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Patriarchi e profeti - Contents
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    Capitolo 69: L’incoronazione di Davide

    La morte di Saul aveva liberato Davide dai pericoli che lo avevano costretto all’esilio; e ora poteva rientrare in patria. Terminati i giorni di lutto per Saul e Gionathan, “Davide consultò l’Eterno dicendo: Debbo io salire in qualcuna delle città di Giuda? L’Eterno gli rispose: Sali. Davide chiese: Dove salirò io? L’Eterno rispose: A Hebron”. 2 Samuele 2:1, 2.PP 584.1

    Hebron si trovava a circa trenta chilometri a nord di Bersceba, a metà strada tra quella città e la futura Gerusalemme. Originariamente si chiamava Kiriath-Arba, cioè città di Arba, il padre di Anak. In seguito fu chiamata Mamre, il luogo in cui furono sepolti i patriarchi “nella spelonca di Macpela”. Hebron, situata in una valle circondata da terreni e colline fertili, era stata un possedimento di Caleb, e ora era la città principale di Giuda. Alla periferia si trovavano vigne, ulivi e altri alberi da frutta.PP 584.2

    Davide e i suoi compagni si preparano a ubbidire immediatamente alle istruzioni ricevute da Dio. Seicento uomini armati, con mogli e bambini, greggi e mandrie si incamminarono ben presto verso Hebron; e quando entrarono nella città, gli uomini di Giuda li attendevano per salutare Davide, che consideravano il futuro re d’Israele. Furono fatti dei preparativi per la sua incoronazione “e unsero quivi Davide come re della casa di Giuda”. 2 Samuele 2:4. Ma nessuna azione fu compiuta per imporre con la forza la sua autorità sulle altre tribù.PP 584.3

    Una delle prime preoccupazioni del nuovo re fu quella di esprimere il suo profondo rispetto per la memoria di Saul e Gionathan. Imitando l’azione coraggiosa degli uomini di Iabes di Galaad, che avevano recuperato i corpi dei condottieri caduti seppellendoli in maniera onorevole, Davide mandò un’ambasciatore a Iabes con questo messaggio: “Siate benedetti dall’Eterno, voi che avete dimostrato questa benignità verso Saul, vostro Signore, dandogli sepoltura! Ed ora l’Eterno mostri a voi la sua benignità e la sua fedeltà! E anch’io vi farò del bene, giacché avete agito così”. 2 Samuele 2:5, 6. Con queste parole Davide annunciava il suo avvento al trono di Giuda, ricercando l’alleanza di coloro che si erano mostrati fedeli.PP 584.4

    I filistei non si opposero all’incoronazione di Davide da parte di Giuda. Lo avevano aiutato in esilio affinché egli logorasse il regno di Saul e ora speravano che in seguito ai favori precedentemente fatti al nuovo re l’estensione del suo dominio alla fine risultasse a loro vantaggio. Il regno di Davide non sarebbe stato tranquillo, cospirazioni e ribellioni ne avrebbero turbato la pace. Nonostante egli non avesse usurpato il trono e Dio stesso lo avesse scelto come re d’Israele, e non vi fosse quindi nessun motivo per opporsi e non accettare questa decisione, gli abitanti di Giuda non riconobbero la sua autorità, e spinti da Abner, proclamarono re, Jsh-Bosheth, figlio di Saul, inaugurando in Israele un regno rivale.PP 584.5

    Mentre Davide era altamente qualificato per portare le responsabilità del regno, Jsh-Bosheth era un uomo della famiglia di Saul ma debole e incompetente. Abner, colui che aveva maggiormente favorito l’insediamento di Jsh-Bosheth come re, era stato generale dell’esercito di Saul, ed era l’uomo più importante in Israele. Abner sapeva che l’Eterno aveva nominato Davide come re d’Israele, ma non voleva che il figlio di Isai succedesse nel regno che era stato di Saul, perché lo aveva braccato per tanto tempo.PP 585.1

