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Patriarchi e profeti - Contents
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    Capitolo 7: Il diluvio

    Al tempo di Noè le conseguenze della trasgressione di Adamo e dell’assassinio commesso da Caino costituivano una minaccia per il mondo; tuttavia, ciò non aveva avuto conseguenze visibili sulla natura. Pur manifestando tracce evidenti del male, il mondo era ancora ricco dei magnifici doni di Dio. Le colline erano ricoperte di alberi maestosi, dai rami carichi di frutta; vaste pianure, simili a giardini, erano rigogliose di vegetazione e di fiori profumati. I frutti della terra si trovavano in grande varietà ed erano molto abbondanti. Gli alberi superavano per dimensioni, bellezza e armonia le specie ora esistenti, il loro legno aveva bellissime venature ed era così duro da essere simile alla pietra. A quell’epoca era possibile trovare oro, argento e pietre preziose in grande quantità.PP 71.1

    L’uomo conservava ancora la maggior parte delle energie e delle facoltà di cui era stato dotato alla creazione. Erano trascorse solo poche generazioni dall’epoca in cui Adamo aveva avuto libero accesso all’albero della vita e la durata dell’esistenza umana si misurava ancora in secoli. Se quegli uomini così longevi, dotati di un’eccezionale capacità di progettare e realizzare, si fossero dedicati al servizio di Dio, avrebbero suscitato le lodi del loro Creatore. Si sarebbe adempiuto lo scopo per cui erano stati creati. Ma ciò non avvenne.PP 71.2

    In quel tempo esistevano molti giganti, uomini forti e alti, famosi per la loro saggezza, abili nella realizzazione di opere ingegnose e sorprendenti. La loro responsabilità, nella diffusione della corruzione fu purtroppo corrispondente all’eccezionalità delle loro doti. Dio aveva concesso a questi esseri grandi capacità, ma essi se ne servirono per appagare il loro orgoglio personale.PP 71.3

    Le loro straordinarie qualità si trasformarono in una maledizione, perché furono utilizzate per scopi egoistici, anziché in favore di Dio, che le aveva donate. I giganti utilizzarono oro, argento, pietre preziose e legno pregiato per costruire delle abitazioni e fecero a gara per possedere la dimora più sontuosa e raffinata. La loro principale aspirazione era soddisfare l’orgoglio personale e si divertivano nel contemplare scene di piacere e di malvagità. Evitavano di pensare a Dio e presto giunsero a negarne l’esistenza. Adorarono la natura invece del Creatore; resero onore al genio umano, ne adorarono le opere e insegnarono ai loro figli a inchinarsi davanti a immagini scolpite.PP 71.4

    Posero gli altari dei loro idoli nei prati, all’ombra degli alberi; boschi interi vennero consacrati all’adorazione di falsi dèi. I luoghi in cui si svolgevano questi culti erano magnifici giardini, con ampi e lunghi viali fiancheggiati da alberi ricchi di frutti di ogni tipo, ornati da sculture e colmi di tutto ciò che poteva deliziare i sensi o soddisfare i desideri. Si trattava di un ambiente molto seducente.PP 72.1

    Gli uomini non credevano più in Dio, ma adoravano immagini create dalla loro fantasia e quindi la corruzione dilagava. Il salmista descrive in questo modo le conseguenze a cui vanno incontro coloro che venerano gli idoli: “Come loro sian quelli che li fanno, tutti quelli che in essi confidano”. Salmi 115:8. Infatti, noi siamo trasformati da ciò che vediamo. La statura morale di un uomo corrisponde al suo concetto di verità, purezza e santità. Se la sua mente non si eleva, se non è guidata dalla fede a contemplare l’amore e la saggezza divini, egli sprofonderà sempre più in basso. Coloro che adorano false divinità, attribuendo loro passioni e caratteristiche umane, abbassano il loro ideale di carattere sino al livello di un’umanità imperfetta e perdono la loro dignità.PP 72.2

    “E l’Eterno vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra, e che tutti i disegni dei pensieri del loro cuore non erano altro che male in ogni tempo... Or la terra era corrotta davanti a Dio; la terra era ripiena di violenza”. Genesi 6:5, 11. Dio aveva dato agli uomini i comandamenti come regola di vita: quando furono infranti, la corruzione divenne dilagante. La malvagità degli uomini era inaudita, la giustizia era calpestata nella polvere e i lamenti degli oppressi raggiungevano il cielo.PP 72.3

