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Con Gesù sul monte delle beatitudini - Contents
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    “Voi siete la luce del mondo...” — Matteo 5:14

    Quando Gesù insegnava richiamava l’attenzione dei suoi uditori utilizzando molte illustrazioni tratte dalla natura. La gente si era riunita fin dal mattino. Il sole si alzava nel cielo azzurro e dissipava le ombre che ancora avvolgevano le vallate e le strette gole dei monti. I bagliori dell’aurora non erano ancora svaniti. I raggi del sole inondavano con il loro splendore le zone sottostanti. La superficie tranquilla del lago rifletteva la luce dorata e le nuvole rosate del mattino. Ogni bocciolo, fiore o filo d’erba scintillava ricoperto dalle gocce di rugiada. La natura sorrideva alle benedizioni di un nuovo giorno e gli uccelli cantavano armoniosamente fra gli alberi. Il Salvatore, guardando la folla che lo circondava e il sole radioso all’orizzonte disse ai discepoli: “Voi siete la luce del mondo...”. Matteo 5:14. Così come il sole sorge per dissipare le tenebre della notte e risveglia il mondo alla vita, i discepoli del Cristo devono compiere la loro missione diffondendo la luce del cielo su coloro che vivono nelle tenebre dell’errore e del peccato.GMB 51.1

    In quel mattino luminoso si notavano con maggiore chiarezza i villaggi e le città delle colline circostanti, rendendo il panorama ancora più bello. Indicandoli Gesù disse: “...Una città posta sopra un monte non può essere nascosta...”. Matteo 5:14. E aggiunse: “E non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente; anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono in casa”. Matteo 5:15. La maggior parte degli uditori di Gesù erano contadini e pescatori, e le loro modeste abitazioni comprendevano quasi sempre un’unica stanza illuminata da una sola lampada. Per questo Gesù aggiunse: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli”. Matteo 5:16.GMB 51.2

    La luce diffusa dalla presenza del Cristo è l’unica che abbia brillato e brilli per l’umanità decaduta. Gesù, il Salvatore, è l’unica luce che possa illuminare le tenebre di un mondo immerso nel peccato. Del Cristo è stato scritto: “In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini”. Giovanni 1:4. Soltanto beneficiando del suo influsso nella loro vita i discepoli del Cristo possono diffondere la sua luce. Grazie al Cristo che rivive in loro, al suo amore che si rivela tramite il loro carattere potranno diffondere la sua luce.GMB 52.1

    L’umanità è immersa nelle tenebre. Senza il Cristo siamo come una candela spenta, come la luna quando non è illuminata dal sole, non possediamo neanche un raggio di luce per squarciare le fitte tenebre che avvolgono questo mondo. Quando però ci volgiamo verso il Sole di giustizia, quando entriamo in contatto con il Cristo, siamo illuminati dalla sua presenza radiosa.GMB 52.2

    I discepoli del Cristo devono essere più che una semplice luce in mezzo agli uomini: essi sono la luce del mondo. Gesù dice di tutti coloro che professano il suo nome: “Come tu hai mandato me nel mondo, anch’io ho mandato loro nel mondo”. Giovanni 17:18. Come il Cristo rivela il Padre così noi dovremmo rivelare il Cristo al mondo. Mentre il nostro Salvatore è la fonte della luce, noi dobbiamo trasmetterla a coloro che ci circondano. Le benedizioni divine vengono trasmesse tramite agenti umani. Il Cristo stesso è venuto nel mondo come Figlio dell’uomo. Sono gli uomini, uniti agli esseri del cielo, che devono aiutare l’umanità. Nella chiesa del Cristo, ogni discepolo del Maestro diventa un canale di comunicazione per rivelare Dio agli uomini. Gli angeli, tramite la vostra collaborazione, desiderano comunicare la potenza e la luce divina a coloro che si sono allontanati da Dio. E se gli agenti umani fallissero nel compiere quest’opera? Nella misura del nostro fallimento il mondo verrà privato dell’influsso dello Spirito Santo.GMB 53.1

    Gesù non ha detto: “Sforzatevi di far brillare la vostra luce”, ma “risplenda la vostra luce”. Quando il Cristo vive in noi è impossibile nascondere la luce della sua presenza. Se coloro che si professano discepoli del Cristo non sono la luce del mondo significa che la sua potenza vitale li ha abbandonati; se non hanno luce da trasmettere significa che non sono più in contatto con la Fonte della luce.GMB 53.2

    In ogni epoca “...lo spirito di Cristo che era in loro” (1 Pietro 1:11) ha permesso che i veri figli di Dio fossero la luce della loro generazione. Giuseppe fece risplendere la sua luce in Egitto. Con la sua onestà, la sua generosità e il suo amore filiale rappresentò il Cristo in mezzo a una nazione idolatra. Fra gli israeliti che viaggiavano dall’Egitto verso la terra promessa i più fedeli rappresentarono una benedizione per le nazioni vicine. Tramite la loro testimonianza essi rivelarono Dio al mondo. Daniele e i suoi compagni a Babilonia, Mardocheo in Persia furono un punto di riferimento nelle tenebre delle due corti reali. Nello stesso modo i discepoli del Cristo dovrebbe illuminare la via che conduce al cielo. Grazie a loro la misericordia e la bontà del Padre possono essere rivelate a un mondo che non conosce Dio. Tramite il loro esempio altri uomini proveranno il desiderio di glorificare il Padre, riconoscendo che sul trono dell’universo c’è un Dio degno di essere lodato e apprezzato. L’amore divino che pervade l’animo e la sintonia con il Cristo che caratterizzano l’esistenza dei figli di Dio permetteranno agli uomini di intravedere uno scorcio di cielo per apprezzarne la bellezza.GMB 54.1

