Capitolo 18—Un Presunto Pastore Ladro
Nel l’inverno tra il 1849 — 1850, i White soggiornavano nell’Oswego - New York per la campagna d’evangelizzazione.SMN 110.1
Agli incontri degli studi biblici partecipò un giovane uomo, Hiram Patch con la sua fidanzata. Erano ansiosi di conoscere la Verità e alla base di questa, costruire la loro vita. Volevano dunque far parte di una comunità, ma non avevano idea quale fosse quella giusta. Non riuscivano a decidersi.SMN 110.2
Un giorno erano stati persuasi a partecipare alla riunione religiosa condotta da un tesoriere contabile del rione cittadino.SMN 110.3
L’uomo era convinto di essere stato prescelto per convertire i peccatori dimostrando le proprie convinzioni usando stravaganti movimenti delle mani durante le preghiere.SMN 110.4
Hiram e la sua fidanzata non sapeva cosa fare, a quale chiesa aderire: quella grande dove predicava un tesoriere o quella piccola che santificava il sabato incontrandosi in una piccola casa privata. SMN 110.5
Parteciparono quindi ad una delle riunioni nel piccolo gruppo, dove Ellen ebbe una visione concernente il libro d’Osea 5: 7:SMN 110.6
“Hanno agito perfidamente contro l’Eterno… ” Osea 5:7SMN 110.7
Le fu detto che queste parole concernevano alcune persone che organizzavano delle riunioni carismatiche in chiesa. SMN 110.8
Dopo la riunione Ellen disse a Hiram: SMN 110.9
“Aspetti ancora un mese dopo di che saprai chi sono quelle persone”.SMN 110.10
“Va bene, aspetterò” — rispose Hiram.SMN 110.11
Due settimane più tardi, il tesoriere, durante le preghiere si ammalò improvvisamente. Lo portarono a casa e lo misero a letto. SMN 110.12
Le funzioni di tesoriere dovevano eseguire o lo sceriffo o il sindaco. Quando controllarono i registri, constatarono che nella cassa mancavano 1000 dollari. SMN 111.1
Non riuscivano a credere, che la persona che predicava Gesù Cristo poteva appropriarsi di tale somma. Credevano, l’avesse investita in qualche importante affare, oppure depositata in banca dimenticando di registrarla nel libri contabili. SMN 111.2
Decisero di interrogarlo per avere una spiegazione. SMN 111.3
Sapevano che dovevano fare questo interrogatorio con molta cautela e delicatezza. Nel caso in cui il denaro fosse stato rubato, avrebbe fatto di tutto per trovare delle scuse bugiarde per ingannarli.SMN 111.4
Decisero che mentre uno di loro parlerà con il tesoriere, l’altro farà la guardia alla porta dell’uscita secondaria. SMN 111.5
Mentre il sindaco si nascose dietro la casa in granaio vicino alla porta d’uscita, lo sceriffo bussò alla porta principale. Nello stesso momento il sindaco vide uscire dalla porta posteriore una donna che aveva in mano sacchetto e correva verso un mucchietto di neve; là fece una buca, nascose un sacchetto e lo coprì nuovamente con la neve.SMN 111.6
Nel frattempo lo sceriffo chiacchierando con il malato gli disse dell’ammanco. Il tesoriere indignato alzò le mani verso il cielo ed esclamò:SMN 111.7
“Prendo Iddio per testimone che non so niente di quel denaro”. SMN 111.8
In quel momento entrò in stanza la moglie del malato e vedendo l’agitazione del marito domandò:SMN 111.9
“Che cosa succede? Perché sei tanto irritato?”SMN 111.10
“Lo sceriffo pensa che noi abbiamo derubato la chiesa!”SMN 111.11
Allora anche la donna alzò le mani in alto e disse:SMN 111.12
“Il Signore è mio testimone! Noi non abbiamo questi soldi, non sappiamo nulla”.SMN 111.13
Non aveva ancora finito bene la frase che in camera entrò il sindaco con il sacchetto in mano pieno di denaro e domandò:SMN 111.14
“ Cara Signora, e questo che cos’è? L’ho vista uscire di casa e nascondere il sacchetto sotto la neve. È proprio questa somma che manca nella cassa, del resto c’è scritto: 1000 dollari. SMN 112.1
La notizia scandalosa dell’ammanco attraversò la città in poco tempo. Le riunioni carismatiche condotte da un ladro erano finite, la profezia presentata durante la visione da Ellen si avverò. Hiram e la sua fidanzata ora sapevano a quale chiesa dovevano appartenere. Scelsero la Chiesa Cristiana Avventista del settimo giorno. SMN 112.2
Lo steso inverno i fr. White ebbero altre conferenze nel Camden. Prima di giungere nella comunità di questa cittadina Ellen “vide in mezzo al piccolo gruppo una donna, che sosteneva di essere una santa”. Naturalmente era tutto il contrario, infatti, era un’ ipocrita e tendeva ad ingannare la chiesa. Essa insegnava che era possibile diventare perfetti al punto che questa perfezione poteva innalzarsi al di sopra di tutta la chiesa. Insisteva che lei era di tale perfezione. SMN 112.3