    Nonostante il divieto divino, la poligamia era stata introdotta già da tempo. Il Signore aveva dato ad Adamo una sola moglie, manifestando così la sua volontà. Dopo il peccato, gli uomini preferirono seguire i loro desideri e, come conseguenza, i delitti e la miseria aumentarono. Non si rispettavano né il matrimonio né i diritti di proprietà; tutti desideravano ardentemente le mogli e i possedimenti del prossimo e se ne appropriavano con la forza, orgogliosi delle proprie azioni violente. Gli esseri umani provavano piacere nel distruggere gli animali e nutrendosi di carne diventarono sempre più crudeli, finché giunsero a considerare perfino la vita dei loro simili con sorprendente indifferenza. Nonostante la storia del mondo fosse ancora agli inizi, la corruzione era diventata così profonda e diffusa che Dio non poté più sopportarla e disse: “...Io sterminerò di sulla faccia della terra l’uomo che ho creato...”. Genesi 6:7. Dichiarò che il suo Spirito non avrebbe sostenuto sempre l’umanità colpevole. Se gli uomini non avessero cessato di deturpare con le loro azioni malvage il mondo e i suoi ricchi tesori, Egli li avrebbe cancellati dal creato, distruggendo tutti i doni che aveva elargito. Avrebbe fatto scomparire gli animali e la vegetazione, che forniva una quantità così abbondante di cibo: quel bel pianeta si sarebbe trasformato in un luogo di rovina.PP 72.4

    In mezzo alla corruzione dilagante, Methushelah, Noè e molti altri agirono con l’obiettivo di risvegliare la conoscenza del vero Dio e di frenare l’ondata di malvagità.PP 73.1

    Centoventi anni prima del diluvio, il Signore dichiarò a Noè il suo obiettivo, ordinandogli di costruire un’arca. Mentre la costruiva, egli avrebbe annunciato il decreto di Dio circa la distruzione della terra e dei malvagi attraverso il diluvio. Chiunque avesse creduto a questo messaggio, preparandosi all’evento ispirato dal pentimento e dal sincero desiderio di riformare la propria esistenza, sarebbe stato perdonato e salvato. Enoc aveva ripetuto molte volte l’avvertimento di Dio ai suoi figli; Methushelah e i suoi discendenti, vissero abbastanza a lungo per udire la predicazione di Noè e assistere alla costruzione dell’arca.PP 73.2

    Dio aveva dato a Noè indicazioni precise sulle dimensioni dell’imbarcazione, fornendogli dati particolareggiati sul progetto. Nessun uomo aveva mai costruito in precedenza qualcosa di così gigantesco e resistente. Dio stesso era l’ispiratore dell’opera e Noè il capocantiere. L’arca assomigliava allo scafo di una nave, perché doveva galleggiare, ma in alcune parti era una casa: era distribuita su tre piani e sulla fiancata si apriva una porta. La luce proveniva dall’alto e i vari locali erano disposti in modo da essere tutti illuminati. Il materiale impiegato per la costruzione era il cipresso, detto anche legno di gofer, che poteva resistere inalterato per secoli. La realizzazione di questa immensa struttura rese necessario un lavoro attento e continuo. Nonostante la forza eccezionale degli uomini del tempo, la preparazione del legname ricavato da alberi di genere e dimensioni eccezionali richiedeva una quantità di lavoro maggiore rispetto a quella oggi necessaria. Noè e i suoi compagni fecero tutto il possibile per compiere un lavoro perfetto, ma nonostante tutte le precauzioni e gli accorgimenti l’arca non avrebbe resistito alla tempesta del diluvio, se Dio non l’avesse protetta dalle acque impetuose.PP 73.3