    Allora si potrà affermare: “Noi abbiamo conosciuto l’amore che Dio ha per noi, e vi abbiamo creduto...”. 1 Giovanni 4:16. Gli animi corrotti e schiavi del peccato verranno purificati e trasformati per comparire un giorno “...irreprensibili e con gioia davanti alla sua gloria”. Giuda 24. Le parole del Salvatore, “Voi siete la luce del mondo”, indicano che egli ha affidato ai suoi discepoli una missione di portata mondiale. Ai tempi del Cristo l’orgoglio, il pregiudizio e l’egoismo avevano elevato una barriera insormontabile fra i custodi ufficiali dei sacri oracoli e tutte gli altri popoli del mondo. Ma il Cristo è venuto per cambiare questa situazione. Le parole che pronunciava non assomigliavano affatto a quelle che il popolo aveva l’abitudine di udire da sacerdoti e rabbini.GMB 54.2

    Egli ha abbattuto il muro di separazione e i pregiudizi razziali insegnando alla famiglia umana l’amore universale. Egli ha liberato gli uomini dal circolo vizioso del loro egoismo; ha abolito le frontiere e le distinzioni sociali. Non ha fatto differenze fra concittadini e stranieri, amici e nemici. Ci ha insegnato a considerare come nostro prossimo tutti coloro che hanno bisogno e il mondo come il nostro territorio di lavoro.GMB 55.1

    Così come i raggi del sole illuminano gli angoli più remoti della terra, Dio vuole che la luce del Vangelo giunga a tutti i suoi abitanti. Se la chiesa del Cristo adempisse alla volontà del Signore, la luce brillerebbe per tutti coloro che vivono nelle tenebre e “nella valle dell’ombra della morte”. Se invece di raggrupparsi e rifiutare di portare la loro croce i membri di chiesa si spostassero per far brillare la luce del Cristo, lavorando come lui per la salvezza degli uomini, questo “vangelo del Regno” si diffonderebbe velocemente nel mondo.GMB 55.2

    Il piano di Dio, che prevedeva la scelta di un popolo, a cominciare da Abramo nelle pianure della Mesopotamia fino ai giorni nostri, sta per compiersi. Egli dice: “...Ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione”. Genesi 12:2.GMB 56.1

    Le parole del Cristo, tramite il profeta della buona novella, che riecheggiano nel Sermone sul Monte, sono dirette a noi che viviamo nell’ultima generazione: “Sorgi, risplendi, poiché la tua luce è giunta, e la gloria del Signore è spuntata sopra di te!”. Isaia 60:1.GMB 56.2

    Se la gloria del Signore ci pervade, se abbiamo contemplato la bellezza del capo delle schiere angeliche, se siamo stati illuminati dalla sua gloriosa presenza, allora le parole del Maestro sono per noi. Se abbiamo seguito il Cristo sul monte della trasfigurazione pensiamo agli uomini che sono rimasti nella valle schiavi di Satana. Essi attendono le parole di fede e le preghiere che li libereranno.GMB 56.3

    Non basta contemplare la gloria del Cristo ma è necessario parlarne. Isaia non solo vide la gloria del Signore ma ne parlò. Anche Davide meditava e poi comunicava le sue riflessioni. Considerando l’amore meraviglioso di Dio non poteva tacere su ciò che vedeva e provava. Chi può restare in silenzio dopo aver riflettuto, tramite la fede, sul meraviglioso piano della redenzione, sulla gloria del Figlio unigenito di Dio? Chi può pensare all’amore illimitato del Cristo che muore sulla croce del Calvario, per salvarci dalla morte e offrirci la vita eterna, e non trovare le parole per esaltare la gloria del Salvatore?GMB 56.4

    Il salmista cantò con l’arpa le lodi dell’Eterno dicendo: “...E nel suo tempio tutto esclama: Gloria!”. Salmi 29:9. “Mediterò sul glorioso splendore della tua maestà e sulle tue opere meravigliose. Gli uomini parleranno della potenza dei tuoi atti tremendi e io racconterò la tua grandezza”. Salmi 145:5, 6.GMB 57.1

    La croce del Calvario deve essere innalzata davanti agli uomini affinché attragga la loro attenzione e monopolizzi i loro pensieri. Allora tutte le nostre facoltà spirituali saranno rafforzate da Dio. Si proverà un profondo desiderio di lavorare per il Maestro e i suoi messaggeri diffonderanno nel mondo la luce che emana dal bene compiuto.GMB 57.2

    Il Cristo accetta con gioia tutti coloro che si affidano a lui. Egli unisce la natura umana a quella divina per rivelare agli uomini il mistero di quell’amore che si è incarnato. Parliamo di questo amore, cantiamolo, facciamone l’oggetto delle nostre preghiere e proclamiamo il messaggio della sua gloria nei paesi più lontani.GMB 57.3

    La pazienza nelle prove, la riconoscenza per le benedizioni ricevute, la fermezza nelle tentazioni, la dolcezza, la gentilezza, la misericordia e l’amore sono le virtù del credente e mettono in risalto il contrasto fra gli animi illuminati da Dio e quelli in cui regna l’egoismo e in cui la luce della vita non è mai penetrataGMB 57.4

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