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La speranza dell’uomo - Contents
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    Capitolo 13: La vittoria

    “Allora il diavolo lo menò seco nella santa città e lo pose sul pinnacolo del tempio, e gli disse: ‘Se tu sei Figliuol di Dio, gettati giù; poiché sta scritto: Egli darà ordine ai suoi angeli intorno a te, ed essi ti porteranno sulle loro mani, che talora tu non urti col piede contro una pietra’”. Matteo 4:5, 6.SU 83.1

    Ora Satana ritiene di essersi posto sullo stesso terreno di Gesù. L’astuto avversario cita anch’egli la Parola di Dio. Appare ancora come un “Angelo di luce” e mostra di conoscere l’importanza delle Scritture. Ma, mentre Gesù si era servito della Parola di Dio per rafforzare la propria fede, il tentatore se ne serve per mascherare le sue seduzioni. Afferma di aver voluto solo mettere alla prova la fedeltà di Gesù e loda la sua fermezza. Siccome il Salvatore ha manifestato fiducia in Dio, ora Satana gli chiede una prova della sua fede.SU 83.2

    Anche questa tentazione esprime un dubbio. “Se tu sei Figliuol di Dio”. Il Cristo era tentato di rispondere al dubbio, ma si guardò dal concedere il minimo appiglio. Non voleva mettere in pericolo la sua vita per offrire una prova a Satana.SU 83.3

    Il tentatore faceva leva sulla tendenza umana alla presunzione. Satana può tentare, ma non può costringere a peccare. Egli aveva invitato Gesù a gettarsi giù dal tempio, sapendo che non poteva farlo lui perché Dio lo avrebbe salvato. E non poteva neanche forzarlo a compiere quel gesto; poteva vincere solo se Gesù avesse ceduto alla tentazione. Nessuna potenza della terra e dell’inferno avrebbe potuto obbligare Gesù a discostarsi, sia pur minimamente, dalla volontà del Padre.SU 83.4

    Il tentatore non può mai costringerci a fare il male. Non può dominare la nostra mente se non cediamo a lui. Satana può vincere solo con il nostro consenso e se la nostra fede non è più ancorata al Cristo. Ma ogni desiderio colpevole gli offre un punto di appoggio. Se non riusciamo a raggiungere l’ideale divino, gli apriamo una porta che gli permetterà di tentarci e distruggerci. E ogni nostra caduta o sconfitta gli offre l’occasione per gettare biasimo sul Cristo.SU 83.5

    Quando Satana citò la promessa: “Egli darà ordine ai suoi angeli intorno a te”, omise le parole: “di guardarti in tutte le tue vie”. Salmi 91:11. Ciò significa: in tutte le vie tracciate da Dio. Gesù si rifiutò di uscire dal sentiero dell’ubbidienza e, pur manifestando una piena fiducia nel Padre, non voleva mettersi di sua volontà in una posizione che avrebbe richiesto l’intervento di Dio per salvarlo dalla morte. Non voleva costringerlo a venire in suo aiuto perché così non avrebbe offerto agli uomini un esempio di fede e di ubbidienza.SU 83.6

    Gesù rispose a Satana: “È altresì scritto: Non tentare il Signore Iddio tuo”. Matteo 4:7. Queste parole erano state rivolte da Mosè agli israeliti, quando nel deserto, assetati, gli avevano chiesto l’acqua dicendo: “L’Eterno è egli in mezzo a noi, sì o no?” Esodo 17:7. Dio avrebbe compiuto dei prodigi per loro, ma essi, nelle difficoltà, dubitarono e pretesero un segno della presenza di Dio. Nel dubbio, lo vollero mettere alla prova. Satana voleva indurre il Cristo a fare lo stesso. Dio aveva già dichiarato solennemente che Gesù era suo Figlio, e chiedere una nuova conferma significava dubitare della Parola di Dio, tentare Dio stesso. Sarebbe stato come chiedere al Signore l’adempimento di ciò che non aveva promesso. Sarebbe come manifestare sfiducia in lui. Non dovremmo pregare Dio per vedere se adempirà la sua Parola, ma perché l’adempirà. Non dovremmo pregare per vedere se ci ama, ma perché sappiamo che ci ama. “Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi s’accosta a Dio deve credere ch’Egli è, e che è il rimuneratore di quelli che lo cercano”. Ebrei 11:6.SU 84.1