    “Per fede Noè, divinamente avvertito di cose che non si vedevano ancora, mosso da pio timore, preparò un’arca per la salvezza della propria famiglia; e per essa fede condannò il mondo e fu fatto erede della giustizia che si ha mediante la fede”. Ebrei 11:7. Attraverso l’opera che Noè stava realizzando manifestava al mondo la coerenza del suo messaggio di avvertimento ed evidenziava la sua fede crescente. Con il suo esempio, egli dimostrò cosa significhi credere a ciò che Dio dice: investì nell’arca tutti i suoi beni e quando cominciò a costruire quell’immensa imbarcazione, sull’asciutto, migliaia di persone vennero da ogni parte della terra per assistere allo strano spettacolo e udire l’appassionato messaggio di quel singolare predicatore. Ogni colpo di martello costituiva una testimonianza per quelle persone.PP 73.4

    Inizialmente molti sembrarono accettare l’avvertimento, ma essi non si rivolgevano a Dio motivati da un vero pentimento né volevano rinunciare ai loro errori. Durante il periodo precedente al diluvio la loro fede fu messa a dura prova. Travolti dallo scetticismo essi si unirono alla massa incredula per respingere quel messaggio solenne. Alcuni, invece, ne furono profondamente colpiti e avrebbero voluto seguire Noè: ma coloro che li deridevano e li insultavano erano così tanti che ne furono influenzati e infine si opposero ai misericordiosi inviti divini. Questi ultimi divennero presto i più arroganti nel ridicolizzare le parole di Noè. Nessuno diventa così irriverente e meschino come chi, dopo aver compreso i propri errori, decide poi di opporsi all’influsso dello Spirito Santo. Non tutti gli uomini di quel tempo erano irrimediabilmente dediti al culto degli idoli; molti dichiaravano di adorare Dio, sostenendo che i loro idoli erano rappresentazioni della Divinità e che, attraverso queste immagini, le persone avrebbero conosciuto Dio con maggiore immediatezza. Essi respinsero la predicazione di Noè. Nel tentativo di rappresentare Dio con oggetti tangibili, non riuscivano più a scorgerne la maestà e la potenza. Non capivano più la santità del suo carattere, la sacralità e l’immutabilità delle sue richieste. Nella corruzione generalizzata, il loro atteggiamento sembrava molto meno colpevole, ma in realtà essi erano ormai giunti a dichiarare che la legge divina non era più valida. Secondo loro, il Signore non voleva punire la trasgressione e quindi non avrebbe mai giudicato la loro società.PP 74.1

    Se quegli uomini avessero ubbidito alla legge di Dio, avrebbero riconosciuto la voce divina nelle parole di avvertimento del suo messaggero, ma il loro ostinato scetticismo li rese così insensibili da convincersi che il messaggio di Noè era veramente un’illusione.PP 74.2

    La maggioranza non aveva accettato la verità; il mondo intero si era infatti schierato dalla parte dell’ingiustizia, contro Dio e la sua legge. Noè venne considerato un fanatico. Quando Satana convinse Eva a disubbidire a Dio le disse: “...No, non morrete affatto”. Genesi 3:4.PP 74.3

    Grandi uomini, saggi e onorati, ma con una mentalità materialistica, fecero lo stesso discorso: “Le minacce di Dio” dicevano “sono solo un’intimidazione e non si realizzeranno. Non occorre preoccuparsi. Il Creatore del mondo non potrà distruggere la sua opera: quindi, Dio non punirà mai gli esseri umani. Tranquillizzatevi, non abbiate paura: Noè è solo un fanatico”. La gente fu felice del folle atteggiamento di quegli uomini, ormai vecchi e disincantati. Invece di umiliarsi sinceramente, molti continuarono a manifestare un comportamento ribelle e ingiusto, come se Dio non avesse rivolto loro alcun avvertimento.PP 75.1

    Noè era come una roccia in mezzo alla tempesta; circondato dal disprezzo e dalla derisione della gente, si distinse per la sua eccezionale integrità e per la sua fede incrollabile. Predicava con grande autorità, perché sapeva che Dio parlava attraverso di lui. Il contatto con Dio lo rese così forte che per ben centoventi anni annunciò quel messaggio solenne agli uomini della sua generazione, con una costanza che la razionalità umana giudicherebbe incomprensibile.PP 75.2