    La nuova situazione mise in evidenza il vero carattere di Abner mostrandone, attraverso una condotta senza scrupoli, l’ambizione. I continui contatti con Saul lo avevano condizionato e anche lui ora disprezzava l’uomo che Dio aveva scelto per regnare su Israele. Quest’odio era stato ravvivato dal rimprovero pungente che Davide gli aveva fatto quando una brocca con l’acqua e la lancia erano stati sottratti a Saul mentre dormiva nell’accampamento. Ricordava come Davide aveva gridato in modo che sia il re sia il popolo d’Israele sentissero: “Non sei tu un valoroso? E chi è pari a te in Israele? Perché dunque non hai tu fatta buona guardia al re, tuo signore?... Questo che tu hai fatto non sta bene. Com’è vero che l’Eterno vive, meritate la morte voi che non avete fatto buona guardia al vostro signore, all’unto dell’Eterno”. 1 Samuele 26:15, 16. Questo rimprovero lo aveva fatto talmente arrabbiare che si era deciso a realizzare i suoi propositi di vendetta e creare delle divisioni in Israele che gli permettessero di emergere. Per soddisfare le sue ambizioni e concretizzare i suoi piani, si servì di un membro della famiglia reale decaduta. Sapeva che il popolo amava Gionathan, che non lo aveva dimenticato come non aveva dimenticato le prime campagne militari che Saul aveva condotto con successo. Con una convinzione degna di una causa migliore, questo capo ribelle si impegnò per attuare il suo piano.PP 585.2

    Mahanain, che si trova dall’altra parte del Giordano, fu scelta come residenza reale perché era il luogo che forniva la massima sicurezza sia contro gli attacchi di Davide sia contro quelli dei filistei. E là avvenne l’incoronazione di Jsh-Bosheth. Il suo regno fu inizialmente accettato dalle tribù a est del Giordano e in seguito fu esteso a tutto Israele, eccetto Giuda. Il figlio di Saul regnò per due anni, isolato nella sua capitale; ma Abner, che intendeva estendere il suo potere su tutto Israele, si preparava per una guerra di aggressione. “La guerra fra la casa di Saul e la casa di Davide fu lunga. Davide si faceva sempre più forte, mentre la casa di Saul si andava indebolendo”. 2 Samuele 3:1.PP 585.3

    Alla fine il tradimento travolse quel trono che la malizia e l’ambizione avevano stabilito. Abner, irritato dal debole e incompetente Jsh-Bosheth, lo tradì offrendo a Davide il dominio su tutte le tribù d’Israele. Il re accettò la proposta di Abner e lo congedò con onore; ma l’accoglienza favorevole di un guerriero così valoroso e famoso suscitò le gelosie di Joab, il generale in capo dell’esercito di Davide.PP 586.1

    Tra Abner e Joab non correva buon sangue; il primo aveva ucciso Asael, fratello di Joab, durante la guerra tra Israele e Giuda; e ora che Joab aveva la possibilità di rivendicare la morte del fratello e di sbarazzarsi di un probabile rivale, approfittò indegnamente dell’occasione per tendere un agguato e uccidere Abner.PP 586.2

    Davide, dopo aver saputo di questo agguato teso da un traditore, esclamò: “Io e il mio regno siamo in perpetuo innocenti nel cospetto dell’Eterno, del sangue di Abner, figliuolo di Ner; ricada esso sul capo di Joab e su tutta la casa di suo padre”. 2 Samuele 3:28. Siccome il regno era ancora instabile e gli assassini occupavano una posizione importante — anche il fratello di Joab, Abishai, aveva teso la trappola — Davide non poté punire il crimine come si conveniva; tuttavia manifestò il suo orrore per quella azione sanguinaria.PP 586.3

    Abner fu sepolto con tutti gli onori, e anche i soldati, con a capo Joab dovettero partecipare al lutto pubblico con abiti stracciati e coperti di sacchi. Il re manifestò il suo dolore facendo osservare il digiuno nel giorno del funerale; egli stesso seguì il feretro alla testa di coloro che onoravano la memoria del generale morto; e giunto sulla tomba pronunciò un’elegia che costituiva un pungente rimprovero per gli assassini. “Il re fece un canto funebre su Abner e disse: Doveva Abnér morire come muore uno stolto? Le tue mani non eran legate, né i tuoi piedi eran stretti nei ceppi! Sei caduto come si cade per mano di scellerati”. 2 Samuele 3:33, 34.PP 586.4

    Dimostrandosi magnanime verso colui che era stato il suo nemico più irriducibile, Davide aveva guadagnato la fiducia e l’ammirazione di tutti gli israeliti. “Così tutto il popolo e tutto Israele riconobbero in quel giorno che il re non entrava per nulla nell’uccisione di Abner, figlio di Ner”. 2 Samuele 3:37. Il re parlò di quel crimine nel gruppo dei suoi uomini di fiducia e dei suoi consiglieri, riconoscendo che pur non potendo punire gli assassini, desiderava che essi fossero esposti alla giustizia di Dio: “Non sapete voi che un principe ed un gran uomo è caduto oggi in Israele? Quanto a me, benché unto re, sono tuttora debole; mentre questa gente, i figliuoli di Tseruia, son troppo forti per me. Renda l’Eterno a chi fa male secondo la malvagità di lui”. 2 Samuele 3:38, 39.PP 586.5