    La fede non sussiste quando c’è presunzione. Solo chi ha una vera fede non corre il rischio di cadere nella presunzione che non è altro che la contraffazione diabolica della fede. Chi crede afferra le promesse di Dio e produce frutti di ubbidienza. Anche la presunzione rivendica le promesse, ma se ne serve per scusare la trasgressione, come fece Satana. La fede avrebbe indotto i nostri progenitori a confidare nell’amore di Dio e a ubbidire ai suoi comandamenti. La presunzione, invece, li indusse a trasgredire la legge nell’illusione che il grande amore di Dio li avrebbe risparmiati dalle conseguenze del peccato. La fede non pretende il favore del Signore senza adempiere alle condizioni a cui è collegata la misericordia di Dio. La vera fede si basa sulle promesse e sulla potenza delle Scritture.SU 84.2

    Satana, quando non riesce a indurci alla sfiducia, spesso ci fa cadere nella presunzione. Se riesce a condurci, senza necessità, sulla strada del dubbio, si assicura la vittoria. Dio protegge tutti coloro che camminano nel sentiero dell’ubbidienza; ma chi se ne allontana, si avventura sul terreno di Satana. Il Salvatore ci ha rivolto questa esortazione: “Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione”. Marco 14:38. La meditazione e la preghiera ci impediranno di avventurarci volontariamente sulla strada del pericolo, evitandoci così più di una sconfitta. Se siamo tentati non dobbiamo scoraggiarci. Spesso, in una situazione difficile, si dubita della guida dello Spirito di Dio. Ma è stato lo Spirito a sospingere Gesù nel deserto perché fosse tentato da Satana. Quando Dio ci mette alla prova, lo fa per il nostro bene. Gesù non si è esposto volontariamente alla tentazione, affidandosi alle promesse divine, e neppure si è abbandonato allo scoraggiamento, quando è sopraggiunto. Anche noi dovremmo comportarci nello stesso modo. “Or Iddio è fedele e non permetterà che siate tentati al di là delle vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscirne, onde la possiate sopportare”. 1 Corinzi 10:13. Le Scritture dicono ancora: “Offri a Dio il sacrifizio della lode, e paga all’Altissimo i tuoi voti; e invocami nel giorno della distretta: io te ne trarrò fuori, e tu mi glorificherai”. Salmi 50:14, 15.SU 84.3

    Gesù superò anche la seconda tentazione. Allora Satana si manifestò pienamente, però non sotto l’aspetto di un mostro ripugnante, con il piede forcuto e le ali da pipistrello. Benché decaduto, è ancora un angelo potente, e si proclama capo della ribellione e principe di questo mondo.SU 85.1

    Dalla cima di un alto monte Satana mostrò a Gesù i regni terreni e tutta la loro gloria. Il sole brillava sulle città dai templi magnifici, sui palazzi di marmo e sui campi fertili. I segni del male non erano visibili. Gli occhi di Gesù, che avevano contemplato nel deserto orrore e desolazione, scorgevano ora scene d’incomparabile bellezza e prosperità. Si udì nuovamente la voce del tentatore: “Ti darò tutta quanta questa potenza e la gloria di questi regni: perch’essa mi è stata data, e la do a chi voglio. Se dunque tu ti prostri ad adorarmi, sarà tutta tua”. Luca 4:6, 7.SU 85.2

    La missione del Cristo si poteva compiere solo attraverso la sofferenza. Lo aspettava una vita di dolori, sofferenze e lotte, e alla fine una morte infamante. Doveva portare su di sé i peccati del mondo e sentirsi separato dal Padre. Ma il tentatore offre al Cristo il potere usurpato. Egli potrà sfuggire a un avvenire penoso riconoscendo la sovranità di Satana. Tutto ciò significa la rinuncia alla vittoria nella grande lotta. Satana in cielo aveva peccato cercando di innalzarsi al di sopra del Figlio di Dio. Una sua vittoria avrebbe significato il trionfo della ribellione.SU 85.3

    Satana, quando dichiarava che la potenza e la gloria del mondo gli erano state date e che era libero di disporne a suo piacimento, diceva una mezza verità. Il dominio di Satana è quello che ha usurpato ad Adamo, che comunque non era un sovrano indipendente, ma un amministratore di Dio. La terra appartiene all’Eterno che ha affidato tutto a suo Figlio. Adamo governava alle dipendenze del Cristo. Quando l’uomo cedette a Satana il suo dominio, il Cristo rimase il sovrano legittimo. Per questo Dio disse al re Nebucadnetsar che “L’Altissimo domina sul regno degli uomini, ch’egli lo dà a chi vuole”. Daniele 4:17. Satana può esercitare il potere usurpato solo nella misura in cui Dio glielo permette.SU 85.4