    Gli uomini di allora ritenevano che le leggi della natura fossero eterne. Il succedersi delle stagioni, infatti, era sempre stato regolare; la pioggia non era mai caduta. La terra veniva bagnata dalla nebbia e dalla rugiada, i fiumi non avevano mai oltrepassato le loro sponde e l’acqua continuava a scorrere verso il mare. Precise leggi naturali impedivano che i corsi d’acqua travolgessero gli argini. Nella loro intelligenza, quegli esseri non pensarono a colui che governa le acque dicendo: “...Fin qui tu verrai, e non oltre...”. Giobbe 38:11.PP 75.3

    Il tempo passava senza che nella natura si verificassero cambiamenti visibili. Coloro che avevano tremato di paura, cominciarono a rassicurarsi: ritenevano, come molti pensano ancora oggi, che la natura fosse al di sopra della divinità che l’aveva creata e che le sue leggi fossero così stabili da non poter essere cambiate neanche da Dio. Essi convinsero tutti che la predicazione di Noè era un inganno e un’illusione, sostenendo che se il suo messaggio fosse stato valido, le leggi della natura avrebbero dovuto essere modificate. Manifestarono il loro disprezzo nei confronti di Dio conservando le stesse abitudini che avevano prima di udirne gli avvertimenti. Le feste e l’immoralità non cessarono: si mangiava, si beveva, si piantava, si costruiva, si facevano progetti in vista del profitto. La corruzione aumentava rapidamente, insieme all’arroganza e al disprezzo della volontà di Dio. Non vi era più rispetto per il Creatore della terra. Alcuni sostennero che se le parole di Noè fossero state vere gli uomini famosi per prudenza e saggezza le avrebbero comprese.PP 75.4

    Se l’umanità che visse prima del diluvio avesse creduto all’annuncio di Noè e si fosse pentita della propria malvagità, il risentimento divino si sarebbe spento, proprio come accadde per Ninive. Ma a causa della loro ostinata insensibilità agli appelli del profeta di Dio, quella generazione raggiunse il culmine della corruzione, rendendo inevitabile la distruzione.PP 76.1

    Il periodo di grazia stava per finire. Noè aveva eseguito fedelmente le istruzioni: l’arca era stata ultimata in ogni dettaglio, secondo il progetto indicato da Dio. Era stata rifornita di cibo per gli uomini e per gli animali e Noè, ormai, stava per rivolgere l’ultimo appello. Fiducioso, benché provasse un’immensa angoscia, egli supplicò i suoi contemporanei di cercare un rifugio finché era possibile trovarlo. Ma la gente respinse ancora una volta i suoi messaggi, rispondendo con sarcasmo alle parole del profeta. All’improvviso, la folla ammutolì e le beffe cessarono. Animali di tutte le specie, dai più feroci ai più miti, si dirigevano docilmente verso l’arca, provenienti dalle montagne e dalle foreste. Si udì il rumore di un vento impetuoso, ed ecco numerosissimi uccelli, così tanti da oscurare il cielo, giungevano in stormi, da tutte le direzioni. Gli animali, a differenza degli uomini, ubbidivano a Dio. Guidate dai santi angeli, “vennero delle coppie, maschio e femmina, a Noè nell’arca...” (Genesi 7:9): delle specie di animali che erano considerati puri giunsero invece gruppi di sette coppie. Gli uomini rimasero stupiti da questo fenomeno e alcuni ne furono spaventati. Invano essi chiesero spiegazioni ai filosofi: era un mistero che non riuscivano a spiegare. Ma lo scetticismo li aveva resi così indifferenti, che quella scena eccezionale produsse solo un effetto momentaneo. Quando gli esseri umani, ormai condannati, videro il sole brillare in tutto il suo splendore e illuminare una terra bella come l’Eden, dissiparono ogni timore con rumorosa allegria: la violenza delle loro azioni non fece che aggravare la collera di Dio, ormai incombente.PP 76.2

    Dio ordinò a Noè: “...Entra nell’arca tu con tutta la tua famiglia, poiché t’ho veduto giusto nel mio cospetto, in questa generazione”. Genesi 7:1. Tuttavia, l’opera di Noè non fu inutile: il suo influsso e il suo esempio furono una benedizione per la sua famiglia. Come ricompensa per la sua fedeltà Dio salvò, insieme a lui, tutti i suoi cari. Ciò costituisce per i genitori un grande incoraggiamento alla fedeltà.PP 76.3