    Per quanto Abner fosse stato sincero nell’affidarsi a Davide, era stato animato da motivazioni vili ed egoistiche. Egli si era continuamente opposto al re, l’unto dell’Eterno, perché sperava di assicurarsi degli onori, e ciò che lo aveva indotto ad abbandonare la causa che aveva servito per tanto tempo era stato il risentimento, l’orgoglio ferito e la passione. Abner, per aver abbandonato il re che serviva, sperava di raggiungere la posizione più importante al servizio di Davide. Se avesse avuto successo, i suoi talenti, la sua ambizione, il suo grande prestigio e la scarsa religiosità avrebbero minato il trono di Davide, la pace e il benessere della nazione. “Quando Jsh-Bosheth figliuolo di Saul, ebbe udito che Abner era morto ad Hebron gli caddero le braccia, e tutto Israele fu nello sgomento”. 1 Samuele 4:1. Era evidente che il regno ormai non sarebbe durato a lungo; infatti un successivo tradimento lo fece crollare. Jsh-Bosheth fu vergognosamente assassinato da due suoi capitani che, dopo averlo decapitato, si affrettarono a portare la testa al re di Giuda, sperando così di ingraziarsi Davide.PP 587.1

    Si presentarono davanti al re con la prova cruenta del loro crimine dicendo: “Ecco la testa di Jsh-Bosheth, figliuolo di Saul, tuo nemico, il quale cercava di toglierti la vita; l’Eterno ha oggi fatto le vendette del re, mio signore, sopra Saul e sopra la sua progenie”. 1 Samuele 4:8. Davide che era stato posto sul trono da Dio stesso, e che era stato da lui liberato dagli avversari, non voleva servirsi del tradimento per affermare il suo dominio. Dopo aver detto loro come erano stati condannati coloro che si erano vantati di aver ucciso Saul, affermò: “...Quanto più adesso che uomini scellerati hanno ucciso un innocente in casa sua, sul suo letto, non dovrò io ridomandare a voi ragion del suo sangue sparso dalle vostre mani e sterminarvi di sulla terra? E Davide diede l’ordine ai suoi militi, i quali li uccisero... Presero quindi la testa di Jsh-Bosheth e lo seppellirono nel sepolcro di Abner a Hebron”. 1 Samuele 4:11, 12.PP 587.2

    Morto Jsh-Bosheth, i capi d’Israele erano animati dal desiderio di vedere Davide re di tutte le tribù. “Allora tutte le tribù d’Israele vennero a trovare Davide a Hebron, e gli dissero: Ecco noi siamo tue ossa e tua carne... eri tu quel che guidavi e riconducevi Israele; e l’Eterno t’ha detto: Tu pascerai il mio popolo d’Israele, tu sarai il principe d’Israele. Così tutti gli anziani d’Israele vennero dal re a Hebron, e il re Davide fece alleanza con loro a Hebron in presenza dell’Eterno”. 2 Samuele 5:1-3. Era stata la provvidenza di Dio a trovare il modo per portare Davide al trono; ed egli non aveva nessuna ambizione personale da soddisfare perché non aveva ricercato gli onori che gli erano stati conferiti.PP 587.3

    Più di ottomila tra i discendenti di Aronne e dei leviti salutarono Davide; i sentimenti del popolo erano cambiati in maniera sincera e radicale: si stava compiendo una grande rivoluzione, calma e dignitosa. Quasi mezzo milione di persone, prima sottomesse a Saul, si affollavano intorno a Hebron. Sembrava che in quella festa di incoronazione anche le colline e le valli gioissero insieme alla folla. Colui che era stato espulso dalla corte di Saul, costretto a fuggire tra le montagne e nascondersi nelle caverne per salvarsi la vita, stava per ricevere l’onore più elevato a cui un uomo potesse aspirare. Sacerdoti e anziani con i loro paramenti sacri, soldati e ufficiali con le lance luccicanti, stranieri che osservavano da lontano erano tutti testimoni dell’incoronazione del re. Quando Davide si presentò con i paramenti regali, il sommo sacerdote gli versò sulla fronte l’olio sacro, secondo il rito che Samuele aveva profeticamente suggerito. Il tempo era giunto e Davide fu consacrato solennemente vicerè di Dio e gli fu dato lo scettro. La legittimità della sua sovranità venne riconosciuta e il popolo gli giurò fedeltà e quando gli fu posto sulla fronte un diadema, la cerimonia di incoronazione fu conclusa. Davide era re, nominato dal Signore stesso. Dopo aver atteso con pazienza, ora vedeva l’adempimento della promessa di Dio. “Davide andava diventando sempre più grande, e l’Eterno, l’Iddio degli eserciti, era con lui”. 2 Samuele 5:10.PP 588.1

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