Durante un’altra riunione in Camden, Ellen “vide nuovamente la stessa donna”. Le fu detto che la stima che essa ha di se stessa è una menzogna. SMN 112.4
Dopo la visione, la nonna raccontò ai presenti quello che aveva visto e sentito.SMN 112.5
La donna in questione con un gesto di presunzione si alzò e disse:SMN 112.6
“Il Signore conosce il mio cuore. Se voi potreste vederlo constatereste quanto è sincero e puro”.SMN 112.7
E con questo, la riunione finì.SMN 112.8
Poco dopo la donna si ammalò gravemente rischiando la morte. Tremendamente spaventata gridò:SMN 112.9
“Devo assolutamente vedere Ellen White. SMN 112.10
“Quando affermavo d’essere perfetta e pura, ciò non era vero. Sono perduta perché cattiva. L’uomo con il quale vivo non è mio marito. Mio marito è rimasto in Inghilterra. Abbiamo avuto un figlio, io però li ho abbandonati. SMN 113.1
Per vendere le medicine mi presentavo come medico, ma in verità non lo ero. Davanti al giudice giuravo che pagavo un dollaro per il medicamento, mentre costava soltanto 12 centesimi. SMN 113.2
Come risultò, in chiesa nessuno conosceva bene questa persona e quindi nessuno poteva informare Ellen sulla sua reale personalità. Solo il Signore conosceva perfettamente il suo cuore e carattere. Per questa ragione Iddio avvertiva il suo popolo contro l’ipocrisia, perché odia il peccato e la falsità.SMN 113.3
A questo punto si suggerisce una domanda:SMN 113.4
Il Signore punisce solo i peccati gravi e ignora quelli che noi chiamiamo “venali”, di minore importanza? Oppure il Dio dell’Universo nota anche i peccati leggeri come per esempio rubare a qualcuno la retina per i cappelli?SMN 113.5
Allora la nonna ci raccontò la seguente esperienza:SMN 113.6
“Molto tempo fa a casa nostra soggiornavano due giovani signorine. Una di loro era studentessa, l’altra invece era istitutrice presso l’Healdsburg College. Un giorno non riuscivo a trovare la mia retina per i cappelli (a quei tempi era un oggetto di grande valore e utilità). Questa retina era in particolar modo molto bella, la portavo sempre quando mi recavo alle riunioni. SMN 113.7
La cercai ovunque, in camera e in tutta la casa. Impossibile trovarla. Durante la colazione, mentre tutti erano presenti, domandai:SMN 113.8
“Qualcuno forse ha visto la mia retina? Sono sicura che ancora ieri era sul ripiano dove metto gli abiti. Sono certa che si troverà, perché da sola non può sparire”.SMN 113.9
Nessuna risposta da parte dei presenti.SMN 113.10
Qualche momento dopo, andando verso la sua camera sbirciai nella camera delle giovani ragazze, e una vocina mi sussurrò:SMN 113.11
“Alza il coperchio di quella valigia”. SMN 113.12
E poiché non era lecito toccare le cose altrui, passai oltre. Ma la voce insistette:SMN 114.1
“Alza il coperchio della valigia”.SMN 114.2
Era impossibile respingere questa voce, quindi ritornai sui miei passi e alzai il coperchio della valigia. La mia retina era lì sopra le altre cose. Poi chiusi la valigia, e non dissi a nessuno quello che avevo scoperto.SMN 114.3
Domandai nuovamente alle ragazze se per caso non avevano visto la mia retina. Sapendo ora chi era il colpevole, volevo dare l’opportunità alla ragazza di confessare il fatto. Neanche questa volta ebbi la risposta.SMN 114.4
Più tardi mentre ero seduta vicino al caminetto, ricevetti una visione.SMN 114.5
Davanti ai miei occhi scorreva il viso di una giovane ragazza (la chiameremo Eliza), che bruciava la mia retina sopra una lampada a petrolio.SMN 114.6
A questo punto sapevo che non valeva la pena aspettare la confessione della ragazza. Chiamai Eliza e le raccontai della “voce”, che mi ha condotta a guardare nella valigia. Poi le raccontai che nella “visione” la vidi bruciare la retina. Eliza scoppiò a piangere e confessò la colpa dicendo:SMN 114.7
“Non so davvero perché l'ho fatto, non so perché non gliel’ho restituita quando domandò la prima volta chi l’avesse vista. Più tardi quando si parlava di questa retina di continuo, avevo vergogna di confessare che ero stata io”.SMN 114.8
Forse si può credere che Eliza dopo questa esperienza avrebbe potuto dire:SMN 114.9
“Ora non posso più essere cristiana, tutti vedranno in me una ladra, nessuno avrà fiducia in me”.SMN 114.10
Certamente no, perché essa si pentì, confessò la colpa al Signore, e credete alla Sua promessa di essere perdonata. SMN 114.11
Fintanto che lei si confiderà sempre a Gesù e chiederà la giusta via, perché su se stessa non può contare, sarà sempre perdonata. Lei come tutti, ha bisogno dell’aiuto del Signore, di conseguenza si sottomise completamente a Lui, suo Amico e suo Confidente. Da quel giorno Eliza visse da buona cristiana e diventò la gioia per tutti i suoi amici e conoscenti.SMN 114.12