    Il periodo di grazia era terminato e gli animali erano arrivati; infine entrarono anche Noè e la sua famiglia e “l’Eterno li chiuse dentro l’arca”. Un lampo accecante e una nuvola luminosa furono visti scendere dal cielo davanti all’ingresso dell’arca. La solida porta, che non poteva essere chiusa dall’interno, fu bloccata da mani invisibili. Noè venne chiuso dentro l’imbarcazione e coloro che avevano rifiutato la misericordia divina rimasero fuori. Su quella porta vi era il sigillo del cielo; Dio l’aveva chiusa, e solo lui poteva aprirla.PP 76.4

    Allo stesso modo, quando l’opera di intercessione del Cristo in favore dei peccatori terminerà, prima della sua venuta sulle nuvole la porta del perdono sarà chiusa. La grazia divina non sarà più offerta ai malvagi e Satana dominerà coloro che l’hanno rifiutata. Essi cercheranno di distruggere il popolo di Dio, ma come Noè fu chiuso nell’arca, anche i credenti saranno protetti dalla potenza di Dio.PP 77.1

    Dopo che Noè e la sua famiglia furono entrati nell’arca, per sette giorni non vi fu alcun segno della tempesta preannunciata. In questo periodo di tempo, la fede del profeta fu messa alla prova. Tutti gli uomini si rallegrarono del loro trionfo, pensando che l’apparente ritardo confermasse la falsità del messaggio di Noè.PP 77.2

    Dunque, il diluvio non si sarebbe mai verificato! Nonostante gli eventi eccezionali a cui avevano assistito — l’ingresso degli animali nell’arca, l’angelo di Dio che aveva chiuso la porta — essi continuarono a divertirsi, a festeggiare e perfino a ridicolizzare le evidenti manifestazioni della potenza divina. Formarono dei gruppi intorno all’arca e, con una violenza non più contenuta, si facevano beffe di Noè e della sua famiglia.PP 77.3

    Ma l’ottavo giorno cupe nubi apparvero nel cielo, accompagnate dal brontolio del tuono e dal bagliore dei lampi e caddero le prime gocce d’acqua. Gli uomini, che non avevano mai visto nulla del genere, ebbero paura. Tutti pensarono: “Forse Noè aveva ragione, forse il mondo è davvero condannato alla distruzione”. Intanto, il cielo si oscurava sempre più e la pioggia aumentava di intensità. Gli animali vagavano qua e là in preda al terrore e i loro confusi lamenti sembravano preannunciare il loro destino e quello degli uomini. Subito dopo “...tutte le fonti del grande abisso scoppiarono e le cateratte del cielo s’aprirono”. Genesi 7:11. Sembrava davvero che si fossero aperte le dighe del cielo. I fiumi travolsero gli argini e inondarono le valli; dalla terra scaturivano grossi getti d’acqua di eccezionale potenza, che scagliavano in alto le rocce, per centinaia di metri, facendole poi sprofondare nel terreno.PP 77.4

    Gli uomini assistettero alla distruzione delle loro opere. Gli splendidi edifici, i magnifici giardini, i boschetti e i loro idoli: tutto fu distrutto dai fulmini e trascinato via con forza. Gli altari sui quali venivano offerti i sacrifici umani furono abbattuti e coloro che avevano offerto il loro culto tremarono per la potenza del Dio vivente. Ora comprendevano che la causa della loro rovina era stata la corruzione e l’idolatria.PP 77.5

    La violenza della tempesta aumentò: alberi, edifici, rocce, terra, furono scagliati in ogni direzione. Uomini e animali erano terrorizzati. Al di sopra del fragore della tempesta si udiva il lamento di quelle stesse persone che avevano disprezzato l’autorità di Dio. Perfino Satana, sorpreso in mezzo alla furia degli elementi, temette per la propria esistenza. Egli aveva provato piacere nel dominare una stirpe così potente e avrebbe desiderato che essa continuasse a praticare azioni spregevoli e a ribellarsi contro il Signore del cielo. Ora però imprecava contro Dio, accusandolo di essere ingiusto e crudele. Come Satana, molti uomini bestemmiavano il nome di Dio: se avessero potuto, lo avrebbero privato del dominio. Altri erano in preda al terrore e tendevano le mani verso l’arca implorando di potervi entrare. Ma era tutto inutile.PP 78.1