    Il tentatore, offrendo al Cristo la potenza e la gloria di questo mondo, voleva che rinunciasse ai diritti sovrani che gli spettavano, per poi governare ai suoi ordini. Gli ebrei speravano in questo tipo di dominio. Desideravano regnare sul mondo. Se il Cristo avesse promesso un regno simile, lo avrebbero certamente accolto con entusiasmo. Ma la maledizione del peccato, con tutte le sue dolorose conseguenze, sarebbe rimasta. Perciò il Cristo disse al tentatore: “Va’, Satana, poiché sta scritto: Adora il Signore Iddio tuo, ed a lui solo rendi il culto”. Matteo 4:10.SU 86.1

    Colui che si era ribellato in cielo offriva al Cristo, in cambio di un omaggio ai princìpi del male, i regni di questo mondo. Ma Gesù non si lasciò sedurre. Era venuto per stabilire un regno di giustizia, e non rinunciò al suo obiettivo. Satana si avvicina agli uomini con la stessa tentazione, ma ottiene un risultato migliore. Offre loro la supremazia su questo mondo a condizione che riconoscano la sua sovranità. Chiede che sacrifichino l’onestà, calpestino la coscienza e si facciano trascinare dall’egoismo. Il Cristo li esorta a ricercare prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia, mentre Satana sussurra al loro orecchio: “Per quanto la vita eterna abbia valore, per riuscire in questo mondo dovete ubbidirmi. Ho nelle mie mani la vostra felicità. Posso darvi ricchezze, piaceri, onori e benessere. Ascoltate i miei consigli. Non vi lasciate sedurre da idee fantastiche di onestà e rinuncia. Io vi darò il successo”. Folle intere vengono sedotte così. Acconsentono a vivere solo per se stesse, e Satana è soddisfatto. Ingannandoli con la speranza del dominio terreno, ottiene quello della loro anima. Ma offre ciò che non gli appartiene e che presto gli sarà tolto. In cambio, li priva del loro diritto all’eredità riservata ai figli di Dio.SU 86.2

    Satana aveva messo in dubbio che Gesù fosse il Figlio di Dio. Ma il modo in cui respinse il tentatore dimostrò che lo era veramente. La divinità risplendeva attraverso le sofferenze dell’uomo. Satana non poté resistere all’ordine ricevuto e, umiliato e furente, fu costretto a ritirarsi dalla presenza del Redentore del mondo. La vittoria del Cristo era stata completa, come completa era stata la caduta di Adamo.SU 86.3

    Anche noi possiamo resistere alla tentazione e obbligare Satana ad allontanarsi. Gesù ha vinto con la fede e l’ubbidienza a Dio, e ci dice mediante l’apostolo Giacomo: “Sottomettetevi dunque a Dio; ma resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi. Appressatevi a Dio, ed Egli si appresserà a voi”. Giacomo 4:7, 8. Da soli non possiamo liberarci dal tentatore. Egli ha vinto l’umanità e, se cerchiamo di vincere con le nostre forze, diventiamo preda dei suoi raggiri. Ma “il nome dell’Eterno è una forte torre; il giusto vi corre, e vi trova un alto rifugio”. Proverbi 18:10. Satana trema e fugge anche davanti all’anima più debole, quando essa cerca rifugio in quel nome potente.SU 86.4

    Quando Satana si allontanò, Gesù cadde a terra esausto. Gli angeli del cielo erano stati testimoni della lotta: avevano visto il loro capo sopportare sofferenze indicibili per assicurare la libertà agli uomini. Egli aveva affrontato una prova più grande di quelle che si possono presentare a noi. Gli angeli accorsero ad assistere il Figlio di Dio che era completamente sfinito. Lo ristorarono con del cibo e lo confortarono annunciandogli l’amore del Padre e assicurandolo che tutto il cielo partecipava al suo trionfo. Dopo che Gesù si fu ripreso, con il cuore pieno di simpatia per gli uomini si preparò a proseguire l’opera iniziata, fino alla vittoria sul nemico e al riscatto dell’umanità decaduta.SU 87.1

    Il costo della nostra salvezza non sarà evidente finché i redenti non si troveranno con il Salvatore vicino al trono di Dio. Allora, davanti alle glorie del cielo, ricorderemo che Gesù ha lasciato tutto per noi, per rischiare una sconfitta e la perdita eterna. Allora getteremo le nostre corone ai suoi piedi e innalzeremo il canto: “Degno è l’Agnello che è stato immolato di ricever la potenza e le ricchezze e la sapienza e la forza e l’onore e la gloria e la benedizione”. Apocalisse 5:12.SU 87.2

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