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Essere Come Gesù - Contents
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    Le Anime Pentite Odiano Il Peccato E Amano La Giustizia, 9 dicembre

    Or essi, udite queste cose, furono compunti nel cuore e chiesero a Pietro e agli apostoli: «Fratelli, che dobbiamo fare?” Allora Pietro disse loro: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. Atti 2:37,38ESG 347.1

    L’uomo come potrà essere considerato giusto da Dio? Il peccatore come può essere giustificato? Se soltanto tramite il Cristo è possibile riconciliarsi con Dio, raggiungere la santità, che cosa dobbiamo fare per rivolgerci a Gesù? Molti, convinti di essere peccatori, fanno la stessa domanda che pose la folla nel giorno della Pentecoste: “...Fratelli, che cosa dobbiamo fare?” Atti 2:37. Pietro allora rispose così: “Cambiate vita...” (Atti 2:38) e poco tempo dopo, in un’altra occasione, esortò: “Cambiate vita, dunque, e ritornate a Dio, perché Dio perdoni i vostri peccati!” Atti 3:19 ...ESG 347.2

    Il pentimento deve implicare un profondo dolore per il peccato e il desiderio di rinunciarvi. Occorre riconoscerne la gravità e distaccarsene completamente se vogliamo davvero cambiare la nostra vita. Sono molti coloro che non riescono a comprendere il vero significato del pentimento; essi sono rattristati per il peccato commesso e, temendo le conseguenze del loro comportamento, si limitano a migliorare se stessi soltanto superficialmente. Questo non è il pentimento che la Bibbia ci insegna: queste persone sono più dispiaciute per le conseguenze dei loro errori, che per il peccato in sé. Quando Esau si accorse di aver definitivamente perso il diritto di primogenitura, provò lo stesso timore. Questa fu anche l’esperienza di Balaam, che terrorizzato dall’angelo che gli stava davanti con la spada sguainata, per paura di perdere la vita, riconobbe la propria colpa; ma in seguito dimostrò di non essersi pentito sinceramente, di non provare avversione per il male e di non aver cambiato le proprie intenzioni. Dopo aver tradito il Signore, Giuda Iscariota esclamò: “Ho fatto male, ho tradito un innocente”. Matteo 27:4. Fu il terribile presentimento della condanna e l’angosciosa attesa del giudizio a strappare questa confessione alla coscienza colpevole di Giuda. Era terrorizzato soltanto per le conseguenze del proprio errore, ma in lui non si manifestò nessun dolore profondo e straziante per aver tradito il Figlio innocente di Dio...ESG 347.3

    Tutti questi uomini non si preoccuparono per il peccato commesso, ma solo per le sue conseguenze. Quando il peccatore si dimostra sensibile allo Spirito di Dio, la sua coscienza si risveglia ed egli avverte la profondità e la sacralità della legge con la quale Dio governa il cielo e la terra. Scoprendo l’amore di Dio scorgerà la bellezza della santità, proverà la gioia della purezza e un profondo desiderio di essere perdonato e di poter entrare in contatto con il cielo. SC 23,24ESG 347.4

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