    Solo ora la coscienza di questi uomini comprendeva che esiste un Dio che regna nei cieli. Benché essi si rivolgessero a lui, angosciati, Egli non ascoltò il loro grido. Allora si resero conto che era stata la trasgressione della legge divina a determinare la loro distruzione, ma ciò che li spingeva a riconoscersi colpevoli era la paura della punizione e non un vero pentimento o l’avversione nei confronti del male.PP 78.2

    Allo stesso modo, quando prima del diluvio di fuoco il giudizio di Dio colpirà la terra, gli uomini che non si saranno pentiti comprenderanno finalmente la natura del peccato e le conseguenze del rifiuto della legge: ma il loro pentimento non sarà più sincero.PP 78.3

    Alcuni, disperati, cercarono di entrare nell’arca con la forza, ma la solida struttura resistette ai loro attacchi. Altri si aggrapparono all’imbarcazione finché furono spazzati via dalle ondate o dall’urto dei macigni e degli alberi. Un vento impetuoso colpiva la nave e grosse onde la trascinavano, facendone tremare l’intera struttura. Anche gli animali che si trovavano all’interno manifestavano rumorosamente la loro inquietudine. Sebbene l’arca fosse nel mezzo della tempesta, continuava a galleggiare sicura: essa era protetta da angeli di grande potenza, a cui era stato affidato questo compito.PP 78.4

    Intanto, sulla terra devastata dalla bufera, gli animali si precipitavano verso gli uomini, come se aspettassero di ricevere aiuto. Alcune famiglie salirono sugli esemplari più grossi e resistenti per raggiungere le montagne e sfuggire alle acque che si ingrossavano sempre più. Alcuni si aggrapparono agli alberi più alti, sulla cima delle colline o delle montagne, ma anche questi furono sradicati e scagliati nei flutti spumeggianti, con il loro carico di esseri umani. Uno dopo l’altro quei precari rifugi vennero abbandonati; l’acqua saliva sempre più e la gente cercò scampo sulle montagne. Uomini e animali si contendevano un punto di appoggio, finché venivano spazzati via insieme.PP 78.5

    Quanti si trovavano sulle cime più alte scorgevano solo un oceano sconfinato. I solenni ammonimenti di Noè non apparivano più assurdi e ridicoli: al contrario, i malvagi — ormai destinati alla morte — avrebbero desiderato ardentemente poter ancora afferrare l’opportunità che avevano respinto. Imploravano un’altra possibilità, un atto di misericordia, almeno una preghiera di Noè. Ma ora quella voce accorata e piena di pietà taceva. Il giudizio con cui Dio mise fine al peccato fu tuttavia una manifestazione di compassione e di amore. Le acque tumultuose spazzarono via l’ultimo rifugio e gli uomini che bestemmiavano Dio furono inghiottiti dai vortici oscuri.PP 79.1

    “...Per effetto della parola di Dio... il mondo d’allora, sommerso dall’acqua, perì; mentre i cieli d’adesso e la terra, per la medesima Parola son custoditi, essendo riservati al fuoco per il giorno del giudizio e della distruzione degli uomini empi”. 2 Pietro 3:5-7. Un’altra tempesta è imminente: ancora una volta lo sdegno di Dio sconvolgerà la terra intera e il male sarà distrutto con coloro che ne sono stati lo strumento.PP 79.2

    Le stesse colpe che attirarono la vendetta di Dio sul mondo, prima del diluvio, caratterizzano oggi la nostra società. Gli uomini non rispettano più il Signore e la sua legge è considerata con disprezzo e indifferenza. Il materialismo che contraddistingue la nostra generazione ha raggiunto livelli molto simili a quelli precedenti al diluvio. Gesù ha detto: “...Come ne’ giorni innanzi al diluvio si mangiava e si beveva, si prendea moglie e s’andava a marito, sino al giorno che Noè entrò nell’arca, e di nulla si avvide la gente, finché venne il diluvio che portò via tutti quanti: così avverrà alla venuta del Figliuol dell’uomo”. Matteo 24:38, 39.PP 79.3

