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Con Gesù sul monte delle beatitudini - Contents
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    “Nel pregare non usate troppe parole come fanno i pagani” — Matteo 6:7

    I pagani ritenevano che le loro preghiere avessero in sé un potere espiatorio. I meriti erano direttamente proporzionali alla lunghezza della preghiera.GMB 102.3

    Se avessero potuto raggiungere la santità con i propri sforzi avrebbero avuto motivo di rallegrarsi di se stessi e di inorgoglirsi. Questa concezione della preghiera è il frutto del falso principio dell’autoespiazione che è alla base di tutte le false religioni. I farisei avevano adottato questa concezione pagana della preghiera, che ancora oggi è condivisa da coloro che si professano cristiani. La ripetitività delle parole, non accompagnata da un sincero bisogno della presenza di Dio, ha lo stesso effetto delle inutili litanie dei pagani.GMB 103.1

    La preghiera non serve a espiare il peccato. Essa non possiede nessuna virtù o merito. Le espressioni più forbite del nostro vocabolario non sostituiscono il desiderio del sacro. La preghiera più eloquente non è altro che una serie di parole vuote se non esprime i profondi sentimenti del cuore.GMB 103.2

    La vera preghiera è quella che scaturisce da un cuore sincero, in cui sono espressi anche i desideri più semplici dell’animo come se parlassimo a un amico per chiedergli un favore, convinti di riceverlo. Questa è la preghiera della fede. Dio non ci chiede formule cerimoniose, ma un’invocazione che nasce da un cuore affranto e sottomesso, consapevole del proprio peccato e della propria impotenza. Questa preghiera arriva direttamente al trono del Padre misericordioso.GMB 103.3