uomini deve essere risvegliata e ogni contrasto, attacco o sforzo per limitare la libertà di coscienza viene utilizzato da Dio per destare gli animi assopiti.GMB 45.3

    Quante volte esperienze simili sono state vissute dai messaggeri di Dio? Quando Stefano, uomo nobile ed eloquente, venne lapidato su ordine del Sinedrio, la sua morte non rappresentò una sconfitta per l’opera del Vangelo. La luce divina che illuminava il suo volto, la compassione manifestata nella sua ultima preghiera convinsero Saulo, fariseo fanatico e membro del Sinedrio. Da persecutore diventò uno strumento di cui Dio si servì per far conoscere il nome di Gesù Cristo ai Gentili, ai re e ai figli d’Israele. È lo stesso Paolo che, negli ultimi anni della sua vita, scrisse dalla sua prigione a Roma: “Vero è che alcuni predicano Cristo anche per invidia e per rivalità... pensando di provocarmi qualche afflizione nelle mie catene. Che importa? Comunque, con ipocrisia o con sincerità, Cristo è annunziato...”. Filippesi 1:15, 17, 18.GMB 45.4

    Grazie alla prigionia di Paolo il messaggio del Vangelo si diffuse ampiamente e perfino nel palazzo dei Cesari alcuni accettarono il Cristo. Nonostante gli sforzi di Satana il seme incorruttibile della Parola di Dio “vivente e permanente” (cfr. 1 Pietro 1:23) è sparso nel cuore degli uomini e attraverso il disprezzo e la persecuzione dei suoi discepoli il nome del Cristo è glorificato e gli uomini sono salvati.GMB 46.1

    Coloro che testimoniando in favore del Salvatore saranno oppressi e perseguitati riceveranno una grande ricompensa nel regno di Dio. Mentre gli uomini perseguono il successo Gesù propone la ricompensa divina, che non rappresenta soltanto una realtà futura ma è possibile goderla fin da ora. Un giorno il Signore apparve ad Abramo e gli disse: “...Non temere, Abramo, io sono il tuo scudo e la tua ricompensa sarà grandissima”. Genesi 15:1.GMB 46.2

    Questa sarà la ricompensa di tutti coloro che seguono il Cristo. Essi inizieranno ad amare, a conoscere ed essere in sintonia con Yahweh, Emmanuele — “nel quale tutti i tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti... perché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità” (Colossesi 2:3, 9) — nella misura in cui il loro cuore si aprirà per accettare di assomigliargli. Conosceranno il suo nome e la sua potenza e comprenderanno sempre meglio “...quale sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo, e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio”. Efesini 3:18, 19. “...Questa è l’eredità dei servi del Signore, la giusta ricompensa che verrà loro da me, dice il Signore”. Isaia 54:17.GMB 47.1

    Questa era la gioia che riempiva il cuore di Paolo e Sila quando nella prigione di Filippi, durante la notte, pregavano e cantavano inni di lode a Dio. Il Cristo era con loro e la luce della sua presenza dissipava le tenebre che li circondavano. Da Roma Paolo, dimenticando il peso della prigionia, scriveva osservando la diffusione del messaggio del Vangelo: “...E di questo mi rallegro, e mi rallegrerò ancora”. Filippesi 1:18. E le parole che Gesù pronunciò sul monte hanno un’eco nel messaggio di Paolo alla chiesa di Filippi che vive la persecuzione: “Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi”. Filippesi 4:4.GMB 47.2