    Dio non condannò gli uomini che vissero ai tempi di Noè perché essi mangiavano e bevevano. Egli stesso aveva offerto loro in abbondanza i prodotti della terra. Il loro errore consisteva nell’essersi appropriati di questi doni eliminando ogni espressione di gratitudine nei confronti di Dio e nell’essersi allontanati da lui coltivando, senza alcun freno, le passioni più degradanti. È legittimo sposarsi: il matrimonio era stato previsto da Dio e fu una delle prime istituzioni che Egli stabilì. Ma l’umanità dimenticò le direttive che Dio aveva impartito perché fosse felice: si smarrì il rispetto per questo vincolo, al punto tale che il suo significato fu stravolto e diventò uno strumento per soddisfare le passioni più effimere. Oggi la situazione è simile. Il confine della legittimità ha raggiunto limiti estremi; si giustificano con indulgenza gli impulsi più incontrollati. Alcuni fra coloro che si dichiarano cristiani mangiano e bevono con gli alcolizzati, benché siano iscritti nei registri delle chiese. L’intemperanza offusca le facoltà morali e spirituali, favorendo le peggiori passioni. Moltissime persone non sentono l’obbligo morale di dominare i propri desideri e quindi ne diventano schiavi.PP 79.4

    Nella nostra società esistono individui che vivono solo per soddisfare i propri sensi. L’idea dominante, nel nostro tempo, è il materialismo. Oggi gli impulsi più frequenti nell’uomo sono la lussuria, l’ostentazione e la dissipazione. Coloro che riescono ad arricchirsi in fretta, spesso lo fanno grazie alle ingiustizie e allo sfruttamento dei poveri, sottoposti a un ignobile mercato. La frode, la corruzione e il furto si diffondono sia negli strati più elevati della società sia in quelli più umili e sembrano ormai al di là di ogni censura morale. La pubblicazione di notizie relative ad assassini e crimini commessi a sangue freddo e senza motivo, è così frequente che si ha l’impressione che ogni residuo di umanità sia scomparso. Queste atrocità sono diventate così normali che difficilmente provocano reazioni o sorprendono la gente.PP 80.1

    L’anarchia domina ovunque. Le rivolte che suscitano l’orrore del mondo, non sono che sintomi di una violenza finora repressa: quando questa sfuggirà a ogni controllo, la terra si riempirà di dolore e desolazione. L’immagine che le Scritture ci hanno trasmesso del mondo prima del diluvio rappresenta fin troppo bene la condizione a cui la società moderna sta rapidamente giungendo. Anche ora, nel nostro tempo, in paesi che si professano cristiani, ogni giorno vengono consumati crimini terribili, simili a quelli per i quali fu distrutto il mondo di Noè.PP 80.2

    Prima del diluvio, Dio inviò un profeta ad avvertire il mondo, affinché gli uomini si pentissero e riuscissero a sfuggire alla distruzione incombente. Nel nostro tempo, prima della seconda apparizione del Cristo, il Signore ci ha scelti per avvertire il mondo di questo grande evento, affinché l’umanità si prepari. Intere folle violano la legge di Dio: Egli è generoso e invita ogni uomo all’ubbidienza. Il Signore offre ancora oggi il perdono a tutti coloro che si pentono dei propri errori perché credono in Cristo. Molti ritengono che abbandonare una condotta sbagliata richieda un sacrificio troppo grande, e siccome la loro vita non è in armonia con i princìpi di integrità su cui si fonda l’autorità di Dio, rifiutano i suoi avvertimenti, negando la validità della legge.PP 80.3

    Prima del diluvio solo otto persone, in tutto il mondo, credettero e ubbidirono alle parole di Dio, pronunciate da Noè. Per centoventi anni questo predicatore di giustizia avvertì il mondo dell’imminente distruzione. Il suo messaggio fu respinto e disprezzato. La stessa cosa avviene oggi. Prima che il Creatore della legge venga per punire i trasgressori, essi saranno invitati a pentirsi, a ristabilire un accordo con Dio. Tuttavia, nella maggioranza dei casi questi avvertimenti saranno inutili. L’apostolo Pietro dice: “...Negli ultimi giorni verranno degli schernitori coi loro scherni i quali si condurranno secondo le loro concupiscenze e diranno: Dov’è la promessa della sua venuta? Perché dal giorno in cui i padri si sono addormentati, tutte le cose continuano nel medesimo stato come dal principio della creazione”. 2 Pietro 3:3, 4. Non sentiamo ancora oggi ripetere queste parole, non solo da chi si dichiara apertamente ateo, ma anche da coloro che parlano dai pulpiti? “Non c’è motivo di preoccuparsi”, gridano. “Prima che Dio ritorni, tutto il mondo si convertirà e la giustizia regnerà per mille anni. Pace, pace! Tutto continua come sempre. Non preoccupatevi per le provocazioni di questi allarmisti”. Questa concezione del millennio contrasta con quanto è trasmesso dal Cristo e dagli apostoli. Gesù pose questa domanda significativa: “...Quando il Figliuol dell’uomo verrà, troverà Egli la fede sulla terra?” Luca 18:8. Egli dichiarò che lo stato del mondo sarebbe stato simile a quello dei giorni di Noè. L’apostolo Paolo ci avverte che con l’avvicinarsi della fine si assisterà a un aumento della corruzione: “Ma lo Spirito dice espressamente che nei tempi a venire alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori, e a dottrine di demoni”. 1 Timoteo 4:1. Egli sostiene inoltre che “...negli ultimi giorni verranno tempi difficili” (2 Timoteo 3:1) e presenta poi un’impressionante lista di peccati, comuni a coloro che manifesteranno solo una religiosità apparente.PP 80.4

    Quando il tempo concesso loro per pentirsi stava per concludersi, i contemporanei di Noè si abbandonarono a feste e divertimenti eccitanti. Gli uomini più influenti e potenti, per impedire che la gente fosse impressionata dall’ultimo solenne avvertimento, si impegnarono affinché tutti si abbandonassero ai divertimenti. Oggi non assistiamo forse allo stesso spettacolo? Mentre i credenti diffondono l’annuncio dell’approssimarsi della fine, il mondo è assorbito nella ricerca del piacere. Il continuo desiderio di eccitazione crea un circolo vizioso, che provoca l’indifferenza nei confronti delle realtà spirituali. Ciò impedisce a molti di essere ricettivi a quell’ultimo appello che potrebbe salvarli dalla distruzione incombente.PP 81.1

    Così come ai tempi di Noè i filosofi ritenevano impossibile che il mondo fosse distrutto dall’acqua, oggi vi sono uomini di scienza che si sforzano di dimostrare che il mondo non può essere distrutto dal fuoco, perché ciò sarebbe contrario alle leggi naturali. Ma il Dio della natura, colui che ha fatto e controlla queste leggi, può servirsi di ciò che ha creato per realizzare i suoi obiettivi.PP 81.2

    Quando uomini, grandi e sapienti, dimostrarono che il diluvio era impossibile e quando i timori del popolo furono sopiti, tutti considerarono la profezia di Noè come l’illusione di un fanatico e quindi giunse il momento indicato da Dio. “Le fonti del grande abisso scoppiarono e le cateratte del cielo si aprirono”. Genesi 7:14. Coloro che avevano ridicolizzato l’avvertimento di Noè furono travolti dalle acque del diluvio. Nonostante tutte le orgogliose certezze della loro scienza, gli uomini si resero conto troppo tardi che la loro saggezza era una pazzia, che colui che ha costituito le leggi della natura è superiore a esse.PP 82.1

    All’Onnipotente non mancano i mezzi per realizzare i suoi obiettivi. “E come avvenne ai giorni di Noè... lo stesso avverrà nel giorno che il Figliuol dell’uomo sarà manifestato”. Luca 17:26, 30. “Ma il giorno del Signore verrà come un ladro; in esso i cieli passeranno stridendo, e gli elementi infiammati si dissolveranno, e la terra e le opere che sono in essa saranno arse”. 2 Pietro 3:10. Quando i ragionamenti filosofici soffocheranno il timore del giudizio divino; quando le guide religiose annunceranno una lunga epoca di pace e prosperità e gli uomini saranno assorbiti nei loro affari e nella ricerca del piacere, piantando, costruendo, divertendosi, sposandosi, respingendo gli avvertimenti di Dio e deridendo i suoi messaggeri, allora essi saranno colpiti da una distruzione improvvisa a cui nessuno potrà sfuggire. Cfr. 1 Tessalonicesi 5:3.PP 82.2

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